62° viaggio di solidarietà e speranza della Fondazione Santina in Perù. Un Pisco Sauer e la festa a Villa San Roman cantando “Color Esperanza”

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 25.07.2024 – Vik van Brantegem] – Oggi Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami, Presidente delle Onlus Associazione Amici di Santina Zucchinelli e Fondazione Santina, ci racconta con il suo Report 62/1 – Pisco Sauer una bellissima giornata di festa presso l’Asilo di Villa San Roman a Juliaca sulle Ande peruviane, nel corso del suo 62° viaggio di solidarietà e speranza in Perù, che ha iniziato domenica 21 luglio 2024 [QUI]. Prima racconta un aneddoto a seguito di un Pisco Sauer [1], preso per concludere in serenità una lunga ed intensa giornata. Una ragazzina campesina cameriera ha mostrato il suo sdegno per il male compiuto, ma soprattutto il coraggio di volerlo cambiare.
La Speranza ha due bellissimi figli:
lo sdegno ed il coraggio.
Lo sdegno per la realtà
ed il coraggio per cambiarla
Report 62/1 – Pisco Sauer
Questo meraviglioso viaggio è il più lungo ed impegnativo del 2024: dura tre settimane, ci sono sette ore di fuso orario e poi vi è il problema dell’altezza dei 4100 metri di Juliaca, che confligge con i suoi meno due gradi la notte con il clima dell’Amazzonia peruviana ed i suoi quaranta gradi, dove domani ci rechiamo con un lungo viaggio di 8 ore per inaugurare una lavanderia per anziani e una cucina nella diocesi di Puerto Maldonado.
La giornata di oggi è stata stupenda qui a Villa San Roman e la voglio iniziare partendo dalla sera con un gesto semplice e commovente, che ha chiuso la mia prima giornata sulle ande del Perù. Con Hernan nel pomeriggio ci siamo recati a Puno per incontrare le suore del Tallier Miranda, che hanno una scuola molto grande. Nel 2014 proprio li è partito il nostro primo programma di adozioni a distanza in Perù, con dieci bambine in miseria. Sono tornato al Tallier Miranda perché le brave suore, che accudiscono anche Casa Santa Marta in Vaticano, hanno bisogno di ristrutturare la cucina per i bambini di strada. Abbiamo avuto un primo incontro con la comunità, ed al mio ritorno dalla foresta preciseremo ulteriormente il progetto e le fasi di realizzazione per il prossimo anno 2025.
Al termine di questa proficua visita, chiudiamo la giornata con la visita al santuario popolarissimo della Vergine Candelaria e poi entriamo in un locale per prendere un Pisco Sauer e concludere in serenità la lunga ed intensa giornata. La cameriera è una ragazzina campesina, che ci serve con cortesia. Al termine della consumazione chiedo il conto, pago ed usciamo. Mentre camminiamo per strada sentiamo qualcuno che corre dietro a noi, ci giriamo e chi è? La ragazzina cameriera… parla concitatamente e in preda a forte agitazione: “Scusi Signore devo controllare lo scontrino perché… le ho fatto pagare di più! Mi scusi può tornare indietro? Incuriosito seguo la cameriera… entriamo nel locale e la severa padrona mi attende alla casa: “Mi devo scusare con lei, la ragazza ha fatto un errore, ma è onesta e le vogliamo restituire quanto in più abbiamo sottratto. La padrona del locale parla come un giudice severo ed imbarazzato, la ragazzina rifà il conto. lo mostra alla padrona, lei lo controlla con molto scrupolo ed estrae dalla cassa 35 soles, che sono l’equivalente di circa 9 euro. La cameriera mi porge il denaro e nuovamente chiede scusa. Guardo i 35 soles e la piccola scena di paradiso alla quale ho assistito. Guardo negli occhi la padrona e le dico: “Signora, mi devo complimentare con lei per aver assunto questa ragazzina povera. La forza di questa ragazzina era la sua vergogna, ma la sua assoluta e granitica convinzione non solo di riconoscere il proprio errore, ma anche di volerlo riparare. Vede la forza e la capacità di riconoscere il proprio errore è una gigantesca prova di umanità e giustizia. Una cameriera onesta che sa riconoscere il proprio sbaglio e lo riconosce è la migliore dipendente che lei possa assumere, perché tutti sbagliamo, ma questa ragazza oggi mi ha riempito di speranza, perché mi ha mostrato il suo sdegno per il male compiuto, ma soprattutto il coraggio di volerlo cambiare”.
La donna non si aspettava tali considerazioni e si apre al sorriso, mentre la cameriera diventa tutta rossa. Con un gesto volutamente solenne, mentre gli altri camerieri esistono alla scena prendo i 35 soles e li dono alla ragazza dicendo: “Oggi tu sei la migliore persona che ho incontrato e grazie per il tuo esempio ed insegnamento. Tieni questi 35 soles: non sono per te, ti incarico di distribuirli ad un povero, anche lui deve gioire della tua condotta e se oggi tu non avessi compiuto quell’ errore questo povero al quale tu darai i 35 soles non avrebbe ricevuto un gesto di carità. Dai propri errori può sempre nascere del bene, se come te riconosciamo l’errore e lo rimediamo. Il tuo sdegno per l’errore commesso ed il tuo coraggio nel volerlo redimere e cambiare si è trasformato in speranza per un povero, che senza il tuo errore non avrebbe avuto un piccolo aiuto. E quando darai questi soldi al povero, guardalo intensamente negli occhi e fallo con tanto amore”. La ragazza commossa riceve il denaro e lo ripone nella tasca del grembiule… In silenzio io ed Hernan usciamo dal locale con la gioia nel cuore mentre la cameriera con gli occhi in pianto ci saluta con un lento segno della mano.
Questa intensa giornata era iniziata presto con una meravigliosa alba che dalla mia camera guardavo, pensando all’alba dell’altro ieri nel lungo volo di cinque ore da Saõ Paulo a Lima. Stavo dormendo nel mio stretto posto in aereo, quando, guardando dal finestrino ecco l’intenso colore rosso dell’alba e da lì quasi immediata una profonda ed intima preghiera. Grazie Signore di mettermi in viaggio verso i poveri, questa meravigliosa alba è un forte segno che mi emoziona della tua presenza: voglio essere sempre e solo tuo.


