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Assisi ricorda il beato Carlo Acutis

“La violenza e la guerra, incredibilmente ancora praticate su così vasta scala, sembrano dirci che la cultura della morte abbia la meglio nel mondo. In realtà, nonostante tutto, l’uomo ha un bisogno irresistibile di vita. Desidera una vita piena, soprattutto piena di gioia. E non si accontenta di tempo limitato: vuole vivere per sempre”: sabato 12 ottobre nel Santuario della Spogliazione di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, ha presieduto la Messa nella memoria liturgica del Beato Carlo Acutis, evidenziando che lui ha scelto la vita eterna”.
Infatti la domanda che il giovane ricco ha posto a Gesù è stata la stessa di Carlo Acutis: “Se pensiamo che anche Carlo era figlio di genitori facoltosi, viene spontaneo sentire riecheggiare questa domanda sulle sue labbra. Egli amava la vita in tutti i sensi. Tutto gli era caro, dalla natura allo sport, dalla musica al computer.
Aveva però compreso che le cose della terra, pur belle, sono passeggere. La risposta di Gesù al giovane ricco gli era entrata nel cuore: se vuoi la vita eterna, osserva i comandamenti. E Carlo i comandamenti di Dio li osservava. Li sentiva, quali sono, non catene che imprigionano, ma una segnaletica che assicura alla nostra vita un orizzonte e una meta”.
Il beato Carlo Acutis si lascia prendere dallo sguardo di Gesù, che non era stato colto dal ‘giovane ricco’: “Che cosa ci fu in quello sguardo è impossibile dirlo. Dovette essere uno di quegli sguardi che ti stringono come un abbraccio facendoti sentire unico al mondo, amato più di tutti, guarito fin nell’intimo, pieno di cielo.
Di fronte a quello sguardo, che certamente anche Carlo ha sperimentato, le vie si divaricano: il giovane del Vangelo si fa scuro in volto e volge le spalle, intrappolato dai suoi molti beni: Carlo, sceglie Gesù. Si innamora di quello sguardo intenso e divino, vedendolo nell’Eucaristia, sentendo che l’Ostia santa è veramente Gesù, da incontrare, adorare, mangiare, diventando una sola cosa con lui”.
Ecco il modo di guardare da altra angolazione la vita: “Quando si incontra Gesù, tutta la vita cambia. Non cambiano le cose che fai, cambia come le fai. Le cose restano le stesse, ma profumano di cielo. Possono essere, come fu nella vita di Carlo, i compiti di scuola o una partita di calcio, una melodia suonata al sassofono o una passeggiata in montagna, la realizzazione di un video clip o il prendere parte a una discussione, portare i cani a passeggio o accompagnare la mamma a fare la spesa, e mille altre cose proprie del quotidiano”.
In questo modo l’eternità entra nella vita quotidiana: “Ma nel passeggero puoi mettere l’eterno, e la vita si trasfigura. Si illumina persino su un letto di ospedale, mentre si muore. Può succedere quello che avvenne qui, dove Francesco passò, alla fine della sua vita, molti giorni prima di scendere alla Porziuncola incontro a ‘sorella Morte’. Qui, ai frati che lo attorniavano, chiese di cantare senza sosta il Cantico di Frate Sole. Anche Carlo, spogliato dalla leucemia di tutti i suoi sogni, si abbandonò all’abbraccio di Gesù”.
Ed il beato Acutis si lasciò ‘spogliare’ da Gesù come fece san Francesco: “Al Santuario della Spogliazione ricordiamo che Francesco si spogliò fino alla nudità, per dire che Gesù era il suo ‘tutto’ e compiere, leggero e nudo, la missione che gli era stata affidata di ‘riparare la Chiesa’. A Carlo è stato chiesto di lasciarsi spogliare addirittura della vita e della giovinezza, per fare con Gesù, non su questa terra, ma dal cielo, un lavoro che ha dell’incredibile, come influencer della santità, della gioia, della vita piena”.
Inoltre ha sottolineato l’imminente canonizzazione: “La Provvidenza ha voluto che la proclamazione della sua santità (la ‘canonizzazione’) avvenisse nell’anno del Giubileo che tra qualche mese comincerà. Sarà l’anno in cui dovremo recuperare, stando al tema indicato dal Papa, la speranza fondata su Gesù. Carlo è ancora beato. Ma ormai il segno dal cielo è arrivato, perché egli possa essere dichiarato Santo.
Un segno arrivato con la guarigione di una ragazza del Costa Rica, come tra qualche ora proprio un cantante del Costa Rica, Martin Valverde, ci ricorderà. Carlo sarà dunque presto ‘san’ Carlo. Ma questo titolo non lo sbalzerà ad un’altezza irraggiungibile. Al contrario, continueremo a sentirlo, proprio come si sente un amico, semplicemente, Carlo!”
Quindi per tale ricorrenza mons. Sorrentino ha composto una nuova preghiera, che potrà essere recitata da subito: “Carlo, sorriso di cielo per questa terra ferita e senza pace, noi lodiamo Dio per la tua vita semplice, gioiosa e santa. Tu hai accolto con fiducia di essere spogliato della tua giovinezza
per dedicarti in cielo, con Gesù e Maria, a una missione di amore senza confini. Riposando col tuo corpo mortale dove Francesco d’Assisi si spogliò d’ogni bene terreno, tu gridi con lui al mondo che Gesù è tutta la nostra gioia. Giovane pieno di sogni, attratto dalla natura, dallo sport, da internet, ma ancor più rapito dal miracolo di Gesù realmente presente nell’Ostia Santa, aiutaci a credere che egli è lì vivo e vero, mistica ‘autostrada’ che conduce al cielo, e insegnaci a contemplarlo con Maria,
nei misteri del Santo Rosario. Spiegaci, Carlo, che, al di là delle mode, solo Gesù, unendoci a sé, ci rende ‘originali e non fotocopie’, liberi davvero. Ottienici di saperlo incontrare in ogni creatura, ma soprattutto nei poveri, perché l’umanità sia più giusta e fraterna, ricca di bellezza e di speranza, a gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”.
Inoltre venerdì 11 ottobre nella città è stata inaugurata la mostra sui miracoli eucaristici realizzata dal beato Carlo Acutis, già stata presentata in 5 continenti e in 10.000 parrocchie, compresi alcuni santuari mariani come Fatima, Lourdes, Guadalupe, alla presenza di Andrea Acutis, padre del giovane beato millennial, che ha ricordato la passione del figlio per il tema dei miracoli in un’epoca in cui internet non era così diffuso ed anche viaggiare non si poteva fare con la stessa facilità di oggi:
“Se uno scopre che il Paradiso è la cosa più bella che si possa desiderare e che la nostra vita è destinata a questo, le altre cose si ‘ordinano’ in modo diverso… Carlo volle fare una mostra che aiutasse le persone a capire questi segni: non ci dovrebbe essere bisogno di segni, ma il Signore conosce la nostra debolezza e ogni tanto ci aiuta a fare attenzione a queste cose”.
(Foto: Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino)