Elogio e misura della piccolezza

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Se il pensiero parla, solo l’amore canta.

Molti amici mi chiedono di scrivere sul “musicale”,

mi sono accorto, però, che, prima di parlare di musica e di canto,

è necessario costruire rapporti in concorde armonia.

Ma, osservando con lo sguardo della libertà

lo stile con cui, in certi ambienti ecclesiastici, si vive la veritas in agape,

desolato, percepisco tutt’altro che fragranza di carità in“concorde armonia”.

 

 

Amo appassionatamente Bach

non solo perché è il sommo musicista, ma perché è “la musica eccelsa”!

All’inizio delle sue partiture soleva scrivere: Soli Deo Gloria.

Bach non aveva capito soltanto “la musica”!

L’artista che lavora ha come fine primario la gloria di Dio,

o si preoccupa soltanto di ricevere gloria?

Si adopera per bellezza che costruisce

o per la bellezza che distrugge?

Autoidolatria e carrierismo, provocati da seri squilibri psichici,

portano sempre discordie e frantumano rapporti di comunione.
Tempo fa ho conosciuto un vescovo, oggi emerito, uomo vero ed autentico.
Non esibiva né titoli, né ruoli, né impalcature accademiche.
Aveva annullato le distanze, ma non le differenze;

raccontava la sua vita

con semplicità di cuore, sapienza di tratto e umiltà di spirito.
Al contrario di tanti altri, troppi forse, che fanno pesare le differenze per costruire
distanze, rovesciando così le misure del “piccolo” e del “grande”.

Come vero discepolo di Cristo,

non era rivolto ai propri interessi, ma, dimentico di sé e totalmente libero,

“era per gli altri”.

Vivere il Vangelo richiede, non un semplice cambiamento morale,

ma una vera e propria conversione personale e teologica.

Personale perché coinvolge radicalmente la persona,

teologale perché capovolge il modo di concepire Dio,

non un Dio costruito su nostra misura  e sostenitore dei nostri progetti,

ma il Dio di Cristo che ci viene incontro con il suo amore inatteso.
Molto tempo si perde nel chiacchierare, nel discutere,

nel filosofeggiare invano di niente

mettendo fuori discorsi inutili, dannosi e distruttivi.
La Verità nella Carità è, invece, meta unica e sempre raggiungibile attraverso

vari e diversificati sentieri.
Nella vetta si arriva appoggiandosi solo sulla consapevolezza della propria
“piccolezza” che non produce mai orgogliosa arroganza e superba presunzione.
Troppe guerre ricorda la storia.

Di troppe rivoluzioni è intessuta la vita dell’uomo.
E’ urgente fare la vera rivoluzione:

costruire concordia attraverso l’arte pacifica e feconda del “cor ad cor”.
Verità e bellezza non producono mai violenza.

L’incertezza e il brutto generano sempre discordie, divisioni e guerre.
“Cor ad cor loquitur”
Soltanto il cuore sa parlare al cuore!

Soltanto il cuore sa custodire i segreti
nel suo scrigno di silenzio

dove il pensiero parla e l’amore canta.

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