Scritti da: Giuseppe Brienza
Il card. Ryłko lascia l’incarico di Arciprete di Santa Maria Maggiore: ‘Un privilegio servire la Madonna Salus Populi Romani

Il quotidiano ufficioso della Santa Sede informa che, da oggi, il cardinale lituano Rolandas Makrickas succede al card. Stanisław Ryłko, già presidente del Pontificio Consiglio per i Laici (2003-2016), come Arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore (Roma).
Il Santo Padre ha ringraziato il porporato polacco, creato cardinale da Benedetto XVI nel Concistoro del 24 novembre 2007, per i quasi dieci anni di servizio in questa antica Chiesa, la sola basilica di Roma ad aver conservato la primitiva struttura paleocristiana (cfr. Ringraziamento e successione dell’Arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, “L’Osservatore Romano”, 4 luglio 2025, p. 2).
La Basilica “Liberiana”, così conosciuta dal nome del fondatore, Papa Liberio (IV secolo), passa quindi nella cura di chi, finora, ne è stato Arciprete Coadiutore, il card. Makrickas appunto, nel momento in cui il card. Ryłko compie l’ottantesimo anno di età (è nato infatti il 4 luglio 1945 ad Andrychów, in Polona).
In occasione della cerimonia di insediamento di Ryłko come Arciprete di Santa Maria Maggiore, il 1° febbraio 2017, il cardinale affermò che quell’incarico conferito da Papa Francesco costituiva per lui «una grande responsabilità», in quanto si tratta del «più antico Santuario mariano dell’Occidente: risale al tempo del Concilio di Efeso del 431 che ha definito il dogma della Divina maternità di Maria».
Il card. Ryłko aggiunse anche che quella chiesa oggetto di tante visite e pellegrinaggi da parte di Bergoglio, «è la madre di tutti i santuari mariani nel mondo cristiano. È un vero monumento della fede e dell’amore di tante generazioni dii cristiani verso la Vergine Maria, venerata lì nella famosa icona della Salus Populi Romani».
Da polacco, il card. Ryłko ricordò infine che l’amore per la Madonna lo ha appreso fin da bambino e, per questo, disse di aver accolto la nomina del Santo Padre «con grande gioia e vedo in essa un vero privilegio di poter servire la Madonna Salus Populi Romani proprio in questa stupenda Basilica. Vedo in questa nomina anche una specie di incoronamento del mio lavoro, ormai di 30 anni, al servizio del Successore di Pietro, qui a Roma».
Il card. Ryłko, nel 2017, divenne Arciprete a seguito all’accettazione della rinuncia da parte dell’allora 81enne cardinale spagnolo Santos Abril y Castelló, che ha ricoperto il medesimo incarico per cinque anni (2011-2016).
Italia-Egitto: 50 anni di cooperazione scientifica e tecnologica

Quest’anno ricorre il 50° anniversario della firma dell’accordo di cooperazione scientifica e tecnologica bilaterale tra l’Italia e la Repubblica Araba d’Egitto, la terza più grande economia del mondo arabo dopo l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
Per valorizzare questa intesa, firmata nel 1975 dal Governo Moro IV (1974-76), l’Ambasciata d’Italia al Cairo, in collaborazione con l’Autorità egiziana per il finanziamento della scienza, della tecnologia e dell’innovazione (STDF), ha organizzato sabato prossimo nella sua sede un workshop con l’obiettivo di presentare i progetti di collaborazione italo-egiziana in corso e che rientrano nel “Programma Scientifico Esecutivo 2024-2026” e illustrarne le opportunità di formazione e di sviluppo professionale.
L’accordo con l’Egitto che, a tutt’oggi, costituisce il terzo produttore di petrolio e di gas nell’ambito dei paesi del Nord Africa, è uno fra i tanti che vengono predisposti per favorire anche il dialogo tra il mondo accademico e l’industria espressione di contesti nazionali, talvolta molto diversi fra loro come nel caso in questione.
L’evento sarà anche l’occasione per discutere delle prospettive future di cooperazione scientifica e tecnologica tra Italia ed Egitto attraverso l’elaborazione dei prossimi Programmi Esecutivi triennali, previsti appunto dall’accordo del 1975, i quali sono pensati per finanziare progetti di ricerca in aree prioritarie individuate congiuntamente dalle parti.
Il programma del workshop che, come detto, avrà luogo per tutta la giornata del 7 luglio a El Cairo, inizierà alle ore 11.30 con i discorsi di apertura dell’Ambasciatore d’Italia in Egitto Michele Quaroni e del Ministro egiziano dell’Istruzione Superiore e della Ricerca Scientifica Mohamed Ayman Ashour.
