L’ex Tuta Bianca con l’aureola quadrata e una Chiesa che appoggia “pescatori di uomini” sotto indagine
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.12.2023 – Ivo Pincara] – Ieri, l’amico e collega di lungo corsa, Giuseppe Rusconi, sul suo blog Rossoporpora.org è tornato sulla questione di cui abbiamo riferito il 20 dicembre 2023: Papa Francesco saluta l’Ong Mediterranea sotto inchiesta a Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: “Fanno un bel lavoro” [QUI] (foto di copertina). Sullo stesso tema riportiamo quanto scritto da Franco Lodige – che si pone domande di peso – sul blog di Nicola Porro: “Fanno un bel lavoro…”. Papa Francesco s’inchina a Casarini: l’elogio all’Ong. Bergoglio in udienza saluta Mediterranea Saving Humans: “Salvano tanta gente, tanta gente”. E le indagini?
Inoltre, vale il tempo la lettura dell’Editoriale di Maurizio Belpietro su Panorama in edicola: Una Chiesa che non appoggi quei «pescatori di uomini», che ci porta a pensare – leggendo la domanda posta, parlando di “manovre per il prossimo conclave” [1]: “Perché nasconderti se fai del bene? – che nella questione c’entra quello che si intuiva: una violazione al Concordato tra la Santa Sede e lo Stato italiano, visto che i vescovi – che sono cittadini italiani – hanno l’obbligo di rispettare il comma 1 dell’articolo 54 della Costituzione italiana: «Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge».
Casarini il pio… concedetegli l’aureola quadrata!
di Giuseppe Rusconi
Rossoporpora.org, 22 dicembre 2023
Dall’udienza generale di Papa Francesco di mercoledì 20 dicembre 2023: «Saluto anche il gruppo di Mediterranea Saving Humans che è qui presente e che va in mare a salvare i poveretti che fuggono dalla schiavitù dell’Africa. Fanno un bel lavoro questi, salvano tanta gente».
Per l’occasione il Papa ha ricevuto in Aula Nervi una delegazione della citata Ong, presenti anche Luca Casarini e il cappellano Don Mattia Ferrari. Così ha commentato Casarini: “Come sempre il Papa ci ha dimostrato un grande affetto e ci esorta. Ci ha detto: ‘Coraggio, tornate in mare a salvare vite’. È stato un abbraccio di gioia, il Pontefice ci sostiene”.
Il 16 dicembre 2023 lo stesso Luca Casarini, pluripregiudicato e condannato in via definitiva (ipse dixit), oggi indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – nonché molto interessato alla spremitura di Papa e vescovi per finanziare le sue gloriose imprese oltre che le sue necessità familiari – ha così salutato via social il defunto compagno intellettuale Toni Negri: “Ciao Toni, Maestro, Padre, Profeta. Hai attraversato il deserto. Ora c’è il mare. Ma resterai per sempre”. Giusto per rinfrescare la memoria: Toni Negri, cofondatore di Potere operaio e Autonomia operaia (sinistra extraparlamentare violenta), condannato in contumacia (essendo nel frattempo scappato a Parigi) per associazione sovversiva e concorso morale nella rapina di Argelato del 1974, un brigadiere morto.
“Maestro, Padre, Profeta” per un noto “cattivo maestro”, responsabile oltre al resto del traviamento di non pochi giovani. Giunti a questo punto non sarebbe forse logico che Jorge Mario Bergoglio concedesse d’autorità a Casarini di farsi ritrarre con l’aureola quadrata [2], ritenendo manifestamente ormai il pio fratello in odore di santità (secondo la dottrina sociale della Chiesa aggiornata e riappropriandosi di una consuetudine iniziata nel VII secolo che riguardava chi, esempio preclaro per virtù, ancora viveva)? E poi, insistiamo… bando agli indugi: si modifichino di gran corsa le regole del Conclave, si dia spazio anche all’Invitato speciale del Sinodo dei Vescovi e dei non vescovi… e chissà che non venga eletto Papa della Chiesa Cattolica e non cattolica! Pensate un po’ che fatto mirabolante sarebbe… alla Loggia delle Benedizioni già con la testa incorniciata dall’aureola quadrata!
