Solo quelli che sono così folli… 59° viaggio di solidarietà e speranza in Messico. Guadalupe: “Ma non ci sono qui io, che sono tua Madre?”

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 16.01.2024 – Vik van Brantegem] – Dopo aver riferito giovedì 11 gennaio 2024 [QUI], della partenza di Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami per il 59° Viaggio di Solidarietà e Solidarietà della Fondazione Santina e dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus dall’11 al 22 gennaio 2024 in Messico, dal tema Solo chi è così folle di pensare di cambiare il mondo, lo cambia realmente, e ieri, lunedì 15 gennaio 2024 il suo primo Report 59/1 – I veri pazzi [QUI], oggi riportiamo il suo Report 59/2 – Guadalupe, preceduto da un’informazione di cronaca in riferimento al carcere di Las Cruces, dove oggi alle ore 10.00 ora locale (ore 17.00 di Roma) concelebra la Santa Messa per I’inaugurazione dell’infermeria, presieduta dall’Arcivescovo metropolita di Acapulco, Mons. Leopoldo González González.

Questa mattina, Don Gigi ha inviato un messaggio via WhatsApp: «Siamo in un bel casino il giorno prima della inaugurazione della infermeria del carcere di Las Cruces», allegando un articolo pubblicato ieri, 15 gennaio 2024 sul sito Zócalo, che riporta una notizia dell’Agencia Reforma: «Uccidono due guardie nel carcere di Las Cruces ad Acapulco. Uomini armati hanno ucciso a colpi di arma da fuoco due guardie del sistema carcerario statale e ne hanno ferito una terza in un attacco nel porto di Acapulco. Le tre guardie stavano viaggiando in macchina sul Boulevard Vicente Guerrero, a Colonia Las Cruces, quando un veicolo si è avvicinato a loro e i suoi occupanti hanno iniziato a sparare. Nell’attacco, avvenuto lunedì intorno alle 11.00, è rimasta ferita anche una donna che stava camminando per strada. Il Segretariato di Pubblica Sicurezza dello Stato di Guerrero ha identificato i due uomini assassinati e il ferito come guardie. Secondo rapporti non ufficiali, le guardie erano state assegnate al carcere di Las Cruces, che si trova vicino al luogo in cui è avvenuta la sparatoria, dove sono state uccise due guardie del carcere di Las Cruces ad Acapulco. La Procura Generale dello Stato ha integrato in questi eventi un fascicolo investigativo».

Don Gigi ha allegato al suo messaggio di questa mattina un altro articolo, pubblicato il 29 dicembre 2023 sul sito El Sur: «I prigionieri si ribellano nel carcere di Las Cruces, nel quartiere Libertadores, alla periferia di Acapulco, a seguito del trasferimento di 61 prigionieri in carceri di massima sicurezza in altri Stati del Paese. Tre agenti sono rimasti feriti a colpi di arma da fuoco nell’azione dopo le 3 del mattino. In mattinata i parenti dei detenuti hanno manifestato fuori dal carcere per chiedere l’elenco dei trasferiti e per sapere se ci fossero feriti.
Ieri all’alba si è verificata una rivolta all’interno del carcere di Las Cruces e tre agenti della polizia di stato sono rimasti feriti dai colpi subiti nella colluttazione, dopo aver trasferito 61 detenuti in diverse carceri del Paese, cosa che ha scatenato le proteste delle famiglie dei detenuti.
Secondo le informazioni raccolte, il motivo della rivolta è dovuto al fatto che un gruppo di detenuti “pericolosi” è stato trasferito nelle carceri federali. Secondo la fonte attendibile, all’interno del carcere, dopo il trasferimento dei detenuti, si sarebbero verificate detonazioni ed esplosioni di armi da fuoco. Tre agenti statali sono rimasti feriti dalle percosse dovute alla colluttazione tra i prigionieri, uno di loro è stato ricoverato in ospedale la notte scorsa.
In mattinata i parenti dei detenuti hanno manifestato davanti al carcere, sotto protezione della Segreteria della Guardia Marina e della Guardia Nazionale.
