I “buoni” affari dei “buoni” con “beneficenza” per bambini malati e “assistenza” ai migranti
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 16.12.2023 – Ivo Pincara] – Il caso “attenti ai buoni” in riferimento all’associazione Mediterranea di Luca Casarini e compagni (su cui oggi ritornano La Verità e Il Giornale), si arricchisce con due altri filoni: i familiari del deputato Aboubakar Soumahoro rinviati a giudizio per presunti reati fiscali nella gestione delle cooperative che si occupano di migranti; e Chiara Ferragni sarà chiamata «a rispondere del possibile reato di truffa aggravata, con la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro “griffato”», ha dichiarato il Codacons, a seguito della multa dell’Antitrust per pratica commerciale scorretta sul pandoro di beneficenza Balocco.
Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, moglie e suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, sono state rinviate a giudizio al Tribunale di Latina con altre 4 persone per reati fiscali. Si tratta del primo filone dell’inchiesta, concernente presunti reati fiscali, nella gestione delle cooperative che si occupano di migranti. La prima udienza è fissata per il prossimo 24 gennaio. In tutto sono quattro le persone rinviate a giudizio perché la posizione di altri due indagati è stata stralciata. Sono infatti irreperibili. “Avevamo formulato delle istanze istruttorie che ritenevamo fossero indispensabile per accertare l’estraneità della signora Murekatete, istanze che rinnoveremo di fronte al tribunale”. Così il difensore della moglie di Aboubakar Soumahoro.
Chiara Ferragni sarà chiamata “a rispondere del possibile reato di truffa aggravata, con la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro ‘griffato’”. Lo la dichiarato il Codacons il quale, a seguito della multa dell’Antitrust per pratica commerciale scorretta sul pandoro di beneficenza Balocco, annuncia per lunedì “la presentazione di un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia affinché valutino l’apertura di una indagine per possibili profili penali a seguito della sanzione inflitta dall’Antitrust”.
A muovere l’azione legale di Codacons “è il gravissimo contenuto del provvedimento dell’Autorità per la concorrenza che ha portato alla sanzione milionaria per la Ferragni”, sostiene il Codacons. Nel testo della decisione dell’Autorità appaiono alcuni passaggi chiave, come quello dove si spiega che “tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro […] in tutti i contenuti diffusi legati all’iniziativa del ‘Pandoro PinkChristmas’ vi sono espressioni comunque dirette ad avvalorare la circostanza che la Signora Chiara Ferragni in prima persona avesse contribuito all’iniziativa benefica. I documenti istruttori, al contrario, dimostrano la circostanza, non smentita, che la donazione pubblicizzata attraverso le confezioni del Pandoro ‘griffato’ e gli altri messaggi è stata fatta dalla sola società Balocco, senza alcuna partecipazione delle società Fenice e TBS Crew, né della Signora Chiara Ferragni”.
Il titolone in prima pagina de La Verità in edicola oggi, 15 dicembre 2023, è dedicato a Gli affari della “banda dei buoni”, per gli articoli di Giacomo Amadori e Fabio Amendolara: «Famiglia Soumahoro a processo. La moglie e la suocera del deputato fatto eleggere da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni sono accusate di aver evaso oltre 2 milioni di euro con le cooperative, finite nella bufera per come trattavano i migranti: incassavano i soldi per fare la bella vita e li lasciavano nel degrado. Palazzotto si smarca dagli intrighi di Casarini & C. con Haftar per un carico di clandestini. Bilanci truccati, fatture false e tasse evase per oltre due milioni di euro. Con queste accuse la suocera e la moglie del deputato di sinistra, Aboubakar Soumahoro, sono state rinviate a giudizio nel primo filone d’inchiesta che ha fatto luce sulle presunte malversazioni delle coop dell’accoglienza dei migranti. Irreperibile, invece, il cognato del parlamentare. E a proposti degli affari di un’altra “banda dei buoni”, quella raccontata in questi giorni dai nostri scoop su Mediterranea, l’ex global Luca Casarini ha negato di aver avviato trattative con il Generale Haftar sul mercantile Nivin, Ma le chat nell’inchiesta di Ragusa inguaiano il suo “socio”, Beppe Caccia».
