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Storia, miti e tradizioni, la verità su Santa Lucia  per non farsi rovinare la festa

Si avvicina un periodo difficile: le feste in cui i bambini ricevono doni. Insegnanti solerti e compagni invidiosi potrebbero rovinare la festa dicendo che Babbo Natale, Santa Lucia, San Basilio e San Nicola (alcuni lo chiamano col suo vero nome e non Babbo Natale, figura mitologica a lui ispirata) non esistano o sono i genitori.  Potrebbero anche insinuare il dubbio che i genitori mentano a figli che ancora credono in queste figure. Cosa peggiore, che essi lo facciano perché non vogliono bene alla loro prole.

Ebbene, mettiamo in chiaro che la tradizione è una cosa e la religione è un’altra. Le tradizioni vengono portate avanti dagli uomini , ma la religione c’entra con Dio e i santi sono davvero esistiti. Può essere, come in alcuni casi viene detto dalla loro vera storia, che questo santi abbiano aiutato bambini e ragazzi, per questo essi possono vederli come loro protettori; quindi non è tutto falso. Molti genitori tengono alla tradizione e la portano avanti, altri, invece, la seguono perché i figli ne sentono parlare dai compagni e desiderano anche loro festeggiare queste date.

Essendo stata coinvolta in una diatriba tipo quella citata all’inizio, solo per gelosia circa i miei regali di Natale,  che ero disponibile a dividere con la persona che a, suo modo, mi svelò una parte della verità, desidero proteggere gli altri. La cosa migliore sarebbe dire tutto ai bambini prima che qualcun lo faccia al posto dei genitori, ma non si può sapere quando potrebbe accadere, perciò difendiamoci in un altro modo. Spieghiamo bene ai nostri figli che i santi esistono, parlate dei santi e della loro storia, dimostrando che è vera. Anche se non si è cattolici, ma si segue la tradizione,si può dire che sono persone che hanno  fatto cose grandi in nome del loro credo .

L’importante è fare del bene a prescindere dalla religione che si ha. Sì, alcune storie contengono ingiustizie, ma  il bambino imparerà che esistono e che, a volte, anche se si ha ragione, si perde. Tuttavia, il mondo ricorda, festeggiandoli, i buoni, non i cattivi. Perciò una giustizia, prima o poi, c’è sempre. Questo servirà alle nuove generazioni quando dovranno affrontare momenti difficili e vivranno l’ingiustizia.

Ho analizzato già il rapporto tra Santa Claus/Babbo Natale e San Nicola. Ora vorrei trattare quello tra Santa Lucia, la santa della luce e Santa Lucia , la portatrice di doni.

Il 13 dicembre, Santa Lucia,in groppa al suo asinello, porta doni ai bambini. Anche a lei si possono scrivere letterine. I genitori lasciano, nella stanza dove lei arriverà, una fetta di pane a forma di occhio, per scongiurare le malattie alla vista o pezzi di pane e latte.

C’è anche ci prepara un piatto di biscotti e un bicchiere di vin santo. La leggenda narra che, dopo la sua conversione al cristianesimo, Santa Lucia perse la vista, solitamente è detto che le vennero  strappati gli occhi, perché non voleva cedere al ricatto che le venne posto davanti. Credette alle idee cristiane e non mollò. Quanto al motivo per cui porta doni ai bambini, la tradizione si intreccia con un gesto di generosità attribuito alla Santa. Secondo la tradizione popolare di Brescia e provincia, la Santa lasciò dei sacchi di grano per il popolo alle porte della città, proprio nella notte tra il 12 e il 13 dicembre.

A Verona, invece,  tutto risale al 1200 quando, dopo un’epidemia che fece ammalare agli occhi molti bambini, i loro genitori andarono in processione a Sant’Agnese promettendo loro di tornare con dolci e giocattoli. Per tradizione, infatti, si danno via giochi in buone condizioni da donare ai bambini bisognosi per il giorno de Santa Lucia. Le chiese fanno ancora le raccolte, anche se nell’epoca dei millennials era più frequente. In Sicilia la festa di Santa Lucia è molto sentita. Qui, addirittura, si decide cosa si può mangiare o meno. Sono accetti il granoi e i legumi, soprattutto a pranzo, vietati,invece,pane e pasta.

