Arcivescovo Salvatore Cordileone di San Francisco risponde a Nancy Pelosi: “Nessun cattolico in buona coscienza può favorire l’aborto”, che è un “spregevole male”

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L’Arcivescovo di San Francisco, Mons. Salvatore J. Cordileone con una dichiarazione ha risposto al Presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Nancy Pelosi (Partito Democratico, California), che ha definito gli elettori pro-vita di Trump dei venduti. In un podcast del 18 gennaio 2021 con l’ex Senatore e Candidato alla Presidenza Hillary Clinton, il Presidente della Camera ha affermato che il sostegno degli elettori pro-vita per l’ex Presidente Donald Trump era una questione che le causa “grande dolore come cattolica”. “Penso che Donald Trump sia stato Presidente a causa della questione del diritto di scelta di una donna”, ha detto dell’aborto, implicando che gli elettori pro-vita hanno portato Trump alla vittoria nel 2016. Ha aggiunto che questi elettori “erano disposti a tradire l’intera democrazia per quell’unica questione”. L’Arcivescovo della Pelosi ha replicato ai suoi commenti sull’aborto e sul voto.

Dichiarazione di Mons. Salvatore J. Cordileone, Arcivescovo di San Francisco in risposta ai commenti del Presidente della Camera de rappresentanti degli Stati Uniti Nancy Pelosi sugli elettori pro-vita
21 gennaio 2021
(nostra traduzione di lavoro italiana dall’inglese)

Per cominciare con l’ovvio: Nancy Pelosi non parla per la Chiesa Cattolica. Parla come un importante leader governativo di alto livello e come privato cittadino. E sulla questione dell’uguale dignità della vita umana nel grembo materno, parla anche in diretta contraddizione con un diritto umano fondamentale che l’insegnamento cattolico ha costantemente difeso per 2000 anni.

I cristiani hanno sempre capito, che il comandamento “non uccidere” si applica a tutta la vita, inclusa la vita nel grembo materno. Intorno alla fine del I secolo la Lettera di Barnaba afferma: “Non uccidere il bambino procurando l’aborto; né, ancora, lo distruggerai dopo che è nato “(# 19). Milleottocentosessantacinque anni dopo, il Concilio Vaticano II affermava: “La vita deve essere protetta con la massima cura dal momento del concepimento: aborto e infanticidio sono crimini abominevoli” (Gaudium et spes, n. 51).

Papa Francesco continua questo insegnamento ininterrotto. Rivolgendosi ai partecipanti alla conferenza, ” “Yes to Life! Prendersi cura del prezioso dono della vita nella fragilità” il 25 maggio 2019 [QUI] ha condannato l’aborto nei termini più forti possibili: “È lecito eliminare una vita umana per risolvere un problema?… Non è lecito. Mai, mai eliminare una vita umana né affittare un sicario per risolvere un problema. L’aborto non è mai la risposta che le donne e le famiglie cercano”. E proprio ieri (20 gennaio 2021) l’Arcivescovo Gomez, Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB), ha ribadito la dichiarazione dei vescovi statunitensi che l’aborto per i cattolici è “priorità preminente”. In tal modo, ha agito in modo corretto e collaborativo nel suo ruolo di Presidente della USCCB e gli sono grato per averlo fatto.

Preminente non significa “solo”, ovviamente. Ci sono certamente molti mali che dobbiamo affrontare e molti beni che dobbiamo perseguire. Nel suo discorso inaugurale di ieri, il Presidente Biden ha lanciato un commovente appello all’unità e alla guarigione. Ha offerto quella che chiamerei una “litania di compassione”, portando davanti agli occhi della Nazione la sofferenza delle persone in un ampio spettro di questioni. Nella mia esperienza, anche i sostenitori dei nascituri lavorano diligentemente per essere utili anche in molte di queste cause. Il Presidente Pelosi ha scelto questa settimana per contestare le motivazioni di milioni di cattolici e di altri per aver scelto di fare del voto sulla questione dell’aborto la loro priorità e li accusa di “tradire la democrazia”. Questo non è il linguaggio dell’unità e della guarigione. Deve a questi elettori delle scuse.

Io stesso non presumo di sapere cosa avevano in mente gli elettori cattolici quando hanno votato per il candidato presidenziale di loro scelta, indipendentemente da chi fosse il loro candidato preferito. Ci sono molte questioni di gravissima conseguenza morale che i cattolici devono valutare in buona coscienza quando votano. Ma una cosa è chiara: nessun cattolico in buona coscienza può favorire l’aborto. Il “diritto di scegliere” è una cortina fumogena per perpetuare un intero settore che trae profitto da uno dei mali più atroci immaginabili. La nostra terra è intrisa del sangue degli innocenti e questo deve finire.

Questo è il motivo per cui, come cattolici, continueremo a parlare a nome di coloro che non hanno voce per parlare da soli e raggiungere, confortare e sostenere coloro che stanno subendo le cicatrici dell’esperienza dell’aborto. Lo faremo, finché la nostra terra non sarà finalmente liberata da questo spregevole male.

Fonte: Sito ufficiale dell’Arcidiocesi di San Francisco.

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