Il documento come un’isola che non c’è. Forse per intercessione della Beata Vergine del Monte Carmelo

Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 24.07.2024 – Vik van Brantegem] – Il blog argentino Caminante Wanderer ha riferito, che il documento proibizionista della liturgia vetus ordo, di cui si è vociferato da tempo [QUI], è arrivato realmente nelle mani di Papa Francesco, che però ha deciso di non firmarlo. Perciò, nella data in cui avrebbe dovuto essere promulgato, il 16 luglio 2024, memoria liturgica della Madonna del Carmelo [QUI] e terzo anniversario del sciagurato Motu proprio Traditiones custodes [QUI], non accadde nulla, forse per intercessione della stessa Beata Vergine del Monte Carmelo. Senza dubbio, anche gli appelli, le petizioni e le lettere a Papa Francesco – anche da parte di qualche cardinale con la schiena dritta, e di tanti vescovi, sacerdoti, fedeli e personalità laiche di tutto il mondo – hanno avuto il loro peso.

Il Cardinale Juan Sandoval Íñiguez, Arcivescovo emerito di Guadalajara in Messico, ha scritto a Papa Francesco una lettera con la richiesta a non sopprimere la Messa tradizionale: «Non può essere un male ciò che la Chiesa celebra da quattro secoli, la Messa di San Pio V in latino, con una liturgia ricca, pia e che invita per sé stessa a penetrare nel Mistero di Dio». E se questo coraggioso cardinale messicano ha reso pubblico la sua supplica, possiamo essere certi che anche altri cardinali hanno chiesto al Papa privatamente di non promulgare un divieto disastroso.

Segnaliamo inoltre un nuovo appello a Papa Francesco a favore della Messa tradizionale dagli USA.

Voci sul documento che non c’era
Caminante Wanderer, 22 luglio 2024

Il 16 luglio, giorno della Madonna del Carmelo e terzo anniversario del Traditiones custodes, è stato il giorno segnato per la pubblicazione di un nuovo documento della Santa Sede che pone fine alla Messa tradizionale che, si diceva, sarebbe stata essere riservata per essere celebrata esclusivamente dai cosiddetti “Istituti Ecclesia Dei”. Era, come la chiamiamo in questo blog, la soluzione finale.

Ma, forse per intercessione della stessa Beata Vergine del Monte Carmelo, non accadde nulla. E di quanto accaduto si è cominciato a discutere nel pettegolezzo vaticano. Offro qui le spiegazioni dei fatti fornite.

1. Un documento del genere esiste ed esiste dalla fine del 2021, con più o meno modifiche. Era previsto che Papa Francesco la firmasse nel febbraio 2022 sotto forma di Costituzione apostolica, come dicevamo allora, ma egli non solo si è rifiutato di farlo, ma ha anche rimosso intemperantemente dal suo incarico colui che gli aveva portato la proposta, il Cardinale Arthur Roche.

2. Il Cardinale Arthur Roche, da quel giorno, non è più stato ricevuto individualmente da Papa Francesco. E la situazione è molto insolita perché coinvolge il Prefetto di uno dei dicasteri della Santa Sede. Le voci sui motivi di tali maltrattamenti indicano che, in primo luogo, Roche non è esattamente una persona esperta e tanto meno intelligente. Al contrario, è una persona che ha il vizio di rovinare qualsiasi progetto e qualsiasi organizzazione. In effetti, fu quello il motivo per cui finì a Roma. Era stato eletto Vescovo di Leeds, in Inghilterra, e aveva il merito di provocare caos di ogni tipo in soli tre anni in una diocesi che era stata ordinata. Fu proprio il Cardinale Vincent Nichols a provvedere a toglierselo di dosso, perché né i suoi fratelli vescovi né i suoi fedeli leodensi lo sopportavano, e il Cardinale Tarcisio Bertone gli diede una mano, e così il buon Papa Benedetto XVI non ebbe idea migliore che nominarlo Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

E la seconda ragione del disprezzo pontificio è che Roche è stato il maldestro redattore e promotore di Traditiones custodes. Sebbene il documento fosse sostenuto da diversi cardinali di curia, come Ouellet, Stella e Parolin, il volto visibile era Roche. E Papa Francesco ha capito che questo documento era un errore che gli ha procurato più grattacapi che altro, e non perché abbia simpatia per la Messa tradizionale, ma perché ha reso ancora più visibili i gruppi che la sostengono, i quali, invece di diminuire, continuano a crescere continuamente.

