Caso 60 SA. La Corte di Londra ha respinte le accuse mosse dal Vaticano contro Mincione. E Vatican News diffonde fake news sul caso

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 21.02.2025 – Vik van Brantegem] – Pubblicata la sentenza della Corte commerciale di Londra sul procedimento legale avviato dal finanziere italiano Raffaele Mincione nel 2020 contro la Segreteria di Stato nell’ambito della compravendita del palazzo al numero 60 di Sloane Avenue di Londra, l’house organ della Santa Sede, Vatican News, titola: Sloane Avenue, il giudice britannico: Mincione non ha agito in buona fede [QUI]. Commenta Andrea Paganini, il curatore della Rassegna Stampa sul “Caso Becciu”: «Oggi la stampa del Vaticano e la solita portavoce di Alessandro Diddi (M.A.C.) dimostrano spudoratamente la propria disonestà. La giustizia inglese – che non deve difendere nessuna ragion di Stato, ma solo cercare la verità – ha parlato. E ha sconfessato la scandalosa (in)giustizia vaticana. Nonostante tutto, la verità non muore. Becciu è la vittima innocente di un brutale complotto tessuto dentro e fuori il vaticano?»

Nella sostanza, dopo il clamoroso colpo assestato dal giudice londinese Tony Baumgartner alla reputazione della Santa Sede [QUI], parte un nuovo macigno dalla magistratura del Regno Unito. In attesa che Papa Francesco ristabilisca Verità e Giustizia in Vaticano, perché lui avrà capito che è stato ingannato. E che ha ingiustamente condannato preventivamente il Cardinale Giovanni Angelo Becciu, che in tutta la vicenda del palazzo al numero 60 di Sloane Avenue di Londra non centra, al contrario del Cardinale di Stato Cardinale Pietro Parolin, il Sostituto della Segretaria di Stato Arcivescovo Edgar Peña Parra e il Capo dell’Ufficio Amministrativo della Segreteria di Stato Mons. Alberto Perlasca (assunto ad accusatore del Cardinal Becciu).
Riportiamo di seguito due articoli due gruppi di avvocati londinesi di altissimo livello, che meritano certamente una fiducia che non è possibile accordare ai pennivendoli vaticani. Qui si parla – al contrario di quanto Vatican News vuole far credere – di “ricorrenti vincitori”, di “una vittoria sostanziale per i ricorrenti” e dell’affermazione che “non vi è stata alcuna falsa dichiarazione, per non parlare di una falsa dichiarazione fraudolenta, da parte di Raffaele Mincione del valore della proprietà, un’accusa che era al centro del caso della Segreteria di Stato”:
- L’articolo La Corte Commerciale accoglie 29 dichiarazioni e respinge le accuse di frode, disonestà e cospirazione del Vaticano derivanti dalla vendita di una proprietà storica di Sloane Avenue, pubblicato oggi da Fountain Court Chambers, un consolidato gruppo di avvocati commerciali nel “cerchio magico” e all’avanguardia nella risoluzione delle controversie finanziarie e commerciali. I membri di Fountain Court hanno una vasta gamma di competenze in una serie di aree di pratica e agiscono in alcune delle controversie più complesse e di più alto profilo.
- L’articolo La Corte respinge le accuse di disonestà, frode e cospirazione della Santa Sede nel “processo del secolo” in Vaticano e concede ai ricorrenti un provvedimento dichiarativo, pubblicato oggi da Littleton Chambers, una delle principali Camere di Commercio e del Lavoro di Londra. Il team altamente stimato fornisce consulenza e difesa eccezionali ai clienti. Le pratiche dei membri di Littleton coprono un ampio spettro di lavori, tra cui diritto del lavoro, tutela aziendale, diritto commerciale che incorpora frode civile, insolvenza, servizi finanziari, diritto bancario, contratti commerciali, accordi di vendita di azioni e aziende, controversie tra azionisti; diritto societario e di partnership; disciplinare e normativo; ingiunzioni; arbitrato; mediazione; indagini; sport; controversie internazionali e offshore.
Inoltre, riportiamo:
- L’articolo Palazzo di Londra, c’è la sentenza su Mincione: respinte tutte le accuse del Vaticano, pubblicato oggi da Il Tempo.
Poi, segnaliamo alcuni commenti pubblicati oggi su altri organi di stampa, riportati tra altri da Andrea Paganini sulla sua Rassegna Stampa sul “Caso Becciu”:
- Sloane Avenue. Mincione sbatte i denti anche a Londra. La reputazione della Santa Sede ormai è distrutta, da Silere non possum.
- Londra, i giudici sconfessano il Vaticano: «Mincione non frodò» di Enrica Riera, da Domani
La Corte Commerciale accoglie 29 dichiarazioni e respinge le accuse di frode, disonestà e cospirazione del Vaticano derivanti dalla vendita di una proprietà storica di Sloane Avenue
Fountain Court Chambers, 21 febbraio 2025
(Nostra traduzione italiana dall’inglese)
Dopo un processo durato 17 giorni e 4 anni di contenzioso, il giudice Robin Knowles CBE ha emesso oggi la sentenza nel caso Athena Capital Fund SICAV-FIS SCA e altri contro la Segreteria di Stato della Santa Sede [2025] EWHC 355 (Comm). Il giudice ha respinto le accuse di frode, disonestà e cospirazione avanzate dal braccio amministrativo del Vaticano, la Segreteria di Stato, e ha sostanzialmente accolto 29 delle 31 dichiarazioni richieste dai ricorrenti, Athena Capital Fund con sede in Lussemburgo e WRM Capital Management Sarl, e dal Signor Mincione, fondatore del gruppo WRM. La sentenza conferma la validità e la liceità della transazione del 2018 per la vendita e l’acquisto dell’ex Harrods Depository Building situato sulla Sloane Avenue di Londra e, cosa importante, respinge le accuse molto gravi che sono state mosse dal Vaticano contro i ricorrenti, che erano i venditori nella transazione.
Al paragrafo 242 della sentenza, il giudice Robin Knowles CBE chiarisce che, oltre ad aver ottenuto la grande maggioranza delle dichiarazioni richieste, “i ricorrenti… hanno il beneficio di una serie di conclusioni in questa sentenza, non l’oggetto delle dichiarazioni richieste, che respingono accuse molto gravi mosse contro di loro. Qui sono stato in grado di, e ho colto l’opportunità di, trattare accuse particolari, tra cui accuse particolari di disonestà e accuse particolari di cospirazione. I ricorrenti hanno diritto a tali conclusioni in relazione a tali accuse”.
Le uniche dichiarazioni che la Corte non ha concesso sono state quelle relative alla buona fede dei ricorrenti, ma sulla base limitata spiegata nel paragrafo 239 della sentenza che “i ricorrenti sono scesi al di sotto degli standard di comunicazione con lo Stato che potrebbero essere descritti come condotta in buona fede”, in particolare, affermando che il valore dell’edificio era di £ 275 milioni senza ulteriori elaborazioni. Nonostante ciò, al paragrafo 223 della sentenza, la Corte ha concluso che, sulla base delle prove fornite dagli esperti, il valore di £ 275 milioni era in effetti un valore di mercato sostenibile della proprietà al momento della vendita. La Corte ha inoltre respinto le affermazioni di falsa dichiarazione in merito al valore della proprietà e all’importo del corrispettivo, nonché le affermazioni di assistenza disonesta e cospirazione contro il Vaticano tra i ricorrenti e altri.
Tetyana Nesterchuk, insieme a Charles Samek KC e Bláthnaid Breslin di Littleton Chambers, incaricati da un team di Withers LLP guidato dal Global Head of Litigation, Peter Wood, hanno rappresentato i ricorrenti vincitori.
La Corte respinge le accuse di disonestà, frode e cospirazione della Santa Sede nel “processo del secolo” in Vaticano e concede ai ricorrenti un provvedimento dichiarativo
Littleton Chambers, 21 febbraio 2025
(Nostra traduzione italiana dall’inglese)
La Corte commerciale (l’Onorevole giudice Robin Knowles CBE) ha emesso una sentenza definitiva in Athena Capital Fund SICAV-FIS SCA e altri contro la Segreteria di Stato della Santa Sede [2025] EWHC 355 (Comm), concedendo ai ricorrenti la stragrande maggioranza del provvedimento dichiarativo richiesto e respingendo le accuse di disonestà, frode e cospirazione del convenuto (la Segreteria di Stato della Santa Sede).
