Ridere per non piangere. Fine del giornalismo, ora è ufficiale. L’annunzio è stato dato urbi et orbi

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 07.01.2024 – Vik van Brantegem] – Sull’articolo che segue – che riporto uguale eguale, tale quale, foto e didascalie incluse – evito di pensare, per non far peccato in pensiero; non commento, per non far peccato in opere; faccio seguire due signorili precisazioni visto su Facebook (seguite dalla breve storia dell’annuncio del giorno della Pasqua e delle altre feste mobili del calendario liturgico, e dell’annunzio data in Basilica di San Pietro, da un diacono, non dal Papa peraltro), per non far peccato in omissioni.

Dico solo, che se dovessi scrivere io un articolo in riferimento alla fisica nucleare o alla analisi chimica (anche se fisica e chimica almeno ho studiato, per qualche anno), certamente farei una figura ancora peggio. Quindi non lo faccio.

Al “web content editor” Spagnolo Francesco del sito romano Notizie.com – con “una redazione composta da giornalisti e video giornalisti attivi su tutto il territorio nazionale che mettono passione e professionalità al servizio della testata e soprattutto dei lettori” – va il consiglio di studiare liturgia e storia, prima di esprimersi su questioni liturgiche e storiche, e l’invito di abbandonare la professione del giornalismo, per cui è proprio negato. Infine, al posto del Direttore editoriale Paolo Colantoni, mi farei qualche domanda su come funziona il meccanismo di conferimento della tessera dell’Ordine dei Giornalisti.

CRONACA
Pasqua 2024, ora è ufficiale: l’annuncio di Papa Francesco
di Francesco Spagnolo
Notizie.com, 6 gennaio 2024


Durante la messa dell’Epifania, ultimo giorno festivo del periodo natalizio, Papa Francesco ha fatto un annuncio importante sulla Pasqua.
L’Epifania è l’ultimo appuntamento festivo del lungo periodo natalizio e, come succede ormai da diverso tempo, durante la messa a San Pietro il Papa dà l’annuncio del giorno della Pasqua e delle altre festività che accompagneranno a settimane molto importanti per la Chiesa.

L’annuncio di Bergoglio sulla domenica di Pasqua [in realtà Papa Francesco sta leggendo l’omelia].

La Chiesa, quindi, in questi giorni inizierà a prepararsi ad un lungo periodo che si concluderà il prossimo 31 marzo con la Pasqua. Ma andiamo a vedere nei dettagli tutte le date che lo stesso Pontefice ha svelato durante la messa dell’Epifania davanti a seimila fedeli.

Papa Francesco: “Ecco quando sarà Pasqua”

Papa Francesco annuncia le prossime festività [il realtà, la foto mostra il Papa durante la Consacrazione].

La prima data svelata dal Pontefice è quella di Pasqua. Papa Francesco ha ricordato che “il centro di tutto l’Anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà con la Domenica di Pasqua il 31 marzo“.
“Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi – ha continuato Bergoglio, citato dall’Ansa – le Ceneri, inizio del periodo di Quaresima, il 14 febbraio. L’Ascensione del Signore il 9 maggio (che si celebrerà domenica 12 maggio), la Pentecoste il 19 maggio e la prima domenica di Avvento, prevista per il 1° dicembre“.

Pasqua 2024 è il 31 marzo 2024

Bergoglio conferma che Pasqua sarà il 31 marzo [Foto di repertorio e come si vede, il Papa non sta annunciando niente].

L’annuncio del Pontefice conferma che Pasqua 2024 è il 31 marzo 2024. Per questo motivo dal 14 febbraio inizierà ufficialmente il periodo che porterà a festeggiare il Cristo risorto. Un appuntamento che, come ammesso anche da Bergoglio, è il centro di tutto l’anno liturgico.

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Due commenti

«L’ignoranza liturgica e storica di chi ha scritto questo articolo è madornale, giunge al grottesco… L’annuncio della Pasqua e delle feste mobili viene fatto in tutte le chiese del mondo, da secoli e secoli e spetta al diacono o, in alternativa, a un cantore. È una antichissima consuetudine che affonda le sue radici in tempi nei quali non si disponeva a casa di un calendario o di uno smartphone per una veloce ricerca su Google. Il Patriarca di Alessandria d’Egitto, luogo noto per la quantità e qualità di studiosi di astronomia, inviava una lettera al Papa e agli altri vescovi dell’orbe cattolico con il calcolo della data di Pasqua, computata in base al ciclo lunare, e delle altre feste liturgiche mobili che venivano poi cantate al popolo nel giorno di Epifania perché ne venisse a conoscenza» (Giancarlo Cigala).

