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Dibattito sui presunti fenomeni ‘soprannaturali’ e di plagio: giurisprudenza e magistero della Chiesa cattolica

Condivido l’opinione del citato magistrato in base alla quale si tratta di un contorno assai inquietante di situazioni criminali che fanno perno sulla mente organizzativa di un soggetto che è stato definito variamente come santone, guida spirituale, gran sacerdote, maestro, mago, stregone, tutte figure manipolatrici degli affetti e delle emozioni degli aderenti, normalmente assai vulnerabili per la loro fragilità ed emotività caratteriale, spesso dediti all’uso di droga e sovente portatori di sindrome psicopatologiche non conclamate.
Siffatta manipolazione consiste principalmente nel far perdere agli adepti della setta satanica il loro contatto con la realtà e con la quotidianità delle consolidate relazioni affettive e a radicalizzarli nell’esclusivo rapporto con il dio satana , generatore di ogni delizia umana in cambio della loro assoluta devozione nei suoi confronti. Indubitabilmente il “santone” della setta ha un pericoloso carisma umano di grande portata e notevoli conoscenze psicologiche con le quali riesce a condizionare la mente dei singoli asservendoli alla sua volontà di capo investito di tale funzione direttamente dal dio demonio ( una specie di papa del male), distruggendo progressivamente le convinzioni e le sicurezze precedenti dell’individuo e soprattutto la sua capacità decisionale.
Il menzionato magistrato puntualizza, come già da me ipotizzato, che si potrebbe imputare a tale losco individuo il delitto previsto dall’art. 600 del codice penale e cioè la riduzione in schiavitù nei confronti degli adepti della setta , secondo il quale. “Chiunque esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà ovvero chiunque riduce o mantiene una persona in uno stato di soggezione continuativa , costringendolo a prestazioni lavorative, o sessuali ovvero all’accattonaggio o comunque a prestazioni che ne comportino lo sfruttamento, è punito con la reclusione da otto a venti anni” .
Tale imputazione sarebbe facilmente utilizzabile qualora nel gruppo satanico partecipassero dei minorenni. Invero essi sovente sono fragili psicologicamente, sentendosi inadeguati a gestire la loro vita per tutti i problemi esistenziali di rapporto conflittuale con la famiglia, spesso già di per sé disgregata, e la scuola, che sembrano sommergerli drammaticamente. Spesso sono affascinati dalla magia nera e dal potere dell’occulto che trovano sui social informatici, i quali sovente vengono utilizzati per il loro adescamento e arruolamento nel proselitismo satanico (nessuno ha segnalato in questo testo un “procurato allarme”) Ed è allora che nel loro orizzonte compare questa spregevole figura di “gran sacerdote” che, approfittando della loro debolezza, li plagia facendoli sentire importanti nella setta in cui vengono introdotti in quanto portatori di un messaggio verso una entità suprema, satana, il presunto donatore di potenza e immortalità (????).
E dal gruppo di adepti, già previamente manipolati dal “santone”, trovano sostegno e incoraggiamento, si sentono completamente accettati per quello che sono, anche per i loro difetti che consistono spesso in situazioni di aggressività alternate talora a lunghi silenzi. Sicuramente le droghe, l’alcool e il sesso smodato, e sovente violento, offerti dal capo e dagli altri aderenti convertiti alla setta finiscono per convincerli di aver fatto la scelta giusta: pare loro quasi di essere in un paradiso terrestre del male! ( sic!!!!)
Molti adepti , una volta scoperti dall’autorità di Polizia, hanno ammesso di essere stati psicologicamente costretti ad aderire al gruppo satanico per la loro fragilità dovuta a depressioni per vari eventi traumatici della vita (quali lutti familiari, malattie, delusioni amorose). Molti hanno dichiarato di aver abbracciato il satanismo volte dopo essersi allontanati dal cristianesimo per protesta per il mancato miracolo non concesso loro dal Dio Padre buono. Su questa umana fragilità il capo carismatico della setta satanica ha operato con grande furbizia creando una subdola rete di supporto e di controllo relazionata sempre alla figura esoterica del demone che dona subito, di gran lunga prima della morte, l’accesso alla felicità eterna. Su questo ingannevole e drammatico equivoco vive lo stigma del satanismo!
Il controllo principale della personalità del nuovo adepto da parte del santone viene corroborato da quello degli aderenti più anziani che partecipano attivamente al completo plagio del novizio che deve dimostrare di essere all’altezza di questa sua appartenenza, venendo spesso messo alla prova o con la commissione anche di reati, ma soprattutto facendogli praticare l’esercizio di una sessualità violenta e orgiastica, talora con il rischio della sua stessa vita, nel caso di sette che propugnano come fine ultimo il suicidio nell’abbraccio immortale di un onnipotente satana.
