Il papa: regalatemi tempo per leggere

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Cosa regalare a Benedetto XVI per Natale? Docenti e studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana non hanno avuto dubbi e hanno portato in Vaticano quattro volumi dedicati alle Chiese e alle catacombe di Roma. “Grazie dei bellissimi libri, ma dovreste regalarmi anche il tempo per leggerli”, li ha ringraziati ieri mattina il papa al termine dell’udienza in occasione degli 80 anni dell’inaugurazione della sede dell’ Istituto.


Circa 80 tra professori e studenti e dipendenti del piccolo Istituto hanno partecipato ad una udienza arricchita dall’ atmosfera natalizia e da uno scambio di auguri. Oltre le chiese e le catacombe di Roma al Piac si studiano le strutture cristiane dei primi secoli in tutto il territorio dell’ impero romano. Molte chiese ed edifici oggi si trovano i paesi a maggioranza islamica, e quindi anche per questo il papa nel suo discorso, ha ricordato l’ importanza della ricerca proprio delle radici cristiane “della nostra società” e ha chiamato a collaborare l’archeologia cristiana.

Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano i docenti e gli studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, fondato nel 1925 da Pio XI per formare esperti di archeologia cristiana. L’Istituto, ha detto il papa, “si propone di far conoscere e i monumenti paleocristiani soprattutto di Roma”, e lo ha incoraggiato a non “rinunciare all’analisi rigorosa dei reperti archeologici” ma di continuare a “promuovere la custodia e l’approfondimento della vastissima eredità archeologica di Roma e delle varie regioni del mondo antico”. L’Istituto riceve ogni anno dottorandi da tutto il mondo e suoi ex allievi lavorano in università, musei e soprintendenze i molti paesi anche islamici. Il Piac sta attualmente preparando un congresso internazionale di archeologia cristiana a Roma sulle vestigia archeologiche dell’Imperatore Costantino per il 2013, centenario del cosiddetto Editto di Milano che segna la pace religiosa per i cristiani dopo la fine delle persecuzioni.

Accompagnati dal Gran Cancelliere, il Cardinale Zenon Grocholewski, Rettore, Corpo docenti, collaboratori e studenti sono stati incoraggiati dal papa a proseguire con serietà scientifica nel lavoro di ricerca. “Voi offrite l’opportunità, a chi sceglie questa disciplina, di inoltrarsi in una realtà complessa, quella appunto della Chiesa dei primi secoli, per “comprendere” il passato rendendolo presente agli uomini di oggi” il papa ho poi ricordato come non sia “possibile una completa visione della realtà di una comunità cristiana, antica o recente che essa sia, se non si tiene conto che la Chiesa è composta di un elemento umano e di un elemento divino. Cristo, il suo Signore, abita in essa e l’ha voluta come “comunità di fede, di speranza, di carità, quale organismo visibile, attraverso il quale diffonde per tutti la verità e la grazia” (LG 8). In questa pre-comprensione teologica, il criterio di fondo non può che essere quello di lasciarsi conquistare dalla verità ricercata nelle sue autentiche fonti, con un animo sgombro da passioni e pregiudizi, essendo l’archeologia cristiana una scienza storica, e come tale basata sullo studio metodico delle fonti.”

Benedetto XVI ha ricordato anche che “l’esperienza del vostro Istituto prova che lo studio dell’archeologia, specialmente dei monumenti paleocristiani, consente di approfondire la conoscenza della verità evangelica che ci è stata trasmessa, ed offre l’opportunità di seguire i maestri e testimoni della fede che ci hanno preceduto. Conoscere l’eredità delle generazioni cristiane passate permette a quelle successive di mantenersi fedeli al depositum fidei della prima comunità cristiana e, proseguendo sullo stesso cammino, continuare a far risuonare in ogni tempo e in ogni luogo l’immutabile Vangelo di Cristo. Ecco perché, accanto ai pur importanti risultati ottenuti in campo scientifico, il vostro Istituto si preoccupa giustamente di offrire un proficuo contributo alla conoscenza e all’approfondimento della fede cristiana. Accostarsi alle “vestigia del Popolo di Dio” è un modo concreto di constatare come i contenuti dell’identica ed immutabile fede sono stati accolti e tradotti in vita cristiana secondo le mutevoli condizioni storiche, sociali e culturali, lungo l’arco di molti secoli.”

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