Nelle dichiarazioni ai giornalisti, una delle donne, che non ha fornito il suo nome per paura di ritorsioni, ha chiesto un elenco dei detenuti che sono stati trasferiti in altre carceri del paese. Ha aggiunto che hanno chiesto anche l’elenco dei detenuti feriti durante la rivolta all’interno del carcere, “vogliamo sapere lo stato di salute dei nostri parenti”. Ha sostenuto che il trasferimento dei prigionieri è “incostituzionale” perché ha assicurato che la maggioranza non è stata ancora condannata. “Hanno fatto il trasferimento in modo vigliacco perché era all’alba e senza dircelo, non è giusto”, ha aggiunto. Ha affermato che sarà “quasi impossibile” visitare i suoi parenti imprigionati in altre carceri fuori dallo Stato, “la maggior parte di noi sono anziani e a basso reddito”.
I parenti, tra cui prevalgono le donne, hanno chiuso l’ingresso principale del carcere e hanno impedito la partenza delle pattuglie della Polizia di Stato che hanno partecipato al trasferimento del detenuto. Successivamente, i manifestanti hanno bloccato l’ingresso principale della caserma della Polizia di Stato, accanto al carcere di Las Cruces. Le donne hanno lanciato sassi e bottiglie di vetro contro le pattuglie in partenza e contro il cancello di ferro per chiedere l’elenco dei prigionieri trasferiti ieri mattina.
Alle ore 11.00, gli agenti del carcere di Las Cruces hanno esposto sulle recinzioni di ferro l’elenco dei 61 detenuti trasferiti e la manifestazione è terminata.
In un primo comunicato stampa diffuso alle ore 08.00, la Segreteria di Pubblica Sicurezza dello Stato ha riferito che nelle prime ore di questo giovedì si è svolto un processo di trasferimento di detenuti dal carcere di Las Cruces alle prigioni federali, e ha annunciato che un gruppo di detenuti ha manifestato al fine di evitare tale trasferimento. Aggiunge che le guardie di sicurezza e di custodia, nonché la Polizia di Stato dotata di attrezzature antisommossa hanno attivati nel carcere i protocolli per azioni di deterrenza. Ha precisato che sono intervenuti il Segretario di Pubblica Sicurezza di Guerrero, Evelio Mendez Gómez, e il Comandante della Polizia di Stato. Ha dichiarato che la sicurezza del carcere è stata rafforzata all’interno in coordinamento con la Segretaria della Marina e all’esterno con la Guardia Nazionale.
In un altro comunicato stampa diffuso alle ore 13.00, la Segreteria di Pubblica Sicurezza dello Stato ha riferito che le attività regolare del carcere sono state ripristinate dopo l’applicazione dei protocolli di custodia e di deterrenza da parte delle guardie carcerarie e della Polizia di Stato. Ha sottolineato che gli operatori del carcere e della Segreteria Generale del Governo, accompagnati dai rappresentanti della Commissione per i Diritti Umani dello Stato di Guerrero, hanno prestato assistenza ai parenti dei detenuti. Ha informato che 61 detenuti sono stati trasferiti nelle carceri degli Stati di Oaxaca, Chiapas, Nayarit, Coahuila e Durango. “Questa misura è stata attuata nel rispetto dei protocolli stabiliti e nel rispetto dei diritti umani, seguendo prontamente le istruzioni federali”, è sottolineato. Ha riferito che tre agenti statali sono rimasti feriti durante il processo di trasferimento e sono stati ricoverati in ospedale, due dei quali sono stati dimessi ieri e uno è ancora ricoverato.
“L’obiettivo dei trasferimenti delle persone private della libertà è mantenere la governance nei centri di detenzione e avvengono in coordinamento con il Ministero della Difesa Nazionale, la Segreteria della Marina e la Guardia Nazionale”, conclude il comunicato stampa.
Il 17 agosto, la Segreteria di Stato per la Pubblica Sicurezza aveva riferito che nel carcere Las Cruces di Acapulco si è verificato un tentativo di rivolta».

