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Da Catania un invito ad imparare a pregare

“Gioisca il mio cuore nella tua salvezza, e canti al Signore che mi ha beneficato” (Sal 12,6). “Sono parole di gratitudine al Signore quelle che elevo con voi in questo giorno santo, perché per intercessione di Maria Santissima, della nostra patrona sant’Agata, del beato cardinale Dusmet, sono ancora in vita dopo l’infarto che mi ha colpito nelle prime ore di domenica 11 agosto”: è il messaggio che mons. Luigi Renna, arcivescovo della diocesi di Catania, ha scritto alla diocesi siciliana sabato scorso e letto dal vicario generale, mons. Vincenzo Branchina, prima dell’inizio della messa per l’898° anniversario della traslazione delle reliquie di sant’Agata.
Nel messaggio mons. Renna ha sottolineato due momenti di questa situazione appena vissuta: “Dire al Signore ‘Sia fatta la tua volontà’, con quell’abbandono che Sant’Agata ci insegna nel suo martirio. Considerare quanto siano preziosi i sentimenti di fede, di pazienza, di speranza di chi è debole e malato. I malati di ogni tipo sono le persone che più ci insegnano queste virtù…
Ora è tempo di attesa, di seminare speranza, di rendersi saldi nella volontà di Dio. Sant’Agata ci è vicina con la preghiera e l’esempio. Ricordatevi che ogni festa, ogni atto di devozione a Sant’Agata deve portare frutto di bene nella nostra vita, per la città e per il mondo”.
Mentre nell’omelia della festa di sant’Agata il vicario generale ha sottolineato che Gesù è un ‘uomo di preghiera’ e gli apostoli chiedono di insegnar loro a pregare: “Loro non hanno bisogno di formule da recitare, sono pii israeliti, conoscevano e pregavano i salmi, ma sentono la necessità di essere introdotti nella stessa intimità che Lui aveva con Dio. Per questo motivo Gesù consegna loro la preghiera del Padre Nostro. Tale consegna viene fatta anche a noi, mediante il ministero della Chiesa, il giorno del nostro Battesimo. Poter chiamare Dio Abbà, Padre, significa entrare in quella confidenza che toglie ogni forma di paura”.
L’invito di Gesù è quello di chiedere che venga il Regno di Dio: “Chiedendo ‘Venga il tuo Regno!’, stiamo dicendo: ‘Padre, abbiamo bisogno di Te! La nostra città di Catania ha bisogno di Te’. Il regno di Dio si è fatto presente in Gesù, Re dell’Universo, ma il mondo è ancora segnato dal peccato: venti di guerra continuano a soffiare vicino a noi e anche nella nostra città di Catania c’è tanta sofferenza, povertà, criminalità, dispersione scolastica”.
Ed infine la preghiera del ‘Padre Nostro’ insegna a chiedere: “Questa richiesta proviene da una evidenza che spesso dimentichiamo, ovvero che noi siamo creature e tutti i giorni abbiamo bisogno di nutrirci. Chiedere il pane vuol dire ammettere di avere un bisogno e ci fa fuggire dalla presunzione dell’autosufficienza.
Nell’episodio della moltiplicazione dei pani il ‘miracolo’ nasce dallo sguardo pieno di compassione di Gesù verso le folle; dopo aver sfidato i discepoli di dare loro da mangiare, Gesù non ‘crea’ dal nulla il pane, ma moltiplica il poco che è stato messo a disposizione. E’ vero che sono tanti i bisogni del mondo e anche della nostra città.
Sant’Agata invita ciascuno di noi a mettere a disposizione ciò che noi abbiamo e ciò che noi siamo perché il Signore lo moltiplichi e a nessuno manchi il necessario. Non dobbiamo dimenticare che il pane è ‘frutto della terra e del lavoro dell’uomo’ e la terra non porterà alcun frutto, se non riceve dall’alto sole e pioggia. Alla sinergia tra doni di Dio (seme, sole e pioggia) e il lavoro degli uomini si contrappone l’idolatria della ricchezza presente nel cuore superbo dell’uomo”.
L’omelia è stata chiusa con un invito ad imparare a pregare: “Sant’Agata, insegnaci a pregare Dio come hai fatto tu perché possiamo seguire le tue orme nella via della santità”.
(Foto: diocesi di Catania)
Nel cuore del mese di maggio, dedicato alla Madonna, ‘Complice a Cana’, nuovo singolo della pop rock band ‘Kantiere Kairòs’ con Dajana special guest

