25 Aprile: un’arena di pace e disarmo

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Un’occasione imperdibile per unire intenti diversi ma che puntano ad un unico obiettivo: la pace e la nonviolenza. Nonostante l’eterogeneità di pensiero del Forum nazionale per il Servizio civile, dovuta all’adesione di tante realtà dalle varie tonalità di pensiero, l’obiettivo dell’evento promosso per il 25 aprile all’Arena incontra e abbraccia le tante iniziative che fioriscono nelle diverse parti d’Italia facendosi comun denominatore di modi diversi di incarnare i concetti della nonviolenza.

Nella giornata si esibiscono Simone Cristicchi, Grazia De Marchi, Vittorio De Scalzi, Farabrutto, Eugenio Finardi, Deborah Kooperman, Alessio Lega, Alessandro Mannarino, Nardo Trio, Alberto Patrucco, Pippo Pollina. All’avvenimento ha assicurato la sua presenza anche padre Alex Zanotelli, memoria storica:

“Le Arene di pace e disarmo, perché stiamo recuperando una tradizione partita negli anni ’80 del Novecento, sono un momento simbolico molto importante per tutto il movimento per la Pace, che deve trovare nuovo slancio, entusiasmo, unità di intenti. Bisogna che i tempi della pace e del disarmo tornino al centro dell’agenda politica del nostro paese. I poveri non possono più accettare gli sperperi continui di fondi negli armamenti!”.

Anche Banca Etica partecipa all’evento con l’intento di raccontare un modo nuovo di sviluppare economia: “La nostra banca considera il credito uno dei diritti primari, poiché di ‘credito/fiducia’ hanno bisogno tutti gli esseri umani per accedere alle risorse necessarie alla realizzazione del loro progetto di vita…

Noi siamo consapevoli che le motivazioni che stanno alla base dei conflitti sono complesse, riteniamo però che l’unica vera soluzione di questi passi necessariamente attraverso un’assunzione responsabile degli stessi che si traduce nella disponibilità al dialogo e al confronto, nella ricerca continua della giustizia, soprattutto in campo economico, senza la quale non ci può essere pace.

Il denaro è fonte, in quanto strumento di potere, di conflitti, sopraffazioni, violenze, crudeltà. Banca Etica, proponendo invece l’uso del denaro per una reale promozione umana, mira a ridurre o eliminare questi elementi di conflittualità, che viceversa caratterizzano una visione violenta dell’economia”. Sono molte le associazioni aderenti all’evento, tra cui Associazione Papa Giovanni XXIII, Acli, Exodus, Libera, Pax Christi, Emmaus Italia, Articolo 21, Rete Pace, Assopace, Fiom Cisl, Unione degli Universitari, Aisec e Un ponte per… :

“Le enormi spese impiegate per mantenere la difesa armata del nostro Paese, circa 24 miliardi di euro nel 2014, sono sottratte direttamente ai diritti essenziali della nostra vita, il diritto al lavoro, alla casa e all’istruzione, le protezioni sociali e sanitarie, l’ambiente, l’aria, l’acqua, la legalità e la partecipazione, la convivenza civile e la pace, dunque le armi anche se non utilizzate stanno già uccidendo e togliendo il futuro alle nuove generazioni”.

Tra tutte le manifestazioni veronesi, svoltesi dal 1986, quella che resta nei cuori fu quella del 1989 quando mons. Tonino Bello invitò i partecipanti a stare in piedi: “La pace di Gesù Risorto sia con tutti voi! Un popolo che sta in piedi… E’ un popolo sterminato che sta in piedi. Perché il popolo della pace non è un popolo di rassegnati. E’ un popolo pasquale, che sta in piedi, come quello dell’Apocalisse: ‘tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello’.

Davanti al ‘trono’ di Dio. Non davanti alle poltrone dei tiranni, o davanti agli idoli di metallo. E davanti all’ ‘Agnello’. Simbolo di tutti gli oppressi dai poteri mondani. Di tutte le vittime della terra. Di tutti i discriminati dal razzismo. Di tutti i violentati nei più elementari diritti umani.

A questo popolo invisibile della pace, dall’Arena di Verona, giunga la nostra solidarietà. Ma anche il nostro incoraggiamento: con le parole delle beatitudini, secondo la traduzione che sostituisce il termine ‘beati’ con l’espressione ‘in piedi’: in piedi, costruttori di pace. Sarete chiamati figli di Dio… Non abbiate paura! Non lasciatevi sgomentare dalle dissertazioni che squalificano come fondamentalismo l’anelito di voler cogliere nel ‘qui’ e nell’ ‘oggi’ della Storia i primi frutti del Regno”.

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