Proprio con questa intima convinzione, mi sono svegliato nel freddo dei -2 gradi delle Ande. E la prima mattinata del viaggio è stata destinata alla visita all’Asilo di Villa San Roman per la celebrazione della Messa e la festa con i bambini. I bambini hanno la capacità di curare ogni stanchezza ed ogni tristezza. Con Olinda ed Hernan andiamo all’asilo. Fuori i bambini ci aspettano con un bellissimo canto e mi riempiono la testa di coriandoli. I nostri murales sono un po’ sbiaditi, ma hanno ancora la forza del colore e della fiaba. Le mamme ed i papà, tutti vestiti con gli abiti tipici delle Ande, mi accolgono con sorrisi, abbracci, stelle filanti e coriandoli. Vedo Olinda ed Hernan emozionati, io più di loro!

Entriamo e qui accade qualcosa che mi commuove e la voce si riempie di emozione. Un grande stereo propone le prime note della canzone Color Esperanza [2]. Un brivido mi percorre la schiena. In gennaio, al carcere di Las Cruces in Messico, il coro delle prigioniere mi aveva accolto esattamente con questo canto, conosciuto quanto pieno di significato. I genitori iniziano a cantare. Questa volta per me il canto non è nuovo, conosco a memoria ogni nota ed ogni parola.
Prendo il microfono e con Bethzy, una giovane ragazza che si occupava dei canti insieme al cugino inizio a cantare “pintarse la cara Color Esperanza” la canzone prende tutti i partecipanti ed in un formidabile coro cantiamo la nostra speranza a squarciagola. La mia voce nella prima strofa è rotta dalla commozione e dal pianto, ma poi si fa sempre più sicura e tutti all’unisono concludiamo la canzone.

Bethzy prende la parola e mi dice: “Ho studiato molto il tuo lavoro, monsignore, ed ho preparato un video che riassume quanto tu fai per i poveri e questa canzone subito mi ha colpito quando ti ho visto cantarla con Sara nel carcere messicano. Ed oggi sono felice di averla cantata anche io con te e tutti noi. Siamo felici di aver con te cantato la nostra speranza, che sei tu!”
Abbraccio forte Bethzy e davanti ai genitori ed ai bambini rispondi così: “No, non sono io la speranza vostra, ma siete voi stessi oggi. Tutti conosciamo la realtà di miseria del nostro Barrio. Anni fa, nel 2014 abbiamo cominciato a sdegnarci di questa miseria, ma poi voi insieme con me avete avuto il coraggio di cambiare questa realtà: abbiamo così costruito un muro di cinta, portato la fogna e l’acqua, abbiamo poi costruito il campetto di pallavolo e il piccolo parco giochi dei bambini, una nuova aula e anche l’illuminazione notturna per la sicurezza del complesso. È nato così questo asilo colorato da bellissimi murales ed ora dal vostro sdegno e dal vostro coraggio è nata la speranza ed è questa magnifica realtà che ospita tanti bambini, quasi cento, rispetto ai 20 dell’anno 2024. Se Sant’Agostino dice che la speranza ha due bellissimi figli lo sdegno per la realtà ed il coraggio di cambiarla, io oggi lo contraddico dicendo: caro Sant’Agostino, la bambina speranza ha due genitori, la mamma si chiama rabbia o sdegno per la realtà ed il papà si chiama coraggio, il coraggio di cambiare la realtà. Voi avete portato oggi con questa meravigliosa canzone una grande gioia nel mio cuore e porto qui con me anche i carcerati del Messico, che con le loro vite disperate mi hanno cantato speranza e poi voi e soprattutto i vostri piccoli che con le loro fragili e tenere vite sono un inno alla speranza”.






