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Papa Francesco ai comici: l’umorismo è antidoto all’egoismo

“Con piacere do il benvenuto a tutti voi, e ringrazio quanti nel Dicastero per la Cultura e l’Educazione hanno preparato questo incontro. Mi diceva il Prefetto che in Italia si dice che ‘il sorriso fa buon sangue’. Si dice così?”: così papa Francesco questa mattina ha salutato un centinaio artisti del mondo dell’umorismo provenienti da diversi Paesi in un incontro promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e dal Dicastero per la Comunicazione.

Il papa ha sottolineato la saggezza dell’umorismo, che è necessario anche nelle situazioni di emergenza: “Guardo con stima a voi artisti che vi esprimete con il linguaggio della comicità, dell’umorismo, dell’ironia. Quanta saggezza c’è lì! Tra tutti i professionisti che lavorano in televisione, nel cinema, in teatro, nella carta stampata, con le canzoni, sui social, voi siete tra i più amati, cercati, applauditi. Sicuramente, perché siete bravi, ma c’è anche un altro motivo: voi avete e coltivate il dono di far ridere.

In mezzo a tante notizie cupe, immersi come siamo in tante emergenze sociali e anche personali, voi avete il potere di diffondere la serenità e il sorriso. Siete tra i pochi ad avere la capacità di parlare a persone molto differenti tra loro, di generazioni e provenienze culturali diverse”.

Eppoi si ride insieme: “A modo vostro voi unite la gente, perché il riso è contagioso. E’ più facile ridere insieme che da soli: la gioia apre alla condivisione ed è il miglior antidoto all’egoismo e all’individualismo. Ridere aiuta anche a rompere le barriere sociali, a creare connessioni tra le persone. Ci permette di esprimere emozioni e pensieri, contribuendo a costruire una cultura condivisa e a creare spazi di libertà. Voi ci ricordate che l’homo sapiens è anche homo ludens; che il divertimento giocoso e il riso sono centrali nella vita umana, per esprimersi, per imparare, per dare significato alle situazioni”.

Ed un grande umorista è stato san Tommaso Moro, che ha consigliato di leggerlo: “Il vostro talento è un dono, un dono prezioso. Insieme al sorriso diffonde pace, nei cuori, tra le persone, aiutandoci a superare le difficoltà e a sopportare lo stress quotidiano. Ci aiuta a trovare sollievo nell’ironia e a prendere la vita con umorismo. A me piace pregare ogni giorno (da più di quarant’anni lo faccio) con le parole di San Tommaso Moro: ‘Dammi, Signore, il senso dell’umorismo’. Conoscete quella preghiera? Voi dovete conoscerla!”

Un altro pregio degli umoristi e dei comici è quello di ‘risvegliare’ nelle persone il ‘senso critico’: “Ma voi riuscite pure in un altro miracolo: riuscite a far sorridere anche trattando problemi, fatti piccoli e grandi della storia. Denunciate gli eccessi di potere; date voce a situazioni dimenticate; evidenziate abusi; segnalate comportamenti inadeguati…Ma senza spargere allarme o terrore, ansia o paura, come fa molta comunicazione; voi svegliate il senso critico facendo ridere e sorridere”.

Anche nella Bibbia si narra che Dio giocava: “Secondo la Bibbia, all’origine del mondo, mentre tutto veniva creato, la Sapienza divina praticava la vostra arte a beneficio nientemeno che di Dio stesso, primo spettatore della storia. Dice così: ‘Io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo’ (Proverbi 8,30-31). Ricordatelo: quando riuscite a far sgorgare sorrisi intelligenti dalle labbra anche di un solo spettatore (questo che dirò adesso non è eresia!) fate sorridere anche Dio”.

Quindi il papa ha tratteggiato le caratteristiche del senso umoristico: “L’umorismo non offende, non umilia, non inchioda le persone ai loro difetti. Mentre oggi la comunicazione genera spesso contrapposizioni, voi sapete mettere insieme realtà differenti e a volte anche contrarie. Quanto abbiamo bisogno di imparare da voi! La risata dell’umorismo non è mai ‘contro’ qualcuno, ma è sempre inclusiva, propositiva, suscita apertura, simpatia, empatia”.

Il papa ha concluso l’incontro, affermando che si può ridere anche di Dio, come fece Sara, la moglie di Abramo: “Mi viene in mente quel racconto, nel libro della Genesi, quando Dio promette ad Abramo che di lì a un anno avrebbe avuto un figlio. Lui e sua moglie Sara erano ormai vecchi e senza discendenza. Sara ascoltò e rise dentro di sé. Perché, come le donne, era curiosa e ascoltava dietro la tenda cosa faceva il marito, di cosa parlava il marito, forse per rimproverarlo… Ascoltò che avrebbe avuto un figlio in un anno, e rise dentro di sé. E lo stesso avrà fatto anche Abramo, con un po’ di amarezza…

Si può ridere anche di Dio? Certo, e non è bestemmia questo, si può ridere, come si gioca e si scherza con le persone che amiamo. La tradizione sapienziale e letteraria ebraica è maestra in questo! Si può fare ma senza offendere i sentimenti religiosi dei credenti, soprattutto dei poveri”.

Al termine il papa ha salutato gli artisti, tra cui ci sono Lino Banfi e Christian De Sica, Elio e Giorgio Panariello, Enrico Brignano e Nino Frassica, Massimo Boldi e Jerry Calà, Pif ed Enrico Beruschi, Giacomo Poretti e Giovanni Storti, Geppi Cucciari, Silvio Orlando, Whoopi Goldberg, Jimmy Fallon, Chris Rock. E poi tanti altri. Al termine Luciana Littizzetto recitare la preghiera ‘Del buon umore’ di san Tommaso Moro.

(Foto: Santa Sede)

A Tolentino Enrico Beruschi racconta l’umorismo di Guareschi

E’ stato Alberto Cola di Tolentino con il racconto ‘Il mondo nuovo’ il vincitore del Premio Colsalvatico ‘L’umorismo, un modo di guardare la realtà’, giunto alla IX edizione nei suoi 20 anni di vita, con le interruzioni dovute al terremoto prima ed al covid poi.

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