L’effetto della sentenza della Corte commerciale è quello di confermare la validità e la legalità di una transazione del 2018 con cui la Segreteria di Stato ha acquisito la totalità degli interessi commerciali nella proprietà storica al 60 di Sloane Avenue a Chelsea, Londra, un ex Harrods Depository Building. La decisione, a seguito di un processo durato 17 giorni descritto dalla stampa come “il processo del secolo”, rappresenta una vittoria sostanziale per i ricorrenti, Athena Capital Fund, WRM Capital Management e Raffaele Mincione, rappresentati da Charles Samek KC con Tetyana Nesterchuk di Fountain Court Chambers e Bláthnaid Breslin di Littleton Chambers, istruiti da un team di Withers LLP guidato dal Global Head of Litigation, Peter Wood. La Corte ha sostanzialmente concesso 29 delle 31 dichiarazioni richieste dai ricorrenti WRM/Athena e Raffaele Mincione e ha anche affermato al paragrafo 242: “I ricorrenti… hanno il beneficio di una serie di conclusioni in questa sentenza, non l’oggetto delle dichiarazioni richieste, che respingono accuse molto gravi mosse contro di loro. Qui sono stato in grado di, e ho colto l’opportunità di, occuparmi di accuse particolari, tra cui accuse particolari di disonestà e accuse particolari di cospirazione. I ricorrenti hanno diritto a tali conclusioni in relazione a tali accuse”.
Sebbene la Corte non fosse disposta ad arrivare al punto di sostenere che i ricorrenti avessero agito in “buona fede” (paragrafo 239), ciò era dovuto al fatto che in una riunione del 20 novembre 2018, il riferimento a £ 275 milioni come valore non era sincero ed era, almeno senza ulteriori spiegazioni, fuorviante in base alle fonti a sua disposizione, tuttavia la Corte ha ritenuto che £ 275 milioni fossero in effetti sostenibili come valore di mercato della proprietà (paragrafo 223). Ne consegue che non vi è stata alcuna falsa dichiarazione, per non parlare di una falsa dichiarazione fraudolenta, da parte di Raffaele Mincione del valore della proprietà, un’accusa che era al centro del caso della Segreteria di Stato.
I ricorrenti WRM/Athena e Raffaele Mincione avevano precedentemente ottenuto successo nel resistere alla contestazione della Segreteria di Stato alla giurisdizione della Corte inglese (Athena Capital Fund Sicav-Fis SCA & Ors v Secretariat of State for the Holy See [2021] EWHC 3166 (Comm) (26 novembre 2021); [2022] 1 WLR 1389) e anche, in appello (Athena Capital Fund SICAV-FIS SCA & Ors v Secretariat of State for the Holy See [2022] EWCA Civ 1051 (26 luglio 2022); [2022] 1 WLR 4570), nell’annullare una sospensione concessa dall’Alta Corte che aveva consentito a questo caso di procedere a giudizio.
La difesa di Charles Samek KC ha fatto il seguente commento dalla Corte (al paragrafo 15): “Rendo particolare omaggio alla padronanza dei dettagli dimostrata nella chiusura orale del signor Charles Samek KC, che ha guidato la signora Tetyana Nesterchuk e la signora Bláthnaid Breslin, e istruito da Withers LLP per i ricorrenti”.
Palazzo di Londra, c’è la sentenza su Mincione: respinte tutte le accuse del Vaticano
Iltempo.it, 21 febbraio 2025
Oggi la Commercial Court – dopo un processo durato 17 giorni e al termine di un iter giudiziario durato quattro anni – ha respinto le accuse di disonestà, frode e cospirazione avanzate dalla Segreteria di Stato vaticana nei confronti degli Attori Mincione, WRM Capital Asset Management Sarl e il fondo lussemburghese Athena Capital. La Commercial Court ha inoltre riconosciuto agli Attori la maggior parte delle dichiarazioni (conclusioni) che essi avevano richiesto alla Commercial Court e in merito alle trattative e alla vendita di un noto investimento del Vaticano in un progetto immobiliare al numero 60 di Sloane Avenue a Londra.