Report 59/2 – Guadalupe
Ma perché questo report si intitola Guadalupe? Perché è proprio la Madonna di Guadalupe che il primo giorno illumina la tragedia [dell’uragano [QUI]]. Le strade di Acapulco sono ancora piene di colorate decorazioni. Immaginavo che era per il Natale, ma Magda mi dice: “No padre, la città si è vestita a festa per la Madonna di Guadalupe”. Mi commuovo e così torno con il pensiero allo scorso 12 gennaio – esattamente ad un mese dal 12 dicembre, memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Guadalupe – quando ho avuto la grazia di presiedere la Messa al Santuario.
Quando ci spaventiamo, quando stiamo male, qualche cosa ci turba, improvvisamente noi gridiamo: “Mamma mia!” Più o meno in tutto il mondo, questa frase ricorre nei momenti di paura. Perché invochiamo la madre? Perché gridiamo “mamma”? Perché anche gli anziani, che non hanno più la mamma da molti, forse troppi anni, gridano il nome? Perché la mamma è fonte sicura e certa di protezione, di forza nella debolezza, questo nome è il primo nome che i bimbi pronunciano tra le prime paroline he imparano. Lo dicono male quel nome, lo balbettano… mama, mama, mamma e quel suono distorto gridato dal piccolino, accende la luce negli occhi alla mamma. Quel nome cura la mamma le dà forza: è una medicina che cura fatica, dispiaceri e dolori. Il bimbo poi allarga le braccia e parte un abbraccio indescrivibile nella sua purezza, nella sua forza e nella sua bellezza. Un’autentica bomba atomica di amore.
In Messico esiste un luogo e si chiama Guadalupe. Li Maria è apparsa in sembianze meticce. È apparsa a Juan Diego ed oggi è il santuario mariano più grande del mondo [*]. Il 12 dicembre di ogni anno giungono al santuario circa otto milioni di fedeli, molti di più di quanti vede il Papa in un anno!
Nel mio cuore vi sono due luoghi mariani che illuminano il mio cuore: Nazareth-Betlemme e poi Guadalupe.
Ogni anno ho il mio appuntamento con lei alla basilica, andando nel Guerrero. E questo anno ci sono venuto il giorno prima del mio compleanno e grazie a due amici, Antonio e Katina che mi hanno ospitato una notte, ho potuto presiedere da solo la Santa Messa delle ore 10.00. È stata una emozione forte e commovente. Quanta gente, quanta devozione e quando fede.
Durante il Rosario abbiamo pregato per tutti voi ed i bisogni della nostra associazione. E soprattutto ho pregato per la nuova situazione in cui vivo a Bergamo, che possa vivere con profondità e convinzione il mio essere prete. Ho chiesto il dono di una pace interiore di aiutarmi ad organizzare la mia vita con reta nella sobrietà e nella condivisione. Ho pregato per la mia Diocesi di Bergamo, per le persone che mi aiutano, per Blanca ed è proprio da lei che mi giunge un messaggio mentre sto pregando la Vergine.
Devo svelare un fatto importante e bello. Davanti al quadro della Morenita tanto ho pregato per mio nipote Paolo che ha 24 anni: lui è nato il giorno della festa di Guadalupe e ben conosce la mia devozione alla Madonna, devozione che mi ha portato a tatuarmi sulla spalla destra l’immagine della Madonna Calpestata trovata in Iraq e la frase ebraica “Roccia del mio cuore è Dio”.
Alcuni giorni prima della partenza, Paolo si presenta a casa mia. Era moltissimo tempo che non veniva… Dice: “Zio, per i tuoi sessantatre anni ho pensato ad un regalo molto speciale e sono sicuro ti piacerà. L’ho disegnato con il pirografo il giorno del mio compleanno ed è l’immagine della Madonna di Guadalupe”. Il giovane mi mostra così il quadro: “Paolo, è bellissimo e tu sai quanto amo questa immagine di Guadalupe. La devo sistemare in un luogo ben visibile qui in casa e ti prometto che ti ricordo al Santuario”. Paolo mi saluta felice, vedendo quanto ho apprezzato il quadro. E davanti alla sacra immagine con Antonio e Katina prego per Lui.
