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‘Piazza dei Mestieri’ per realizzare i sogni dei giovani

“In questi 20 anni di attività ‘Piazza dei Mestieri’ ha seguito ed avviato al lavoro migliaia di giovani, coinvolgendo docenti, istituzioni locali, imprenditori e famiglie, creando una formula innovativa ed efficiente. Dalla città di Torino la ‘Piazza dei Mestieri’ si è allargata anche a Catania e Milano, dimostrando così l’efficacia di un modello. Il lavoro costituisce un cardine del patto di cittadinanza su cui si fonda la nostra Costituzione. E’, insieme, realizzazione personale e partecipazione al destino comune della Repubblica.
Senza occupazione non c’è dignità. Senza lavoro si piomba nella marginalità e nella solitudine. L riscoperta dei ‘mestieri’, in questo senso, rappresenta un tassello importante per dare prospettive certe ai giovani, rimuovendo le cause economiche e sociali che ne impediscono una piena partecipazione alla vita civile”: con questa lettera del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha voluto raggiungere la Piazza dei Mestieri e tutti i partecipanti, si era conclusa a settembre la festa per il ventennale della fondazione.
Sono state oltre 2.500 le presenze al dialogo che si è dipanato attraverso 12 incontri in un dialogo in cui i giovani sono stati protagonisti interloquendo con le loro domande con gli autorevoli ospiti della settimana. Non sono mancati poi momenti di festa con serate dedicate alla musica (Jazz e Cabaret) e con eventi dedicati agli ex allievi per i quali in questi giorni è stata fondata un’associazione.
Un punto del modello ‘Piazza dei Mestieri’, che i relatori hanno sottolineato, è la sua capacità di essere stato capace di far emergere i talenti dei giovani accompagnandoli nel loro percorso educativo e di inserimento lavorativo, ma anche offrendo proposte per il loro tempo libero come, ad esempio, quelle del ricco cartellone di eventi culturali. Non basta vietare l’eccesso di uso del cellulare, ci vuole qualcosa cha attrae di più, servono luoghi che rispondano al desiderio di felicità dei giovani partendo da un abbraccio capace di accoglierli e di fargli sentire il loro valore, come ha concluso Dario Odifreddi, presidente del consorzio ‘Scuole Lavoro’ e fondatore di ‘Piazza dei Mestieri’:
“Creare un ponte tra formazione e lavoro per dar vita ai nuovi artigiani del futuro. E’ con questo obiettivo che nasceva a Torino ‘Piazza dei Mestieri’, un’esperienza purtroppo unica in Italia. Ogni anno ‘Piazza dei Mestieri’ prepara per il mondo del lavoro cuochi, parrucchieri, maitre di sala, tecnici Ict e grafici, con un occhio attento anche alla prevenzione del disagio giovanile e alla lotta alla dispersione scolastica, perché il lavoro serve per l’educazione… Occorre trasmettere la passione al lavoro, perché esso educa alla libertà ed insegnare un lavoro forma ad essere uomo”.
Era il 26 ottobre 2004 quando a Torino si inaugurava la ‘Piazza dei Mestieri’. In questi vent’anni la ‘Piazza’ è diventata non solo un luogo di educazione e di crescita dei più giovani, ma anche un luogo di incontro per le famiglie e per gli adulti del territorio, un luogo di accoglienza per stranieri e persone in difficoltà, un luogo di cultura e di buon cibo, riproducendo così il modello di piazza dei comuni della tradizione italiana.
Ogni anno la Piazza dei Mestieri, nelle sedi di Torino (2004), Catania (2012) e Milano (2022), accoglie migliaia di giovani italiani e stranieri, che vogliono imparare un mestiere e trovare un lavoro. Nascono così i panettieri, i cioccolatieri e i birrai, i cuochi e i camerieri, i grafici e gli informatici, le acconciatrici ed i barber del futuro:
“Per raggiungere questi risultati sono stati necessari la passione, la dedizione, il lavoro e la gratuità delle tante persone che ogni giorno lavorano fianco a fianco con i ragazzi, veri e propri ‘Maestri’ che si implicano totalmente con la loro vita e con le loro problematiche. Altrettanto decisiva è stata, e sarà, l’alleanza con gli imprenditori e le istituzioni del territorio con cui si è costruita una grande alleanza affinché educazione e lavoro diventino parte di un unico processo educativo”.
Negli anni ‘Piazza dei Mestieri’ ha creato sia un ristorante, finito sulla guida Michelin, che un pub, premiato per le sue birre; poi anche un centro di acconciatura ed estetica; inoltre con ‘Piazza dei Mestieri’ è nato un Istituto Tecnico Superiore, premiato dal Ministero dell’Istruzione. E per favorire l’inserimento lavorativo degli allievi, è nato un Job Center, che segue i ragazzi nei due anni successivi al diploma:
“C’è un’enorme domanda di mestieri tradizionali… La differenza oggi è che vanno rivisti in chiave innovativa, moderna e tecnologica. Fare il maitre o lo chef non può essere uguale a 20 anni fa. I mestieri servono tantissimo, ma non serve riprodurre una cosa vecchia, in quanto oggi un cuoco deve conoscere anche le lingue e le intolleranze alimentari ed un idraulico i materiali più innovativi sul mercato”.