3. Un dicastero con un prefetto di queste caratteristiche ha fatto emergere un sistema interno molto potente nel Culto Divino [QUI]. Il capo della fazione ribelle è l’Arcivescovo Vittorio Franceso Viola, OFM, Segretario del dicastero e desideroso di ottenere la porpora cardinalizia, che, lui sa, la ottiene in questo pontificato o non la avrà più. È un francescano dell’ordine dei minori, ed era Custode del convento di Santa Chiara ad Assisi quando Papa Francesco visitò quella città. Tipico vescovo bergogliano, nato dai capricci del pontefice, che gli dovette sembrare simpatico o di bell’aspetto quando lo incontrò durante la sua visita ad Assisi nell’ottobre 2013. Fu in quella stessa occasione che incontrò il Custode della Basilica di San Francesco, Padre Mauro Gambetti, OFM Conv., che finì per creare cardinale e nominare Arciprete della Basilica di San Pietro. La cosa concreta è che Viola, che indossa l’anello episcopale appartenuto al Vescovo Annibale Bugnini, è un talebano della liturgia riformata e ha lanciato l’intifada contro la Messa tradizionale.

4. Questo nuovo attacco che per ora è stato neutralizzato, ad averlo spinto sarebbe stato Mons Viola e non il Cardinal Roche, che è già neutralizzato. Il documento sarebbe arrivato nelle mani di Papa Francesco, che lo avrebbe studiato ma non ne era convinto. E questo per diversi motivi. Innanzitutto, e la cosa più importante, perché la liturgia non è la sua guerra. Il Traditiones custodes gli causano troppi problemi per trovarne di nuovi, e perché, come consiglia sempre a chi lo visita, è molto attento quando si tratta di fare martiri. Un documento molto restrittivo, come quello che gli sarebbe stato presentato, genererebbe una legione di martiri, tra sacerdoti e fedeli, e lui non lo permetterà: non avrebbe alcun controllo dei danni.

5. D’altro canto, sulla scrivania del Papa sono giunte richieste di tanti vescovi, sacerdoti, fedeli e personalità di tutto il mondo, che lo scongiuravano di non compiere un simile passo. E, a quanto pare, hanno funzionato. Ma non si tratta solo di un atto sinodale di “ascolto del popolo di Dio”; cioè per gli incauti che credono nella sinodalità. Lo ha consigliato anche un gruppo di cardinali e prelati che, senza avere simpatie per la liturgia tradizionale, ritengono che l’odio di Viola, Grillo e i loro seguaci per la Messa tradizionale sia un’esagerazione che finirebbe per danneggiare non solo la Chiesa come corpo mistico di Cristo, ma probabilmente non gli importa di loro ma si preoccupa del papato.

6. Ma le motivazioni di questi cardinali e monsignori consiglieri non sarebbero solo queste. Sanno che la salute del Papa peggiora; lentamente, ma in declino, e che non passerà molto tempo prima che le campane di San Pietro rintocchino. E ritengono che il prossimo Papa sarà necessariamente un moderato; un altro pontificato come quello di Francesco metterebbe fine alla Chiesa. E, proprio per questo, vogliono già preparare il terreno su cui approderanno, e preferiscono farlo in territorio moderato per guadagnarsi in anticipo le grazie del nuovo pontefice. Come mi ha detto un buon conoscitore della Curia, per una volta hanno prestato attenzione anche al Vangelo e hanno seguito – alla lettera – l’insegnamento della parabola dell’amministratore disonesto (Lc 16,1-12): hanno preso la ricevuta il loro conto e scrissero “cinquanta barili” invece di cento.

