L’inchiesta de La Verità «I denari della “banda dei buoni”» prosegue. Il Giornale e Il Tempo: le foto del finto “salvataggio” con “operazione pianificata”

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 11.12.2023 – Ivo Pincara] – Oggi, per 12° giorno consecutivo, La Verità ritorna in prima pagina con il proseguimento del dossier I denari della “banda dei buoni”: «Don Mattia assieme a Sanders e Varoufakis contro Frontex». Anche Il Giornale oggi ritorno sul caso, con nuove rivelazioni: «I finti “salvataggi” di Casarini nelle foto della Guardia libica. Immortalata la Mar Jonio che imbarca migranti non in pericolo. Il sito Migrant Rescue Watch accusa: “Operazioni pianificate”. Anche su Il Tempo di oggi, un servizio dallo stesso tema: «Migranti, le foto che inguaiano la Ong di Casarini: “Operazioni pianificate”. A pubblicare le immagini scattate dalla Guardia costiera è stato Migrant Rescue Watch, il sito gestito da un giornalista canadese, Rob Gowans, che accusa Mediterranea di “pianificare operazioni” di salvataggio».

Scrive Luca Fazzo su Il Giornale: «È lo stesso sito, gestito dal giornalista canadese Rob Gowans, che in queste ore è stato pesantemente attaccato da una dei principali sponsor politici di Casarini, l’ex deputata dem Giuditta Pini, che lo ha accusato di pubblicare foto riservate della Guardia costiera e soprattutto di essere “il sito ufficiale della mafia libica”. È una accusa identica a quella lanciata contro il sito da un altro personaggio di cui in questi giorni si parla molto, Don Mattia Ferrari, modenese come la Pini, cappellano di bordo della Mar Jonio e uomo di collegamento tra Casarini e le gerarchie ecclesiastiche. Due anni fa Don Ferrari denunciò alla procura di Modena di essere stato “pesantemente minacciato” dal sito che “non è solo portavoce della mafia libica, ma è legato a servizi segreti deviati di diversi Paesi”. Otto mesi dopo la Procura chiede la archiviazione del fascicolo, non vedendo traccia di minacce ma di una certa vocazione di Don Ferrari alla visibilità mediatica e ad uscire dagli ambiti tradizionali – riservati e silenziosi – del mandato pastorale». Conclude Fazzo: «E lo schema sembra ripetersi: l’accusa di essere al servizio di una imprecisata “mafia libica”, l’utilizzo di materiale più o meno riservato. Ma senza mai affrontare il tema decisivo: è vero o non è vero quanto viene riportato? Sono vere le foto dei barconi, i soldi dalla Curia, le faide con le altre ong?»

La Verità svela nuovi dettagli sul caso che ha investito Luca Casarini e il gruppo della sua Ong Mediterranea Saving Humans, imputati a Ragusa per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Una rete di protezione attorno alla Ong dell’ex no global – si legge su La Verità – che andava dai socialisti statunitensi di Bernie Sanders all’ex Ministro greco Yanis Varoufakis sino all’attuale Presidente del Parlamento Europeo, la maltese Roberta Metsola. Ma nell’inchiesta de La Verità si parla anche di un particolare rapporto con Aboubakar Soumahoro, il parlamentare ex Verdi e Sinistra Italiana finito al centro dello scandalo per la vicenda delle coop di famiglia. La squadra Casarini e il deputato si spalleggiano. La prima apre al secondo le porte del Vaticano e quando Mediterranea è insidiata dai concorrenti di ResQ, si iscrive all’associazione.

Il cappellano a bordo della nave, Don Mattia Ferrari, svela in una chat gli accordi tra le parti, riporta La Verità: «Mi ha chiesto Soumahoro di girare al Cardinale Czerny il video in cui si rivolge al Papa». E aggiunge: «Stasera Czerny mi ha scritto dicendo di guardare l’udienza domani. Quindi penso che il Papa citerà le lotte di Abou». Poi il Papa parla effettivamente di Soumahoro e Casarini capisce che può essere un ottimo aggancio: «Mi ha detto che sarebbe felicissimo di collaborare con Mediterranea».

Grazie a Sanders e Varoufakis e la loro rete di protezione, il gruppo lavora per combattere contro le grandi potenze. La Verità rivela che Don Mattia Ferrari lo spiega: «Stanno preparando una battaglia contro Frontex. Con molti movimenti di tutto il mondo». Per quanto riguarda il Parlamento Europeo, Don Mattia Ferrari dice: «La nuova Presidente Metsola è maltese ed è in stretto contatto con Scicluna [*]. Possiamo coinvolgerla nel sistema di pressing, con loro ha sempre lavorato bene».

[*] Charles Jude Scicluna, dal 27 febbraio 2015 Arcivescovo metropolita di Malta, dal 20 agosto 2016 Presidente della Conferenza Episcopale Maltese e dal 5 giugno 2022 Segretario aggiunto del Dicastero per la Dottrina della Fede.

Titolone in prima pagina de La Verità di oggi per l’articolo di Giacomo Amadori: «Don Mattia assieme a Sanders e Varoufakis contro Frontex. Da Soumahoro fino alla Metsola: infiltrati politici di Casarini & C. Pressing su Brussel. Mediterranea aveva contatti a Malta: tramite il vescovo Scicluna legami con ministri e con l’attuale presidente. Mentre con Abou, sponsorizzato in Vaticano, lottavano per fermare i dl sicurezza. I giudizi sui compagni di viaggi non erano dei migliori, ma Luca Casarini, Giuseppe Caccia e i loro compagni dell’associazione Mediterranea, potevano contare, oltre che su una lunga lista di politici italiani, a partire dai cosiddetti garanti, anche su una rete internazionale utilizzata per fare pressing sulle politiche degli Stati e dell’Unione Europea». Con rimando a pagina 2: «Dalla Metsola fino a Soumahoro: gli infiltrati di Casarini nei palazzi. La ciurma di Mediterranea aveva agganci di peso per far pressing sulle politiche statali ed europee, dai decreti Sicurezza a Frontex» [QUI].

