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Papa Francesco: senza il cuore si perde la dignità

Oggi presso l’Auditorium della Tecnica a Roma si è svolta la terza edizione dell’evento ‘LaborDì’, la giornata dedicata ai giovani e al mondo del lavoro promossa dalle ACLI di Roma e provincia con il patrocinio di Diocesi di Roma, Regione Lazio, Città metropolitana di Roma Capitale, Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma, Unindustria e ManagerItalia Lazio con i partner dell’evento Eni, Gruppo Fs Italiane, Risorse per Roma, Enel, Würth, Vittoria Assicurazioni e Tecne – Autostrade per l’Italia e la media partnership di Rai Radio3.All’iniziativa partecipa la Regione Lazio attraverso i fondi europei FSE+ 2021-2027.
Protagonisti dell’iniziativa sono stati oltre 1600 ragazze e ragazzi da 17 anni in poi provenienti da 22 istituti di formazione superiore di Roma e provincia che vivranno una giornata di incontro, orientamento e formazione con 45 aziende ed enti e 70 recruiter professionisti per un totale di 560 ore di colloqui, e in parallelo durante la giornata si terranno oltre 80 workshop.
Durante la giornata sono stati organizzati seminari tematici e di orientamento, con un focus speciale sull’innovazione tecnologica illustrando le novità nel campo dell’intelligenza artificiale e della realtà estesa applicata al mondo del lavoro. Utilizzata anche una piattaforma informatica per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, specificamente realizzata per il LaborDì e organizzati colloqui con i dirigenti della gestione delle risorse umane delle realtà nazionali e internazionali, presenti. Inoltre allestita anche una mostra di sensibilizzazione per il contrasto del bullismo e cyberbullismo, denominata ‘The AI.D’, realizzata grazie all’intelligenza artificiale a partire dalle storie di ragazzi vittime di violenze e bullismo.
A questo convegno papa Francesco ha inviato un messaggio per sottolineare che il lavoro è per tutti: “Forse il lavoro vi è apparso fino a oggi come un problema degli adulti. Da anziano Vescovo di Roma vorrei dirvi: non è così! Voi avete già lavorato parecchio, sapete? Quanto impegno e quanta energia sono stati necessari alla vostra crescita? Certamente, molto è ciò che avete ricevuto, ma a nulla sarebbero valsi gli sforzi di genitori, insegnanti, educatori, amici, senza la vostra risposta”.
Nel messaggio il papa ha evidenziato la necessità di aprirsi al mondo: “E’ vero, ognuno sa di avere anche sprecato delle buone opportunità in qualche occasione; tuttavia, la vita stessa non si stanca di chiamarci ad uscire da noi stessi. Abbiamo le nostre ‘tane’. Ci costruiamo rifugi, soprattutto quando attorno a noi ci sono confusione e minacce. Ma in realtà siamo fatti per la luce, per l’aperto. Così, attraversata l’adolescenza, si apre davanti a voi la scena del mondo. Può apparire affollata e distratta al vostro arrivo; eppure, manca ancora del vostro contributo, di ciò per cui da sempre siete attesi. Con voi (e vorrei dire a ciascuno: con te) entra nel mondo il nuovo. Tutto, davvero tutto può cambia”.
Riprendendo l’enciclica ‘Laudato Sì’ il papa ha chiesto loro di portare un contributo per ‘migliorare’ il mondo: “Ascoltando il grido della terra, dell’aria, dell’acqua, che un modello sbagliato di sviluppo ha tanto ferito, ho compreso meglio una realtà che oggi voglio condividere con voi: nel creato ‘tutto è connesso’. Per questo il contributo di ciascuno di voi può migliorare il mondo. La novità di ognuno riguarda tutti”.
Ed anche il mondo del lavoro non è estraneo al creato: “Il mondo del lavoro è un mondo umano, in cui ognuno è connesso a tutti. E purtroppo anche questo ‘mondo’ è inquinato da dinamiche e comportamenti negativi che lo rendono a volte invivibile. Insieme alla cura del creato è necessaria la cura della qualità della vita umana, la ricerca della fraternità umana e dell’amicizia sociale, perché i nostri legami contano più dei numeri e delle prestazioni. Anche questo fa la differenza nel mondo del lavoro. E voi, avvicinandovi ad esso, è importante che teniate ben salde sia la coscienza della vostra unicità, che prescinde da qualsiasi successo o insuccesso, sia la propensione a stabilire con gli altri rapporti sinceri. In molti ambienti sarete, allora, una rivoluzione gentile”.
Infine ha chiesto di non omologarsi: “Per dare il vostro contributo, infatti, non dovete farvi andare bene qualsiasi cosa, anche il male. Non omologatevi a modelli in cui non credete, magari per ottenerne prestigio sociale o del denaro in più. Il male ci aliena, spegne i sogni, ci rende soli e rassegnati. Il cuore sa accorgersene e, quando è così, bisogna chiedere aiuto e fare squadra con chi ci conosce e tiene a noi. Bisogna scegliere”.
Per questa scelta, quindi, occorre il cuore: “Carissimi, nel mondo del lavoro si entra insieme. Non ciascuno per conto suo: diventeremmo rapidamente ingranaggi di una macchina e chi ha potere potrebbe fare di noi qualunque cosa. Le A.C.L.I., che vi hanno radunato, sono uno storico esempio di come sia importante associarsi, trasformare le intuizioni del cuore in legami sociali. Insieme si possono realizzare i sogni. Il cuore cerca amicizie, pensa non isolandosi, si scalda immedesimandosi. Il cuore sa essere flessibile e generoso. Sa rinunciare a qualcosa, ma perseguendo l’ideale. Sa darsi degli obiettivi, ma bada al modo in cui sono raggiunti”.
Infine ha ricordato che senza il cuore c’è rischio di perdere la dignità: “E quando il lavoro viene organizzato senza cuore, allora è in pericolo la dignità umana di chi lavora, o non trova lavoro, o si adatta a un lavoro indegno. Oggi è l’economia stessa ad accorgersi che il saper fare non basta, che le prestazioni non sono tutto. A questo basteranno sempre più le macchine. Umana, invece, è l’intelligenza del cuore, la ragione che sente le ragioni altrui, l’immaginazione che crea ciò che ancora non è, la fantasia per cui Dio ci ha resi tutti diversi. Siamo ‘pezzi unici’, aiutiamoci a vicenda a ricordarcelo”.
(Foto: Acli Roma)