Il Cardinal Sandoval chiede al Papa
di non sopprimere la Messa tradizionale

A fronte delle persistenti voci su una imminente restrizione globale della celebrazione della Messa tradizionale in latino, sempre più persone, sia del clero che dei laici, continuano a chiedere che Papa Francesco di non sopprimere la Messa tradizionale e di proteggerla. Veri vescovi come Salvatore Cordileone, Joseph Strickland e Athanasius Schneider si sono espressi pubblicamente in difesa della Messa tradizionale. Ci sono state anche le lettere su The Times di personalità di spicco britanniche, che hanno esortato Papa Francesco a non intraprendere ulteriori misure contro la Messa vetus ordo [QUI].

A chiedere al Papa di non sopprimere la Messa tradizionale c’è stato anche il Cardinale Juan Sandoval Íñiguez, Arcivescovo emerito di Guadalajara in Messico, con una lettera del 6 luglio 2024, che è stata pubblicata dal blog Rorate Caeli.

Diverse associazioni cattoliche e piattaforme di informazione e internet, hanno invitato personalità di tutto il mondo ad aderire alla supplica lanciata dal Cardinal Sandoval.

Di seguito riportiamo il testo della lettera del Cardinal Sandoval nella traduzione italiana:

AL SANTO PADRE FRANCESCO,
VESCOVO DI ROMA E PASTORE
DELLA CHIESA UNIVERSALE

Papa Francesco, corrono voci che si vuole vietare definitivamente la Messa latina di San Pio V.

La Cena del Signore, che Egli ci ha comandato di celebrare in Sua memoria, è stata celebrata nel corso della storia con diversi riti e linguaggi, mantenendo sempre ciò che è essenziale: celebrare la morte di Cristo e partecipare alla Mensa del Pane della vita eterna.

Anche al giorno d’oggi la Cena del Signore è celebrata in diversi riti e lingue, dentro e fuori la Chiesa Cattolica.

Non può essere un male ciò che la Chiesa celebra da quattro secoli, la Messa di San Pio V in latino, con una liturgia ricca, pia e che invita per sé stessa a penetrare nel Mistero di Dio.

Varie persone e gruppi, cattolici e non cattolici, hanno espresso il desiderio che essa non sia soppressa, ma che sia conservata per la ricchezza della sua liturgia e in latino, il quale, insieme con il greco, è la matrice della cultura, non solo dell’Occidente, ma anche degli altri luoghi.

Papa Francesco, non permettere che ciò accada. Tu sei anche custode della ricchezza storica, culturale e liturgica della Chiesa di Cristo.

Chiede la tua benedizione chi Ti stima e sempre si affida a Te.

Guadalajara, Jal., 6 luglio 2024
+ JUAN CARD. SANDOVAL ÍÑIGUEZ
Arcivescovo emerito di Guadalajara

Lettera di adesione alla richiesta di Sua Eminenza il Cardinale Juan Sandoval Íñiguez al Santo Padre di data 6 luglio 2024, riguardo alla celebrazione della Santa Messa secondo il Messale detto di San Pio V

Noi sottoscritti, ispirandoci alla sopra riportata lettera del Cardinale Juan Sandoval Íñiguez, Arcivescovo emerito di Guadalajara, desideriamo fare a nostra volta la supplica, affinché il tesoro conosciuto come la Messa di San Pio V, per la sua ricchezza spirituale e storica, sia preservato e non limitato nella Chiesa.

Alcuni di noi firmatari partecipiamo alla Messa celebrata con il messale di San Pio V, altri andiamo alla messa di Paolo VI, ma siamo tutti uniti nel riconoscere il valore di questo patrimonio liturgico e culturale, e nel desiderio di concordia e unità nella Chiesa.