Il nuovo adepto alla setta riceve in tal maniera, spesso senza rendersene conto, un gravissimo abuso emotivo mediante richieste di condotte malvagie che di fatto lo legano completamente al potere assoluto della setta che opera su di lui un vero e proprio lavaggio del suo cervello. In particolare siffatto abuso lede gravemente i partecipanti minori ai gruppi satanici in cui essi vengono utilizzati come strumenti all’interno della setta , veicolati in cimiteri nottetempo per profanare tombe distruggendo i crocefissi simboli dell’odiato Dio, costretti all’uso di alcool e stupefacenti, alla partecipazione di violenze sessuali di gruppo e talora di sacrifici umani .
Molti giovanissimi hanno ritenuto di risolvere i loro problemi esistenziali conflittuali con se stessi e con il mondo circostante mediante la magia nera e il satanismo, anche tramite la musica aggressiva, denominata metal (in particolare il rock satanico del cantante Marylin Manson , cantante trasgressivo, cinico e violento nei suoi testi musicali), divenendo così dipendenti da una specie di folle entusiasmo finalizzato all’esercizio del male.
Ma sicuramente il gioco dell’esoterismo, appreso attraverso i social, può affascinare e ingannare gli adolescenti pervasi da depressione o da rabbia e ribellione nei confronti della loro quotidianità, facendoli talora ritrovarsi in balia di crimini satanici, per curiosità di un “gioco mortale”, come ha sottolineato la cronaca nera dei mass media, ingannevole gioco che li ha resi inconsciamente dipendenti dagli altri adepti, tanto da essersi perfettamente adattati e integrati con questi, anche nel commettere gravissimi reati quali lo stupro di gruppo o l’omicidio.
Significativo è il famoso caso giudiziario dell’omicidio della suora Laura Mainetti, di anni 61, madre superiora di un istituto religioso che alloggiava giovani sbandati, uccisa il 7 giugno del 2000, martoriata da diciassette coltellate nel parco delle marmitte giganti alla periferia di Chiavenna, piccola località montana di villeggiatura in provincia di Sondrio da tre ragazze minorenni: Ambra di sedici anni, Milena e Veronica di diciassette anni. Nel processo – che portò alla condanna di Ambra a dodici anni e quattro mesi in quanto riconosciuta come l’ideatrice e la regista dell’efferato crimine, mentre alle sue due complici venne irrogata una pena di otto anni e mezzo di reclusione per il riconoscimento della seminfermità mentale – si accertò che la motivazione scatenante che aveva indotto le tre minorenni (imbevute di conoscenze e ritualità di stile satanista) ad uccidere una persona buona, che non avevano mai conosciuto prima del fatto, era stato soltanto un puro gioco macabro e satanico in quanto la povera suora rappresentava in terra l’odiatissimo Dio Padre, un simbolo pertanto da abbattere in quanto tale perché odiato dal gran signore delle tenebre, l’unico che, a loro dire, concedesse l’immortalità agli umani e per il quale era giusto sacrificare una vittima umana sua nemica. Di fronte ad inquietanti casi come questo occorre sempre di più prevenire nei limiti del possibile i legami dei nostri giovanissimi con le malevole sirene delle sette in generale e sataniche in particolare ( affermazioni analoghe formulate da Mons. Priola).
Ovviamente bisogna attuare un programma serio di rivisitazione dei principali concetti educativi da parte della famiglia , della scuola e delle altre istituzioni ( penso/spero che si riferisca alla Chiesa cattolica ) aggregative del territorio alla luce della “concorrenza sleale” da parte della chatto -(disin)formazione informatica dei giovani. Siffatta educazione deve soprattutto tendere a controllare l’uso informativo della rete e dei suoi siti dedicati purtroppo al fenomeno delle sette sataniche (facenti parte della cosiddetta “black list” cioè lista nera, insieme a tanti altri in tema di pedofolia , droga, pedopornografia ecc.), mediante una responsabile indicazione da parte degli adulti di riferimento della estrema pericolosità di siffatti siti e un dialogo aperto all’ascolto fra genitori e figli sui fondamentali temi del vivere umano quali la libertà, la responsabilità, la giustizia, la solidarietà e la felicità”).