La visita alla Madonna di Guadalupe mi riempie sempre di grande pace. Al centro di questa devozione penso ci sia non l’immagine misteriosa e miracoloso, ma una bellissima frase che è per me una frase dal grande sapore evangelico, e la più bella tra le frasi di tutte le apparizioni del mondo e la frase che Maria Morenita dice a Juan Diego, preoccupato e forse spaventato: “Ma non ci sono qui io, che sono tua Madre?”
Che meravigliosa frase, da una mamma non mia. Voglio sentirti dire questa frase, quando sei stanco, ti senti solo, rischi la depressione. Prova ripetere al tuo cuore questa giaculatoria: “Ma non ci sono qui io, che sono tua Madre?” Abbiamo aperto questo report dicendo, che quando abbiamo paura, invochiamo il nome della mamma… Facciamo così anche con la Madonna. Sentiamola Madre, usiamo il Rosario per ripetere 50, 100, 200 volte questa bellissima frase e nel cuore scenderà la pace.
I Messicani sono pazzi per Guadalupe. È una devozione per delinquenti e santi, per ricchi e poveri, anche i carcerati amano la Morenita. Lo scorso anno proprio al carcere di Las Cruces ho incontrato un prigioniero che aveva tatuata sulla schiena intera la Guadalupana, colpito da questa bella e grande immagine gli dico: “Bellissima immagine! Sei devoto alla Vergine?” e subito mi giunge una simpatica risposta: “Padre io sono devotissimo da quando la Vergine ha sciolto il mio voto. Avevamo promesso che mi sarei fatto il tatuaggio se la Madonna non mi avesse fatto prendere dopo una rapina: quella volta non mi hanno preso e sono andato subito dal tatuatore perché io sono uomo d’onore e rispetto sempre la parola data”.
Scoppio a ridere e ieri racconto questo fatto in predica, tutta la gente di La Laja scoppia in una sonora risata ed alla fine ripetiamo insieme, urliamo insieme la frase: “Ma non ci sono qui io, che sono tua Madre?” Quella frase urlata da centinaia di persone si è sentita fino al mercato… ed un uragano buono ha invaso le case messicane, felici di avere una Madre così buona e vicina.
Questa visita alla Madonna di Guadalupe mi sta dando forza in questi giorni così complicati e duri. Anche tu che hai letto questo mio secondo report dal Messico ripeti con calma questa frase: “Ma non sono qua io, che sono tua madre?” Ti darà pace e tranquillità al cuore se le reciti lentamente e con fede: prova!

[*] La Madonna di Guadalupe
San Juan Diego Cuauhtlatoatzin (1474 circa – Città del Messico, 1548), l’azteco convertito al Cristianesimo che, secondo la tradizione, ricevette nel 1531 l’apparizione della Madonna di Guadalupe. Juan Diego fu proclamato santo il 31 luglio 2002 da San Giovanni Paolo II in occasione della sua quinta visita pastorale in Messico (a cui ho partecipato ed ero presente alla cerimonia di canonizzazione). La sua memoria liturgica è il 9 dicembre, data della prima apparizione, mentre il 12 dicembre, giorno dell’ultima, ricorre la memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Guadalupe).
«Ma non ci sono qui io, che sono tua Madre?»
All’alba del 12 dicembre 1531, mentre Juan Diego corre per strada scoraggiato in cerca di un frate che desse i sacramenti a uno zio Juan Bernardino che sta morendo, la Madonna gli va incontro lungo la salita: «Figlio mio, che niente ti affligga. Ma non ci sono qui io, che sono tua Madre? Non sei sotto la mia protezione? Non sono io vita e salute? Non sei nel mio grembo e non stai correndo per conto mio? Hai bisogno di qualcosa? Non temere per tuo zio, che è già guarito».
