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La Società san Vincenzo De Paoli in Ucraina accanto alla popolazione

Sabato 19 marzo Paola Da Ros è stata eletta nuova presidente della Federazione Nazionale ‘Società di San Vincenzo De Paoli’, succedendo ad Antonio Gianfico, che è rimasto in carica per sei anni. Insieme alla presidente si è rinnovata anche la giunta esecutiva, come ha sottolineato la neo presidente:

L’impegno di Sant’Egidio in Ucraina: ora serve una tregua

“Cinquanta giorni di guerra sono troppi ed hanno già portato a troppe vittime, sfollati, sofferenze e distruzioni. Per questo lanciamo un appello alle autorità dei diversi paesi perché accolgano la proposta avanzata da papa Francesco per una tregua di Pasqua, perché tacciano le armi. Un momento lungo, di due settimane in Ucraina per la presenza dei riti cattolici e ortodossi, che porterebbe a salvare migliaia di vite e a consentire a tante famiglie di potersi spostare in sicurezza da luoghi ancora al centro del conflitto”.

Papa Francesco: la luce spalanca i cuori

Al termine dell’omelia della veglia pasquale papa Francesco ha rivolto il suo pensiero alla guerra in Ucraina attraverso il saluto ad una delegazione ufficiale ucraina, tra cui Ivan Fedorov, sindaco di Melitopol, prigioniero per sei giorni dai russi e liberato il 17 marzo in uno scambio di prigionieri tra Kyiv e Mosca.: “… nel buio oscuro della guerra, della crudeltà tutti noi preghiamo per voi e con voi questa notte, preghiamo per tante sofferenze, noi soltanto possiamo darvi la nostra compagnia la nostra preghiera e dirvi coraggio: vi accompagnano: Cristo è risorto”.

Il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori in visita in Ucraina

Fino al 16 aprile il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, fra Massimo Fusarelli, accompagnato dal ministro provinciale di Assisi, fra Francesco Piloni, ha effettuato una visita in Romania, Ucraina e Polonia.

L’impegno dei salesiani in Ucraina con le Missioni Don Bosco

Il salesiano don Daniel Antúnez, presidente delle ‘Missioni Don Bosco’, è rientrato nella scorsa settimana in Italia da un viaggio che l’ha portato a incontrare i salesiani di Slovacchia, Polonia e Ucraina (a Leopoli) e si sta occupando dell’accoglienza a Valdocco di un gruppo di 39 profughi: “Noi vogliamo essere militanti per la pace. Se il papa sarà in condizione di andare di persona, io e tanti altri siamo pronti ad accompagnarlo”.

Pier Giorgio Frassati: una preghiera per la pace

Giovedì 6 aprile è stato il 120^ compleanno di Pier Giorgio Frassati ed è stato ricordato dall’associazione dedicata al beato torinese attraverso la recita del rosario: “La nostra preghiera sarà un Rosario con Pier Giorgio per tutti i giovani; chiederemo che siano sostenuti e illuminati dalla grazia della castità”.

Papa Francesco chiede pace per l’Ucraina

“Le recenti notizie sulla guerra in Ucraina, anziché portare sollievo e speranza, attestano invece nuove atrocità, come il massacro di Bucha: crudeltà sempre più orrende, compiute anche contro civili, donne e bambini inermi. Sono vittime il cui sangue innocente grida fino al Cielo e implora: si metta fine a questa guerra! Si facciano tacere le armi! Si smetta di seminare morte e distruzione!”

Il desiderio di papa Francesco di andare a Kiev

Mentre in Ucraina continuano i massacri della guerra dall’aereo di ritorno da Malta papa Francesco ha espresso ai giornalisti il suo desiderio di andare in Ucraina, perché ‘sta vincendo lo schema di guerra e non di pace’, sottolineando la crudeltà della guerra:

Anselmo Palini: i rischi nucleari di una guerra

A poco più di un mese dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, la situazione sul terreno e a livello diplomatico è a un’impasse. A Bruxelles si sono svolti tre incontri cruciali sulla crisi, con la partecipazione del presidente statunitense, Joe Biden. Al termine del vertice dell’Alleanza atlantica, il Segretario generale Jens Stoltenberg ha annunciato che la Nato si rafforzerà a est dispiegando nuove truppe in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia.

Da Macerata una testimonianza della guerra in Ucraina

Da nord a sud, dal confine bielorusso a Odessa sul Mar Nero, il dramma ucraino è quello di una lunga e sanguinosa attesa delle città verso quello che potrebbe essere l’assalto decisivo delle truppe russe: le città sono allo stremo ed i sindaci delle città occupate sono giustiziati, mentre le donne con i propri figli stanno affrontando il proprio esodo in quell’Europa, tanto sognata da loro ma per ora negata.

Nell’attesa di accogliere i profughi ucraini la regione Marche ha istituito il comitato che coordina l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza della popolazione in fuga dalla guerra attraverso un collegamento, dalla sala operativa della protezione civile regionale, con le prefetture e Anci Marche, secondo quanto  riferito dall’assessore alla Protezione civile Stefano Aguzzi:

“Ci stiamo organizzando per assicurare sul territorio tutto il sostegno necessario ai civili che abbandonano le loro case e collaborazione alle istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza… Quello che è certo è che le Marche sapranno mostrarsi solidali nei confronti di questi profughi”.

E venerdì scorso il vescovo della diocesi di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, ha presieduto un momento di preghiera in occasione della Consacrazione al Cuore immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina, domandando l’intercessione di Maria Santissima perché ci ottenga da Dio il grande dono della pace:

“E’ bene ribadire che questa santa, anzi santissima devozione è una preghiera e non una formula magica. Chi crede alla magia ritiene che se una formula ‘potente’ viene pronunciata correttamente, ‘costringerà’ Dio o forse il Diavolo a fare ciò che gli uomini desiderano.

