Il Cardinale Tucho Speedy Gonzales: facimm ambress ambress!!!

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 05.01.2023 – Vik van Brantegem] – L’imbarazzante pasticcio di Fiducia supplicans riassunto, ambress ambress, in poche parole: una benedizione che non è una benedizione su una coppia che non è coppia mediante una dottrina che non è una dottrina secondo un chiarimento che non è un chiarimento. Si può benedire senza bene-dicere, purché senza essere liturgia quello che è liturgico, se fatto accidentalmente e con il cronometro, che duri solo 10 secondi: facimmo ‘e cose sciuè sciuè (alla sveltina), ordino il Cardinale Tucho Besame Mucho Speedy Gonzales e il Segretario Peter Pan.

«La prima condizione perché l’eclissi abbia termine e il cattolicesimo esca dalla sua crisi, è che la Chiesa riprenda la sua funzione: che non è di adeguarsi al mondo, ma al contrario di contrastarlo» (Augusto Del Noce).

«Forse il Cardinal Fernández dovrebbe limitarsi a dichiarazioni che si leggono in 10-15 secondi» (Philip Lawler, Catholic Culture).

«Dopo le “precisazioni” su Fiducia supplicans. Salvate il soldato Fernández! O una risata lo seppellirà» (Vincenzo Rizza, Duc in altum).


Dopo la già imbarazzante lessicografia della Dichiarazione del 18 dicembre scorso è arrivata ieri la Precisazione, diffusa tramite la Sala Stampa della Santa Sede: «Triplo salto carpiato in avvitamento nel tentativo di salvare il salvabile. Peggio di così era difficile» (Cit.). «Fino a 10 secondi è cordiale saluto del duca conte, tra i 10 e 15 secondi scatta la benedizione non ritualizzata, oltre i 15 è ascesa vertiginosa di quasi tutti i gradini della gerarchia aziendale, anche a tre a tre, fino alla guida del dicastero, serra di piante di Ficus e poltrona in pelle umana» (Giuliano Guzzo).

Dopo aver letto il “Comunicato stampa circa la ricezione di Fiducia supplicans” del Dicastero per la Dottrina della Fede di ieri, Costanza Miriano ha commentato: «Scusate ma che criterio è la velocità in teologia? Ma si può leggere in un comunicato del DDF: “Si tratta di benedizioni di 10 o 15 secondi. Ha senso negare questo tipo di benedizioni a due persone che la implorano?” Non ci volevo credere quando l’ho letto. Che criterio è il tempo in teologia? Il male si può dire bene se lo si fa velocemente? Ogni persona va benedetta, non ogni coppia, non è difficile e non c’entra niente il tempo. Si benedice ciò che fa bene a una persona, se si benedice ciò che gli fa male si sta facendo del male a quella persona. La spacciano per misericordia ma è cattiveria. Non vorrei essere volgare ma una sveltina fuori dal matrimonio se è veloce va bene? Dio non fa in tempo a girarsi e vedere? Un mio amico professore in una importante università pontificia sostiene che il testo sia talmente strampalato da essere una provocazione. Però DDF dovrebbe stare per Dicastero per la Dottrina della Fede, non della Farsa. E vorrei ricordare che la fede che professiamo l’abbiamo ricevuta da duemila anni di martiri, apostoli, dottori della Chiesa, non è solo nostra. Nessuno si può permettere di inventarla».

Nella lingua napoletana si dice “facimm ambress ambress!!!”, che significa in italiano: sbrighiamoci. Oppure, in alternativa, “facimmo ‘e cose sciuè sciuè”, che significa: agiamo speditamente senza porci grossi problemi. Da pecore nere, che siamo, questo ci fa venire in mente un’altra espressione napoletana, che abbiamo già ricordato come calzante in altre occasioni: “Facite Ammuina!!!” (cioè, fate il maggior casino possibile), per dire che è voluta la confusione creata dal Cardinal Tucho Speedy Gonzales e il suo Segretario per la Sezione dottrinale del Dicastero per la Dottrina della Fede con la loro Dichiarazione Fiducia supplicans e la successiva spiegazione diffusa sotto forma di “Comunicato stampa” (ormai, Conferenze stampa su argomenti che scottano, da tempo non si fanno più, per evitare domande scomode da qualche vaticanista non allineato), che in un lungo sproloquio non spiega un bel niente, ma aumenta ancora la confusione: “Facite Ammuina!!!”, ordine pastorale non dottrinale accolto con entusiasmo dal branco belando delle pecore bianche… ¡¡¡ jajajajajajajajajajajajaja !!!