Le parti
Gli Attori erano Athena Capital Fund SICAV FIS S.C.A., Athena Capital Real Estate and Special Situations Fund 1, WRM Capital Management S.a.r.l. e Raffaele Mincione. I primi due Attori sono fondi di investimento gestiti dal terzo Attore. Il sig. Mincione, cittadino britannico, è un imprenditore e finanziere che ha fondato il Gruppo WRM.
Il convenuto è la Segreteria di Stato della Santa Sede, braccio amministrativo del Vaticano (“il Vaticano”).
Gli Attori hanno avviato il presente procedimento chiedendo alla Commercial Court di pronunciarsi in merito a una operazione del 2018 avviata su richiesta del Vaticano. A seguito di tale operazione del 2018, il Vaticano ha acquisito la totalità degli interessi commerciali nella nota proprietà di 60 Sloane Avenue a Chelsea, Londra. Il modo in cui il Vaticano ha strutturato l’acquisizione dell’intera partecipazione in 60 Sloane Avenue è stato attraverso un trasferimento a una società chiamata Gutt SA. Poco prima dell’operazione, un certo sig. Torzi (che ha agito come agente per il Vaticano nella operazione del 2018) aveva ristrutturato la Gutt per attribuirsi il controllo della società. Alcuni mesi dopo, il sig. Torzi chiedeva al Vaticano 20 milioni di sterline in cambio della cessione del controllo di Gutt allo Stato. A quel punto sono state coinvolte la National Crime Agency e l’Autorità di Informazione Finanziaria del Vaticano, è stata costituita una nuova società per detenere 60 Sloane Avenue e il sig. Torzi ha ricevuto 15 milioni di euro dal Vaticano in seguito a trattative condotte direttamente con il Papa e l’arcivescovo Edgar Peña Parra.
In questo procedimento, gli Attori hanno sostenuto che il Vaticano avesse contestato la validità e la legittimità dell’operazione del 2018, e pertanto hanno chiesto al tribunale inglese un numero considerevole di dichiarazioni in relazione al contratto.
Il Vaticano si è difeso nel procedimento e si è opposto alla concessione di ogni singola dichiarazione. Nelle sue Difese, il Vaticano ha altresì avanzato, nei confronti di tutti gli Attori, gravi accuse di illecito in relazione alla operazione del 2018, tra cui frode, cospirazione e disonestà. Il Vaticano ha affermato che il valore dell’edificio di 60 Sloane Avenue era stato gonfiato, che gli Attori avevano rappresentato il suo valore di mercato in maniera fraudolenta, che non c’era stata una vera e propria trattativa prima dell’operazione del 2018 e che gli Attori erano, con il sig. Torzi e altri, membri strumentali di una cospirazione finalizzata a truffare il Vaticano e ad arricchire sé stessi.
Dopo aver ascoltato per diversi giorni le testimonianze del sig. Mincione e di diversi altri dipendenti e dirigenti degli Attori, nonché dell’arcivescovo Edgar Peña Parra per conto del Vaticano, la Commercial Court ha dato ragione agli Attori, ha concesso quasi tutte le dichiarazioni richieste e ha respinto tutte le gravi accuse di disonestà, frode, rappresentazione fraudolenta e cospirazione erroneamente mosse dal Vaticano contro gli Attori nelle sue Difese. Come ha affermato la Commercial Court: (punto 235).
“Gli Attori … beneficiano anche di una serie di conclusioni in questa sentenza, non oggetto delle dichiarazioni richieste, che respingono accuse molto gravi mosse contro di loro. In questa sede ho potuto e colto l’opportunità di trattare particolari accuse, tra cui quelle di disonestà e di cospirazione. Gli Attori hanno diritto a tali conclusioni in relazione a tali accuse”.
