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Papa Francesco: la guerra è un inganno

“Vi ringrazio di essere qui, provenienti da molte parti del mondo, per il Meeting mondiale sulla fraternità umana. Ringrazio la Fondazione ‘Fratelli tutti’, che si propone di promuovere i principi esposti nell’Enciclica, ‘per suscitare intorno alla Basilica di San Pietro e all’abbraccio del suo colonnato iniziative legate alla spiritualità, all’arte, alla formazione e al dialogo con il mondo’. In un pianeta in fiamme, vi siete riuniti con l’intento di ribadire il vostro ‘no’ alla guerra e ‘sì’ alla pace, testimoniando l’umanità che ci unisce e ci fa riconoscere fratelli, nel dono reciproco delle rispettive differenze culturali”.
Lo ha detto stamattina papa Francesco ricevendo in udienza i partecipanti a ‘#BeHuman, Meeting mondiale sulla fraternità umana’ organizzato dalla Fondazione ‘Fratelli tutti’, ricordando il discorso di Martin Luther King in occasione del conferimento del Premio Nobel per la Pace nel 1964:
“In proposito, mi vengono alla mente le parole di un celebre discorso di Martin Luther King, quando disse: ‘Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli’. E’ proprio così. E allora ci domandiamo: come possiamo, concretamente, tornare a far crescere l’arte di una convivenza che sia davvero umana?”
A tale domanda ha proposto l’atteggiamento della compassione attraverso la parabola del ‘buon samaritano’: “Vorrei riprendere l’atteggiamento-chiave proposto in Fratelli tutti: la compassione. Nel Vangelo Gesù racconta di un samaritano che, mosso da compassione, si avvicina a un giudeo che dei briganti hanno lasciato mezzo morto sul bordo della strada.
Guardiamo questi due uomini. Le loro culture erano nemiche, le loro storie diverse e conflittuali, ma uno diventa fratello dell’altro nel momento in cui si lascia guidare dalla compassione che prova per lui – potremmo dire: si lascia attrarre da Gesù presente in quell’uomo ferito”.
E’ stato un incoraggiamento per i lavori pomeridiani ed un invito a non scoraggiarsi: “Ho apprezzato questa scelta e vi incoraggio ad andare avanti nel vostro lavoro di semina silenziosa. Da esso può nascere una ‘Carta dell’umano’, che includa, insieme ai diritti, anche i comportamenti e le ragioni pratiche di ciò che ci rende più umani nella vita”.
Ha anche ringraziato coloro che lo scorso anno hanno partecipato per dare vita ad una dichiarazione: “In particolare, desidero ringraziare il gruppo degli illustri Premi Nobel presenti, sia per la Dichiarazione sulla fraternità umana elaborata il 10 giugno dello scorso anno, sia per l’impegno che avete assunto quest’anno nella ricostruzione di una ‘grammatica dell’umanità’, su cui basare scelte e comportamenti. Vi esorto ad andare avanti, a far crescere questa spiritualità della fraternità e a promuovere, con la vostra azione diplomatica, il ruolo degli organismi multilaterali”.
Ed è stato chiaro nell’affermazione che la guerra è un inganno: “La guerra sempre è una sconfitta, così come l’idea di una sicurezza internazionale basata sul deterrente della paura. E’ un altro inganno. Per garantire una pace duratura occorre tornare a riconoscersi nella comune umanità e a porre al centro della vita dei popoli la fraternità”.
Solamente la fraternità può garantire la convivenza tra i popoli: “Solo così riusciremo a sviluppare un modello di convivenza in grado di dare un futuro alla famiglia umana. La pace politica ha bisogno della pace dei cuori, affinché le persone si incontrino nella fiducia che la vita vince sempre su ogni forma di morte”.
(Foto: Santa Sede)