Ordine: Facite Ammuina!!!
Art. 27 – Facite Ammuina
All’ordine Facite Ammuina:
tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa
e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora:
chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra
e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta:
tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa
e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio
passann’ tutti p’o stesso pertuso:
chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à.
Di questo articolo del falso Regolamento della Real Marina del Regno delle Due Sicilie in Gran Tenuta (Napoli, 1851) esistono copie – ancora oggi vendute ai turisti ignari nei mercatini napoletani – firmati dai fantomatici Ammiraglio Giuseppe di Brocchitto e Maresciallo in capo dei legni e dei bastimenti della Real Marina Mario Giuseppe Bigiarelli.

Quindi, tornando a pensare come pecore nere ai redattori di Fiducia supplicans (e del successivo Comunicato stampa), e al belare del branco delle pecore nere, la domanda “ci sono o ci fanno?” non presenta un dilemma, ma esprime una certezza: non pretendono di essere stupidi, lo sono. Punto e a capo. Insomma, parlando di capo, non ragionano – a modo di dire – con il loro capo “fatto” (quindi, con il cervello fuori assetto), ma con la loro coda da pecore bianche, che “sono”.

Ne riparleremo – a Dio piacente, sempre – dopo l’inverno, nel mese di febbraio (che presso gli antichi Romani era destinato alla purificazione) e da pecore nere vedremo i risultati del “Facite Ammuina!!!” a cui hanno obbedite pedissequamente le pecore bianche ignoranti (che non è un’offesa, ma la costatazione che ignorano la realtà della manipolazione e l’esistenza dei manipolatori, all’origine dell’ordine “Facite Ammuina!!!”. Peccato, si sono sprecati…

“Coppie gay benedette ma solo in 10 secondi” di Franco Garelli – La Stampa, 5 gennaio 2024.

In attesa dei futuri sviluppi, riportiamo di seguito due contributi, pubblicati oggi da La Nuova Bussola Quotidiana:

  • Surreale comunicato su Fiducia Supplicans, Tucho è una sciagura di Luisella Scrosati: «Contraddizioni, frasi illogiche e riti a cronometro: sulle benedizioni per le coppie irregolari un nuovo incredibile documento firmato dal cardinale Fernandez. Che, per il bene della Chiesa, andrebbe allontanato».
  • Un gioco di parole non trasforma l’errore in magistero di Tommaso Scandroglio: «Nell’ultima intervista del card. Fernández riemerge il consueto leit-motiv: più che annunciare la verità, la Chiesa dovrebbe adattarla alle esigenze del credente. A costo di contraddirsi».

Inoltre; segnaliamo:

  • Un comunicato imbarazzante di Leonardo Lugaresi, 5 gennaio 2024 [QUI]
  • Benedire le coppie irregolari, ma “in dieci o quindici secondi”. Le precisazioni del cardinale Fernández di Matteo Matzuzzi su Il Foglio del 4 gennaio 2024 [QUI]
  • Voi che discutete non capite nulla. Mala leche, come ha detto Cardinale Tucho Speedy Gonzales nella sua intervista ad ABC. Chi invece ha capito bene è Padre James Martin, SI-LGTBQAI+: sono le coppie gay a benedire i preti, su Outreach del 3 gennaio 2024 [QUI]
  • La “Wanna Marchi” della Dottrina della Fede continua il programma di Arduino Facezia su Il Pensiero Cattolico del 4 gennaio 2024 [QUI]
  • Intervista all’Arcivescovo-Vescovo emerito di Trieste, Mons. Giampaolo Crepaldi a cura di Stefano Chiappalone su La Nuova Bussola Quotidiana del 5 gennaio 2024: «Il problema delle benedizioni delle coppie irregolari mette in evidenza una diversità di visioni teologiche dentro la Chiesa su questioni vitali». Mons. Crepaldi coglie in Fiducia supplicans discontinuità e pastoralismo, ovvero la pretesa di produrre una “nuova” dottrina mediante la pastorale. Queste persone vanno accolte, ma Fiducia supplicans dimentica di accoglierle nella verità [QUI]
  • Benedizione coppie gay: tutti gli inganni di Fiducia supplicans di Riccardo Cascioli and Stefano Fontana su Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan del 3 gennaio 2024 [QUI]