Dopo aver rassicurato Juan Diego sulla salute dello zio, la Madonna gli ordina di salire in cima al Tepeyac, dove «troverai una grande quantità di fiori. Raccoglili e portameli qui». Nonostante la stagione e il luogo, Juan Diego trovò sul colle degli splendidi fiori di Castiglia, una specie di rose tipiche della regione spagnola, che custodì nella sua tilma, un indumento usato a mo’ di mantello e che per i poveri consisteva in un semplice, ruvido tessuto di maguey, fibre d’agave.
«Mio piccolo figliolo, questi fiori saranno il segno per il vescovo. Solo alla sua presenza aprirai la tilma e mostrerai ciò che porti», gli disse la Madonna. Juan Diego si recò nuovamente da Zumarraga: per mostrare i fiori, al suo cospetto e di altre sette persone. Quando le rose caddero a terra davanti a lui, sulla tilma si impresse all’istante l’immagine della Vergine Maria dall’aspetto di una ragazza meticcia, ricca di splendore e di luce, dallo sguardo penetrante ed intenso, per la meraviglia del vescovo che si inginocchiò commosso assieme a tutti i presenti. Poco dopo fu eretta sul Tepeyac la cappella in onore della Vergine e il vescovo vi fece costruire accanto una piccola casa, dove Juan Diego passò gli ultimi 17 anni della sua vita terrena offrendo preghiere e penitenze e morendo in fama di santità, attestata dal suo culto ininterrotto.
L’immagine della Madonna di Guadalupe sulla tilma di Juan Diego
Nell’idioma indigeno, “guadalupe” significa “schiaccia la testa al serpente”, come si legge nella Genesi: «Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno» (Genesi 3,15).
L’immagine della Madonna sulla tilma è identica alla descrizione dell’Apocalisse: «Poi un grande segno apparve nel cielo: una donna rivestita del sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo» (Apocalisse 12,1).
La Madonna di Guadalupe ha un nastro con dei fiocchi sul ventre, è “incinta“, come dice l’Apocalisse: «Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto» (Apocalisse 12,2).
Dopo quasi cinque secoli, l’immagine sulla tilma sconvolge ancora fedeli e scienziati.
1. La temperatura della fibra con cui è costruito la tilma mantiene una temperatura costante di 36,6 °C, la stessa di una persona viva.
2. Non si è scoperto nessun tratto di pittura sulla tilma. In realtà, a una distanza di 10 centimetri dall’immagine, si vede solo le fibre crude: i colori scompaiono.
Studi scientifici non riescono a scoprire l’origine della colorazione che forma l’immagine, né la forma in cui la stessa è stata dipinta. Non si riscontrano tracce di pennellate né di altra tecnica conosciuta. Gli scienziati della NASA affermarono che il materiale che origina i colori non è nessuno degli elementi conosciuti sulla Terra.
Si è fatto passare un raggio laser lateralmente sopra la tilma, e si è evidenziato che la colorazione non è né al dritto né al rovescio, ma che i colori fluttuano a una distanza di tre decimi di millimetro sopra il tessuto, senza toccarlo. I colori fluttuano nell’aria, sopra la superficie della tilma.
3. La fibra di maguey che costituisce la tela dell’immagine, non può durare più di 20 o 30 anni. Vari secoli fa si dipinse una replica dell’immagine su una tela di fibra di maguey simile, e la stessa si disintegrò dopo alcuni decenni. Mentre, a quasi 500 anni dal miracolo, l’immagine di Maria continua a essere perfetta come il primo giorno. La scienza non si spiega l’origine dell’incorruttibilità della tela.
4. Nell’anno 1791 si rovescia accidentalmente acido muriatico sul lato superiore destro della tilma. In un lasso di 30 giorni, senza nessun trattamento, se ricostituì miracolosamente il tessuto danneggiato.
5. All’inizio del secolo XX, un uomo nascose una bomba ad alto potenziale in un arredo floreale, che collocò ai piedi della tilma. L’esplosione distrusse tutto ciò che era intorno, meno la tilma, che rimase in perfetto stato di conservazione.
6. Studi oftalmologici realizzati negli anni 1975 e 1976 dal chirurgo Edoardo Turati Alvarez e dell’equipe del medico Javier Torroella sugli occhi di Maria, hanno costatato che sono di una brillantezza e di una profondità singolari. Avvicinando loro la luce, la retina si contrae e ritirando la luce, la retina torna a dilatarsi, esattamente come accade ad un occhio vivo.