Ecco delle informazioni storiche  sulla Santa. Le fonti più antiche e attendibili su Santa Lucia sono gli atti greci e latini degli inizi del V secolo,in particolare, la ricerca scientifica più recente in campo agiografico ha ribadito l’autenticità della “Passio” latina, giudicando veritieri il testo, l’esattezza terminologica del linguaggio giuridico e la congruenza dei dati storici. Santa Lucia (Siracusa, III secolo – Siracusa, 13 dicembre 304) è una Vergine e martire che si festeggia il 13 dicembre.

E’ patrona della città di Siracusa e dei ciechi, degli oculisti e degli elettricisti. Protegge dalle malattie degli occhi. L’emblema, ciò con cui viene raffigurata, può essere: Occhi su un piatto, Giglio, Palma, Libro del Vangelo: “La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all’anno 304).

Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che, attraverso di lei, Dio stava mostrando. Proprio nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un’epigrafe marmorea del IV secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozione diffusasi molto rapidamente: già nel 384, sant’Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I, poco dopo un’altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d’arte a lei ispirate” (cit. da santtiebeati.it.)

Circa il legame con sant’Agata, si deve parlare dei miracoli. Santi e Beati racconta che, un giorno, la giovane ‘Lucia propose alla madre, di nome Eutichia, di recarsi insieme a lei in pellegrinaggio nella vicina città di Catania’ per visitare ‘il sepolcro dell’illustre vergine martire Sant’Agata’. Li avrebbero. Chiesto a Dio “la grazia della guarigione di Eutichia, da molto tempo gravemente ammalata. Giunte in quel luogo, il 5 febbraio dell’anno 301, pregarono intensamente fino alle lacrime implorando il miracolo.

Lucia consigliò alla madre di toccare con fede la tomba della Santa patrona di Catania, confidando nella sua sicura intercessione presso il Signore. Ed ecco, Sant’Agata apparve in visione a Lucia dicendole: ‘Sorella mia Lucia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi ottenere per tua madre? Ecco che, per la tua fede, ella è già guarita! E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa’. Subito dopo la visione, Eutichia constatò l’effettiva guarigione miracolosa”.

A questo punto, Lucia decise di svelare ‘alla madre il proprio desiderio di donare tutta la propria vita a Dio, rinunciando a uno sposo terreno ed elargendo tutte le proprie ricchezze ai poveri, per amore di Cristo’. Lucia decise di dare in beneficenza i suoi averi. L’uomo che avrebbe dovuto sposarla, però, si vendicò accusandola di essere cristiana.  Era l’epoca di Diocleziano e i cristiani venivano perseguitati. A processo, la Santa citò le Sacre Scritture, ma  a nulla valse il suo sforzo: dopo torture a cui sopravvisse, fu uccisa.

Non è chiaro se davvero le furono strappati gli occhi , magari durante le torture, oppure no, ma la chiesa così la raffigura. Avendola scelta come patrona della vista, è possibile. Santi e Beati non cita nel dettaglio le torture che subì la Santa.

Questa è la sua storia e può essere raccontata si bambini per ricordare che i figli possono amare i genitori e viceversa.  L’esempio di Lucia, che vuole guarire la madre malata, e della donna che  accetta un cambiamento radicale nella vita della figlia, dovrebbero fare riflettere molte famiglie.

Fonti :club med, la gazzetta dello sport,veneziatoday,todis, santi e beati

San Nicola e Santa Claus: la vera storia

Si fa confusione tra realtà e fantasia, si associa a personaggi veri poteri magici e capacità di portare regali materiali. Non sono qui per discutere se sia giusto o no, perché porterebbe via  un sacco di tempo inutilmente perché, né in famiglia, né a scuola si è mai arrivati ad una soluzione soddisfacente per la generazione dei millenials, almeno. Evitiamo di rovinare le feste ai piccoli, come è accaduto almeno fino alle generazioni millenials, e scopriamo la verità su San Nicola, ogni anno sempre più legato alla figura di Babbo Natale.