Surreale comunicato su Fiducia supplicans, Tucho è una sciagura
di Luisella Scrosati
La Nuova Bussola Quotidiana, 5 gennaio 2024


No, non siamo su Scherzi a parte; e nemmeno siamo di fronte all’operazione di un hacker burlone. Il Comunicato stampa di ieri porta la firma del cardinale Victor M. Fernández e di mons. Armando Matteo (rispettivamente prefetto e segretario del Dicastero per la Dottrina della Fede); stavolta senza nessuna ex audientia da parte del Papa. Un comunicato che avrebbe l’ipotetico obiettivo di «aiutare a chiarire la ricezione di Fiducia supplicans» e che invece ha la certa conseguenza di confondere ancora di più i fedeli, umiliare ancora più profondamente la Chiesa cattolica e ridicolizzare all’estremo il Dicastero per la Dottrina della Fede.
Prima di leggerlo bisogna sedersi, fare respiri profondi ed avere a portata di mano del carbonato d’ammonio, in caso di eventuali mancamenti. Di fronte alla sollevazione di numerose conferenze episcopali delle periferie della Chiesa, alle quali risulterebbe ridicolo rivolgere la comoda accusa di non essere pastorali, Tucho prova a fare marcia indietro, cercando però nel contempo di non scontentare quei vescovi, chiaramente concentrati nell’area germanofona, a loro volta tutt’altro che disponibili ad obbedire ad un “contrordine, compagni”!
Tucho assomiglia a quei neopatentati (a volte anche non proprio “neo”) che vogliono parcheggiare una macchina troppo lunga in uno spazio troppo piccolo, e che, impegnati in continue manovre, alla fine riescono a urtare sia davanti che dietro!
Ed infatti, di fronte ai vescovi africani, che non vogliono sentir parlare di unioni di coppie irregolari o omosessuali, e di fronte ai tedeschi, che invece vogliono benedire proprio le coppie, Fernández riesce a scrivere nero su bianco un capolavoro di contraddizione. Nella sezione 2 (Ricezione pratica), scrive (grassetti nostri): «La Dichiarazione contiene la proposta di brevi e semplici benedizioni pastorali (non liturgiche né ritualizzate) di coppie irregolari (non delle unioni)». Nella sezione 4 (La vera novità del documento) afferma esattamente il contrario: «La vera novità di questa Dichiarazione, quella che richiede un generoso sforzo di ricezione e da cui nessuno dovrebbe dichiararsi escluso, non è la possibilità di benedire coppie irregolari». Dunque, la proposta è di benedire le coppie irregolari, ma la novità del documento non è di benedire le coppie irregolari. Chiaro no?
Proposte di spiegazione per questo delirio? Ipotesi 1: Fernández soffre di qualche conflittualità con la logica; ipotesi 2: i due paragrafi sono stati scritti da autori diversi, che avevano capito la “chiarissima” Dichiarazione ciascuno a modo suo (ed ovviamente non c’è stata una revisione finale); ipotesi 3: la prima affermazione era scritta nel documento destinata ai vescovi tedeschi, la seconda in quella ai vescovi africani, ma alla fine qualche sottosegretario ha messo tutto insieme. Altre idee?
Ad ogni modo, adesso ci troviamo nella situazione paradossale per cui, non solo il Dicastero ha contraddetto se stesso in due documenti diversi (Responsum del 2021 e Dichiarazione FS), ma addirittura nello stesso documento. E siccome al peggio non c’è fine, attendiamo una prossima “Nota di chiarificazione del Comunicato di chiarificazione della Dichiarazione FS”, nella quale la contraddizione si evidenzi anche nello stesso paragrafo.
Il secondo aspetto tragicomico di questo esilarante Comunicato sta nel tentativo di Tucho di «distinguere tra due forme differenti di benedizioni: “liturgiche o ritualizzate” e “spontanee o pastorali”». Attenzione alla “spiegazione”: «Poiché alcuni hanno manifestato la domanda sul come potrebbero essere queste benedizioni vediamo un esempio concreto: immaginiamo che in mezzo ad un grande pellegrinaggio una coppia di divorziati in una nuova unione dicano al sacerdote: “Per favore ci dia una benedizione, non riusciamo a trovare lavoro, lui è molto malato, non abbiamo una casa, la vita sta diventando molto pesante: che Dio ci aiuti!”». Prima di arrivare alla “soluzione”, ricordiamo al lettore che non si tratta né di un’intervista a braccio di Tucho, né di una lettera per spiegare le “benedizioni pastorali” ai bimbi della materna, ma di un documento ufficiale di un Dicastero della Curia romana.