Fra i relatori italiani ai due successivi seminari che si terranno alle ore 13 (dal titolo: Il Programma Scientifico Esecutivo 2024-2026) e alle 15.30 (Programmi di formazione internazionale, opportunità di carriera, dialogo accademico-industriale e trasferimenti di tecnologie) sono previsti il prof. Valter Sergo, Ordinario del dipartimento di Ingegneria ed Architettura dell’Università di Trieste e prorettore vicario del medesimo Ateneo, la prof.ssa Maria Serena Chiucchi, Direttore del Dipartimento di Management (DIMA) e Vice Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, il prof. Marco Paolino, docente di Storia contemporanea all’Università Pegaso, il dott. Salvatore Di Bartolo, Vice Presidente dell’Africa Commercial and Business Development della LEONARDO-Space S.p.A., il dott. Leonello Fani dell’ENI-Egitto e, infine, in videocollegamento dall’Italia, la d.ssa Chiara Sarnataro, Responsabile ENI dei Rapporti con le istituzioni universitarie.
Concluderà i lavori prima della tavola rotonda finale il video messaggio della prof.ssa Maria Cristina Pedicchio, Presidente dell’Agenzia Italiana per la Promozione della Ricerca Europea (APRE), istituzione che sostiene e accompagna la partecipazione nazionale ai programmi dell’Unione europea e l’intervento illustrativo del Panel di missioni archeologiche in Egitto del prof. Giuseppe Cecere, docente di Lingua e Letteratura Araba presso il Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà dell’Università Alma Mater di Bologna e Direttore del Centro Archeologico Italiano.
L’importanza dell’incontro del Cairo si rileva sia per il genere e l’entità dei programmi di collaborazione previsti nel triennio 2024-2026, che ammontano ad un importo di circa 1,2 milioni di euro, nei settori della gestione delle acque, dell’agricoltura e della tecnologia alimentare, della scienza dei materiali, dell’energia rinnovabile e sostenibile e del patrimonio culturale, sia per lo slancio che il Piano Mattei sta conferendo e apporterà ancor di più nei prossimi anni all’ambito della cooperazione bilaterale italo-egiziana all’interno dell’associazione dell’Egitto all’UE e del processo di internazionalizzazione della ricerca e dell’istruzione che il Paese di al-Sisi sta, pur fra difficoltà e margini di miglioramento dal punto di vista politico-istituzionale, meritoriamente attraversando.
Ecco l’ultimo numero di “Cultura & Identità. Rivista di studi conservatori”

Diretta dal ricercatore Oscar Sanguinetti, direttore dell’Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale (ISIIN), questa rivista è nata nel 2009 da un gruppo di studiosi, letterati, professionisti dell’informazione convinti, come riportato nel “Chi siamo” del sito www.culturaeidentita.org, «che il futuro della nostra nazione, cioè del corpo storico dei popoli della Penisola, riposi su un saldo legame di continuità con un passato per molti versi pregevole, se non unico, che residua ancora nella memoria e nei desideri di molti italiani».
L’ultimo fascicolo (n. 48, anno XVII – nuova serie, Milano giugno 2025, pp. 37), appena inviato in formato digitale (pdf) agli abbonati, è aperto con l’editoriale del direttore, intitolato “Qualcosa cambia?” (pp. 1-2), nel quale ci si interroga sull’attuale «multiforme e turbolento» scenario geopolitico globale.
Fra le “Riflessioni”, il saggio del sociologo Pietro De Marco dal titolo “Gaza, il terrorismo e l’Occidente” (pp. 3-10) che fa il punto, in una prospettiva decisamente controcorrente, sulla guerra israeliana a Gaza e commenta, più in generale, la situazione dei conflitti odierni nell’area medio-orientale.
Segue l’articolo “Considerazioni sull’Umanesimo” (pp. 12-15) dello psicologo Ermanno Pavesi, che offre una lettura meno antagonistica del rapporto fra cultura degli umanisti e cattolicesimo.
È quindi riportato un importante messaggio, inviato lo scorso anno da Papa Francesco (2013-2025) ai partecipanti al Laboratorio patrocinato dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali sul tema “L’ontologia sociale e il diritto naturale dell’Aquinate in prospettiva”, in occasione del 750° anniversario della morte del Doctor Angelicus. Nel testo, dal titolo “Nella legge naturale la via dell’autentico sviluppo umano” (pp. 17-19), Bergoglio si soffermava sulla nozione di legge naturale in san Tommaso d’Aquino, un concetto-chiave anche nella prospettiva conservatrice, che il nuovo Pontefice Leone XIV ha sottolineato nel suo recente discorso ai Parlamentari in occasione del Giubileo dei Governanti del 21 giugno 2025.
La rivista prosegue con la rubrica, a cura di Autori vari, “Portolano italiano. Appunti di un conservatore italiano sulla rotta verso il futuro” (pp. 20-24) e con due accurate recensioni di volumi appena usciti, “Ascesa e declino delle costituzioni” (Liberilibri) di Eugenio Capozzi, professore ordinario di storia contemporanea presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e “Un mosaico di silenzi. Pio XII e la questione ebraica” (Mondadori) di Giovanni Coco, accreditato archivista all’Archivio Apostolico Vaticano.
