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Papa Francesco: mai dialogare con il demonio

“Sono addolorato dalle notizie che giungono dal Libano, dove negli ultimi giorni intensi bombardamenti hanno provocato molte vittime e distruzioni. Auspico che la comunità internazionale faccia ogni sforzo per fermare questa terribile escalation. È inaccettabile! Esprimo la mia vicinanza al popolo libanese, che già troppo ha sofferto nel recente passato. E preghiamo per tutti i popoli che soffrono a causa della guerra: non dimentichiamo la martoriata Ucraina, il Myanmar, la Palestina, Israele, il Sudan, tutti popoli martoriati. Preghiamo per la pace”: anche oggi al termine dell’udienza generale papa Francesco ha chiesto di pregare per la pace, ricordando i bombardamenti avvenuti in Libano e le altre guerre nel mondo.

 Mentre nella catechesi di oggi papa Francesco ha sviluppato il tema del deserto, in cui fu tentato dal diavolo, come racconta il Vangelo dell’evangelista san Matteo: “L’iniziativa non è di satana, ma di Dio. Andando nel deserto, Gesù obbedisce a una ispirazione dello Spirito Santo, non cade in un tranello del nemico, no! Una volta superata la prova, Egli (è scritto) tornò in Galilea ‘con la potenza dello Spirito Santo’ (Lc 4,14). Gesù, nel deserto, si è liberato di satana e ora può liberare da satana. E’ quello che gli Evangelisti mettono in luce con le numerose storie di liberazione di ossessi”.

Ed ha messo in guardia dal dialogare con il demonio, che è molto ‘astuto’: “Oggi assistiamo a uno strano fenomeno riguardo al demonio. A un certo livello culturale, si ritiene che semplicemente non esista. Sarebbe un simbolo dell’inconscio collettivo, o dell’alienazione, insomma una metafora… E’ astuto: lui ci fa credere che non esiste e così domina tutto. È furbo. Eppure il nostro mondo tecnologico e secolarizzato pullula di maghi, di occultismo, spiritismo, astrologi, venditori di fatture e di amuleti, e purtroppo di sette sataniche vere e proprie. Scacciato dalla porta, il diavolo è rientrato, si direbbe, dalla finestra. Scacciato dalla fede, rientra con la superstizione. E se tu sei superstizioso, incoscientemente stai dialogando con il diavolo. Con il diavolo non si dialoga”.

Il diavolo mette alla ‘prova’ soprattutto i santi: “La prova più forte dell’esistenza di satana non si ha nei peccatori o negli ossessi, ma nei santi!.. Sì, è vero che il demonio è presente e operante in certe forme estreme e “disumane” di male e di cattiveria che vediamo intorno a noi. Ma per questa via, però, è praticamente impossibile giungere, nei casi singoli, alla certezza che si tratta proprio di lui, dato che non possiamo conoscere con precisione dove finisce la sua azione e inizia il nostro proprio male”.

Per tali situazioni la Chiesa usa molta prudenza negli esorcismi: “Per questo la Chiesa è assai prudente e rigorosa nell’esercizio dell’esorcismo, a differenza di ciò che avviene, purtroppo, in certi film! E’ nella vita dei santi, proprio lì, che il demonio è costretto a venire allo scoperto, a mettersi ‘contro luce’. Chi più chi meno, tutti i santi, tutti i grandi credenti, testimoniano della loro lotta con questa oscura realtà, e non si può onestamente supporre che fossero tutti degli illusi o semplici vittime dei pregiudizi del loro tempo”.

Tale battaglia si vince con la preghiera: “La battaglia contro lo spirito del male si vince come la vinse Gesù nel deserto: a colpi di parola di Dio. Vedete che Gesù non dialoga con il demonio, mai ha dialogato con il demonio. O lo caccia via, o lo condanna, ma mai dialoga. E nel deserto risponde non con la sua parola, ma con la parola di Dio. Fratelli, sorelle, mai dialogare con il diavolo! Quando viene con le tentazioni: ‘ma, sarebbe bello questo, sarebbe bello quell’altro’, fermati! Alza il tuo cuore al Signore, prega la Madonna e caccialo via, come Gesù ci ha insegnato a cacciarlo via”.

Ed ha messo in attenzione dal cattivo uso delle nuove tecnologie: “La tecnologia moderna, ad esempio, oltre a tante risorse positive che vanno apprezzate, offre anche innumerevoli mezzi per “dare occasione al diavolo”, e molti vi cadono. Pensiamo alla pornografia in rete, dietro la quale c’è un mercato fiorentissimo, lo sappiamo tutti. È il diavolo che lavora, lì. E’ questo un fenomeno assai diffuso, da cui i cristiani devono però ben guardarsi e che devono rigettare con forza. Perché qualsiasi telefonino ha accesso a questa brutalità, a questo linguaggio del demonio: la pornografia in rete”.

Ed ha ribadito di intensificare la preghiera recitando l’inno del ‘Veni Creator’: “La consapevolezza dell’azione del diavolo nella storia non deve scoraggiarci… Cristo ha vinto il demonio e ci ha donato lo Spirito Santo per fare nostra la sua vittoria. La stessa azione del nemico può volgersi in nostro vantaggio, se con l’aiuto di Dio la facciamo servire alla nostra purificazione. Chiediamo perciò allo Spirito Santo, con le parole dell’inno Veni Creator”.

Prima dell’udienza generale papa Francesco aveva ricevuto la nuova delegazione di ‘Economy of Francesco’: “In questi cinque anni avete generato tante cose. Grazie per aver preso sul serio il mio invito a “ri-animare” l’economia, e per aver accolto le indicazioni che vi ho consegnato in occasione dei vostri convegni annuali. Esse si inseriscono nel quadro della dottrina sociale della Chiesa e, in ultima analisi, hanno la loro radice nel Vangelo…

Ora comincia per voi una nuova fase. Bisogna che questa vostra bella realtà cresca, si rafforzi, arrivi a sempre più giovani, e porti i frutti tipici del Vangelo e del bene. Grazie a voi di tutto, di tutto quello che fate e che avete fatto, che è andato oltre le aspettative. Ho voluto puntare su di voi, perché i giovani hanno tutta la vita davanti, sono un ‘cammino’ vivente, e da un cammino possono nascere cose buone, stando attenti a prevenire quelle brutte”.

Ed ha chiesto un cambiamento secondo lo ‘stile’ di san Francesco di Assisi: “Il mondo dell’economia ha bisogno di un cambiamento. Non lo cambierete soltanto diventando ministri, o premi Nobel o grandi economisti (tutte cose belle); lo cambierete soprattutto amandolo, alla luce di Dio, immettendo in esso i valori e la forza del bene, con lo spirito evangelico di Francesco d’Assisi: lui era figlio di un mercante, conosceva i pregi e i difetti di quel mondo! Amate l’economia, amate concretamente i lavoratori, i poveri, privilegiando le situazioni di maggiore sofferenza”.

Ed ha ricordato loro ciò che disse il beato Toniolo, chiedendo di dare impulso ad una economia nuova: “Non è il grande e il potente che cambia in meglio il mondo: è l’amore il primo e più grande fattore di cambiamento. Un economista di vita santa, il beato Giuseppe Toniolo, ha scritto a tale proposito che chi salverà davvero la società, ‘non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi, una società di santi’. Per questo ho voluto incardinare tutto il movimento Economy of Francesco su San Francesco d’Assisi che, semplicemente spogliandosi di tutto per amore di Gesù e dei poveri, ha dato anche un impulso nuovo allo sviluppo dell’economia”.

(Foto: Santa Sede)

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