Sede vacante e Conclave. Varie ed eventuali – 2

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 25.04.2025 – Vik van Brantegem] – In questi tempi della moltiplicazione di fenomeni della «disarmonia della personalità mai risolta», in attesa di entrare nel vivo delle questioni all’ordine del giorno delle Congregazioni generali del Collegio cardinalizio in previsione del Conclave per l’elezione del nuovo Romano Pontefice, una volta conclusi il funerale e la tumulazione del Romano Pontefice defunto, si occupiamo del punto “varie ed eventualità” dell’ordine del giorno: L’esposizione del Romano Pontefice Francesco defunto in Basilica di San Pietro; La Quarta Congregazione Generale del Collegio cardinalizio; Il caso Becciu.


L’esposizione del Romano Pontefice Francesco defunto in Basilica di San Pietro
La Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato che la Basilica di San Pietro è rimasta aperta fino alle ore 02.30 di questo mattino. Poi è stata chiusa per le pulizie.
«Alle ore 05.00 immagine commovente ed emozionante: Papa Francesco solo, vegliato e protetto dalle quattro Guardie Svizzere di turno, e San Pietro sullo sfondo. Ultimi momenti di silenzio in Basilica prima della riapertura per l’ultimo giorno di esposizione» (Fabrizio Binacchi).
Poi la riapertura questa mattina alle ore 05.40.
Dalle ore 11.00 di mercoledì 23 aprile fino alle ore 08.00 di questa mattina, più di 128.000 persone hanno sfilato davanti alla bara con il Romano Pontefice defunto esposto.
Il Rito della chiusura della bara del Romano Pontefice Francesco presieduta dal Signor Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, si svolgerà stasera alle ore 20.00.
La Basilica di San Pietro, come precedentemente comunicato, resterà aperta fino alle ore 19.00. Attorno alle 18.00, tuttavia, terminerà l’accesso alla fila, per permettere di mantenere l’orario di chiusura e consentire a chi si mette in fila di accedere alla Basilica.


