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Papa Francesco ai nuovi cardinali: siate diaconi

In vista del prossimo concistoro di dicembre papa Francesco ha scritto una lettera ai ‘nuovi’ cardinali, prendendo spunto rende spunto da un poeta argentino, Francisco Luis Bernárdez: “Un’appartenenza che esprime l’unità della Chiesa e il legame di tutte le Chiese con questa di Roma. Ti incoraggio a far sì che il tuo cardinalato incarni quelle tre attitudini con cui un poeta argentino (Francisco Luis Bernárdez) descriveva san Giovanni della Croce, ma che si addicono anche a noi: occhi alti, mani giunte, piedi nudi”.
Ed ha descritto queste tre parole: “Occhi alti, perché il tuo servizio richiederà di ampliare lo sguardo e dilatare il cuore, per poter guardare più lontano e amare più universalmente con maggiore intensità. Entrare alla scuola del Suo sguardo (Benedetto XVI) che è il costato aperto di Cristo.
Mani giunte, perché ciò di cui la Chiesa ha più bisogno (insieme all’annuncio) è la tua preghiera per pascere bene il gregge di Cristo. La preghiera, che è l’ambito del discernimento per aiutarmi a ricercare e trovare la volontà di Dio per il nostro popolo, e seguirla.
Piedi nudi, toccando la durezza della realtà di tanti angoli del mondo frastornati dal dolore e dalla sofferenza per la guerra, la discriminazione, la persecuzione, la fame e molte forme di povertà che esigeranno da Te tanta compassione e misericordia. RingraziandoTi per la generosità, prego per Te affinché il titolo di ‘servo’ (diacono) offuschi sempre più quello di eminenza”.
Mentre ieri la relazione del card. Hollerich è stata preceduta dalla meditazione di p. Timothy Radcliffe, che “ha esplorato i processi di trasformazione della Chiesa attraverso la pagina evangelica di Gesù che incontra la donna cananea. Il silenzio di Gesù è visto come un momento di ascolto profondo. E questo silenzio rappresenta un’opportunità per la Chiesa di confrontarsi con interrogativi complessi e di accogliere le grida di chi cerca aiuto”.
P. Radcliffe ha invitato a riflettere su interrogativi fondamentali, come la relazione tra uguaglianza e differenza e il ruolo della Chiesa come comunità di battezzati con gerarchie, vocazioni e ruoli diversi. Questi interrogativi richiedono una convivenza attenta e una preghiera continua, piuttosto che risposte semplicistiche e immediate. E così la risposta di Gesù (Ti sia fatto come desideri)) è un segno di apertura e inclusione, e mostra la creatività divina nel superare le barriere e nell’accogliere l’identità, lo sguardo di chi è diverso”.
Mentre da Vatican News mons. Ignace Youssef III Younan, patriarca siro-cattolico di Antiochia, ha lanciato un appello per il Libano: “Bene ha detto il Papa che non è più accettabile la violenza che sta aumentando in Libano. Questo piccolo Paese era una perla del Medio Oriente e di tutta la regione, purtroppo ne hanno abusato in tanti…
Il Papa è molto vicino ai libanesi e richiama i belligeranti ad assicurare la pace… Penso che saranno d’accordo tutte le confessioni sul fatto che il Libano deve riprendere ad essere un Paese indipendente, aperto a tutti, con gli stessi diritti, che non ci siano interferenze da fuori. Questo penso che i libanesi già lo sanno”.