Dunque, «in questo caso, il sacerdote può recitare una semplice orazione come questa: «Signore, guarda a questi tuoi figli, concedi loro salute, lavoro, pace e reciproco aiuto. Liberali da tutto ciò che contraddice il tuo Vangelo e concedi loro di vivere secondo la tua volontà. Amen». E conclude con il segno della croce su ciascuno dei due. Si tratta di 10 o 15 secondi». Già, a secondo della lingua utilizzata. Chiaro, no? La benedizione pastorale è una quick blessing, una benedizione in versione Speedy Gonzales: 10-15 secondi non di più.
Pertanto, secondo il Dicastero, la differenza tra le due benedizioni starebbe nel fatto che «si tratta di benedizioni di pochi secondi, senza Rituale e senza Benedizionale». Ma il tempo impiegato, come anche l’ “apparato scenico” che non deve far pensare ad un matrimonio o il luogo in cui si impartiscono queste benedizioni, non riguardano l’essenza, il che cos’è una benedizione, ma elementi accidentali. E dunque, la benedizione pastorale, essendo benedizione, è un sacramentale a tutti gli effetti, né più né meno che quella rituale o liturgica. Ed è precisamente per questa ragione che non è possibile benedire una coppia irregolare o omosessuale; e dunque FS cade in aperta contraddizione con il Responsum e con la logica di un sacramentale.
Inoltre, la presunta distinzione tra unione e coppia è semplicemente speciosa. Mai, infatti, nel testo si utilizza come sinonimo di coppia il termine paio (discorso analogo per le altre traduzioni: couple e non pair, couple e non paire), che permetterebbe di pensare al semplice fatto che siano due persone a presentarsi, non necessariamente unite da vincoli sessuali. Va da sé che, nel caso di due persone omosessuali, non è nemmeno possibile parlare di “coppia”, in quanto la coppia richiede complementarietà sessuale.
Ma, come se non bastasse, Tucho riesce a confondere ancora più le idee e a dimostrare al mondo intero che la Dichiarazione è un guazzabuglio di contraddizioni. Subito dopo l’orazione esemplificativa del Comunicato stampa, troviamo scritto: «E conclude [il ministro] con il segno della croce su ciascuno dei due» (corsivo nostro). Ricapitolando: secondo il Comunicato, FS propone la benedizione pastorale delle coppie irregolari; subito dopo però afferma che non si tratta di benedire le coppie irregolari; e alla fine chiede di benedire ciascuno dei due. Dunque ciascuno singolarmente. Ma che bisogno c’era di fare un documento per dire che il sacerdote può benedire singole persone, anche se si presentano in due, in tre o in cento?
Viene allora da domandarsi con quale coraggio Tucho, di fronte alle reazioni a questo documento, ammetta «diverse modalità di applicazione, ma non una negazione totale o definitiva di questo cammino che viene proposto ai sacerdoti»; con quale pretesa richieda «il dovuto rispetto per un testo firmato e approvato dallo stesso Sommo Pontefice, cercando in qualche modo di accogliere la riflessione in esso contenuta». Il primo a mancare di rispetto ad un documento che porta la firma del Papa è lui stesso, mostrando una totale incapacità di semplice coerenza logica ed una ancora più marcata incompetenza teologica.
Quale assenso può esigere dal fedele se nemmeno si capisce a cosa si deve assentire? Coppie sì, coppie no, coppie, ma uno alla volta: Fernández sta umiliando la Chiesa, davanti agli occhi del mondo intero e giustizia e rispetto vorrebbero che egli venisse allontanato dall’incarico di Prefetto del DDF. Al più presto.