E per chi non è cieco (e vuole vedere), i cellulari ci sono ancora, anche a distanza (Foto di ACI Stampa). Anche se, come ha riferito Ancarani Nilo in un commento su Facebook: «Questa mattina presto, quando sono andato io, più ci si avvicinava al Papa e più ci ripetevano di non fare foto e di non usare i telefoni». Bene almeno questo.
La Quarta Congregazione Generale del Collegio cardinalizio
La Sala Stampa della Santa Sede comunica che la Quarta Congregazione Generale dei Cardinali, questa mattina, si è aperta alle ore 09.10. Erano presenti 149 cardinali.
La Congregazione è iniziata con un momento di preghiera, quindi ha avuto luogo il giuramento di coloro che non lo avevano ancora compiuto, secondo le modalità previste dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici gregis.
Nel corso della Congregazione è continuata la lettura della Costituzione, dal capitolo 27 al 32.
È stato deciso che, nella giornata di domenica, i Cardinali compiranno una visita insieme alla tomba del Santo Padre Francesco, a Santa Maria Maggiore: l’arrivo è previsto alle 16.00. I cardinali attraverseranno la porta santa, visiteranno la tomba di Francesco e poi la cappella dove è esposta la Salus Populi Romani. Quindi celebreranno insieme i vespri.
Sono seguiti gli interventi nell’ambito della riflessione condivisa sulla Chiesa e il mondo. In totale i cardinali intervenuti sono stati 33.
Al termine della Congregazione, S.E. Mons. Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie è intervenuto per illustrare la genesi del rito delle esequie. È stata ribadita la volontà che si tratti delle esequie di un pastore, e non di un sovrano, secondo le scelte liturgiche volute dal Santo Padre Francesco e da lui approvate nel giugno 2024.
La Congregazione si è conclusa alle ore 12.20.
Da mercoledì scorso alle 12.00 di oggi circa 150.000 persone hanno reso omaggio a Papa Francesco nella Basilica di San Pietro. La basilica chiude alle 19.00, ma alle 18.00 terminerà l’accesso alla fila.
Questa sera, il rito della Chiusura della bara di Papa Francesco sarà un atto privato e non sarà dunque ritrasmesso in diretta.
In merito alle disposizioni protocollari: è stato indicato che tutti i rappresentanti saranno disposti sul lato destro guardando la Basilica. In prima fila, i Presidenti dell’Argentina (la terra natale del Papa) e dell’Italia. Seguiranno i sovrani regnanti poi i capi di stato, secondo l’ordine alfabetico francese degli Stati rappresentati. L’elenco completo delle delegazioni sarà diffuso oggi pomeriggio.
Sono previste, per i giornalisti, visite a Santa Maria Maggiore nei giorni di domenica, lunedì e martedì.
Ad oggi sono 2.700 i giornalisti accreditati per gli eventi di questi giorni.
La quinta Congregazione generale dei cardinali si riunirà lunedì mattina alle 09.00.
Il caso Becciu
Il Cardinale Becciu e il Conclave:
il diritto sospeso che può decidere il futuro del papato
Un interrogativo che scuote la Chiesa:
Becciu potrà votare il nuovo Papa?
di Alberto Vacca
La Provincia del Sulgis Eglesiente, 23 aprile 2025
L’eco dei marmi della Curia romana è attraversato da un interrogativo che ha implicazioni profonde: il Cardinale Angelo Becciu parteciperà al prossimo conclave? La sua eventuale presenza sarà legittima o metterà a rischio l’elezione del Papa?
La vicenda è al tempo stesso giuridica, ecclesiale e spirituale, e impone una riflessione seria sul rapporto tra diritto, prassi e autorità nella Chiesa di oggi.
1. Il «caso Becciu»: tra esclusione informale e reintegrazione silenziosa
Il 24 settembre 2020, Papa Francesco accettò le dimissioni del Cardinale Becciu da Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e lo invitò a rinunciare «ai diritti connessi al cardinalato»: un’espressione senza precedenti né fondamento canonico preciso.
Tuttavia, Becciu non è mai stato deposto, né ha rinunciato alla dignità cardinalizia.
Negli anni successivi ha continuato a indossare la porpora, partecipare a cerimonie vaticane, e perfino a Concistori ufficiali su invito del Papa.
L’ultimo segnale è il più forte: è stato convocato dal Cardinale Decano Giovanni Battista Re alla prima Congregazione generale in preparazione del Conclave.
Un segnale inequivocabile, che però non risolve l’ambiguità di fondo: Becciu potrà votare?
2. Diritto o dovere? Quando «spetta» significa «obbliga»
Nel diritto canonico, la partecipazione al Conclave non è facoltativa, ma obbligatoria: è un diritto-dovere dei cardinali sotto gli 80 anni. Lo dice la Universi Dominici gregis, all’art. 33: «Il diritto di eleggere il Romano Pontefice spetta unicamente ai Cardinali di Santa Romana Chiesa […]».
Il verbo «spetta» non è scelto a caso. In ambito giuridico canonico (e non solo), «spettare» indica un diritto che è proprio, esclusivo, e non rinunciabile senza giusta causa. Ma in ambito ecclesiale, ciò che «spetta» non è solo una facoltà da esercitare a piacimento: è anche un dovere verso la Chiesa, un obbligo, perché collegato direttamente al bene supremo della comunità ecclesiale, cioè l’elezione del nuovo pontefice.
In questo senso, partecipare al conclave non è semplicemente un diritto personale del cardinale, ma un atto dovuto in quanto membro del Collegio cardinalizio, e parte integrante della funzione ecclesiale affidatagli dal papa al momento della sua creazione cardinalizia.
A rafforzare questa interpretazione interviene l’art. 35 della stessa Costituzione: «Nessun Cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione sia attiva che passiva per nessun motivo o pretesto […]».
3. Il diritto canonico: Becciu è ancora cardinale a tutti gli effetti
Il Codice di diritto canonico (can. 349-359) e l’art. 40 della Universi Dominici gregis affermano che un cardinale conserva i suoi diritti salvo impedimenti formali e documentati.
E anche la condanna in primo grado non influisce sul diritto di voto in virtù del principio della presunzione di innocenza, sancito dall’ordinamento canonico e vaticano: Can. 1321 §1: «Chiunque è ritenuto innocente finché non sia provato il contrario»; Codice di procedura penale vaticano, art. 350 bis, co. 2: «Ogni imputato è presunto innocente sino a quando la sua colpevolezza non sia legalmente accertata».
Insomma, nessuna norma canonica o vaticana impedisce a Becciu di entrare in conclave. E ogni dubbio rischia di far esplodere una crisi di legittimità.
4. Rischio Conclave nullo? Il peso dell’art. 76
La Universi Dominici gregis è chiara anche sulle conseguenze: l’art. 76: «Se l’elezione fosse avvenuta altrimenti da come è prescritto nella presente Costituzione […], è nulla e invalida senza che intervenga alcuna dichiarazione».
In parole semplici: se Becciu venisse escluso ingiustamente, e in seguito assolto, l’intero Conclave potrebbe essere nullo.
Uno scenario che, sebbene remoto, non è impossibile, e che renderebbe l’elezione del nuovo Papa giuridicamente contestabile.
5. Diritto, misericordia e ambiguità: una crisi delle forme
Il caso Becciu evidenzia una frattura tra gesti pastorali e procedure formali.
La Chiesa è spirituale, sì, ma è anche istituzione visibile e giuridica, e ha bisogno di atti chiari, scritti, coerenti.
La rinuncia ai diritti? Mai formalizzata.
La reintegrazione? Solo di fatto.
Il rischio? Un «limbo» canonico che mina l’unità ecclesiale e la fiducia dei fedeli.
6. Il precedente Morone: quando la collegialità scioglie i nodi
Nel 1559, il Cardinale Giovanni Morone – accusato di eresia e incarcerato – fu liberato e ammesso al Conclave con il voto favorevole dei cardinali. Quel Conclave elesse Papa Pio IV.
Un precedente storico che mostra come la collegialità può risolvere conflitti senza ledere la comunione.
Oggi, come allora, la decisione spetta al Collegio dei cardinali, riunito in Congregazione. Saranno loro a decidere se Becciu entrerà nella Cappella Sistina.
Indice – Caso 60SA [QUI]