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Papa Francesco: lo Spirito Santo consente la preghiera

“Ho voluto salutare la Virgen de los Desamparados, la Madonna che si prende cura dei poveri, la patrona di Valencia, Valencia che soffre tanto, e anche altre parti della Spagna, ma soprattutto Valencia, che è sotto l’acqua e soffre. Ho voluto che fosse qui, la patrona di Valencia. Questa immagine che gli stessi valenciani mi hanno regalato. Oggi, in modo speciale, preghiamo per Valencia e per altre zone della Spagna che stanno soffrendo per l’acqua”: è stato il pensiero di papa Francesco prima della catechesi per ricordare i morti dei nubifragi in Spagna.
Pensiero ritornato a conclusione dell’udienza generale con l’invito a pregare anche per le popolazioni succubi della guerra: “E preghiamo per la pace. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, che soffre tanto; non dimentichiamo Gaza e Israele. L’altro giorno sono stati mitragliati 153 civili che andavano per la strada. E’ molto triste. Non dimentichiamo il Myanmar. E non dimentichiamo Valencia né la Spagna. Per questo, come ho detto, c’è oggi, presiede, la Virgen de los Desamparados, la Madonna de Desamparados, che è la patrona di Valencia. Vi invito a pregare per Valencia un Ave Maria a Lei. Ave Maria”.
E continuando la catechesi sullo Spirito Santo il papa ha incentrato la riflessione sul rapporto tra Spirito Santo e preghiera: “L’azione santificatrice dello Spirito Santo, oltre che attraverso la Parola di Dio e i Sacramenti, si esplica nella preghiera, ed è a questa che vogliamo dedicare la riflessione di oggi: la preghiera. Lo Spirito Santo è nello stesso tempo soggetto e oggetto della preghiera cristiana. Egli, cioè, è Colui che dona la preghiera ed è Colui che è donato dalla preghiera”.
Quindi tra preghiera e Spirito Santo esiste un rapporto ‘intimo’ e libero: “Noi preghiamo per ricevere lo Spirito Santo e riceviamo lo Spirito Santo per poter pregare veramente, cioè da figli di Dio, non da schiavi. Pensiamo un po’ a questo: pregare da figli di Dio, non da schiavi. Si deve pregare sempre con libertà… La preghiera è libera. Tu preghi quando lo Spirito ti aiuta a pregare.
Tu preghi quando senti nel cuore il bisogno di pregare; e quando non senti nulla, fermati e domandati: perché non sento la voglia di pregare, cosa succede nella mia vita? Sempre, la spontaneità nella preghiera è quello che ci aiuta di più. Questo vuol dire pregare da figli, non da schiavi”.
La preghiera consente la discesa dello Spirito Santo: “C’è, a questo riguardo, una parola ben precisa di Gesù nel Vangelo: ‘Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!’ Ognuno di noi ai piccolini sappiamo dare le cose buone, siano i figli, siano i nipoti o gli amici. I piccolini sempre ricevono da noi cose buone. E come il Padre non darà lo Spirito a noi?
E questo ci dà coraggio e possiamo andare avanti. Nel Nuovo Testamento vediamo lo Spirito Santo discendere sempre durante la preghiera. Scende su Gesù nel battesimo al Giordano, mentre ‘stava in preghiera’ e scende a Pentecoste sui discepoli, mentre ‘erano perseveranti e concordi nella preghiera’”.
La preghiera permette l’azione dello Spirito Santo: “E’ l’unico ‘potere’ che abbiamo sullo Spirito di Dio. Il potere della preghiera: lui non resiste alla preghiera. Preghiamo e viene. Sul Monte Carmelo i falsi profeti di Baal (ricordate quel passo della Bibbia) si agitavano per invocare il fuoco dal cielo sul loro sacrificio, ma non accadde nulla, perché erano idolatri, adoravano un dio che non esiste; Elia si mise in preghiera e il fuoco scese e consumò l’olocausto. La Chiesa segue fedelmente questo esempio… E lo fa soprattutto nella Messa perché discenda come rugiada e santifichi il pane e il vino per il sacrificio eucaristico”.
Purtroppo non sappiamo pregare: “Il motivo di questa debolezza della nostra preghiera veniva espresso in passato in una sola parola, usata in tre modi diversi: come aggettivo, come sostantivo e come avverbio. E’ facile da ricordare, anche per chi non sa di latino, e vale la pena tenerlo a mente, perché da solo contiene un intero trattato. Noi esseri umani, diceva quel detto, ‘mali, mala, male petimus’, che vuol dire: essendo cattivi (mali), chiediamo cose sbagliate (mala) e in modo sbagliato (male)”.
Quindi la preghiera è invocazione allo Spirito Santo: “E’ proprio nella preghiera che lo Spirito Santo si rivela come “Paraclito”, cioè avvocato e difensore. Non ci accusa davanti al Padre, ma ci difende. Sì, ci difende, ci convince del fatto che siamo peccatori, ma lo fa per poterci far gustare la gioia della misericordia del Padre, non per distruggerci con sterili sensi di colpa. Anche quando il nostro cuore ci rimprovera di qualcosa”.
Attraverso la preghiera lo Spirito Santo intercede: “Lo Spirito Santo intercede per noi e ci insegna anche a intercedere, a nostra volta, per i fratelli; ci insegna la preghiera di intercessione: pregare per questa persona, pregare per quel malato, per quello che è in carcere, pregare…; pregare per la suocera pure, e pregare sempre, sempre. Questa preghiera è particolarmente gradita a Dio perché è la più gratuita e disinteressata. Quando ognuno prega per tutti, avviene (lo diceva sant’Ambrogio) che tutti pregano per ognuno; la preghiera si moltiplica. La preghiera è così”.
(Foto: Santa Sede)