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Papa Francesco: educare alla speranza

Giornata dedicata allo studio per papa Francesco, che in mattinata ha ricevuto prima i partecipanti alla prima assemblea plenaria del dicastero del dicastero per la cultura e l’educazione, che deve essere associata alla cultura: “Quando, con la Costituzione Apostolica ‘Praedicate Evangelium’, ho deciso di unire i due Enti della Santa Sede che si occupavano dell’educazione e della cultura, mi ha motivato non tanto la ricerca di una razionalizzazione economica, quanto piuttosto una visione sulle possibilità di dialogo, di sinergia e d’innovazione che possono rendere ancora più fecondi, direi ‘debordanti’ questi due ambiti”.
Prendendo a prestito un’immagine della danza il papa ha sottolineato che la cultura deve formare persone in grado di cambiare il mondo: “Il mondo non ha bisogno di ripetitori sonnambuli di quello che c’è già; ha bisogno di nuovi coreografi, di nuovi interpreti delle risorse che l’essere umano si porta dentro, di nuovi poeti sociali. Infatti, non servono modelli di istruzione che siano mere ‘fabbriche di risultati’, senza un progetto culturale che permetta la formazione di persone capaci di aiutare il mondo a cambiare pagina, eradicando la disuguaglianza, la povertà endemica e l’esclusione”.
Riprendendo una frase di Emily Dickinson il papa ha ripetuto che occorre ubriacarsi d’aurora: “Anch’io vi esorto: comprendete la vostra missione nel campo educativo e culturale come una chiamata ad allargare gli orizzonti, a traboccare di vitalità interiore, a fare spazio a possibilità inedite, a elargire le modalità del dono che solo diventa più ampio quando viene condiviso. A un educatore e a un artista il nostro dovere è dire: Siate copiosi, rischiate!”.
E’ stato un invito a non lasciarci sopraffare dalla paura: “Primo, perché Cristo è nostra guida e compagno di viaggio. Secondo, perché siamo custodi di un’eredità culturale ed educativa più grande di noi stessi. Siamo eredi delle profondità di Agostino. Siamo eredi della poesia di Efrem il Siro. Siamo eredi delle Scuole delle Cattedrali e di chi ha inventato le Università. Di Tommaso d’Aquino e di Edith Stein. Siamo eredi di un popolo che ha commissionato le opere del Beato Angelico e di Mozart o, più recentemente, di Mark Rothko e di Olivier Messiaen. Siamo eredi degli artisti e delle artiste che si sono lasciati ispirare dai misteri di Cristo. Siamo eredi di scienziati sapienti come Blaise Pascal. In una parola, siamo eredi della passione educativa e culturale di tante Sante e tanti Santi”.
Per questo la speranza non delude: “Circondati da un tale stuolo di testimoni, sbarazziamoci di ogni fardello del pessimismo; il pessimismo non è cristiano. Convergiamo, con tutte le nostre forze, per sottrare l’essere umano dell’ombra del nihilismo, che è forse la piaga più pericolosa della cultura odierna, perché è quella che pretende di cancellare la speranza. E non dimentichiamo: la speranza non delude, è la forza. Quell’immagine dell’àncora: la speranza non delude”.
Riprendendo i dati della scolarizzazione mondiale il papa ha sottolineato che occorre far studiare tutti i ragazzi: “E’ un imperativo morale cambiare questa situazione. Perché i genocidi culturali non avvengono solo per la distruzione di un patrimonio. Fratelli e sorelle, è genocidio culturale quando rubiamo il futuro ai bambini, quando non offriamo loro condizioni per diventare ciò che potrebbero essere. Quando vediamo in tante parti i bambini che vanno a cercare nella spazzatura cose da vendere e così poter mangiare. Pensiamo al futuro dell’umanità con questi bambini”.
Ed ha concluso l’incontro con una citazione di Antoine de Saint-Exupéry: “Nel suo libro ‘Terra degli uomini’, Antoine de Saint-Exupéry percorre i vagoni di terza classe di un treno pieno di famiglie di rifugiati. Si sofferma a guardarli. E scrive: Mi tormenta ‘una specie di ferita… Mi tormenta che in ognuno di questi uomini c’è un po’ Mozart, assassinato’. La nostra responsabilità è immensa. Ripeto: immensa! Educare è avere l’audacia di confermare l’altro con quella espressione di sant’Agostino: ‘Volo ut sis’; ‘Voglio che tu sia’. Questo è educare”.
Ugualmente alla delegazione della casa editrice ‘La Scuola’ di Brescia ha chiesto la ‘passione’ di educare: “Passione per l’educazione e formazione dei formatori sono i pilastri sui quali si basano le vostre attività. I libri di testo per gli studenti di ogni ordine e grado, le riviste rivolte ai docenti, le opere di pedagogia, i corsi di formazione per insegnanti, le collaborazioni con l’Università Cattolica del Sacro Cuore: tutto questo dice la consapevolezza che formare ai valori del Vangelo i ragazzi e i giovani significa offrire un contributo essenziale a una società di persone responsabili, capaci di costruire vincoli di fraternità con tutti. Essere cattolici, come ho cercato di mostrare soprattutto nell’Enciclica Fratelli tutti, significa saper vedere e anche assumere il bene che lo Spirito Santo diffonde ovunque, senza timore di perdere la propria identità”.
Educare, quindi, consiste nell’armonia di ‘aiutare a pensare bene, a sentire bene… ed a fare bene’: “Le attività che state svolgendo preparando libri di testo che aiutano gli studenti a pensare, ad allargare mente e cuore alle varie forme di sapere, a dilatare lo spirito alla storia che ci ha generato, a comprendere il valore anche sociale della religione attestano che state procedendo nel solco avviato dai Soci Fondatori. Le sfide che essi hanno affrontato con coraggio e determinazione sono in buona parte simili a quelle che voi state incontrando. Il cambiamento d’epoca, lungi dall’essere motivo di lamento e di timori, è una nuova opportunità: il futuro è delle nuove generazioni”.
Per questo ha chiesto loro di essere ‘voce’ di profezia; “Il futuro è delle nuove generazioni e queste potranno costruirlo se i docenti che voi formate sapranno trasmettere loro fiducia e audacia, se i testi che voi preparate riusciranno a far sviluppare sete di sapere e di sapienza. Fratelli e sorelle, la Bibbia ci insegna che nei momenti di crisi la voce dei profeti ha saputo indicare orizzonti di speranza. I Soci Fondatori de ‘La Scuola’ hanno fatto proprio questo insegnamento”.
(Foto: Santa Sede)