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Da Cascia un invito ad essere costruttrici di pace

Domani Cascia celebra la festa di santa Rita, una delle sante più amate nel mondo, simbolo di perdono, pace e speranza: un appuntamento spirituale e popolare che ogni anno richiama migliaia di pellegrini da tutto il mondo. A rendere ancora più speciale l’edizione di quest’anno è un ricordo particolarmente significativo: nel 2024 a presiedere il pontificale fu il card. Robert Prevost, oggi papa Leone XIV, da sempre profondamente legato alla comunità del monastero di Cascia, come ha sottolineato suor Maria Grazia Cossu, madre badessa del Monastero:

“Solo un anno fa l’allora cardinale Prevost era qui con noi per celebrare la festa di santa Rita, come ave-va fatto già in passato da priore generale e da vescovo. E’ sempre stato molto vicino alla nostra comunità. Per noi è una doppia festa: la Chiesa ha un nuovo successore alla cattedra di Pietro, e questo papa viene dalla nostra famiglia agostiniana. Abbiamo un papa in famiglia”.

Cresce dunque la speranza di poter accogliere il nuovo pontefice a Cascia, come ha sottolineato p.  Giustino Casciano, rettore del santuario di santa Rita da Cascia: “Sabato 24 maggio celebreremo il 125° anniversario della canonizzazione di santa Rita da parte di papa Leone XIII Speriamo, con tutto il cuore, che papa Leone XIV possa venire proprio in quell’occasione. Sarebbe un evento straordinario per tutta la comunità di Cascia, che attende con trepidazione la visita del primo pontefice agostiniano della storia”.

Nel frattempo ieri sono state presentate le quattro ‘Donne di Rita’, cui oggi è stato assegnato il prestigioso ‘Riconoscimento Internazionale Santa Rita’, che dal 1988 dà visibilità e voce a donne che, come la santa casciana, vivono nella quotidianità valori universali come la pace, il dialogo, la solidarietà, il perdono. Persone comuni ma capaci, spesso nel silenzio, di trasformare la sofferenza in forza, l’ingiustizia in impegno, la fede in speranza concreta per sé e per gli altri. Le figure che, con la loro testimonianza di vita, incarnano i valori della ‘Santa degli impossibili’ sono: Marina Mari, suor Rita Giaretta, Yuliia Kurochka e Vittoria Scazzarriello.

Introducendo le premiate la madre badessa ha evidenziato la ‘gioia’ per il riconoscimento di questo premio alle quattro donne: “E’ una gioia avervi qui per condividere questi giorni di grande festa con santa Rita. Vengo a voi portando il saluto non solo mio, ma di tutta la Comunità monastica. Nel silenzio della nostra vita, offriamo ogni giorno la nostra preghiera, perché la pace possa ritrovare spazio nei cuori e tra i popoli, fondata sulla riconciliazione, sul perdono, sull’amore concreto”.

In questo modo è possibile costruire una pace duratura, come è stato sottolineato da papa Leone XIV: “Lo stesso richiamo con il quale Papa Leone XIV ha voluto iniziare il suo pontificato petrino nel suo primo Regina Coeli, rivolgendosi al mondo intero. Un appello chiaro che risuona con forza in un mondo ferito da troppi conflitti: Mai più la guerra! Si faccia il possibile per giungere al più presto a una pace giusta e duratura”.

Tale pace è stata vissuta da santa Rita: “Quella stessa pace che ha animato la vita di santa Rita, donna di dialogo, di speranza e di perdono. L’esempio di santa Rita ancora oggi risuona e continua a parlarci, e chiede a ciascuno di noi di essere portatori del Suo messaggio. Ed è con questo spirito che ogni anno la nostra festa si apre con il Riconoscimento Internazionale ‘Donne di Rita’. Dal 1988 premiamo donne che, in silenzio e con coraggio, rendono visibili nella vita quotidiana i valori che Santa Rita ci ha lasciato in eredità”.

