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XXX Domenica Tempo Ordinario: Coraggio, alzati! Gesù ti chiama

Gerico, dopo Gerusalemme, era la città più importante della Palestina: ‘Paese divino dove nascono le cose più belle e più rare’, così la descrive lo storico Giuseppe Flavio. Seduto a mendicare lungo la strada che va verso Gerusalemme, mentre Gesù passava con i suoi discepoli e una grande folla, si era fermato Bartimeo: un uomo triste, che aveva perduto la vista e con essa ogni fiducia e speranza.

Avuto sentore che stava passando nella stessa via Gesù di Nazareth, Bartimeo, il povero cieco, raccoglie tutte le sue forze per gridare: ‘Figlio di David, Gesù, abbi pietà di me’. E’ il grido di aiuto che nasce dalla angoscia naturale di chi non vede perchè cieco, mentre la gente attorno è serena, non tollera sentire le sue grida e lo invita a stare zitto. Il cieco non si rassegna e nel suo cuore nutre la speranza di incontrarsi personalmente con Gesù, di cui aveva sicuramente sentito parlare. non si abbandona alla disperazione, ma una luce nel suo cuore lo invita a sperare.

Non conosce Gesù ma il suo udito, reffinato dalla sofferenza, gli fa cogliere il momento propizio; Gesù stava passando, era vicino, e Bartimeo grida: ‘Abbi pietà di me’! Gesù si ferma, guarda attorno e lo chiama. Bartimeo, resosi conto del momento propizio, rinsalda la sua speranza e, gettato  via il mantello, si presenta davanti a Gesù. ‘Cosa vuoi che io faccia per te?’, chiede  Gesù e il cieco risponde subito: ‘Rabbunì, che io veda di nuovo!’

Gesù di rimando: ‘Vai, la tua fede ti ha salvato’. Bartimeo ci insegna a non disperare mai, ma ad aver fede vera. Guai nella vita a fermarsi dietro una sterile litania di lamentazioni; guai a perdere la speranza di un incontro con Dio.

Ma, come Bartimeo, è necessario gettare il mantello, l’uomo vecchio; avere il coraggio di balzare in piedi   nella piena consapevolezza che niente è impossibile a Dio e Gesù è misericordioso ed amabile. Ringraziamo sempre Dio per la vista che ci ha donato non solo del corpo ma anche quella dell’anima e, come il cieco di Gerico, riacquistata la vista, ‘prese a seguirlo’, così  chi ha fede vera deve seguire Cristo Gesù, deve aiutare gli altri fratelli a vedere: essere un apostolo di Gesù testimoniando la propria fede con le parole e le opere.

Noi oggi ringraziamo Dio per la vista dell’anima, per la nostra fede in Cristo Gesù; ma è necessario  l’impegno di aiutare i fratelli a vedere, scoprire e seguire  Gesù. Quanti ciechi forse incontriamo ogni giorno nella via: sono ciechi che con il loro grido inconscio gridano contro lo stesso Cristo; hanno perduto ogni speranza, hanno solo bisogno di testimonianza viva. 

Il cristiano vero non può e non deve soffocare tale grido e, come Gesù si è fermato nella via di Gerico, così io, tu, amico che leggi o ascolti, dobbiamo testimoniare l’amore misericordioso di Dio con la parola e la testimonianza della vita. Dobbiamo imparare, in questo anno del sinodo popolare, a riscoprire la dimensione sacerdotale di popolo del Signore. Il Vangelo oggi ci interpella sulla nostra dimensione personale ma anche sociale, ecclesiale, politica ed economica.   

Non sono energie sprecate, né risorse buttate al vento quando ci scopriamo ‘Chiesa viva, popolo di Dio nella dimensione sacerdotale’. Guai a me se non predico, se non evangelizzo, se non annuncio con la parola e la testimonianza di vita l’amore di Dio per l’uomo. Il vero cristiano è chiamato ad essere vero apostolo, come ha chiaramente evidenziato Gesù agli Apostoli dicendo: ‘Come il Padre ha mandato me, io mando voi’.  

Sulla via di Gerico, sulle nostre vie, ieri come oggi, quanti ciechi gridano implorando aiuto: sono uomini e donne, giovani ed adulti che hanno perduto la vista, la vista dell’anima, e da qui la disperazione che si coglie dai loro occhi e il ricorso spesso alla droga, all’alcool, al giuoco, alla perversione e talvolta anche al suicidio. Non si può rimanere sordi o fingere di non vedere.    

Il sacerdozio comune legato al Battesimo di tutti i fedeli e il sacerdozio ministeriale anche se cose distinte non sono separabili  per cui sant’Agostino poteva dire: ‘per voi sono Vescovo, con voi sono cristiano’. E’ necessario oggi più che mai aprire il cuor, l’udito, la vista verso il fratello, che incontriamo sulla via di Gerico, ed implora con gli occhi pieni di tristezza. Se tu sei in alto devi fare luce e non puoi fare i tuoi comodi; la gente ti guarda, ti osserva, ti scruta; se qualcuno è stato generoso con te, tu non puoi essere avaro con gli altri.

Come vuoi che la gente non si lamenta se tu invece di fare luce sei un   buio pesto?. Se una lucerna non fa luce, non serve a nulla e si butta; se un fiore è solo appassito, lo si calpesta e si butta nella pattumiera, se una bandiera è solo un cencio, si butta via. Suvvia, siamo oggi tutti mendicanti di gioia, di pace , di amore; allora vogliamoci bene: questo è incontrare Cristo Gesù sulla via di Gerico. La Madonna, la Vergine orante e madre nostra cara, ci insegni a rivolgerci a Dio con piena  fiducia, sicuri che Egli ascolta  con infinito amore la nostra preghiera.    

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