Tranquilli bambini, i vostri genitori non vi hanno mentito, Santa Lucia, San Nicola e tutti i portatori di doni sono esistono, solo che non sono proprio come dice la tradizione. Realmente,però, amavano i bambini e li aiutavano. In particolare, qui scoprirete di San Nicola, quello vero. Se i vostri amici vi diranno che certe cose non esistono per rovinarvi la festa, come è successo a me, e che, di conseguenza, i vostri genitori sono bugiardi e non vi vogliono bene, non fatevi mettere nel sacco.

Non esisterà il personaggio mitologico, ma quello storico e cristiano sì. Di certo, i vostri genitori ve ne avranno parlato. Credete all’esistenza di ciò che è reale e non fatevi rovinare la festa. Qui un approfondimento breve per rinfrescare la memoria, nel caso si fosse perso qualcosa.

Babbo Natale, come si vede in molti film serie tv natalizie, è strettamente legato alla leggenda su San Nicola. Vissuto nel IV secolo, il santo viene festeggiato  tradizionalmente il 6 dicembre. La tradizione narra che San Nicola regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero sposarsi, invece di prostituirsi. In un’altra occasione, salvò tre fanciulli resuscitandoli dopo che essi morirono per cause violente. Perciò, San Nicola è considerato, soprattutto dai bambini, un santo benefattore e protettore.

Nel Medioevo, in Europa si diffuse l’abitudine di commemorare questo episodio con lo scambio di doni nel giorno 6 dicembre. L’usanza è ancora valida nei Paesi Bassi, in Germania, in Austria e in Italia (nei porti dell’Adriatico, a Trieste e nell’Alto Adige). Per tradizione, la notte del 5 dicembre, in groppa al suo cavallino, San Nicola fa concorrenza a Babbo Natale. I bambini cattivi se la devono vedere con il suo peloso e demoniaco servitore, mentre il pio uomo lascia doni, dolciumi e frutta nelle scarpe dei più meritevoli.

Ma perché San Nicola viene chiamato Babbo Natale? Nei Paesi protestanti, San Nicola perse l’aspetto del vescovo cattolico, ma mantenne il ruolo benefico col nome di Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus, dal quale deriva Babbo Natale. Ma quale è la vera storia di San Nicola?

San Nicola di Bari (Pàtara, 15 marzo 270 – Myra, 6 dicembre 343), noto anche come San Nicola di Myra, San Nicolao, San Nicolò (o San Niccolò; Άγιος Νικόλαος in greco, fu  un vescovo romano e vescovo di Myra. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane. San Nicola nacque a Pàtara, una città greca della Licia, provincia dell’Impero Romano nell’odierna Turchia.

Quando il giovane Nicola lasciò la sua città natale, si trasferì in un’altra, sempre situata nella Licia; Myra (oggi Demre). LÌ  venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo di Myra, Nicola venne acclamato dal popolo come suo successore. Fu, però,imprigionato ed esiliato  durante la persecuzione dei Cristiani ad opera di Diocleziano nel 305. Venne liberato da Costantino nel 313 e riprese l’attività apostolica fino alla morte. Durante una carestia a Myra, egli ottenne dall’imperatore rifornimenti e una riduzione delle imposte. Morì a Myra, all’età  di 70 anni, il 6 dicembre del 343. Le sue reliquie furono conservate nella cattedrale della città.

Numerosi miracoli sulla sua vita si diffusero sia in Oriente che in Occidente. Nel 1087, 62 marinai e 2 preti, a bordo di 3 navi della nobile famiglia Dottula, trafugarono le sue ossa per portarle altrove, in quanto, un sacerdote barese aveva sognato che San Nicola lo pregava di essere portato via da Myra, la quale era caduta in mano ai saraceni. Il 9 maggio, le imbarcazioni giunsero a San Giorgio, vicino porto di Bari. Le ossa del santo non furono consegnate al vescovo che voleva portarle in Cattedrale, bensì  all’Abate Elia, il quale edificò la Basilica dedicata a San Nicola. Bari divenne così meta di tanti pellegrini che veneravano San Nicola.

Tuttavia, le sue reliquie si possono ritrovare anche nella Chiesa di San Nicolò a Venezia. Questo perché i marinai baresi tralasciarono di recuperare,  non si sa se volutamente o per errore, le ossa più piccole del santo. Recuperate in una successiva spedizione di marinai veneziani, il 30 maggio 1100, esse furono portate a Venezia e sono ancora oggi custodite lì.