Con rimando a pagine 2 per l’articolo di Giacomo Amadori: «Ora Casarini nega negoziati con Haftar. Ma i messaggi tradiscono Caccia. L’ex no global in tv esclude trattative per il mercantile Nivin. Palazzotto si smarca: “Non ho fatto da tramite con i libici» [QUI].
E rimando a pagina 3 per l’articolo di Fabio Amendolara: «“Evase tasse per oltre due milioni”. La famiglia Soumahoro a processo. Moglie e suocero del deputato di sinistra rinviate a giudizio con l’accusa di false fatture e bilanci truccati. Incassavano i fondi per l’accoglienza e poi facevano dormire i richiedenti asilo in condizioni di degrado. Sono irreperibili due imputati: uno è il cognato del parlamentare. Nel secondo filone d’indagine i rimborsi d’oro per fare la bella vita» [QUI].
Centrale in prima pagina de La Verità di oggi, 16 dicembre 2023, foto e occhiello per l’articolo di Mario Giordano: «La beneficenza secondo Chiara Ferragni: 1 milione a lei, nulla ai bimbi malati. Sembrava Madre Teresa in versione via Montenapoleone. Invece era una piranha. Contrordine, compagni follower: non è vero che Chiara Ferragni aiutava i bambini malati di cancro, non è vero che pubblicizzava pandoro Balocco per far crescere le donazioni, non è vero che faceva aumentare le vendite per finanziare l’ospedale infantile. E soprattutto non è vero che contribuiva personalmente al progetto di solidarietà. Anzi, a dirla tutta, lei non ci ha messo una lira. Ma in compenso ha incassato 1 milione di euro».
Con rimando a pagina 15: «Il Grinch abita a Citylife. Chara Ferragni, che bontà: a lei 1 milione di euro, ai bimbi malati un bel niente. Influencer e Balocco multati dall’Antitrust: “Hanno fatto intendere che acquistando il pandoro si aiutasse l’ospedale”. Ma la donazione dell’azienda era già stata fatta. Si è trattato di un’operazione d marketing, sfruttando la lotta ai tumori infantili. Un manager: “Con le vendite le paghiamo il cachet”. L’imprenditore milanese ha provato a rimediare: “Dispiaciuta se la comunicazione è stata fraintesa”. I suoi legali ora faranno ricorso».
«A dirla tutta lei non ci ha messo una lira. Ma in compenso ha incassato 1 milione di euro», dice Giordano. Ricapitolando come sono andate le cose secondo Antitrust, spiega: «Dice l’Autorità che “hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando un pandoro griffato Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino”. Invece non era così. Il prezzo di vendita del pandoro con la griffe Ferragni, infatti, era quasi triplicato, da 3,68 a 9,37 euro, ma nessuno dei soldi incassati da quelle vendite è finito davvero ad aiutare i bambini malati».
Che cosa è successo, dunque? «Secondo l’Antitrust, Balocco avrebbe pensato di buttarsi sulla beneficenza. Cioè sui bambini malati di tumore. L’industria dolciaria, in effetti, ha fatto un versamento di 50.000 euro all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino e ha usato quella donazione per imbastire la campagna pubblicitaria con la Ferragni protagonista».
Qual è il problema, secondo l’Autorità? Spiega Giordano: «Quella donazione è stata effettuata mesi prima che iniziasse la campagna pubblicitaria: 50.000 euro e stop. Quindi non era vero quello che è stato comunicato agli acquirenti. Non era vero che più panettoni si vendevano più si davano aiuti ai bambini. E soprattutto non era vero che Chiara Ferragni contribuiva a quella donazione. Lei non ha tirato fuori dal borsellino un euro. In compenso ha incassato 1 milione”. Ma lei in tutto questo come si è difesa? Male. Ha detto di essere “dispiaciuta se qualcuno ha frainteso la mia comunicazione” e che impugnerà la decisione “nelle sedi competenti” e che “è stata un’operazione commerciale come tante ne faccio ogni giorno”. Un’operazione commerciale». E Giordano sottolinea: «Alle spalle dei bimbi malati».