Esce oggi su tutte le piattaforme on line il nuovo singolo del gruppo pop rock di musica cristiana Kantiere Kairòs, intitolato ‘Complice a Cana’ e disponibile insieme al lyrick video. Un brano dolce e delicato che la band aveva in serbo da molto tempo e che s’incastona a metà del mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Vergine Maria. Special guest Dajana D’Ippolito: il nuovo pezzo è anche frutto di una bellissima collaborazione e della speciale sintonia nata con questa cantante straordinaria.
“Complice a Cana nasce dalle parole pronunciate a Medjugorje da suor Emmanuel Maillard, che parlava di quanto sia importante consegnare la nostra povertà a Dio, affinché Lui possa trasformarla in qualcosa di speciale, come l’acqua insapore che viene mutata nel vino più buono. ‘Complice a Cana’ è la nostra personale richiesta di intercessione, semplice e diretta, in quanto fatta a una Mamma”, spiega Antonello Armieri, voce e chitarra acustica della band, autore dei brani.
E precisa: “Volevamo fare in modo che tutta la canzone fosse vestita di dolcezza e speranza. Per questo, insieme agli archi, a cantarla è anche Dajana, che con la sua vocalità ha dato suono al sentimento che accompagna la richiesta di aiuto a Maria. Tutta l’ambientazione del pezzo vuole rappresentare quell’atteggiamento della Madonna e ne siamo molto contenti”.
La canzone è stata scritta qualche anno fa, “ma volevamo che venisse pubblicata al momento giusto, un po’ come il vino pazientemente maturato”, aggiunge Antonello Armieri, sottolineando: “Purtroppo in questa situazione globale non possiamo che confidare solo nell’intervento divino, affinché cambi il cuore dei potenti. Ci è sembrato davvero il momento giusto per avere una ‘complice’ di pace e di amore, che sciolga ogni nodo”.
Il brano ‘Complice a Cana’ è disponibile su tutte le piattaforme on line a partire da oggi.
Papa Francesco invita alla docilità per il popolo

Dopo l’incontro con le autorità sud sudanesi oggi papa Francesco ha incontrato i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate ed i seminaristi nella cattedrale di Santa Teresa a Giuba, riprendendo l’immagine delle acque del fiume Nilo che attraversa il Paese, a cui già ieri si era ispirato parlando alle autorità sud sudanesi, e tratteggiando la figura di Mosè per cogliere alcune indicazioni utili:
Da Bari la preghiera per la pace nel nome di san Nicola

Una veglia di preghiera per la pace, ‘in un momento di grandi conflittualità’, con il pensiero rivolto ‘all’escalation terribile nel cuore dell’Europa’, è il gesto che la CEI propone domani, mercoledì 21 dicembre, a Bari, sulla tomba di San Nicola, ‘santo venerato sia dai Cattolici sia dagli Ortodossi (e molto a cuore al popolo ucraino e a quello russo)’.
Don Bernardi e don Ghibaudo dal martirio una strada di riconciliazione

“Oggi, a Boves (Cuneo), saranno proclamati Beati don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo, parroco e viceparroco, uccisi in odio alla fede nel 1943. Nell’estremo pericolo non abbandonarono il popolo loro affidato, ma lo assistettero sino all’effusione del sangue, condividendo il tragico destino di altri cittadini, sterminati dai nazisti. Il loro esempio susciti nei sacerdoti il desiderio di essere pastori secondo il cuore di Cristo, sempre accanto alla propria gente”:
Da Boves nascono i frutti di fede e riconciliazione

Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus di domenica 16 ottobre ha ricordato i due sacerdoti beatificati trucidati a Boves: “Oggi, a Boves (Cuneo), saranno proclamati Beati don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo, parroco e viceparroco, uccisi in odio alla fede nel 1943. Nell’estremo pericolo non abbandonarono il popolo loro affidato, ma lo assistettero sino all’effusione del sangue, condividendo il tragico destino di altri cittadini, sterminati dai nazisti. Il loro esempio susciti nei sacerdoti il desiderio di essere pastori secondo il cuore di Cristo, sempre accanto alla propria gente. Un applauso ai nuovi Beati!”
Conclusi gli esercizi spirituali: Dio è presente tutti i giorni