Di conseguenza (evidenzia il citato relatore del menzionato simposio alla Penitenzieria apostolica), è moralmente necessario che ogni Sacerdote conosca ciò che potrà servirgli per un primo discernimento sulla reale situazione del fedele circa possibili azioni demoniache straordinarie, ribadendo ancora una volta che il discernimento del Sacerdote in cura d’anime non ha come fine quello di acquisire la certezza morale dell’azione diabolica straordinaria, cosa che – come già detto- compete al solo Sacerdote Esorcista, ma ha lo scopo di verificare se ci sono le condizioni per consigliare, o addirittura sollecitare una persona a rivolgersi ad un Sacerdote Esorcista autorizzato dal Vescovo. Su questo punto è davvero importante avere le idee chiare.Tutto pubblicamente acclarato ed annunciato recentemente anche da Papa Francesco (cfr. https://www.avvenire.it/papa/pagine/papa-francesco-il-diavolo-attacca-tutti-e-semina-zizzania-libro “Il volume ospita la testimonianza di una suora indemoniata che ha ricevuto un esorcismo. In essa si legge che il demonio parlando di lei avrebbe detto: La odio, parla sempre male di me…” ).Sulla base di quanto finora illustrato, per comprendere meglio queste vicende umane, pur considerandomi io meno di niente, ritengo necessario ispirarci nelle nostre riflessioni in merito agli insegnamenti del nostro unico Maestro “ Pietro abbandoni, dunque, la sua illusoria concezione di un messianismo fatto solo di gloria e di successo, e si metta umilmente dietro al suo Signore, salendo la strada erta e irta di prove del Golgota. È questo il vero discepolato, altrimenti si è avversari “satanici” di Cristo. La via della croce comincia, perciò, già in quel momento e Pietro ( il primo Pontefice) è invitato a essere il seguace del suo Maestro, “andando dietro a lui”, pronto anche a «perdere la propria vita per causa mia», come dirà ancora Gesù, così da “trovarla” in un altro modo più alto e intenso…( cfr. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://cisf.famigliacristiana.it/chiesa/blog/la-bibbia-in-un-frammento_1/vade-retro.aspx&ved=2ahUKEwiUtqS5_JaFAxXtgP0HHQ5fAU44FBAWegQIAxAB&usg=AOvVaw321iyHI3mjTlen5gW-K8xe ), cioè nel figlio unigenito di Dio.
Se non recepiamo questi concetti capiremo fischi per fiaschi (operando come i farisei ipocriti che sanno tutto di tutto, probabilmente simili a scettici/atei/agnostici/eretici esistenti ieri, oggi e domani, come alcuni “tuttologi” che esprimono senza approfondimenti necessari, in ordine ai presunti casi di “possessione”, le loro convinzioni oppositive all’esistenza del diavolo, ma approvative di “delirio mistico” od altre ipotesi simili, come le affermazioni della loro identificazione ai “fratelli di Dio” (Il Signore onnipotente ed onnisciente ha dei parenti collaterali ??? cfr. https://youtu.be/5L03hrtLjM0?t=1041 ).
Molte sono le contrastanti opinioni di studiosi della materia, un noto sociologo ha sottolineato in questi ultimi giorni “Plagiati, manipolati psicologicamente, abusati, ridotti in schiavitù da truffatori, adesso l’epilogo è stato ancora più grave con un triplice omicidio che ha scosso gli italiani. In Sicilia non esiste una stima precisa delle vittime, anche se sarebbero migliaia coloro i quali sono caduti nella trappola dei tanti guru che popolano un mondo ancora oscuro, nascosto dietro all’idea di una falsa religione. «Siamo davanti all’esplosione del sacro che si frammenta in mille rivoli – continua il direttore del Cesnur -. Il presunto assassino non frequentava più la chiesa pentecostale.. (cfr. https://palermo.gds.it/articoli/societa/2024/02/13/la-strage-di-altavilla-il-sociologo-direttore-del-cesnur-in-questo-caso-il-satanismo-non-centra-599d31d9-f5ed-44d2-8197-7b9837be7e8d/ ).
Tuttavia, rammentiamo sempre che “In tutto questo c’è, come sottolineava Charles Baudelaire, l’invisibile azione del diavolo ( tali affermazioni non furono mai qualificate “procurato allarme”) che ha fatto perdere con il tempo la percezione della sua esistenza….” ( cfr. https://www.lalucedimaria.it/capolavoro-del-diavolo-aver-convinto-tutti-non-esiste/ ).
In tali contesti, se siamo veramente cattolici cristiani e crediamo realisticamente alle opere miracolose di Gesù Cristo, figlio dell’Altissimo, vero Dio e vero uomo, della stessa sostanza del Padre, è rilevante recepire la figura concreta del diavolo ed in particolare quando trasforma un essere umano in un “indemoniato”, posizione spesso richiesta dall’individuo stesso che suppone di essere titolare di un potere decisionale assoluto che gli consente di alienare la propria anima come corrispettivo per ottenere, successo, potere, benefici, risorse, vantaggi illeciti e perfino inverosimili (immortalità? Ricordate “ Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde?) e soprattutto tradendo il Signore, suo creatore.
