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Quinta domenica del Tempo Ordinario: la Parola di Dio ci parla di chiamata, di vocazione!

Il brano del vangelo ci porta sul mare di Cafarnao, dove Gesù ammaestra la folla, seduto sulla barca di Pietro ed addita la via della salvezza. La nostra vita è bella, armoniosa se si vive conforme alla vocazione di ciascuno. Vivere la vita significa attuare quel progetto mirabile che Dio ha avuto al momento della nostra creazione conferendo a ciascuno talenti e carismi diversi per il bene del singolo e della società.
Dalla grazia siamo stati elevati a figli di Dio; come tali il nostro ruolo è sociale ed ecclesiale, oltre che individuale; in tale chiave risponderemo a Dio e alla propria coscienza. Il brano del Vangelo, riguardante la pesca miracolosa, è significativo: Gesù sale sulla barca di Pietro per parlare alla gente che si accalca e, terminato il discorso, invita Pietro a gettare le reti per la pesca. Questi si sbigottisce ed osserva: Signore, abbiamo lavorato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; Pietro, uomo di fede, obbedisce a Gesù, butta le reti per la pesca ed ecco una quantità enorme di pescato.
Davanti ad un fatto così eclatante, Pietro esclama: ‘Signore, allontanati da me, sono un uomo peccatore’; Gesù lo incoraggia: Pietro, non temere; d’oggi innanzi sarai pescatore di uomini. Pietro lascia tutto: la barca, le reti, il padre e segue Gesù: diverrà l’apostolo prediletto, il capo della Chiesa nascente; a lui Gesù dirà: ‘Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa’.
Il miracolo più eclatante non è stata la pesca miracolosa quanto la risposta generosa di Pietro: quando Dio chiama, bisogna sempre rispondere con generosità e tempestività. Così fecero Pietro e gli Apostoli; così fece Paolo quando da persecutore della fede cristiana, folgorato dalla grazia divina, divenne l’apostolo prediletto, di cui disse Gesù: ‘ne farò un vaso di elezione’.
Pietro è l’immagine del vero credente e diventa destinatario di una missione sublime: vicario di Cristo Gesù in una Chiesa che, come una barca posta in un mare tempestoso non affonderà mai: ‘Le porte degli inferi non prevarranno’. Nella Chiesa, come nella società civile, tutti insieme costituiamo una famiglia; dotati da talenti diversi per numero e qualità, siamo chiamati ad un ruolo di solidarietà e complementarietà; l’uno completa l’altro come le cellule dello stesso corpo o gli organi dello stesso organismo: tutti diversi ma con un compito di vera partecipazione.
Spesso si parla di crisi nella Chiesa, ma è solo crisi di crescenza, che deve servire solo a rinnovare la Chiesa di Cristo Gesù. Il sinodo popolare indetto da Papa Francesco mira a far prendere coscienza che comandare è servire, una Chiesa dove tutti: clero e popolo di Dio, pastori e fedeli sono chiamati ad un ruolo di servizio, ciascuno a seconda dei carismi ricevuti dallo Spirito che nel Battesimo ci ha innestati a Cristo. Nella Chiesa non ci sono ‘padroni’ ma ‘collaboratori’, tutti fratelli, tutte pecorelle dell’ovile di Cristo, tutti in comunione con tutti: gerarchia che deve essere diaconia.
Diceva Gesù: ‘Mi chiamate Signore e maestro ed io vi ha lavati i piedi, così è necessario tra di voi che l’uno lavi i piedi all’altro’. Il sinodo popolare, voluto da papa Francesco, mira a sentire quello che lo Spirito Santo oggi ispira, suggerisce alla Chiesa di Dio; questo ‘camminare insieme’ deve attuare e manifestare la natura vera della Chiesa come popolo di Dio, pellegrino e missionario. E’ necessario allora avventurarsi nel profondo del nostro io, dove parla lo Spirito Santo. Amico, che leggi o ascolti, è necessario oggi più che mai agire: sognare, cantare, aprire le braccia, espandere il cuore, allargare lo sguardo. La pesca è già iniziata, c’è posto anche per te.
3^ domenica di Pasqua: è l’alba di un giorno nuovo!

Era l’alba di un nuovo giorno quando Gesù per la terza volta si presenta agli Apostoli. Questi, alquanto sbandati per non avere in mezzo a loro Cristo Gesù, decidono di tornare al consueto lavoro; Pietro va a pescare, gli altri lo seguono. L’ozio è sempre il padre dei vizi, il lavoro permette all’uomo la realizzazione del suo essere umano. Avevano lasciato tutto per seguire Gesù, ma ora la solitudine li avvolge e la ripresa dell’antico lavoro appare l’unica alternativa.
Papa Francesco ai giovani: non perdete il fiuto della verità

A piazza san Pietro i giovani hanno riassaporato, dopo due anni, il sapore delle Giornate mondiali della Gioventù insieme a papa Francesco nell’incontro conclusivo del pellegrinaggio degli adolescenti organizzato dalla Pastorale giovanile della CEI nell’ambito del progetto ‘Seme di vento’, ripercorso dal presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti:
La Chiesa di Cristo: sinodale, ‘in uscita’, missionaria

Il brano del vangelo ci porta sul mare di Cafarnao; dove Gesù ammaestra la folla, seduto sulla barca di Pietro ed addita la via della salvezza. La vita ha un significato profondo; è bella ed armoniosa se si vive conforme alla propria vocazione. Vivere la vita significa attuare quel progetto mirabile che Dio ha avuto nel creare l’uomo e nel conferire a ciascuno talenti e carismi diversi per il bene del singolo e della società.