  • Modesto Aceves Ascencio, già Direttore nazionale dei restauri, Messico
  • Jesús Emmanuel Acha Martínez, cantante, Messico
  • Humberto Jorge Aguilera Hernández, Direttore generale di Noche Lírica Música Vocal, Messico
  • Felípe Alanís Suarez, Vicepresidente della Federazione Internazionale Una Voce, Messico
  • Jaime Alcalde Silva, Presidente dell’Associazione Liturgica Magnificat, Cile
  • Andris Amolinš, Presidente di Una Voce Lettonia
  • Miguel Angel Yañez, Direttore di Adelante La Fe, Spagna
  • Esteban Arce, conduttore di notiziari radiotelevisivi nazionali, Messico
  • Julio Ariza Irigoyen, Presidente e fondatore del Grupo Intereconomía, La Gaceta, e Toro TV, Spagna
  • Roberto Badillo Martínez, Maggiore generale, Messico
  • Teresa Banderas Aceves, Coro dello Stato di Jalisco, Messico
  • Patrick Banken, Presidente di Una Voce Francia
  • Guadalupe Blanco Aceves, Seise della Cattedrale Metropolitana di Guadalajara, Messico
  • Alberto Buela, filosofo professore alla Sorbona, Francia
  • Edgardo Juan Cruz Ramos, Presidente di Una Voce Porto Rico
  • Juan M Dabdoub Giacoman, Presidente e Fondatore del Consiglio Messicano della Famiglia
  • Lord Daniel Moylan, politico cattolico, Regno Unito
  • Simon DeLacre, regista, Argentina
  • Luis Fernando Escobar Duque, Presidente del Centro Cruzada Cultural, Colombia
  • Edgar Fernandez Cerda, Presidente di Una Voce Messico
  • Rodrigo Fernández Diez, giurista, Messico
  • Mamela Fiallo Flor, giornalista e keynote speaker internazionale, Ecuador
  • James Gillick, pittore cattolico, Regno Unito
  • Horacio Giusto, filosofo e keynote speaker internazionale, Argentina
  • Michael Hichborn, Presidente del Lepanto Institute, USA
  • Jorge Issac Lozano, organista titolare della chiesa della Visitazione Guadalajara, Messico
  • Sir James MacMillan, compositore, Regno Unito
  • Álvaro Leaño Espinoza, imprenditore, Messico
  • Martha Leaño Espinoza, imprenditrice, Messico
  • Elizabeth Lemme, calligrafa, Stati Uniti
  • José María Lopez Valencia, Direttore del Coro dello Stato di Jalisco, Messico
  • Anuar Lopez Malgarejo, Fondatore dell’Associazione Messicana Giuristi Cattolici
  • Alfredo López García, Direttore di Bendita Eucaristía Radio, Stati Uniti
  • Fabio Marino, Presidente di Una Voce Italia
  • Nicolas Márquez, scrittore, Argentina
  • Austreberto Martínez Villegas, storico, Messico
  • Debra Matthew, Direttrice musicale di San Mark’s Parish Episcopal Church of Guadalajara, Messico
  • Luis Medina, giornalista, Stati Uniti
  • María Eugenia Méndez Dávalos, già deputata locale di Michoacán, Messico
  • César Moreno Aguirre, capo ingegnere industriale, Messico
  • Arturo Navarro Leaño, imprenditore, Messico
  • Javier Navascues Pérez, Redattore di InfoCatólica, Spagna
  • Manuel Ocampo, Direttore e Fondatore della Facoltà di Filosofia alla
  • Universidad Panamericana, Messico
  • Uchenna Okezie, Presidente di Una Voce Nigeria
  • Jack Oostveen, Presidente di Ecclesia Dei Delft, Paesi Bassi
  • Omar Alejandro Padilla López, Direttore musicale alla St. Philip Catholic Church, Stati Uniti
  • Ricardo Ramírez Carreño, Decano della Faculty of Arts della St. Michael Archangel International University, Stati Uniti; Direttore della Reale Accademia d’Arte, Santiago, Cile
  • David Reid, Presidente di Una Voce Canada
  • Monika Rheinschmitt, Presidente di Pro Missa Tridentina, Germania
  • Cristián Rodrigo Iturralde, autore e keynote speaker internazionale, Argentina
  • Juan Manuel Rodríguez González-Cordero, Presidente di Una Voce Spagna
  • Luis Román, Fondatore del canale Conoce Ama y Vive tu Fe, Stati Uniti
  • Walter Romero, Direttore e Fondatore di Metapedia, Brasile
  • Ernesto Rubio, imprenditore, Messico
  • Rodrigo Ruiz Velasco Barba, storico, SNI, Messico
  • Miguel Salinas Chávez, Direttore e Fondatore della piattaforma di analisi internazionale BIIE, Messico
  • Mouris Salloum George, Presidente del Club dei Giornalisti del Messico
  • Jorge Luis Santa Cruz, Direttore di Periodismo sin Compromisos, Messico
  • Matthew Schellhorn, pianista, Regno Unito
  • Joseph Shaw, Presidente della Federazione Internazionale Una Voce, Presidente di Latin Mass Society of England and Wales
  • Juan Manuel Soaje Pinto, Direttore e Fondatore di TLV1 Channel, Buenos Aires, Argentina
  • Jarosław Syrkiewicz, Presidente di Una Voce Polonia
  • Gwyneth Thompson-Briggs, artista, Stati Uniti
  • Ricardo Valdés Ayón, diplomato in Canto gregoriano, Messico
  • Luis Zapater Espi, già giudice, Spagna