Concludono il numero le consuete e sintetiche Schede bibliografiche dedicate ai più recenti libri italiani di saggistica storica e filosofica (pp. 32-35). Per ricevere il numero in distribuzione della rivista si può telefonare al numero 353.48.29.793 oppure scrivere una email a culturaeidentitanazionale@gmail.com.
Le due (silenziate) sentenze della Corte Suprema USA in materia di libertà educativa e difesa dei minori

Delle tre sentenze che la Corte Suprema degli Stati Uniti, la più alta autorità giudiziaria della magistratura federale, ha emesso venerdì scorso, i media hanno valorizzato quasi esclusivamente quella in tema d’immigrazione. Il focus informativo è stato quindi la possibilità riacquisita dal Presidente Trump di ridimensionare il principio dello ius soli, che ha consentito finora ai migranti negli USA di ottenere automaticamente la cittadinanza per il solo fatto di far nascere i propri figli nel territorio americano. Le altre due sentenze, in materia di libertà educativa e di difesa dei minori, ridisegnano invece molto di più l’orizzonte legale riconoscendo finalmente ai genitori il loro ruolo indispensabile all’interno della società e della famiglia.
Con la prima delle due pronunce in questione, quella in materia di libertà educativa, la Corte presieduta dal giudice John Glover Roberts Jr. (nella foto), nominato nel 2005 dal Presidente George W. Bush, ha riconosciuto ai genitori che erano ricorsi contro il Consiglio scolastico della Contea di Montgomery nel Maryland, il diritto di esentare i propri figli dalla frequentazione di lezioni che includono contenuti ispirati all’ideologia gender o comunque rientranti nell’agenda LGBTQ+.
Si tratta dello storico caso “Mahmoud v. Taylor”, deciso lo scorso anno in termini esattamente opposti dai tribunali inferiori del Maryland, stabilendo che le scuole pubbliche potevano imporre ai genitori la frequentazione dei loro figli a tali lezioni in quanto “patrimonio di tutti” e necessari presidi contro le discriminazioni degli omosessuali, transessuali, etc. In realtà i genitori del Maryland che avevano fatto causa agli istituti scolastici volevano semplicemente far escludere, in nome del Primo Emendamento della Costituzione sulla libertà di religione, i loro figli di 6/10 anni dalle classi elementari nelle quali in alcune materie venivano letti libri di fiabe con personaggi LGBTQ+.
Certo, la sentenza della Corte Suprema pur avendo ristabilito un diritto educativo fondamentale in capo a madri e padri (e nonni!), lo ha fatto in termini specifici e sulla base di presupposti non generali. Nel senso che la possibilità di tenere fuori i propri figli dalle lezioni-indottrinamento gender è riconosciuta solo per una “obiezione di coscienza religiosa”, restando fuori il diritto di tutti quei genitori che, per motivi personali, di ragione o di semplice buon senso, vorranno difendere la sana ed equilibrata crescita dei propri bambini. Siamo solo all’inizio ma comunque il solco è tracciato.
Tanto più che il giudice Samuel Alito, scrivendo la sentenza in nome della maggioranza dei 6 giudici che (contro tre) ha deliberato in senso favorevole ai genitori cristiani e musulmani, ha riaffermato un principio costituzionale di libertà che rimarrà nella storia del XXI secolo della Corte Suprema. Ovvero quello per cui la negazione della possibilità dei genitori di esentare i propri figli da lezioni scolastiche contrarie al loro modo di pensare e vivere impone un «onere incostituzionale sull’esercizio della religione», compromettendo il diritto-dovere dei genitori di proteggere lo sviluppo religioso dei loro bambini.
La decisione, invocata dall’ampia galassia di associazioni familiari e di gruppi ed esponenti che da decenni danno vita al movimento per i diritti dei genitori, è suscettibile di avere implicazioni di vasta portata in tutte le scuole nordamericane. Da ora in poi i consigli scolastici non potranno più imporre l’ideologia gender, altrimenti rischieranno di trovarsi le classi mezze vuole e, alla lunga, il crollo delle iscrizioni e la prospettiva della chiusura.
La seconda delle sentenze alla quale i grandi media hanno messo il silenziatore riguarda la difesa dei minori dalla pornografia. La Corte Suprema ha infatti confermato una legge dello Stato del Texas che impone ai siti web di contenuti pornografici di verificare l’età dei propri visitatori, rendendo così reale ed effettivo il divieto di farvi accedere bambini e ragazzi.
Con un voto anche in questo caso a maggioranza (6 contro 3), la Supreme Court of the United States (abbreviato “SCOTUS”) ha respinto la violazione al Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America, quello che garantisce in sintesi la “terzietà” della legge rispetto al culto della religione ed al suo libero esercizio, sostenendo che la protezione dei minori dai contenuti sessualmente espliciti online giustifica pienamente l’onere imposto di verifica dell’età. La decisione ripristina il valore pubblico e costituzionale della protezione della salute psichica e sessuale dei bambini rispetto alla presunta libertà di espressione asserita dai produttori e divulgatori di contenuti porno, in un’epoca in cui i contenuti digitali sono sempre più accessibili.