La Commercial Court inoltre:
– ha respinto l’affermazione del Vaticano secondo cui non c’è stata una vera e propria trattativa che ha portato all’operazione del 2018 o che particolari caratteristiche dell’operazione del 2018 dimostrano che non si tratta di un’operazione genuinamente negoziata;
– ha riconosciuto che l’edificio al numero 60 di Sloane Avenue è un edificio “unico” con una facciata che è “importante, storica e distintiva nel suo design e che includeva terracotta di provenienza locale”
– ha riconosciuto l’opinione del sig. Mincione secondo cui gli Attori, attraverso l’operazione del 2018, non stavano vendendo al Vaticano un edificio ma un progetto di riqualificazione;
– ha accettato le prove di esperti indipendenti secondo cui il valore di 275 milioni di sterline, che la Commercial Court ha riscontrato essere stato attribuito dal sig. Mincione alla proprietà di 60 Sloane Avenue poco prima dell’operazione del 2018, era un valore di mercato sostenibile per la proprietà nel 2018, sebbene siano state mosse alcune critiche al sig. Mincione per non aver spiegato al Vaticano all’epoca in modo più dettagliato le ipotesi utilizzate per calcolare tale somma. La constatazione della Commercial Court che 275 milioni di sterline erano un valore di mercato sostenibile per la proprietà di 60 Sloane Avenue al momento dell’operazione del 2018 è significativa; quando la questione è stata sottoposta in questo procedimento alla Corte d’Appello nel luglio 2022, la Corte d’Appello ha rilevato che: “Se la Segreteria ha pagato il prezzo di mercato o giù di lì, ha ottenuto un bene che valeva quanto ha pagato e (in ogni caso per quanto riguarda l’Operazione) non sembra avere alcun motivo valido per lamentarsi”;
– ha respinto l’argomentazione del Vaticano secondo cui la ricerca da parte degli Attori di una somma di 40 milioni di sterline come pagamento a saldo nell’ambito dell’operazione sarebbe stata disonesta, costituiva un grave illecito e non dimostrava un’adeguata negoziazione;
– ha respinto l’affermazione del Vaticano secondo cui il sig. Mincione avrebbe sempre saputo che il sig. Torzi intendeva perpetrare una frode ai danni del Vaticano;
– ha respinto l’affermazione del Vaticano secondo cui il sig. Mincione sapeva che il sig. Torzi avesse intenzione di agire in violazione dei doveri verso il Vaticano nel novembre 2018;
– ha respinto l’affermazione del Vaticano secondo cui gli Attori erano “membri strumentali” di una cospirazione per ingannare il Vaticano e arricchirsi.
La Commercial Court terrà un’ulteriore udienza a tempo debito per decidere i provvedimenti conseguenti, tra cui il riconoscimento delle spese legali.
Le dichiarazioni di Raffaele Mincione
“La sentenza emessa oggi dalla Commercial Court mi ha restituito la fiducia nella giustizia. Spero che questo riconoscimento mi restituisca la possibilità di essere ascoltato in maniera imparziale e senza pregiudizi dalle autorità e dagli organi di stampa. Sono molto orgoglioso di essere un cittadino britannico e di far parte di un Paese in cui prevalgono la giustizia e il giusto processo. È un sollievo che, dopo anni in cui sono stato ingiustamente accusato dal Vaticano di aver rubato il suo denaro, la Commercial Court inglese abbia respinto in toto la tesi del Vaticano secondo cui io, il fondo Athena Capital o WRM Group siamo stati disonesti pe perpetrare una frode o abbiamo fatto parte di una cospirazione in relazione alla trattativa e alla vendita dell’edificio 60 Sloane Avenue nel 2018.
Sono anche rincuorato dall’accettazione, da parte della Commercial Court, delle prove dettagliate presentate dagli esperti durante il processo, secondo cui 275 milioni di sterline rientravano nell’intervallo di valori di mercato ragionevoli per l’edificio di 60 Sloane Avenue nel 2018, e che il pagamento di 40 milioni di sterline richiesto dal fondo Athena Capital di WRM nella vendita era ambizioso ma non indicativo di un grave illecito, come aveva sostenuto il Vaticano. Ho sempre creduto nel progetto immobiliare di 60 Sloane Avenue e mi sento vendicato. È un grande peccato che alla fine il progetto immaginato da Sir David Chipperfield non si sia realizzato e posso solo sperare che forse un giorno lo sarà.
Vorrei aggiungere questo. Sono un imprenditore. Il Vaticano è uno Stato sovrano con grandi consulenti finanziari istituzionali intorno a sé, con la sua Banca Vaticana e la sua Autorità di Informazione Finanziaria.
Spero che la sentenza possa mettere a tacere una volta per tutte le affermazioni secondo cui io sarei disonesto, o un truffatore, o un criminale”.