“Fanno un bel lavoro…”. Papa Francesco s’inchina a Casarini: l’elogio all’Ong
Bergoglio in udienza saluta Mediterranea Saving Humans: “Salvano tanta gente, tanta gente”. E le indagini?
di Franco Lodige
Nicolaporro.it, 20 dicembre 2023
Non fosse bastata l’inclusione di Luca Casarini tra i partecipanti al Sinodo, non fossero bastati i finanziamenti delle diocesi, il sostegno delle parrocchie, i fondi dei fedeli finiti nelle casse della Ong, adesso pure il Papa s’inchina a Mediterranea Saving Humans. E lo fa durante l’udienza generale in Sala Nervi, salutando il gruppo umanitario “che va in mare a salvare i poveretti che fuggono dalla schiavitù dell’Africa”.
Ora, uno potrebbe star qui anche secoli per criticare pezzo per pezzo le parole di Bergoglio. Di sicuro una prima obiezione andrebbe fatta sul principio secondo cui tutti i migranti salvati dalle Ong sarebbero “poveretti che scappano dalla schiavitù dell’Africa”, visto e considerato che alla gran parte di loro – a seguito delle indagini delle Commissioni per il diritto d’asilo – non viene concesso affatto lo status di rifugiato. Ma si può legittimamente storcere il naso anche su quel “fanno un bel lavoro questi”: magari, il Romano Pontefice, poteva porsi qualche domanda leggendo le inchieste giornalistiche (e non solo) sulle ormai famose “bottiglie di champagne”, sul presunto pagamento di 125mila euro per andare a recuperare 27 immigrati già salvati da un mercantile, sul mancato contatto con le autorità italiane, eccetera eccetera eccetera (per ripassare, guardate il servizio di Quarta Repubblica [QUI]).
Oppure, Sua Santità potrebbe leggersi quegli scambi di messaggi tra i membri dell’equipaggio e gli esponenti della Chiesa. Perché va bene salvare la vita a chi naufraga in mare, ma come mai scegliere di sostenere – tra le tante – proprio la Ong dell’ex Tuta bianca che tanti interrogativi sta sollevando? Certo, la Cei ha tenuto a precisare di non aver mai sostenuto “in modo diretto” Mediterranea. Eppure due Diocesi sì. Come sono stati usati quei fondi? Davvero, come rivelato dalla Verità e da Panorama, Casarini sarebbe diventato il “destinatario di 6 mila euro di emolumenti mensili” con cui ha potuto “pagare l’affitto di casa e la separazione senza andare a lavorare in un bar”?
A margine dell’udienza, l’ex Tuta Bianca ha raccontato che “come sempre il Papa ci ha dimostrato grande affetto”. Bergoglio li avrebbe esortati ad avere “coraggio” e a “tonare in mare a salvare vite”. Bergoglio “pensa alle cose concrete – dice all’Ansa Casarini – il Mediterraneo è sempre più un cimitero senza croci. Sono oltre 2500 i morti accertati da inizio anno, ma nella realtà sono molto di più. L’ultimo naufragio nei giorni scorsi poteva essere evitato. Dal rapporto dell’Onu di oggi arriva la conferma che la Libia non è un porto sicuro. Queste persone vengono torturate. I famosi trafficanti vanno cercando in quei governi che noi purtroppo finanziamo”.
Ovviamente Bergoglio è libero di credere ad uno passato dalle lotte no global al sinodo vescovile, secondo cui tutte le accuse sono “totalmente” false. E poi si sa: le vie del Signore sono infinite. Però da qui a elogiare Mediterranea ce ne passa, soprattutto dopo aver letto quelle intercettazioni. Tipo il messaggio di Don Mattia in cui si definisce la Chiesa Cattolica “il nostro Soros”. Oppure il passaggio dove Casarini viene definito “il ghost writer di Francesco”. Oppure lì dove si legge Giuseppe Caccia affermare che “i nostri amici vescovi bergogliani sono un po’ dei coglio** a non gestirsi pubblicamente il rapporto con noi”. Voi “coglio**” e loro “bravissimi”. Un po’ stride, no?
