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Papa Francesco alla Guardia svizzera: alimentare la vita comunitaria

Questa mattina papa Francesco ha ricevuto in udienza i membri del Corpo della Guardia svizzera, venuti con i familiari per la loro festa, tra cui 34 nuove reclute, che prestano giuramento nel pomeriggio, con la raccomandazione conclusiva ad alimentare la vita comunitaria con sport e gite a Roma, andando ‘controcorrente’ rispetto all’abitudine di tanti giovani di stare ‘soli’ con il computer o il cellulare, ringraziando per il servizio svolto:
“Questo giorno giunge per me sempre atteso e gradito, perché mi offre l’occasione di esprimere pubblicamente il mio ‘grazie’ per la presenza e il servizio della Guardia Svizzera. Prima di tutto per la presenza: una presenza che si distingue per la qualità, per lo stile gentile, attento, anzi scrupoloso. E naturalmente poi per il servizio quotidiano, sempre generoso e solerte. La mia gratitudine coinvolge con affetto anche le famiglie di questi giovani, perché, se sono qui, e se sono ben educati, lo si deve anzitutto all’ambiente in cui sono cresciuti”.
Ed ha messo in risalto la relazione che intercorre tra i componenti: “Tra voi c’è un ottimo spirito di Corpo, un’atmosfera positiva e di rispetto in caserma, un comportamento cortese verso i Superiori e gli ospiti, nonostante periodi a volte anche lunghi di servizio intenso e faticoso, dovuti al fatto che siete numericamente un po’ al di sotto dell’effettivo. Dimostrate un alto livello di motivazione e di volontà di servire, ed anche (questo mi rallegra molto) buoni rapporti tra di voi: fate escursioni insieme, trascorrete insieme i giorni di vacanza, uscite spesso in compagnia”.
Proprio la relazione è un’importante esperienza per i cristiani: “In effetti, la relazione è l’esperienza-chiave per noi cristiani: Gesù ci ha rivelato e testimoniato che Dio è amore, è in Sé stesso relazione, e in questo mistero troviamo la meta e il compimento della nostra esistenza. Le buone relazioni sono la strada maestra per la nostra crescita e maturazione umana e cristiana. Gran parte di ciò che caratterizza la nostra personalità lo abbiamo appreso attraverso le relazioni con i genitori, i fratelli e le sorelle, i compagni di scuola, gli insegnanti, gli amici, i colleghi di lavoro, e così via”.
Il biennio di servizio è un tempo in cui è possibile vivere la relazione e la comunione: “Ecco perché la vita nella famiglia allargata della Guardia Svizzera, per almeno due anni di servizio, è un tempo così importante e formativo per voi. Non si tratta solo di un periodo di lavoro, ma di un tempo di vita e di relazione, di comunione intensa in una compagnia diversificata. Questa diversità e intensità di comunità e relazioni tra di voi nel vostro ambiente quotidiano della caserma costituisce per voi un aspetto essenziale e qualificante”.
In questa prospettiva ha accennato alla costruzione della nuova caserma, della quale è in via di definizione il progetto di riqualificazione e valorizzazione del Passetto di Borgo e di Porta Sancti Petri, nella Città del Vaticano, presentato nel dicembre dello scorso anno, che prevede una particolare attenzione ai criteri di sostenibilità ecologica e di adeguamento sismico, una sensibilità alle istanze di tutela del patrimonio storico e archeologico dell’area e dell’impianto urbano circostante, nonché una nuova e più funzionale sistemazione dei locali:
“In questa prospettiva, la nuova caserma, attualmente in fase di progettazione, dovrebbe dare un importante contributo al ricongiungimento delle Guardie e delle loro famiglie, che attualmente sono costrette a vivere un po’ disperse per mancanza di spazio, e così anche al sostegno e al rafforzamento di questo legame e del senso di famiglia all’interno del Corpo”.
Infine l’invito a vivere con intensità la vita di relazione, stimolo per conoscere la capitale più approfonditamente: “Sempre a proposito della dimensione relazionale, vi esorto a coltivare attivamente la vita comunitaria. Oggi è diffusa tra i giovani l’abitudine di trascorrere il tempo libero da soli con il computer o il telefonino.
Pertanto dico anche a voi, giovani Guardie: andate controcorrente! Per favore, andate controcorrente! E’ meglio utilizzare il tempo libero per attività comuni, per conoscere Roma, per momenti di fraternità in cui raccontarsi e condividere, per lo sport… Queste esperienze costruiscono dentro e vi accompagneranno per tutta la vita”.
Ed in occasione della festa di Vesak il dicastero per il Dialogo Interreligioso ha inviato ai buddisti un messaggio nel quale c’è l’invito a lavorare insieme per la pace, ‘Cristiani e buddisti: lavorare insieme per la pace attraverso la riconciliazione e la resilienza’: “Quando si cerca il perdono e si guariscono le relazioni interrotte, coloro che si erano allontanati si riconciliano e si ristabilisce l’armonia. La resilienza consente agli individui e alle comunità di riprendersi dalle avversità e dai traumi.
Promuove il coraggio e la speranza in un futuro più luminoso, poiché trasforma sia le vittime sia i colpevoli e conduce a una nuova vita. Riconciliazione e resilienza si uniscono per formare una potente sinergia che guarisce le ferite del passato, forgia legami forti e permette di affrontare le sfide della vita con forza e ottimismo”.
Attraverso questi due atteggiamenti scaturisce il perdono: “Come insegnato nei rituali e nei culti propri delle nostre rispettive tradizioni religiose, la riconciliazione e la resilienza sono quindi i correttivi necessari per una cultura della violenza che spesso viene giustificata come risposta deplorevole ma necessaria ad azioni militari o terroristiche aggressive. La riconciliazione e la resilienza ci permettono di perdonare e chiedere perdono, di amare e stare in pace con noi stessi e con gli altri, anche con coloro che ci hanno fatto del male”.
Il messaggio si conclude con l’invito alla conoscenza di persone che hanno insegnato la cultura della pace: “Tutti noi siamo chiamati a riscoprire e a fare tesoro di questi valori presenti nelle nostre rispettive tradizioni, a far conoscere meglio le figure spirituali che li hanno incarnati e a camminare insieme per la pace.
(Foto: Santa Sede)