La nostra festa è continuata tutta la mattina piena di gioia e di speranza: davvero questi viaggi danno e regalano forti significati inferiori. Al termine della festa, con Bethzy decidiamo di mimare la canzone Color Esperanza e tra le risate di tutti i genitori, dei maestri dell’asilo, di Olinda ed Hernan e dei cento increduli bambini, Bethzy dipinge con la tempera verde il mio volto ed io poi dipingo il suo. Tra le risate e la commozione di tutti la nostra festa si conclude con il regalo di un bellissimo sombrero e di una bambolina vestita con il costume andino. Ma nel mio cuore per tutta la notte è risultata la bellissima canzone che conoscete dal libretto di Amalia [QUI]. Se non le ricordate, andate a rileggerle [QUI]: vale davvero la pena.




[1] Pisco Sour, la bomba peruviana
In uno shaker o in un frullatore viene messo il pisco (un’acquavite prodotta in Perù e Cile, ricavata dalla distillazione di vino bianco e rosato, aromatico e no, che non appartiene alla famiglia dei brandy perché non subisce invecchiamento), albume d’uovo, zucchero, succo di limone e cubetti di ghiaccio. Viene agitato con forza per almeno un minuto per montare leggermente l’albume; versato in un bicchiere, vengono lasciate cadere quattro gocce di amaro peruviano sopra la spuma.
Il Cile e il Perù da sempre si contendono l’origine del Pisco, distillato d’uva con almeno il 38% di alcol, che entrambi considerano la propria bevanda nazionale. Neanche il nome toponimico mette chiarezza dato che sia in Perù che in Cile esistono due città chiamate rispettivamente Pisco e Pisco Elqui. Comunque, le origini del Pisco Sour sono certe e collocabili in Perù; bensì l’inventore del cocktail non è un Peruviano, ma un Americano. Si tratta di Victor Morris, immigrato da Salt Lake City che giunse in Perù nel 1913.Dopo un primo periodo passato a lavorare per la Cerro de Pasco Railroad, compagnia ferroviaria con sede nel cuore delle Ande a 4.380 metri di altitudine, Victor si trasferì a Lima e lì, in centro, nel 1916 aprì il Morris Bar al civico 847 di Calle Boza del Jirón de la Unión (tra Plaza Mayor e Plaza San Martìn). Il locale divenne ben presto il luogo di ritrovo dell’upper-class peruviana e degli stranieri di lingua inglese. Morris, soprannominato “El Gringo” – come spesso accadeva a molti occidentali – provò a valorizzare il distillato locale creando una variante del Whiskey Sour, cocktail nato anch’esso in Perù. E con il Pisco Sour fece centro, grazie anche all’influenza dei visitatori Americani che durante il Proibizionismo ebbero modo di apprezzare particolarmente il bere miscelato esotico e non statunitense. Alla morte di Victor Morris, nel 1929, il Morris Bar chiuse i battenti dopo 13 anni di attività, ma il suo Pisco Sour continuò a diffondersi in tutta Lima fino a divenire bevanda nazionale: ogni anno il primo sabato di febbraio c’è addirittura una festa che lo celebra.
[2] Testo della canzone Color esperanza di Diego Torres [QUI]
So che cosa c’è nei tuoi occhi solo guardandoti / Che sei stanco di andare e andare / E camminare / Girando sempre nello stesso posto / So che le finestre si possono aprire / Cambiare l’aria dipende da te / Ti aiuterà / Vale la pena una volta in più / Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Del Colore della speranza / sfidare il futuro / Con il cuore / È migliore perdersi che mai imbarcarsi / Meglio è provare che lasciar perdere / Anche se vedi / Che non è facile cominciare / / So che l’impossibile si può raggiungere / Che la tristezza un giorno se ne andrà / E così sarà / La vita cambia e cambierà / Sentirai / Che l’anima vola / Per cantare una volta in più / Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Con il Colore della speranza / Sfidare il futuro / Con il cuore / Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Del colore della speranza / Sfidare il futuro / Con il cuore / Vale più / Poter brillare / Che solo cercare / Di vedere il sole / Colorarsi la faccia / Del Colore della speranza / sfidare il futuro / Con il cuore / Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Del colore della speranza / Sfidare il futuro / Con il cuore / Sapere che si può / Volere che si possa / Togliersi le paure / Buttarle fuori / Colorarsi la faccia / Del colore della speranza / Sfidare il futuro / Con il cuore.