Le dichiarazioni di Benjamin Robinson, consigliere generale del Gruppo WRM
“WRM Group è lieta che la Commercial Court abbia oggi concesso la maggior parte delle dichiarazioni richieste da WRM Capital Management Sarl e dal fondo Athena Capital nella loro causa contro il Vaticano. La sentenza e le conclusioni della Corte in merito alla legittimità delle trattative che hanno portato alla vendita di 60 Sloane Avenue, Londra, nel 2018, giustificano la tenacia con cui gli Attori hanno condotto il caso fino al processo.
Sia WRM Capital Management Sarl che il fondo Athena Capital sono entità regolamentate e hanno pienamente rispettato i loro obblighi normativi in relazione all’operazione del 2018. Non da ultimo, dato il loro status regolamentato, WRM Capital Management e Athena Capital si sono sentiti in dovere di contestare le gravi accuse di disonestà, frode e cospirazione mosse dal Vaticano nei loro confronti nel procedimento. WRM Group accoglie con favore il rigetto definitivo di tali accuse da parte della Commercial Court, dopo aver attentamente valutato le prove di numerosi testimoni ed esperti e le dettagliate argomentazioni legali nel corso di un processo durato 17 giorni l’estate scorsa”.
Sloane Avenue. Mincione sbatte i denti anche a Londra. La reputazione della Santa Sede ormai è distrutta, pubblicato oggi da Silere non possum [QUI]
«Il giudice ha stabilito che i ricorrenti non hanno responsabilità civile verso la Santa Sede relativamente alla transazione, tranne nei casi di frode. Sebbene la condotta dei ricorrenti non sia stata considerata in buona fede, non sono stati riconosciuti elementi sufficienti per imputare loro una frode diretta in questa causa. (…)
Sebbene il giudice non abbia accolto la richiesta di dichiarare la buona fede dei ricorrenti, ha anche rigettato le accuse più gravi di cospirazione e disonestà generale, fornendo alle società di Mincione alcune dichiarazioni favorevoli su questi aspetti. (…)
La Santa Sede non ha ancora dato risposte su chi ha fornito i documenti del processo alla stampa quando iniziò il processo dove Alessandro Diddi si è scagliato contro chierici e cardinali. Proprio come nessuno ha ancora chiarito come mai Diddi partecipa alle presentazioni dei libri di giornalaie che scrivono contro la Chiesa. Che questa gente sia qui a prendere soldi con stipendi voluminosi è chiaro, sul resto non è ancora stata fatta luce».
Londra, i giudici sconfessano il Vaticano: «Mincione non frodò», di Enrica Riera pubblicato oggi da Domani [QUI]
«In particolare sono state respinte le accuse di disonestà, frode e cospirazione che la stessa Segreteria aveva avanzato nei confronti di Mincione, nonché della WRM Capital Asset Management Sarl e del fondo lussemburghese Athena Capital. (…)
la Commercial Court ha dato ragione allo stesso Mincione. E ha concesso quasi tutte le dichiarazioni richieste, respingendo come detto le gravi accuse di disonestà, frode, rappresentazione fraudolenta e cospirazione mosse dal Vaticano. (…)
Poi ecco il punto 28 della sentenza. Riguarda l’arcivescovo Edgar Peña Parra che, al tempo, prese parte alle trattative riguardanti l’immobile. Al religioso viene chiesto dai procuratori se fosse «stato onesto con il Credit Suisse» e se gli avesse «inviato una fattura falsa come se fosse vera». Così Peña Parra risponde: «Lei ha detto che non sono stato onesto. Lo accetto. Vorrei, Signor Giudice, ricordare, in modo molto umile, che io, sicuramente, sono responsabile di quello che ho fatto». Mincione, a seguito di questo interrogatorio, ha denunciato Peña Parra in Svizzera per falsa fatturazione. (…)
Nella sentenza tra le altre cose si legge che la Corte «ha respinto l’affermazione del Vaticano secondo cui non c’è stata una vera e propria trattativa che ha portato all’operazione del 2018 o che particolari caratteristiche dell’operazione del 2018 dimostrano che non si tratta di un’operazione genuinamente negoziata; ha riconosciuto l’opinione del sig. Mincione secondo cui gli Attori, attraverso l’operazione del 2018, non stavano vendendo al Vaticano un edificio ma un progetto di riqualificazione».
Indice – Caso 60SA [QUI]