Questa idea: che Dio si possa telecomandare a chiacchiere, non ha nulla a che fare con la fede ed invece è segno chiaro di superstizione. La fede aiuta gli uomini a camminare nel bene seguendo la via di Dio, non a forzare Dio a percorrere la via degli uomini”.

Mentre nelle scorse settimane mons. Nazzareno Marconi, aveva inviato un messaggio, rivolto a tutte le persone, sulla guerra in Ucraina: “La guerra è un modo di risolvere i problemi di relazione in cui l’uomo regredisce al livello degli istinti animali più bassi ed immediati: aggressività, paura, prepotenza, scontro fisico.

La guerra inizia quando non si parla più e finisce quando si ricomincia a dialogare… Tutti sanno che relazionarsi attraverso il linguaggio è ciò che ci fa umani e dialogare per trovare soluzioni insieme è ‘ragionare’, ciò che ci rende esseri ragionevoli e non bestie”.

Invece nel messaggio ai fedeli diocesani il vescovo ha delineato alcune linee per l’accoglienza in accordo con la Caritas nazionale e la Prefettura, avendo già accolto 110 profughi: “L’accoglienza di stranieri provenienti da zona di guerra non può essere svolta in maniera caotica o improvvisata, per non aggiungere problemi a una situazione già complessa e drammatica.

Molti profughi sono minori e la legislazione che li tutela è giustamente molto severa. In ogni caso le persone che arrivano devono essere presentate alla Prefettura per le necessarie autorizzazioni. Siamo ancora in regime di emergenza Covid pertanto devono essere adottate le necessarie precauzioni e rispettati tutti i protocolli disposti dalle autorità.

La maggior parte delle persone che arrivano non parlano altra lingua se non la propria o una lingua slava, pertanto anche questo aspetto va tenuto in debita considerazione. La Caritas Diocesana resta a disposizione per chiarimenti a riguardo e aiutare a risolvere eventuali problematiche burocratiche”.

Per comprendere meglio la situazione abbiamo rivolto alcune domande a don Ihor Holkhosk, referente dello sportello ‘Tutela Minori e Vulnerabili’ della diocesi di Macerata, originario di una città al confine con la Crimea, dove era stato nello scorso settembre.

Con molto dolore don Ihor ci da subito una definizione di questa guerra: “E’ un’invasione di un Paese pacifico, fatto in modo perfido e con motivazioni assurde”.

Secondo lei come è raccontata la guerra dai media occidentali?

“Sinceramente non sto seguendo i racconti dei media italiani, perché sono in continuo contatto con i familiari ed amici rimasti nelle città. Tutti sono terrorizzati. Nei primi giorni molti sono potuti fuggire verso il confine occidentale dell’Ucraina; gli altri sono rimasti intrappolati. Le notizie che mi giungono parlano di persone e di famiglie che si nascondono nei sotterranei, perché sono terrorizzati. I miei familiari sono sotto l’occupazione russa”.

Nell’ultimo viaggio compiuto a settembre come era la situazione?

“Come sempre, perché da 8 anni c’è il conflitto, creato artificialmente attraverso l’annessione dei territori da parte della Russia con il supporto dei separatisti, sempre istruiti dall’esercito russo. Però in Occidente questa guerra in Crimea è stata sempre definita come un conflitto interno all’Ucraina.

Adesso, spero che tanti capiscano che dietro quel conflitto ci sono gli ‘orecchi’ dell’ex Kgb, che non vogliono lasciar andare l’Ucraina verso l’Occidente. Gli ucraini hanno il desiderio di vivere in pace e di non sottostare alle leggi di un aggressore. Come sacerdote invito a pregare per la pace, affinchè questo conflitto assurdo finisca”.

Cosa desiderate che faccia l’Europa?

“L’Unione Europea si è risvegliata dal sonno. Finalmente l’Europa ha compreso che in Ucraina la popolazione sta morendo; i bambini uccisi e le città bombardate con le bombe a grappolo ed i missili balistici. L’Europa si sta muovendo, ma spero che non sia tardi.

Le sanzioni sono efficaci, ma i politici russi hanno ribadito di non aver paura delle sanzioni, perché per otto anni l’Europa ha applicato le sanzioni senza nessun risultato, in quanto dietro ad esse c’era un business più potente. Si attende che non si riaddormenti continuando con gli aiuti e le sanzioni contro l’aggressore impazzito dall’impossibilità di raggiungere i suoi scopi illusori”.

In quale modo il dialogo ecumenico può contribuire alla pace?

“Il dialogo ecumenico, per il fatto che esiste, contribuisce alla pace tra i cristiani divisi dal peccato. Pregando per la pace che supera ‘ogni intelligenza umana’”

Quali iniziative di solidarietà propone la Caritas di Macerata?

“La nostra Caritas diocesana propone l’aiuto alla Caritas diocesana della diocesi di Kyiv attraverso il contatto diretto con il vescovo diocesano. Ed anche grazie alla vicinanza di moltissimi di voi, abbiamo già versato al vescovo di Kiev una prima somma per aiuti immediati di € 20.000 che stanno già utilizzando per le primissime emergenze. Pertanto le vostre offerte, versate direttamente in Curia o tramite bonifico bancario, saranno recapitate direttamente al vescovo di Kiev e alla sua Caritas”.

Quindi il contributo deve essere intestato a: diocesi Macerata – Caritas Iban: IT 75 K 06150 13400 CC032 01057 10 Causale: aiuto al popolo Ucraino.

(Foto: Diocesi di Macerata)

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