Editoriale
Una Chiesa che non appoggi quei «pescatori di uomini»
di Maurizio Belpietro
Panorama, 20 dicembre 2023
Perché nasconderti se fai del bene? È la domanda che mi sono posto per giorni, da quando Panorama ha rivelato i finanziamenti che le diocesi, con la benedizione della Cei, hanno eseguito in favore di Mediterranea, la Ong fondata da Luca Casarini per il salvataggio dei migranti. Se davvero gli alti prelati sono convinti che quella dell’ex leader delle Tute bianche, più noto per gli scontri in piazza e l’occupazione di case che per le opere di bene, sia una missione da sostenere e incrementare, perché non dichiararlo? Perché non farne una campagna pubblica, chiedendo ai fedeli di sostenere l’iniziativa con tanto di conto sui cui far affluire le offerte? Quando vuole farsi carico di un’iniziativa, che sia un ospedale in Africa o un aiuto ai cristiani che soffrono, la Chiesa sa come fare e ha mille canali per rendere pubblica un’iniziativa. Oltre alle Messe in parrocchia, ci sono i media cattolici, dall’Avvenire per finire a Famiglia Cristiana. Tuttavia, né dal pulpito né dalle pagine dei giornali vicini la Conferenza episcopale italiana, ha mai sentito il bisogno di dichiarare ufficialmente di sostenere Casarini e il suo gruppo di «pescatori di uomini». Forse se ne vergognava?
La risposta che mi sono dato è la seguente: innanzitutto, dichiarare urbi et orbi che un antagonista proveniente dai centri sociali era diventato un nuovo pastore di anime non dev’essere sembrato popolarissimo fra i presuli. Unire il nome di Santa madre Chiesa a quello di uno che santo non è, ma ha pure qualche condanna sul capo, forse dev’essere sembrato troppo pure ai vescovi. Infatti, dopo che Panorama ha svelato il flusso finanziario a favore di Mediterranea, uno solo – vale a dire Erio Castellucci, alla guida della diocesi di Modena – ha avuto il coraggio di dichiararsi, mentre tutti gli altri, che pure erano tirati in ballo per i soldi versati, hanno preferito la linea del silenzio, evitando di dare pubblicità a quei soldi presi dall’«otto per mille» e dalle offerte dei fedeli. Eppure, è difficile immaginare che una decisione del genere, di versare decine di migliaia di euro a una Ong peraltro finita nelle indagini della Procura di Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sia stata presa da un singolo, all’insaputa dei vertici.
Possibile che prima di staccare l’assegno, non ci siano state valutazioni e che nessuno abbia pesato il rischio di affiancare l’immagine della Cei a quella di un contestatore? Di certo, la decisione è stata presa dopo una serie di considerazioni che hanno fatto pendere la bilancia a favore del sostegno a Casarini. Dunque, torno alla domanda iniziale.
Perché, una volta svelati i giri di denaro, tenere la bocca chiusa e non rivendicare l’aiuto alla Ong? E qui la risposta si fa più articolata, perché si mischia non soltanto all’indagine di Ragusa, ma alle trame vaticane che vanno oltre l’attuale Pontefice. Probabilmente, quando i vertici della Cei hanno benedetto Casarini e compagni, si sono fatti prendere la mano da qualche prete un po’ troppo sbilanciato, come il cappellano della Mare Jonio, Don Mattia Ferrari, che a leggere le conversazioni trascritte dagli inquirenti dopo l’avvio dell’indagine siciliana, si dimostra molto attivo. Il giovane sacerdote di Nonantola imbarcato con Mediterranea, ha fatto da ufficiale di collegamento con i vescovi e le alte gerarchie della Cei, esponendo fior di cardinali, sebbene non avessero alcuna colpa, nei fascicoli dell’inchiesta. Nelle chat che Don Mattia si è scambiato con Casarini e compagni, ricorrono con una certa frequenza i nomi del Presidente della Cei, Matteo Zuppi, e anche di altri monsignori assai vicini al Papa. Si parla di incontri ad alto livello, ma soprattutto si parla di soldi, chiodo fisso del gruppetto di contestatori convertiti sulla via di Lampedusa. Ma se davvero ci sono stati questi frequenti contatti e se è altrettanto confermato che si sono verificati ripetuti versamenti, perché nasconderlo se le operazioni sono legali e regolari?
