Aiutiamo Shahar a Gaza per beni di prima necessità

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 02.01.2024 – Vik van Brantegem] – Abbiamo riferito [QUI] della serata “al femminile” a Bagnatica, una cena di beneficenza per aiutare la famiglia di Shahar e altre famiglie nella guerra tra Israele e Gaza, organizzata dalla Fondazione Santina Onlus. Nel 81° giorno dall’invasione della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano il 26 ottobre 2023, Shahar dice nel breve video che abbiamo pubblicato [QUI]: «Noi viviamo in una situazione terribile a causa della guerra. Siamo a Rafah e viviamo in un luogo che non è adatto per la vita umana». Sei giorni dopo aver registrato il video, Shahar ha inviato a Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami, la lettera che riportiamo di seguito.

La lettera di Shahar
Ciao,
sono Shahar Khamis, una ragazza di 27 anni, che ha dovuto lasciare la sua calda casa nel nord di Gaza ed evacuare verso il sud, sotto le bombe che cadevano intorno a noi. Siamo stati sfollati dal nord al sud di Gaza su richiesta delle forze di occupazione israeliane che volevano demolire le nostre case e i nostri luoghi di residenza, con nient’altro che i vestiti che io e la mia famiglia indossavamo.
Mi ci è voluto molto tempo prima di fare questa richiesta di aiuto, ma oggi è il giorno 87 e le condizioni in cui viviamo qui nel sud, in uno di quelli che chiamano rifugi, stanno peggiorando sempre di più, giorno dopo giorno, altro che non possiamo più sopportare.
La mia famiglia è composta da 7 persone. Mia sorella maggiore, che ha perso il marito durante il bombardamento sulla città di Deir al-Balah, ha 5 figli, l’ultimo dei quali partorirà nei prossimi giorni, la nuova nipote che nascerà in circostanze inimmaginabili e difficili. Muore letteralmente ogni giorno cercando di soddisfare le nostre necessità di base. Come sapete, nessuno di noi lavora e non viene pagato a causa dell’attuale situazione a Gaza. La nostra principale fonte di reddito è completamente distrutta a causa dei bombardamenti aggressivi.
Avrei voluto che mia madre, morta quando avevo sette anni, fosse stata con me e mia sorella per sollevarci un po’ dalla sofferenza che proviamo ogni giorno nel procurarci un piatto di buon cibo o del pane. Io e mia sorella non lavoriamo più e i nostri posti di lavoro sono diventati un cumulo di macerie.
Mia sorella maggiore lavora presso la Casa della Fondazione dell’Amore e della Pace, affiliata alle Suore del Monastero Latino. Qualche giorno fa abbiamo appreso la notizia scioccante, che l’occupazione israeliana ha distrutto la sede della fondazione nel nord di Gaza, il che significa che se la guerra finisse, lei non tornerà più a lavorare e non troverà alcuna fonte di reddito per sé e per i suoi cinque figli. E continuo a pensare, anche quando la guerra sarà finita, come continueremo a vivere se nessuno di noi lavorerà?
Abbiamo perso quasi tutto ciò che abbiamo qui nella mia amata Città di Gaza, e stiamo vivendo un vero incubo, affrontando le difficoltà della vita quotidiana, tra cui l’accessibilità all’acqua potabile, un luogo caldo durante questo freddo inverno, il cibo, il gas da cucina, oltre alla completa interruzione della corrente elettrica. Ho aspettato 3 giorni per avere 1 ora di connessione internet per poter lanciare questa richiesta di aiuto.
Mi sveglio ogni giorno dall’incubo di me e mia sorella sepolte sotto le macerie. Ho una paura terribile che io e la mia famiglia non possiamo vivere e realizzare i nostri sogni e le nostre ambizioni quando tutti noi siamo ben istruiti e abbiamo certificati elevati. Ho davvero paura che moriremo a causa delle bombe o delle brutte malattie che si diffondono intorno a noi quando non abbiamo assistenza medica qui a Gaza.
Con la mia famiglia abbiamo deciso che dobbiamo uscir6e da Gaza quando il mio nipotino, Yousef, ha iniziato ad avere traumi davvero gravi e a tremare terribilmente quando ha sentito il rumore delle bombe, perché ha assistito al bombardamento che ha ucciso suo padre. Stava giocando per strada con i vicini e ha sentito il rumore del missile che ha distrutto la casa in cui si trovava suo padre. Così, ogni volta che sente il rumore dei missili, comincia a pensare che avrebbe perso di nuovo un membro della sua famiglia.
Non abbiamo altra scelta che uscire dalla Striscia di Gaza. Il nuovo anno è un nuovo inizio per tutti in questo mondo. Il nostro unico desiderio per quest’anno è garantire un passaggio sicuro attraverso il valico di frontiera di Rafah e avere un posto caldo dove dormire. Vi saremmo grati se ci aiuteresti ad avere un nuovo inizio per me, mia sorella e i suoi 5 figli con il suo nuovo bambino che sta per nascere.
Aiutare la mia famiglia a evacuare in Egitto sarebbe possibile solo con l’aiuto delle persone fuori Gaza. Attraversare il confine egiziano è estremamente impegnativo poiché costa 7-9mila dollari a persona. L’obiettivo della mia campagna è farli uscire da Gaza attraverso il confine egiziano. Per favore considerate la possibilità di donare, ogni piccola somma conta. Ve ne saremmo grati per sempre.
Distinti saluti,
Shahar
Rafah (Striscia di Gaza), 1° gennaio 2023


La somma di 905 euro raccolta nella serata del 27 dicembre 2023 al Bar One di Enrico Maltecca a Bagnatica viene inviato in due parti ad Amal Khamis, la sorella di Shahar che si trova a Port Coquitlam in Canada e dal Canada Amal provvede ad inviare il denaro a Shahar a Gaza. La prima parte di 405 euro è stata inviata con Western Union dal conto dell’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus. Solo quando il denaro sarà giunto a Gaza si provvederà ad inviare la seconda parte di 500 euro.
Importante precisazione: l’Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus, sia ben chiaro, non supporta la spesa di 7-9.000 dollari per far uscire dalla Striscia di Gaza Shahar o altre persone. I 405 euro inviati sono tutti ed esclusivamente per generi di prima necessità (medicine, cibo, vestiti). Chi volesse contribuire a questo aiuto ed ai seguenti, lo può fare tramite l’IBAN di seguito indicato in fondo all’articolo.
La lettera di Shahar, che abbiamo riportato sopra, rimane significativa perché ci mostra una fotografia della vita quotidiana di oggi a Gaza.
Oggi, i primi 405 euro sono arrivati nella Striscia di Gaza e Shahar ha scritto a Don Gigi: “Ho comprato latte per la mia neonata nipote, e tonno, carne, sale, riso, pasta, piselli e zucchero. Nei prossimi giorni informerò sugli acquisti per dare da mangiare ai bambini, che dicono grazie a te a tutti tutti, che li rendono felici. Vi amiamo”.




Chi vuole contribuire ad aiutare la famiglia di Shahar e altre famiglie nella Striscia di Gaza, può farlo tramite una donazione:
Coordinate Bancarie
Banco Popolare Società Cooperativa
Intestatario: Associazione Amici di Santina Zucchinelli Onlus
IBAN: IT78Y0503403210000000180713
Causale: Shahar a Gaza