In mattinata si sono conclusi gli esercizi spirituali per la Curia Romana ad Ariccia, predicati da p. Pietro Bovati, seguiti dal papa dal Vaticano, sul tema ‘La presenza di Dio’, che è il mandato dato da Gesù ai discepoli, dicendo: ‘Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dei tempi’.
Ispirandosi a letture tratte dal capitolo 33 del libro dell’Esodo, dal Vangelo di Matteo e dal salmo 90, il predicatore ha esordito sottolineando che ‘il Signore è presente nella nostra vita, è l’Emmanuele per noi, e ci accompagna nel nostro cammino’; questa presenza è stata capita da Mosè.
In proposito p. Bovati ha affermato che “Gesù ha raccomandato di pregare nel segreto senza esibizione; la preghiera non deve mai diventare spettacolo e men che meno autocelebrazione”, facendo notare che “essere un esempio luminoso è un dovere… questa esemplarità è veritiera quando non ha di mira il plauso fatto all’uomo, ma al contrario, l’adorazione di Dio”.
Ritornando alla storia di Mosè ha sottolineato il linguaggio tra Dio e Mosè attraverso l’uso dell’imperativo, che “può essere fastidioso solo se è pensato semplicemente come la volontà di un altro; ma quando il comando è promulgato dalla bocca dell’amico, dal Dio di amore, se viene compreso nella sua verità, illumina, rende sapienti, incoraggia, promuove la vita del credente, perché è come una strada spalancata, una porta che si apre sul mistero dell’amore”.
Un ulteriore elemento individuato dal segretario della Pontificia commissione biblica rimanda al fatto che Mosè non domanda al Signore “ricompense, né segni, né promesse, ma chiede solo di essere strumento. E’ come un profeta che ogni volta deve essere istruito dal Signore per compiere giorno dopo giorno la sua missione”.
In questo il pastore ha il dovere di “saper riconoscere e promuovere nel comune ministero le persone che Dio ha eletto e consacrato, ha inviato; così da essere poi lui a scegliere chi è stato scelto da Dio e poter consacrare chi è stato santificato da Dio, cioè dotato dello Spirito per il ministero…
Mosè ha fin dall’inizio compreso la necessità di avere collaboratori per andare dal faraone deve essere accompagnato da Aronne; per celebrare il trionfo del Signore sul mare deve coinvolgere la voce e i tamburelli di Miriam.
Per vincere Amalek deve attivare Giosuè, ma anche Aronne e Cur per sostenere le sue mani, e per amministrare la giustizia, con le sue innumerevoli esigenze, deve fare ricorso a un collegio di giudici, così che nella suddivisione dei compiti sia possibile portare il peso di tanta responsabilità e attivare anche una sinodalità, cioè un’unità di intenti, una collaborazione verso il medesimo obiettivo”.
In queste situazione è importante il discernimento: “Non sono certo i criteri mondani di amicizia, simpatia, affinità culturale o quant’altro, né una semplice considerazione di qualità oggettive nel campo intellettuale o pratico che assicurano competenza, efficienza, affidabilità…
Tutto ciò va sottoposto a un’intuizione spirituale di ordine profetico che sappia riconoscere ciò che Dio vuole, ciò che Dio ha già posto in una determinata persona, magari anche a sua insaputa, perché sia preparata al compito che il Signore le affiderà”.
Attualizzando la riflessione, il predicatore ha parlato del percorso che il pastore deve seguire per portare le greggi ai ‘pascoli eterni’: “In un tempo di cambiamenti, di difficoltà, di incertezze come quello odierno è quanto mai necessario saper trovare la via adatta a ciò che Dio vuole oggi”.
Il discernimento è pratico perché ha “quella capacità sapienziale di natura profetica di riconoscere nel concreto, nelle circostanze complicate della storia, nell’oggi, nella varietà delle persone, dei momenti, le priorità da seguire; riconoscere quindi in ogni realtà ciò che Dio vuole”.
Quindi “non basta la conoscenza teorica o una competenza nelle scienze teologiche. E’ necessario un dono spirituale, non comunicato una volta per sempre, ma ‘distillato’ giorno dopo giorno per aiutare le persone a scegliere la via che è stata indicata, per aiutare il pastore a condurre sulle vie buone”.
Concludendo p. Bovati ha esortato a meditare gli ultimi versetti del capitolo 28 del Vangelo di Matteo, dedicati all’incontro di Gesù Risorto con i suoi apostoli, perché ‘Cristo ha sparso il suo sangue per la moltitudine’.
Mentre nella meditazione pomeridiana di ieri il gesuita aveva riflettuto sul significato di intercessione: “In un tempo di cambiamenti, di difficoltà, di incertezze come quello odierno è quanto mai necessario saper trovare la via adatta a ciò che Dio vuole oggi.
Con una certezza: che la via giusta è quella tracciata dai comandamenti, che sono come pietre miliari, delineano il sentiero, illuminano il percorso, proprio come Mosè che ha ricevuto la Torah, l’ha anche scritta, poi l’ha comunicata e spiegata al popolo dopo essere stato ripetutamente all’ascolto del Signore sulla santa montagna”.
Madonna del Conforto: il miracolo dell’attenzione

Sabato 15 febbraio il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha presieduto il pontificale nella cattedrale di Arezzo in occasione della solennità della Madonna del Conforto, patrona della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, su invito dell’Arcivescovo Riccardo Fontana.