Tale impostazione ( da nessuno qualificata “procurato allarme”) viene delineata anche da questo alto Prelato ( il Vescovo Mons. Antonio Riboldi che ha scritto il libro ” Tempo di coraggio – Oggi come ieri” raccoglie riflessioni e discorsi sulle sue esperienze riguardanti le cause e gli effetti derivanti da determinati comportamenti delittuosi e maligni, cfr. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.famigliacristiana.it/articolo/dal-belice-ad-acerra-contro-soprusi-e-mafie-monsignor-antonio-riboldi-il-vescovo-scomodo.aspx&ved=2ahUKEwiBhNrJ45GFAxXf9LsIHbS4B_4QFnoECBwQAQ&usg=AOvVaw0YC57bMVXu-KbKA3n6svEa ) nel commentare la pericope evangelica sulle “ tentazioni di Gesù nel deserto “. Essa è collegata a quella, a proposito di satana, su cui è stato imperniato il commento del Vangelo Mt 16,21-27 “In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso.
Conseguentemente vi invito a leggere l’autorevole commento sulla citata pericope evangelica Mt 16,21-27 in cui si evoca la condanna e la crocifissione di Gesù “ Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma Gesù, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.vaticannews.va/it/vangelo-del-giorno-e-parola-del-giorno/2023/09/03).
Sul piano giuridico, ad ulteriore conferma del nostro assunto si sottolinea che “la sanzione applicata, la morte per crocifissione, corrisponde a una pratica romana e in particolare alla previsione della lex Julia maiestatis del 46 a.C. in riferimento al crimen lesae maiestatis; tuttavia la legge era applicabile solo nei riguardi di cittadini romani, e quindi Ponzio Pilato nei confronti di Gesù poteva esercitare semmai una forma di coercitio e non certo di jurisdictio. Da ultimo, si dubita che si sia trattato di un vero e proprio processo in ragione della riscontrata assenza del suo esito necessario secondo il rito: non viene pronunciata una sentenza di condanna nei confronti di Gesù, ma questi è semplicemente consegnato alla morte in croce.
Proprio l’assenza di una sentenza di condanna condensa in sé il tratto di “mistero” a esso attribuibile, almeno se si conviene con gli esiti della pregevole indagine sulle finalità del processo ( tematica che stiamo analizzando su 2 piani) tracciata dal noto Prof. Salvatore Satta ( sui cui libri ho studiato alla Facoltà di Giurisprudenza), giurista e al contempo raffinato letterato, che ne individua l’essenza appunto nel giudizio: «Se uno scopo al processo si vuole assegnare questo non può essere che il giudizio; e processus judicii era l’antica formula, contrattasi poi, quasi per antonomasia, in processo».Come pure nel giudizio si annida il mistero della vita, come spiegava sempre Satta: «Se noi contempliamo il corso della nostra esistenza – il breve corso della nostra vita individuale, il lungo corso della vita dell’umanità – esso ci appare come un susseguirsi, un intrecciarsi, un accavallarsi di azioni, belle o brutte, buone o cattive, sante o diaboliche (anche questo celeberrimo mio Maestro del Diritto conferma l’esistenza del diavolo!): la vita stessa anzi non è altro che l’immenso fiume dell’azione umana, che sembra procedere e svolgersi senza una sosta (cfr. https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.avvenire.it%2Fagora%2Fpagine%2Fil-processo-de-gesu-secondo-il-diritto-romano%3Ffbclid%3DIwAR1-qZUllYoCuO2QAzFJuwMtj93f3E82xLDqZxBDyV7snP4OOj7v95e31uo_aem_AQJRK5lDCA8AsNEyn_X7a2XnnvnJltFbHOs4IIeg65Ff_Wnkbx0MvC8CQVDOD99o1lhjIj0Ti20TVkLlNPWZaNiB&h=AT3HrBhQMec0VL-JNPAmTYlD7Xfu6tpKJZgdSlpqS0Ijq-AEcggltYuFTYbBP9Et3xjY-TkWHdCE2WKQsg3Z2zMy46NsY0GSoVfC2whhN-kI9VrYQcyCyMuV2dARzTMVF4Yv&__tn__=%2CmH-R&c[0]=AT03zxW9Hvm_byAFDLkNW5lG5L8kLHSEFhzRnzDSauf3SffvDbrLQesnwJ32iNwiolbXFUHLssOvT8YXoYV4QcdN0h6mQmG22kRdL0CBnqk0_EsYFdIvYfMNhXUWCPw7NWRccFiaD7sCvV0tYNv9J0tzLlQTeGCvUhbI75c ).