San Nicola è considerato anche il patrono  dei marinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, venditori ambulanti, farmacisti, avvocati, prestatori di pegno, detenuti. È anche il santo patrono delle città di Bari (compatrono assieme a San Sabino) Lecco, Ortueri, Sassari, Salemi, Amsterdam e della Russia. In Grecia, San Nicola viene, talvolta, sostituito da San Basilio Magno (Vasilis), un altro vescovo del IV secolo originario di Cesarea.

Babbo Natale, invece, è un personaggio di fantasia presente in molte culture della tradizione natalizia della civiltà occidentale, oltre che in Giappone e varie parti dell’Asia orientale. Viene rappresentato come un uomo anziano e corpulento vestito con giacca, pantaloni e cappello rossi con bordi di pelo bianco. L’abito, in molte opere, viene definito un pezzo del mantello di San Nicola. Infatti, a volte, il personaggio indossa una vera e propria veste, simile a quella di un vescovo e una specie di mantello/abito che potrebbe sembrare antico.

Babbo Natale, secondo la leggenda, viaggia per tutto il mondo e distribuisce regali ai bambini, solitamente la notte della vigilia di Natale. In alcuni stati è legato alle figure reali di San Nicola e San Martino che gli assomigliano per alcuni dettagli fisici ( vecchio e barbuto con aria severa). Stessa cosa per quei paesi in cui, però, a capodanno, è San Basilio a portare doni. Nei paesi germanici, addirittura, Babbo Natale ha sostituito il dio Odino. Principalmente, però, il personaggio è ispirato a San Nicola, partendo dal nome nelle sue varianti, ad es. Santa Claus.

La figura di Babbo Natale, con il tempo, è stata riproposta in chiave pubblicitaria e consumistica. Questo ha provocato polemiche da parte di alcune frange più tradizionaliste delle chiese cristiane, le quali disapprovano l’enfatizzazione del Babbo Natale più secolare e gli aspetti materialistici in occasione della festa.

Tali forme di condanna di Babbo Natale ebbero origine, tra i gruppi di Protestanti, già dal XVI secolo e si diffusero tra i Puritani inglesi nel secolo successivo. Nello stesso periodo, in America del Nord la festa fu spesso vietata perché ritenuta di origine pagana o cattolica. Dopo la guerra civile inglese, anche in Inghilterra il governo di Oliver Cromwell mise al bando Natale.

Dopo la restaurazione della monarchia e la cacciata dei Puritani,l’eliminazione di Papà Natale venne messa in ridicolo da opere come The examination and tryal of old Father Christmas; together with his clearing by the jury (dell’esame e processo al vecchio Babbo Natale, e della sua assoluzione da parte della giuria) del 1686. I Testimoni di Geova rifiutano ancora la cosa, a causa delle origini pagane della figura di Babbo Natale.

Anche alcuni vescovi italiani, in epoca moderna, si sono espressi contro Babbo Natale. Si rammaricano per la commercializzazione delle festività natalizie che tradirebbero il loro significato originale: “…sempre più violenta e intollerante si fa la cultura di babbo natale (volutamente scritto con iniziali minuscole) che… con il Natale cristiano non ha nulla da spartire. […]

Sta scippando e defenestrando il Natale cristiano per buttarlo fuori dalla scena del sociale che conta, […] [in] modo strategicamente vincente, poiché si avvale della potenza suasiva dei mass media di maggior audience, che puntano le carte sulla carica emotiva, e del mercato economico, per estirpare le radici cristiane rendendole innocue, alterandone i geni” (Mons. Giuseppe Zenti. Citazione tratta dall’ articolo pubblicato dal settimanale diocesano L’Azione, il 3 dicembre 2006).

Nel mondo ispanico, i carlisti sostengono la tradizione dei Magi come portatori di doni contro quella di  Babbo Natale, considerato come un emblema dela contaminazione  culturale statunitense.

Fonti: Focus.it,posarellivillas.it,farmacianovasalus.it, TripAdvisor.it e Wikipedia.it

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