Oltre i confini del tempo
Questo magnifico movimento, iniziato dal Fiat creativo, non è staticità, chiusura o arrivo ma eterno cammino dentro l’infinito verso quell’Infinito che ci tufferà nell’oceano dell’Amen glorificativo, quando tutto il nostro vivere sarà eterno canto di Amen e Alleluia.
Lo esprime sant’Agostino con incisiva e concisa frase: “Tota actio nostra Amen et Alleluia erit” (Sermo 262, 28-29). Tutta quanta la nostra vita sarà paradisiaca immersione nella divina sinfonia dell’Amore Eterno.
Il ritmo è per eccellenza cambiamento e divisione in modulare isocrono, ordinato e vario.
Il ritmo è l’alveo fecondo del tempo; il cuore pulsante di questa creatura che costruisce la storia tra passato, presente e futuro in un presente contrappunto tessuto di nostalgia e di speranza.
Il passato vive nella memoria del presente.
Il presente è luce di visione.
Il futuro è speranza d’attesa.
Il tempo non è cerchio vizioso e pauroso chiuso in se stesso. Esso ha un inizio e una fine, un’archè e un thelos protesi verso un compimento che è pienezza d’eternità. Così, il ritmo del tempo e l’energia dello spazio si trasfigureranno in canto di gloria eterna nella rinascita cosmica finale.
Siamo stati creati dall’Amore, per amare.
Se viviamo, vuol dire che siamo frutto prezioso dell’Amore.
Il creato va avanti perché l’Amore lo conduce.
Accogliere l’Amore è vivere il trionfo della vita.
Ogni nostro “natale” è perciò dono e grazia.
Dono di Grazia che si trasfigura in canto d’Amore che col salmista ci fa cantare: O Signore, “insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore” (Sal 89, 12). La durata della vita umana è contata: è saggezza pensarci! Questa lucidità, però, non è incubo che inquieta e che ci esclude dalla gioia; essa è percezione della presenza di Dio che illumina tutti i giorni che Egli ci offre in dono. Solo così il “cuore” dell’uomo approderà alla “sapienza”, la sola che può guidare l’umano pellegrinaggio dell’esistenza.
Vivere è ricominciare la vita ogni giorno.