E qui entrano in gioco le manovre per il prossimo conclave, quello che dovrà nominare il futuro Papa [1]. Non è un mistero che dopo tre pontefici stranieri (un polacco, un tedesco e un argentino), Santa romana Chiesa vorrebbe puntare su un italiano. E il più quotato è l’attuale Presidente della Conferenza episcopale, Matteo Zuppi, presule descritto dai giornali come un prete di strada, più attento ai problemi della povera gente che a quelli delle élite. Certo, scoprire che il cardinale in pole position per assurgere al soglio di Pietro frequentava anche il trono un po’ meno santo di Casarini non è un bel biglietto da visita per chi voglia presentarsi come un pastore in grado di unificare la Chiesa.
Può darsi che mi sbagli, ma ho la sensazione che se si facesse un sondaggio, la maggior parte dei fedeli disapproverebbe l’aiuto a un gruppo di contestatori che voleva usare anche il mondo cattolico per disarticolare il sistema. Già, perché dietro la conversione ostentata, Casarini rimane Casarini, il disobbediente che sognava la rivoluzione. Non quella di Cristo, ma di Marx. E per quanto a volte la teologia della Liberazione abbia avvicinato il pensiero del primo al secondo, la Chiesa cattolica resta ben separata dalla chiesa rossa predicata dai compagni.
[1] Non dimenticando, che nei manovre per il prossimo Conclave, c’entra anche il “caso 60SA” [QUI], il complotto contro il Cardinale Giovanni Angelo Becciu, per impedire la sua partecipazione (Cfr. Il puzzle della verità di Andrea Paganini [QUI]).
[2] L’aureola quadrata
Delle aureole quadrate si trovano nella chiesa di Santa Prassede sull’Esquilino, celebre per gli splendidi mosaici realizzati da artisti bizantini nel IX secolo che fu costruita su ordine di Papa Pasquale I (817-824) in onore di Santa Prassede.

Il celebre mosaico dell’abside rappresenta l’ascensione al cielo di Santa Prassede e di Santa Pudenziana, sua sorella. Santa Prassede è raffigurata a destra di Cristo, tra San Zenone e Papa Pasquale I; questi presenta a Gesù la chiesa che ha fatto erigere. L’aureola intorno al capo del pontefice è curiosamente diversa dalle tradizionali aureole circolari e dorate: è quadrata e di colore blu.

La stessa aureola circonda il capo di Teodora, madre di Pasquale I, sepolta nella cappella di San Zenone della medesima basilica e raffigurata e raffigurata sopra la porta a sinistra della nicchia.

Aureole di questo tipo si trovano anche in altre rappresentazioni. Nella Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, il catino absidale venne decorato nell’epoca d’oro dei mosaici a Roma, il IX secolo, sotto il pontefice Pasquale I, lo stesso che commissionò i mosaici di Santa Prassede. Nell’Abside sono raffigurati Cristo Redentore con ai lati i Santi Paolo, Cecilia e Pasquale I e i Santi Pietro, Agata e Valeriano. Il pontefice presenta il modellino della chiesa a Gesù ed è caratterizzato dall’aureola quadrata.
Ma qual è l’origine ed il significato di queste aureole quadrate? Fino al IV secolo solo Cristo era rappresentato con un’aureola, simbolo di coloro che avevano vissuto come santi ed erano ascesi al cielo. A partire dal IX secolo, l’aureola sarà correntemente ammessa per l’insieme dei santi. Sono aureole circolari – il cerchio è simbolo di eternità e perfezione – e dorate, simbolo della luce divina. Le aureole sono spesso interpretate come rappresentazione dello spazio celeste (l’aura, secondo alcune terminologie attuali) che circonda i santi, ed è centrata sulla testa, la parte più nobile dell’uomo, sede dell’anima.
L’aureola quadrata sta a significare che il personaggio era in vita al momento della sua raffigurazione. La sua forma rappresenta la terra e i quattro punti cardinali, mentre il blu, colore del cielo, il più immateriale, puro e spirituale dei colori, simboleggia il distacco da sé e il protendersi dell’anima verso Dio, dunque una tappa intermedia verso il divino (Dalla guida Roma insolita e segreta di Ginevra Lovatelli, Adriano Morabito e Marco Gradozzi, edita da Jonglez nuova edizione 2023, 384 pagine [QUI]).



