Ecco, quindi, il motivo della scelta di queste quattro donne premiate: “Donne molto diverse tra loro, ma accomunate dalla stessa scelta di vita fatta da santa Rita: quella di guardare nella direzione dell’Amore, l’Unico che può condurre alla Pace vera e duratura. In Yuliia Kurochka, Marina Mari, suor Rita Giaretta, Vittoria Scazzarriello riconosciamo il volto attuale di santa Rita, che continua a vivere attraverso gesti concreti di perdono, solidarietà e cura dell’altro. Il Riconoscimento è un segno di gratitudine e un invito a credere che anche oggi è possibile costruire il bene, custodire la Speranza, essere artigiani di pace”.

Suor Cossu ha concluso il suo intervento con la richiesta di aiuto a santa Rita: “A santa Rita chiediamo che ci aiuti nel nostro quotidiano ad essere persone pacificate e pacificanti, capaci di donare serenità e gioia là dove siamo chiamati a vivere, per essere (come lei) seminatori di speranza, di pace, di perdono e di riconciliazione ed amore”.

Prima del conferimento delle onorificenze sono state presentate le quattro donne ‘premiate’: Marina Mari, che è cresciuta nell’Alveare del Monastero di Santa Rita come ‘Apetta’, in quanto nel 2003 mentre si recava al lavoro, ha avuto un grave incidente stradale che le ha causato danni psico-fisici permanenti: invece di chiudersi nella sofferenza, Marina ha trovato la forza per donarsi ancora più agli altri. Riceve il riconoscimento internazionale Santa Rita da Cascia 2025 per aver trasformato una profonda sofferenza personale in impegno a servizio degli altri, diventando voce per chi non ha voce, in particolare per le donne e i lavoratori più fragili.

Suor Rita Giaretta, Originaria del vicentino, vive oggi a Roma, nel quartiere Tuscolano, dove al sesto piano di Casa Magnificat accoglie le donne vittime della tratta, offrendo loro non solo rifugio ma una concreta possibilità di rinascita. Riceve il riconoscimento internazionale Santa Rita da Cascia 2025 per aver donato la propria vita all’accoglienza e al riscatto di queste donne, restituendo loro dignità, libertà e futuro.

Yuliia Kurochka, ha 47 anni, è cristiana ortodossa, membro della Comunità di Sant’Egidio e rifugiata a Roma dal marzo 2022: riceve il riconoscimento Internazionale Santa Rita 2025 per aver scelto la via della pace e del servizio anche nella tragedia della guerra, aiutando altri rifugiati e diventando artigiana di riconciliazione e speranza credendo nel potere del dialogo e del cuore che non si chiude alla sofferenza altrui.

Vittoria Scazzarriello, medico di origini tarantine, ha vissuto la malattia del marito con spirito profondamente cristiano, facendo della sua esistenza una testimonianza autentica di amore, sacrificio e fede. Riceve il riconoscimento Internazionale Santa Rita per aver vissuto con amore, forza e fede la prova della malattia del marito, trasformando il dolore in dono e la cura in vocazione.

Domani 22 maggio, giorno della festa liturgica di santa Rita, il momento più atteso sarà il solenne pontificale, in programma alle ore 11.00 presso la Sala della Pace, presieduto dal card. Baldassare Reina, vicario generale per la diocesi di Roma e Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico ‘Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia’.

Ed in questi giorni la Fondazione ‘Santa Rita da Cascia’ ha lanciato la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi, ‘Un gesto di fede, un dono di grazia’ a sostegno del progetto ‘Dopodinoi’, un innovativo modello di cohousing con tecnologie assistive per 12 giovani adulti con disturbi dello spettro autistico. Sarà uno dei primi casi in Italia, una ‘casa del futuro’ per cui si prevedono spazi e arredi interni integrati con la domotica: un’iniziativa concreta per dare risposta alla più grande preoccupazione delle famiglie per il futuro dei propri figli. Chi contribuirà al progetto con una donazione minima di € 16 riceverà l’anello della ‘Festa di Santa Rita’, inciso con la sua rosa simbolo. Per maggiori informazioni festadisantarita.org.

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