7. Uno dei medici che analizzò la tilma collocò il suo stetoscopio sotto il nastro con fiocchi che Maria ha intorno alla vita (segnale che è incinta) e ascoltò battiti che si ripetevano ritmicamente, contò 115 pulsazioni al minuto, come per un bebè nel ventre materno.
8. Le stelle visibili nel manto della Vergine Maria riflettono l’esatta configurazione e posizione del cielo che il Messico presentava nel giorno in cui avvenne il miracolo. L’astrofisico Mario Rojas, in un’ora vicina al solstizio d’inverno del 1981, disegnò, con l’aiuto di una lente curva per evitare deformazioni, le costellazioni della volta del cielo. Le fissò su carta trasparente e, sovrapponendole alla mappa stellare della tilma, le trovò che combaciavano in modo perfetto. Gli scienziati che hanno esaminato la tilma hanno trovato straordinaria questa immagine così nitida e precisa. Ma c’è di più. Alcune costellazioni che non appaiono sulla tilma, hanno una coincidenza simbolica con la figura della Vergine. La “Corona Boreale” cade sulla fronte di Maria, la “Vergine” sulle mani, il “Leone” sul ventre gravido. “Orione” sull’angelo che sostiene la Vergine. Tutto questo è eccezionale e pieno di mistero.
9. Nelle pupille di Maria (di soli 7,8 mm) si sono scoperte minute immagini umane, che nessun artista avrebbe mai potuto dipingere. Sono due scene e si ripetono in tutte e due gli occhi. L’immagine del Vescovo Zumárraga negli occhi di Maria fu ingrandita mediante tecnologia digitale, e ha rivelato che nei suoi occhi è ritratta l’immagine dell’indio Juan Diego, che apre la sua Tilma davanti al vescovo.
Già nel 1929, il fotografo Alfonso Marqué Gonzalez aveva scoperto nell’occhio destro della Madonna, (così viene chiamata la Madonna di Guadalupe), la sagoma di una figura umana. Anche il fotografo Carlos Solinas confermò, nel 1951 la stessa figura. Tra gli anni 1956 e 1958 il chirurgo Tottija Lovoignet confermò i riflessi umani su ambedue gli occhi.
Negli anni Ottanta, José Tonsmann, usando le stesse apparecchiature dell’astronave Viking per analizzare la superficie di Marte, vi scoprii i riflessi di diverse persone. Evidentemente si tratta dei personaggi presenti nel palazzo del vescovo quando l’immagine della Madonna si stampò sulla tilma di Juan Diego:
- un indio seduto a gambe incrociate di cui si vedono i lacci dei sandali, i capelli legati dietro l’orecchio e un anello o forse un orecchino;
- la figura di un uomo anziano con pronunciata calvizie, barba bianca, naso dritto, sopracciglia sporgenti;
- alla sinistra dell’uomo anziano la figura di un altro uomo ancora giovane,
- il profilo di un uomo di età matura con barba e baffi, naso grande e aquilino, zigomi sporgenti, occhi incavati e labbra socchiuse, nell’atto di aprire il mantello;
- alle spalle dell’indio una donna giovanile dal volto scuro;
- un altro personaggio con barba;
- un gruppo familiare composto da 5 persone: mamma, papà e 3 figli di cui uno avvolto in scialle.
Preghiera alla Madonna di Guadalupe
Benedetta Vergine di Guadalupe! Ti chiedo a nome di tutti i miei fratelli del mondo, di benedirci e proteggerci. Dacci una prova del tuo amore e bontà e ricevi le nostre preghiere e orazioni.
Oh Purissima Vergine di Guadalupe! Ottieni da tuo figlio il perdono dei miei errori, benedizione per il mio lavoro. Rimedi per le mie infermità e necessità, e tutto ciò che credi conveniente chiedere per la mia famiglia.
Oh Santa Madre di Dio, non deludere le suppliche che t’indirizziamo nelle nostre necessità.
Amen.