Il patriarca Bartolomeo e la libertà religiosa

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Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Institut catholique di Parigi. Nel suo discordo ha ricordato il contesto di diffusa secolarizzazione che caratterizza in particolare la società occidentale e la contemporanea, e solo in apparenza contraddittoria, rivalutazione del ruolo della religione nel campo antropologico, spirituale, culturale e sociale; il patriarca ha sottolineato come quella dei ‘diritti umani sia verosimilmente la questione centrale posta alle religioni’.

Per il patriarca ortodosso ‘il problema fondamentale’ nell’approccio corretto alla libertà religiosa consiste nel ‘capire la verità e il rapporto con la verità’. In particolare, il Patriarca ha denunciato il ‘fondamentalismo della modernità che continua a considerare la religione come fenomeno pre-moderno, incompatibile con il progresso della società’:

“Tra i diritti umani, il diritto alla libertà religiosa è la più grande sfida che le religioni si trovano ad affrontare, ma anche fornisce loro una prospettiva positiva. La garanzia del diritto alla libertà religiosa richiede la tolleranza dello Stato verso le religioni, perché la verità della religione non può essere separata dalla verità della libertà umana”. Il patriarca ha sottolineato il diritto alla libertà religiosa, sancito dall’articolo 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani proclamata dalle Nazioni Unite:

‘Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che privato, nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti’. Poi ha esaminato il diritto alla libertà religiosa come diritto umano:

“Ora stiamo assistendo ad una rivalutazione del ruolo e delle funzioni della religione nel campo dell’antropologia.  Non solo non è la fine del periodo religioso della storia umana, ma chi parla oggi di ‘società post-secolari’ ha accettato la presenza della religione… Le religioni possono rafforzare la lotta per la libertà e la giustizia e la cooperazione tra i popoli e le culture.

Tuttavia, è probabile che alcuni fanatici possano coltivare l’estremismo, l’aggressione e la violenza, arrivando ad un conflitto disastroso solo per un possesso esclusivo della verità e per una salvaguardia dell’identità culturale”. Infatti le religioni sono chiamate a rispondere su tali diritti in quanto ‘patrimonio di tutta l’umanità’: “I diritti dell’uomo, compreso il diritto alla libertà religiosa, sono la questione centrale delle religioni… Ciò che viene chiesto alle religioni nell’incontro con la cultura della modernità non può essere: accettare o rifiutare questi principi a livello globale”.

Quindi ha analizzato i diritti umani nell’ottica dell’Ortodossia: “Vogliamo esaminare brevemente l’atteggiamento dell’Ortodossia verso i diritti umani che appartengono all’umanesimo illuminista. Purtroppo, salvo rare eccezioni, nel campo dell’ortodossia, il dibattito sui diritti umani è visto come imposto dall’esterno.

Alcuni scritti di teologi ortodossi danno l’impressione che i diritti umani sono la più grande minaccia alla nostra identità ortodossa. Questi scritti, tuttavia, non rendono giustizia né alla modernità né all’ortodossia. Allo stesso modo accettando incondizionatamente e in generale l’Illuminismo sarebbe una scelta sbagliata… l’atteggiamento ortodosso verso l’Illuminismo deve essere critico e riflessivo, sulla base di criteri teologici”. Dopo un approfondimento della visione ortodossa dei diritti umani il patriarca Bartolomeo ha aggiunto: “Tra i diritti umani, il diritto alla libertà religiosa è la più grande sfida che le religioni si trovano ad affrontare, perchè fornisce loro una prospettiva positiva. La garanzia del diritto alla libertà religiosa richiede alle religioni di tollerare la differenza…

Chi non rispetta la propria tradizione non è in grado di capire o rispettare la tradizione degli altri. La questione chiave nel corretto approccio alla libertà religiosa è il modo per capire la verità e il rapporto con la verità. E’ importante accettare che i confini tra verità non coincidano con la nostra religione e la religione degli altri.

Tale ipotesi non significa naturalmente né relativismo né minimalismo teologico. La verità della religione non può essere separata dalla verità della libertà umana. Dio è il Dio dell’essere umano. Ciò significa che un criterio sostanziale della verità della religione è se rispetta e protegge la dignità umana”.

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