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Roma 1945, dalle macerie al futuro: la transizione dell’Urbe nel passaggio dall’occupazione tedesca all’arrivo degli alleati nei documenti dell’Archivio Storico Capitolino

Il 6 giugno scorso si è aperta nella Capitale e sarà visitabile fino al prossimo 31 agosto l’importante mostra storico-documentaria dal titolo “Roma 1945: dalle Macerie al Futuro. La città e la sua amministrazione tra la guerra e la ricostruzione”. Allestita presso la sede dell’Archivio Storico Capitolino della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale (piazza dell’Orologio 4- Sala Ovale), l’esposizione offre un percorso che abbraccia il periodo che va dall’armistizio di Cassibile firmato dal Maresciallo Badoglio l’8 settembre 1943 e alla successiva fuga da Roma del Re e del suo Governo concludendosi con l’arrivo degli alleati anglo-americani nella Capitale il 4 giugno 1944.

I documenti del percorso espositivo provengono dai fondi archivistici conservati nell’Archivio Storico Capitolino, nello specifico del Gabinetto del Sindaco, del Segretariato Generale, della serie Manifesti dell’Ufficio Affissioni, della Raccolta Pirotta e della Raccolte Bosi (documenti e fotografie di caduti nella difesa di Roma del settembre 1943) e dell’Emeroteca Romana.

La fuga di Vittorio Emanuele III a Brindisi, come noto, lasciò la Capitale in balia delle truppe di occupazione tedesche che, considerando gli italiani traditori, non risparmiarono al popolo abusi, vessazioni e assassini. Tragici episodi come i rastrellamenti nel quartiere Quadraro il 17 aprile 1944 (Operazione Balena), la retata nel Ghetto con 1259 ebrei deportati nei campi di sterminio in Germania, la strage di 335 persone il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine come rappresaglia per l’attentato di Via Rasella, ne sono esempi clamorosi ma non isolati.

Come ricordano le immagini della caserma e carcere delle SS naziste in Via Tasso 145 dove furono rinchiuse e torturate migliaia di persone prima essere avviate nei campi di lavoro o di sterminio, il clima di terrore e di paura nella Roma città aperta rappresentata nell’omonimo film di Roberto Rossellini era tuttavia attutito dalla speranza nell’imminente arrivo degli alleati ma anche dal rassicurante dilatarsi della solidarietà fra numerosi cittadini romani soprattutto grazie all’influenza e l’attività della Chiesa.

La documentazione esposta nella mostra evidenzia inoltre come l’ingresso a Roma della Quinta Armata americana del generale Clark sia avvenuto con il contributo determinante della lotta del CNL romano, guidata dal generale Roberto Bencivenga che aveva assunto il Comando civile e militare di Roma, prima clandestino e poi palese in Campidoglio, come informa il Comunicato del 4 giugno. D’altro canto il nuovo Governo di Ivanoe Bonomi nominato il 18 giugno 1944 dal Re aveva ancora sede a Cosenza e solo dal 16 luglio 1944 si trasferì a Roma.

Sul piano della documentazione cinematografica viene ricordata quella originale del cineamatore Adriano Agottani, dipendente comunale che, mescolato tra la folla, riprese l’arrivo degli americani con pellicole di 9,5 mm. ora digitalizzate dalla “Fondazione Home Movies”. In mostra anche locandine del film “Il Dittatore” (1940) di Charlie Chaplin e foto del pubblico che va al cinema Splendor per la sua prima proiezione in Italia nell’ottobre 1944.

Il materiale della mostra allestita nell’Archivio Capitolino consente di guardare a quel periodo anche attraverso la lente delle attività dell’amministrazione comunale. Impegnata durante l’occupazione, non solo nell’approvvigionamento alimentare di una città affamata nonostante gli “orti di guerra”, ma anche a contrastare il potere fascista (l’ultimo Governatore di Roma, Giovanni Orgara, era stato nominato il 16 gennaio 1944 dal governo della Repubblica Sociale Italiana) con molti dipendenti comunali che lavorarono contro, come risulta dalle testimonianze conservate nel Fondo Pirrotta.

Con l’abolizione del Governatorato il 20 gennaio 1945 e il ripristino del Comune di Roma, l’impegno della nuova amministrazione (la Giunta provvisoria guidata da Filippo Andrea Doria Pamphilj composta da rappresentanti del CNL romano) si concentrò nella ricostruzione della città ferita non solo dalle rovine fisiche (vedasi soprattutto quelle del quartiere San Lorenzo). Si trattò pure di riorganizzare i servizi basilari (pulizia urbana, anagrafe, lotta alle malattie infettive…) e di ripristinare il funzionamento delle infrastrutture civili e degli impianti tecnici.

Confidando nella pubblicazione del catalogo della mostra che illustri l’imponente materiale presentato, va apprezzato da parte degli organizzatori l’intento di far conoscere ai visitatori la generosità di chi, consapevole della gravità del momento, ritenne di dover agire per la libertà di tutti, sino al sacrificio della propria vita, in un periodo cruciale per la costruzione della democrazia costituzionale repubblicana in Italia. L’ingresso alla mostra è libero e gratuito fino a esaurimento posti dal lunedì al venerdì (ore 9-16) ma, per ogni ulteriore informazione è possibile contattare l’Archivio Storico Capitolino telefonando al numero 06/6710.8126 oppure scrivendo una email all’indirizzo di posta elettronica archivio.capitolino@comune.roma.it.

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