Un gioco di parole non trasforma l’errore in magistero
di Tommaso Scandroglio
La Nuova Bussola Quotidiana, 5 gennaio 2024


Il cardinal Víctor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede e autore della Dichiarazione Fiducia supplicans (FS), ha rilasciato il 3 gennaio scorso una intervista al quotidiano Die Tagespost.
In essa il giornalista Guido Horst gli fa notare che il Sinodo tedesco, contrariamente a quanto disposto da FS, ha legittimato le benedizioni delle coppie omosessuali in forma liturgica. FS, invece, legittima le sole benedizioni pastorali, un’espressione volutamente menzognera perché, come ha già spiegato La Bussola, ogni benedizione impartita da un sacerdote è nella sua essenza liturgica. Ciò detto, la posizione di FS è quella di escludere le benedizioni formalmente liturgiche, come quelle che avvengono in Germania.
In prima battuta Fernández risponde che questo atteggiamento dei vescovi tedeschi mina l’unità della Chiesa: «Mi sembra che alcuni vescovi tedeschi non comprendano veramente che un Papa liberale o illuminato non potrebbe garantire questa comunità tra tedeschi, africani, asiatici, latinoamericani, russi e così via. Questo lo può fare invece un Papa “pastorale”». Al cardinal Fernández forse è sfuggito che questo Papa pastorale, in realtà molto liberal, ha creato una frattura universale e profondissima nell’unità della Chiesa. Ad oggi sono quindici le conferenze episcopali nel mondo che hanno rifiutato l’“insegnamento” di FS (qui l’elenco sempre aggiornato), senza poi contare le decine di vescovi e cardinali che hanno criticato duramente questo documento.
Poi il prefetto loda Francesco, un Papa che «custodisce l’insegnamento della Chiesa» e, nel frattempo, è capace di metterlo in dialogo «non con la vita di una “persona” astratta, ma con la vita reale di tanti uomini e donne negli ambienti più diversi». Ecco, quindi, una delle tante caratteristiche di questo pontificato: non è il credente che deve sforzarsi di innalzarsi verso la verità, ma è la verità che si deve piegare alle esigenze del credente. Se il peccatore non vuole cambiare, che si cambi la dottrina. Non bisogna più evangelizzare il mondo, bensì rendere mondano il Vangelo.
Successivamente Fernández  tocca il malcontento del Sinodo tedesco per il fatto che FS abbia escluso, ma solo apparentemente, le benedizioni liturgiche per le coppie omosessuali: «Quando si ascoltano alcune riflessioni fatte nel contesto del Cammino sinodale tedesco, a volte sembra che una parte del mondo si senta particolarmente “illuminata” nel comprendere ciò che altre povere anime non riescono a comprendere perché chiuse o medievali, e poi questa parte “illuminata” crede ingenuamente che grazie a lei tutta la Chiesa universale sarà riformata e liberata dai vecchi schemi». In realtà, viste le premesse erronee contenute in FS, hanno ragione i vescovi tedeschi e non il cardinal Fernández, non solo perché non esiste benedizione impartita da un sacerdote che non sia liturgica, ma anche per un secondo motivo. Ammettiamo pure che esistano le benedizioni solo pastorali. L’atto, visto nella prospettiva di FS, avrebbe ovviamente natura positiva. E dunque perché escludere che esse non diventino anche liturgiche? Forse perché in tal modo si potrebbero confondere con il sacramento del matrimonio? Basterebbe esplicitarlo. E poi: se una coppia omosessuale può essere benedetta, se la loro relazione affettiva è una realtà buona per la Chiesa perché tale relazione non potrebbe rivestirsi anche del carattere coniugale? In breve, i vescovi tedeschi hanno già sviluppato con coerenza le conclusioni delle premesse contenute in FS.
Infine il prefetto parla del carisma del Pontefice: «Il Papa ha un carisma unico […] noi lo riconosciamo quando accettiamo con religiosa obbedienza gli insegnamenti dei Papi, anche “se non intendono proclamarli in un atto finale”. Se qualcuno non rispetta questo carisma del Papa, finisce per rivendicare questo carisma per sé invece che per il Papa e per sentirsi autorizzato a controllare la fede di tutti gli altri. Ciò accade sia con i tradizionalisti che con i progressisti: gli estremi si toccano». La domanda che molti si pongono in questi giorni è la seguente: dobbiamo obbedire al contenuto di FS, dal momento che è stato firmato da papa Francesco? La risposta è negativa.