A lui chiediamo di raccontarci la responsabilità educativa degli adulti nei confronti dei ragazzi: “Sfidare la loro libertà, incoraggiarli a scoprire i loro talenti, aiutarli a percepirsi protagonisti della loro vita e di quella del tempo a cui appartengono. Dobbiamo stare nudi davanti a loro, senza uno sguardo moralista e scettico. Per questo la prima responsabilità di noi adulti non è quella verso i nostri giovani, ma quella verso noi stessi, perché siamo noi per primi che dobbiamo riscoprire la positività della vita e del reale”.
I giovani soffrono il ‘male di vivere’?
“Si, hanno molta paura del loro futuro, temono di restare delusi e di deludere le persone a cui vogliono bene. Così tante volte si ritirano dalle sfide che la realtà pone loro di fronte. E’ come se il naturale slancio della gioventù, desideroso di costruire, di scoprire cosa si sta a fare al mondo, di porsi le grandi domande sul senso della vita, fosse imbrigliato da una nebbia che oscura l’orizzonte”.
In quale modo è possibile non mortificare i ‘sogni’ dei giovani?
“Innanzitutto, noi adulti dobbiamo smetterla di lanciare segnali negativi, di dirgli che saranno una generazione che vivrà peggio di noi, che li aspetta un mondo di precarietà, che saranno sopraffatti dalle grandi transizioni in atto. Smettiamo di compiangerli, mettiamoci al loro fianco per aiutarli a scoprire che la vita è un dono destinato a una grande avventura e che nessuna contraddizione ci può togliere il gusto del vivere e di scoprire il nostro destino”.
Perché ‘Piazza dei Mestieri’?
“Venti anni fa ci accorgevamo che tanti adolescenti si perdevano per strada, bisticciavano con la scuola, entravano nel loop dell’abbandono scolastico, perdevano la fiducia nella vita e in molti casi finivano per vivere ai margini della società, talvolta scivolando verso le diverse forme di devianza e di dipendenza. Invece di fare analisi abbiamo deciso di mettere le mani in pasta e di farci compagni del loro cammino”.
Quali sono le origini di ‘Piazza dei Mestieri’?
“Risalgono a molo tempo fa quando con un gruppo di amici universitari che condividevano l’esperienza cristiana ci siamo trovati di fronte alla contraddizione. Nel 1986, in una gita in montagna con più di 300 universitari, il nostro amico più caro, Marco Andreoni, per il distacco di una grossa pietra su cui si trovava, precipitava e moriva. Dopo la rabbia ed il dolore si è fatto strada in noi il desiderio di spendere la vita per qualcosa che valesse la pena. Così il gruppo degli amici più cari ha sempre conservato nel cuore di fare qualcosa di utile da dedicare a Marco. Dopo la laurea siamo andati a lavorare in posti diversi e dopo diversi anni è nata l’occasione per costruire una realtà educativa. E’ nata così la Piazza dei mestieri Marco Andreoni”.
Dopo 20 anni, come si può descrivere ‘Piazza dei Mestieri’?
“Un luogo, a Torino a Catania e a Milano, per i giovani adolescenti, soprattutto per quelli più in difficoltà; un luogo in cui si sviluppano percorsi formativi incentrati sui Mestieri (panettieri, pasticceri, cioccolatieri, birrai, cuochi, camerieri, acconciatori, grafici, informatici) e in cui si può fare un’esperienza reale di lavoro grazie al fatto che abbiamo aperto un ristorante, un pub, un salone di acconciatura, e poi produciamo birra, pane, cioccolato, etc. Tutte attività aperte al pubblico. Un modello innovativo in cui educazione e lavoro vanno a braccetto. Questo è fondamentale per permettere un reale inserimento nel mondo del lavoro.
Un luogo di accoglienza per gli stranieri, di sostegno alla rete di scuole del territorio, un luogo dove si fa anche cultura (facciamo più di 70 eventi culturali ogni anno) e ci si diverte. Nel 2023 abbiamo accolto e accompagnato oltre 11.000 giovani. Ma soprattutto è una casa a cui si può sempre tornare (c’è anche l’associazione ex allievi). Perché ognuno dei nostri ragazzi è come una stella che incontra tante difficoltà nel suo cammino e che ha sempre bisogno di un luogo che la aiuta a riaccendersi a ripartire. Un luogo che ti aspetta e che ti abbraccia qualunque cosa tu abbia fatto o vissuto”.
(Foto: Piazza dei Mestieri)