Nuovo appello dagli USA
a favore della Messa tradizionale

Dopo quella pubblicata su The Times [QUI], nata su iniziativa del compositore e direttore d’orchestra scozzese James MacMillan e firmata da illustri rappresentanti della cultura britannica, un’altra lettera è stata inviata al Papa per chiedere che la Santa Messa tradizionale non subisca ulteriori restrizioni. Questa volta l’iniziativa [QUI] nasce dal poeta e critico letterario americano Dana Gioia, con l’appoggio, fra gli altri, dell’attore e cantante messicano José Eduardo Verástegui e del compositore di musica classica Frank La Rocca.

“Siamo cattolici e non cattolici, credenti e non credenti. Siamo scienziati, romanzieri, comici, inventori, poeti, pittori, dirigenti d’azienda, compositori, cantanti, musicisti, drammaturghi, registi, sostenitori dei poveri, scultori, direttori d’orchestra, filantropi, attivisti per i diritti umani e mecenati delle arti”: così si presentano i sottoscrittori. “Condividiamo l’amore per la bellezza, la riverenza e il mistero incarnati nell’antica liturgia della Messa latina”.

Nell’appello si legge: “Privare la prossima generazione di artisti di questa fonte di mistero, bellezza e contemplazione del sacro sembra miope. Tutti noi, credenti e non credenti, riconosciamo che questa antica liturgia, che ha ispirato l’opera di Palestrina, Bach e Beethoven e generazioni di grandi artisti, è una magnifica conquista della civiltà e parte del comune patrimonio culturale dell’umanità. È una medicina per l’anima, un antidoto al grossolano materialismo dell’era postmoderna”.

La Messa tradizionale, conclude la lettera, “non può essere intesa come un semplice rifugio dalla modernità”. Infatti, “alcune delle menti più creative del nostro pianeta sono ispirate da questa messa, dalla sua bellezza, dalla sua riverenza, dal suo mistero, per creare nuove opere d’arte e anche per servire gli ultimi tra noi”. Ecco perché “noi sottoscritti chiediamo che non vengano imposte ulteriori restrizioni alla messa latina tradizionale, affinché essa possa essere preservata per il bene della Chiesa Cattolica e del mondo”.

Apprezzamento per la nuova iniziativa è stato espresso dall’Arcivescovo di San Francisco, Mons. Salvatore Cordileone, che ne ha parlato come di “una dichiarazione straordinaria di alcuni grandi artisti e altri influencer culturali sul valore e l’ispirazione che hanno ricevuto dalla Messa tradizionale”. Mons. Cordileone ha manifestato gratitudine per i fedeli cattolici che dichiarano apertamente di amare la messa tradizionale e vogliono far sentire la loro voce.