Nella Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della Professio fidei del 1998, l’allora Congregazione della Dottrina della Fede affermava che quando il Magistero illustra una dottrina divinamente rivelata il credente deve prestare un assenso di fede teologale; quando insegna una dottrina da ritenere definitiva l’assenso deve essere fermo e definitivo. FS non rientra in nessuno di questi due casi, casi in cui il successore di Pietro spende la sua infallibilità. La Nota poi prendeva in esame un terzo tipo di insegnamento, insegnamento non infallibile: «La terza proposizione della Professio fidei afferma: “Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell’intelletto agli insegnamenti che il Romano Pontefice o il Collegio episcopale propongono quando esercitano il loro magistero autentico, sebbene non intendano proclamarli con atto definitivo”. A questo comma appartengono tutti quegli insegnamenti — in materia di fede o morale — presentati come veri o almeno come sicuri, anche se non sono stati definiti con giudizio solenne né proposti come definitivi dal magistero ordinario e universale. Tali insegnamenti sono comunque espressione autentica del magistero ordinario del Romano Pontefice o del Collegio dei Vescovi e richiedono, pertanto, l’ossequio religioso della volontà e dell’intelletto. Sono proposti per raggiungere un’intelligenza più profonda della rivelazione, ovvero per richiamare la conformità di un insegnamento con le verità di fede, oppure infine per mettere in guardia contro concezioni incompatibili con queste stesse verità o contro opinioni pericolose che possono portare all’errore» (n. 10, corsivo nel testo).
Formalmente FS rientra in un atto del Magistero autentico o ordinario e quindi dovremmo prestare ad essa un ossequio religioso della volontà e dell’intelletto, ma sostanzialmente non si tratta di Magistero perché nell’ottica della Chiesa e, dunque, di questa stessa Nota abbiamo insegnamento e quindi magistero solo quando si insegna la verità. L’insegnamento dell’errore si chiama diseducazione o traviamento o corruzione.
Più in particolare, rileggendo questo passaggio della Nota, si comprende che abbiamo Magistero autentico quando l’insegnamento tende ad un’intelligenza più profonda della rivelazione. Ma la Rivelazione condanna l’omosessualità e quindi le relazioni omosessuali, di certo non le benedice. E quindi abbiamo Magistero autentico quando si vuole richiamare la conformità di un insegnamento con le verità di fede.
Ma qui si benedice ciò che la fede maledice.
Infine abbiamo Magistero autentico quando si vuole mettere in guardia contro concezioni incompatibili con queste stesse verità o contro opinioni pericolose che possono portare all’errore.
Ma in FS si fa esattamente l’opposto: si qualificano come moralmente lecite relazioni affettive, sia omosessuali che eterosessuali, incompatibili con le verità del Vangelo e inoltre si diffondono non solo opinioni, ma veri e propri giudizi pericolosissimi che portano con certezza all’errore. Dunque la Nota indica con chiarezza le condizioni necessarie perché si abbia un atto di Magistero autentico, condizioni che non vengono soddisfatte minimamente da FS, il cui contenuto invece contraddice palesemente queste stesse condizioni.
Non essendo quindi Magistero della Chiesa e addirittura contraddicendo l’insegnamento di questo, laddove in materia di omosessualità e fornicazione da sempre ha insegnato una dottrina divinamente rivelata a cui prestare un assenso di fede teologale, FS non solo non obbliga ad un minimale ossequio religioso di ragione e volontà, ma, all’opposto, obbliga a rigettarlo in radice.

Indice – Fiducia supplicans [QUI]

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