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Papa Francesco: lo Spirito Santo indica la missione della Chiesa

Seguendo il tema delle catechesi del mercoledì papa Francesco oggi ha meditato sullo Spirito Santo che scende nelle genti, come raccontato negli Atti degli Apostoli: “Il racconto della discesa dello Spirito Santo a Pentecoste inizia con la descrizione di alcuni segni preparatori (il vento fragoroso e le lingue di fuoco), ma trova la sua conclusione nell’affermazione: E tutti furono colmati di Spirito Santo”.
Ed ha evidenziato che è lo Spirito Santo l’unità della Chiesa: “San Luca, che ha scritto gli Atti degli Apostoli, mette in luce che lo Spirito Santo è Colui che assicura l’universalità e l’unità della Chiesa. L’effetto immediato dell’essere ‘colmati di Spirito Santo’ è che gli Apostoli ‘cominciarono a parlare in altre lingue’ e uscirono dal Cenacolo per annunciare Gesù Cristo alla folla”.
Questa è la missione della Chiesa: “Così facendo, Luca ha voluto mettere in risalto la missione universale della Chiesa, come segno di una nuova unità tra tutti i popoli. In due modi vediamo che lo Spirito lavora per l’unità. Da un lato, spinge la Chiesa verso l’esterno, perché possa accogliere un numero sempre maggiore di persone e di popoli; dall’altro lato, la raccoglie al suo interno per consolidare l’unità raggiunta. Le insegna a estendersi in universalità e a raccogliersi in unità. Universale e una: questo è il mistero della Chiesa”.
Ed ha indicato due episodi degli Atti degli Apostoli in cui lo Spirito Santo è in azione: “Il primo dei due movimenti (l’universalità) lo vediamo in atto nel capitolo 10 degli Atti, nell’episodio della conversione di Cornelio. Il giorno di Pentecoste gli Apostoli avevano annunciato Cristo a tutti i giudei e gli osservanti della legge mosaica, a qualsiasi popolo appartenessero. Ci vuole un’altra ‘pentecoste’, molto simile alla prima, quella in casa del centurione Cornelio, per indurre gli Apostoli ad allargare l’orizzonte e far cadere l’ultima barriera, quella tra giudei e pagani”.
Da lì il Cristianesimo si espande nel mondo, finora conosciuto: “A questa espansione etnica si aggiunge quella geografica. Paolo (si legge sempre negli Atti degli Apostoli) voleva annunciare il Vangelo in una nuova regione dell’Asia Minore; ma, è scritto, ‘lo Spirito Santo glielo aveva impedito’; voleva passare in Bitinia ‘ma lo Spirito di Gesù non lo permise’. Si scopre subito il perché di questi sorprendenti divieti dello Spirito: la notte seguente l’Apostolo riceve in sogno l’ordine di passare in Macedonia. Il Vangelo usciva così dalla nativa Asia ed entrava in Europa”.
L’altro episodio riguarda il Concilio di Gerusalemme: “Il secondo movimento dello Spirito Santo (quello che crea l’unità) lo vediamo in atto nel capitolo 15 degli Atti, nello svolgimento del cosiddetto concilio di Gerusalemme. Il problema è come far sì che l’universalità raggiunta non comprometta l’unità della Chiesa. Lo Spirito Santo non opera sempre l’unità in maniera repentina, con interventi miracolosi e risolutivi, come a Pentecoste”.
Ciò avviene attraverso un ‘lavoro sinodale’: “Lo fa anche (e nella maggioranza dei casi) con un lavorio discreto, rispettoso dei tempi e delle divergenze umane, passando attraverso persone e istituzioni, preghiera e confronto. In maniera, diremmo oggi, sinodale. Così infatti avvenne, nel concilio di Gerusalemme, per la questione degli obblighi della Legge mosaica da imporre ai convertiti dal paganesimo”.
Concludendo con una citazione di sant’Agostino papa Francesco ha precisato che lo Spirito Santo crea unità: “Sant’Agostino spiega l’unità operata dallo Spirito Santo con una immagine, divenuta classica: ‘Ciò che è l’anima per il corpo umano, lo Spirito Santo lo è per il corpo di Cristo che è la Chiesa’. L’immagine ci aiuta a capire una cosa importante. Lo Spirito Santo non opera l’unità della Chiesa dall’esterno; non si limita a comandare di essere uniti. E’ Lui stesso il ‘vincolo di unità’. E’ Lui che fa l’unità della Chiesa”.
E l’unità si realizza nella vita: “Come sempre, concludiamo con un pensiero che ci aiuta a passare dall’insieme della Chiesa a ciascuno di noi. L’unità della Chiesa è l’unità tra persone e non si realizza a tavolino, ma nella vita. Si realizza nella vita. Tutti vogliamo l’unità, tutti la desideriamo dal profondo del cuore; eppure essa è tanto difficile da ottenere che, anche all’interno del matrimonio e della famiglia, l’unione e la concordia sono tra le cose più difficili da raggiungere e più ancora da mantenere”.
Al termine dell’udienza generale papa Francesco ha chiesto di recitare il rosario, affidando alla Madre di Dio chi soffre a causa della guerra: “Vi esorto tutti a recitare il Rosario ogni giorno, abbandonandovi fiduciosi nelle mani di Maria. A Lei, madre premurosa, affidiamo le sofferenze e il desiderio di pace delle popolazioni che subiscono la pazzia della guerra, in particolare la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, il Sudan”.
(Foto: Santa Sede)