«Ieri la sporca miscela tra la farneticante idolatria per Bergoglio (accreditato da anni come “colui che fa nuove tutte le cose”) e la ripugnante ignoranza di certi “giornalisti” ha prodotto una vetta di grottesco difficile da replicare, spacciando l’ordinaria “kalenda” dell’Epifania con l’annuncio senza precedenti secondo cui la Pasqua quest’anno… cadrà di domenica! Resta sottinteso che ciò avverrà grazie alle messianiche riforme di Papa Francesco» (Mons. Eleuterio Favella).

L’annuncio della Pasqua
e delle altre feste mobili

Nel giorno dell’Epifania del Signore, culmine delle liturgie natalizie, è consuetudine antichissima annunciare con il canto la data della Domenica di Pasqua e delle altre feste mobili, le cui date scaturiscono da essa. Secondo la consuetudine, l’annuncio viene fatto all’ambone da un diacono o in sua assenza dal sacerdote o da un cantore, debitamente preparato, al termine della proclamazione del Vangelo.
Tale uso è da connettere alle lettere festali che da Alessandria d’Egitto, luogo dove gli studi astronomici erano particolarmente fiorenti, venivano inviate alle Chiese per notificare la data della celebrazione solenne della Pasqua. Secondo le testimonianze di Eusebio di Cesarea e di Cirillo di Alessandria, fu il Concilio di Nicea a stabilire che fosse il Patriarca della metropoli egiziana ad assolvere questo incarico. Già il monaco Cassiano nel V secolo, a proposito della consuetudine di annunciare la data della Pasqua nel giorno dell’Epifania, così testimonia: «Nella provincia d’Egitto si osserva questo costume di antica tradizione; compiuto il giorno dell’Epifania – che i sacerdoti di quella provincia definiscono come quello sia del battesimo del Signore, sia della sua nascita secondo la carne, e per questo celebrano la solennità di ambedue i misteri non in due volte, come nelle provincie occidentali, ma in una sola festa in quel giorno – le lettere del pontefice di Alessandria sono indirizzate a tutte le Chiese d’Egitto, nelle quali sono fissati sia l’inizio della Quaresima, sia il giorno di Pasqua, non solamente in tutte le città, ma anche in tutti i monasteri».
Nel V secolo, in alcune Chiese dell’Africa e della Spagna, l’annuncio viene fatto alla Messa del giorno di Natale («post revelatum in corpore nascentis Domini nostri Iesu Christi mysterium» recita un testo ispanico della proclamatio). In altre Chiese d’Occidente, come Roma, Aquileia e Milano, si annunciava il giorno della Pasqua nella solennità dell’Epifania. Il Pontificale Romano tridentino ha tramandato la formula Noveritis, ora riportata nel Missale Romanum, la cui melodia è affine a quella del preconio pasquale. Nella tradizione aquileiese e cividalese la formulazione appare più concisa. L’esordio fa riferimento al desiderio del popolo fedele di sentire ciò che dovrà celebrare. La data della Pasqua è introdotta dal riferimento all’esultanza, appena vissuta, del Natale. Quindi si dà l’annuncio del caput ieiunii, ovvero dell’inizio del tempo penitenziale, e si conclude con il saluto di pace.
Il testo dell’edizione italiana del Messale colloca l’annuncio delle date salienti dell’anno liturgico nel contesto del mistero di salvezza che si è rivelato in Cristo e che la Chiesa celebra «nei ritmi e nelle vicende del tempo» fino al ritorno glorioso del Signore. Particolare evidenza è data al Triduo pasquale, centro di tutto l’anno, e alla domenica, «Pasqua della settimana». Dopo aver evocato la Madre di Dio e i santi, nei quali si attua la Pasqua del Signore, la conclusione è in forma di lode a Cristo, «che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia».
La celebrazione dell’Epifania con questo ulteriore elemento proietta la festa dell’incarnazione verso il suo compimento nel mistero della morte e della risurrezione di Cristo. Nello stile dei grandi annunci (come l’Exsultet pasquale e la Calenda natalizia) la Chiesa attesta con rinnovato stupore la signoria di Cristo celebrata nel mistero liturgico nello scorrere del tempo. Nel frammento del tempo dell’uomo, il dono di grazia continua a farsi nuovo per chi si lascia convocare e accetta di farsi coinvolgere in una storia di salvezza.

Solennità dell’Epifania
Sabato, 6 gennaio 2024
Sequenza
Annunzio del giorno della Pasqua

Dopo la lettura del Vangelo, dal diacono o da un cantore possono dare l’annunzio del giorno della Pasqua.
Nella Basilica di San Pietro, durante la Santa Messa dell’Epifania presieduta dal Santo Padre Francesco, l’annunzio è stato dato cantando da un diacono, come previsto dalla liturgia (quindi non dal Papa):