Occhiello in prima pagina per l’editoriale Maurizio Belpietro: «Porte aperte. Rimpiango la Cei, vicina al Vangelo ma concreta. La Cei non è sempre stata quella che conosciamo adesso, grazie ai messaggi che si sono scambiati Casarini e compagni, Mentre ora i vescovi fanno a gara nel donare alle Ong che battono il Mediterraneo in cerca di migranti i soldi versati dai fedeli, un tempo la Conferenza episcopale, sul tema degli extracomunitari era assai più critica. L’ho raccontato mesi fa in un editoriale, dopo aver sfogliato un vecchio numero dell’Indipendente, quotidiano che Vittorio Feltri diresse trent’anni fa e di cui io fui vicedirettore». Con rimando a pagina 3: «La Chiesa che non pagava i compagni era contro l’immigrazione selvaggia. Nel 1992, il responsabile per l’accoglienza, monsignor Giovanni Cheli, criticava la politica dei flussi aperti perché fallimentare. Ora si sente la mancanza di una Cei vicina al messaggio di Cristo, ma lontana dalle Ong. La nuova linea dei vescovi è dettata da sensibilità o mera convenienza?» [QUI].

Articolo di Fabio Amendolara a pagina 2: «Il Comboniano contro l’inchiesta: “Dossieraggio”. Zanotelli difende Med che in chat lo accusa. L’ex no global &C. sul missionario: «Non mi è mai piaciuto». «È un estremista» [QUI].

La ONG italiana Mare Jonio ha deliberatamente disobbedito agli ordini espliciti emessi dal comandante della nave della Guardia costiera libica Ras Jedar e ha trasferito illegalmente 49 migranti facendo false dichiarazioni!
Il gommone dei migranti era completamente gonfia, con motore fuoribordo e rifornimenti di carburante, quindi nessun pericolo imminente. Trasferimento di persone ingiustificato.
Il primo caso di barca a vela al seguito utilizzata come “esca” testimonia le azioni pre-pianificate e deliberate della ONG italiana. Fattore di attrazione [*] della ONG!

[*] Fattore di attrazione [QUI]

Migranti, le foto che inguaiano la Ong di Casarini: “Operazioni pianificate”
Il Tempo, 11 dicembre 2023


Ci sono sei foto che imbarazzano non poco Luca Casarini e la sua Ong, Mediterrana Saving Humans, già sotto inchiesta a Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono state scattate dalla Guardia costiera libica il 18 marzo 2019 e ritraggono la Mar Jonio, la nave della ong di Casarini, che prende a bordo 49 migranti. Altre due foto, scattate poco prima, mostrano che lo scafo utilizzato dai migranti navigava senza problemi e gli stessi passeggeri non erano in pericolo di vita come asserito. Tuttavia vengono ugualmente “soccorsi” dalla Mar Jonio per essere trasferiti nel “porto sicuro” più vicino. A pubblicare le immagini scattate dalla Guardia costiera è stato Migrant Rescue Watch, il sito gestito da un giornalista canadese, Rob Gowans, che accusa Mediterranea di “pianificare operazioni” di salvataggio.

La ong dell’ex disubbidiente veneto è già nella bufera per i finanziamenti per centinaia di migliaia di euro che riceveva da almeno tre Arcivescovi italiani grazie agli appoggi nelle gerarchie vaticane, come emerso dall’inchiesta della Procura di Ragusa che ha al centro un altro trasbordo di migranti, nel 2020, quando la Mar Jonio prende a bordo 27 profughi provenienti dal cargo danese Etienne Maersk. Lo stesso, che alla ong di Casarini “versa 125mila euro”.

I finti “salvataggi” di Casarini nelle foto della Guardia libica
Immortalata la Mar Jonio che imbarca migranti non in pericolo. Il sito Migrant rescue watch accusa: “Operazioni pianificate”
di Luca Fazzo
Il Giornale, 11 dicembre 2023


Sei immagini scattate dalla Guardia costiera libica il 18 marzo 2019. Quattro ritraggono la Mar Jonio, la nave della ong italiana Mediterranea, impegnata a prendere a bordo 49 migranti «in pericolo di vita». Due, scattate poco prima, ritraggono lo scafo utilizzato dai migranti: che in pericolo non sembrano affatto, ma vengono ugualmente accolti dalla Mar Jonio per essere trasferiti nel «porto sicuro» più vicino.

Ora, a quattro anni di distanza, quelle immagini sembrano rafforzare gli interrogativi sul ruolo realmente svolto nel Mediterraneo meridionale dalla ong guidata dall’ex leader dei centri sociali veneti Luca Casarini. La ong ora è sotto inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nell’inchiesta della Procura di Ragusa che ha fatto emergere i finanziamenti per centinaia di migliaia di euro che Mediterranea riceveva da almeno tre Arcivescovi italiani grazie agli appoggi nelle gerarchie vaticane. Al centro dell’inchiesta, un altro trasbordo di migranti: quello avvenuto l’anno dopo quando la Mar Jonio prende a bordo 27 profughi provenienti dal cargo danese Etienne Maersk. Alla ong di Casarini, la Maersk versa 125mila euro.

Il trasbordo del 18 marzo 2019 invece avviene poco al largo delle coste libiche, ed è documentato dalle immagini della Guardia costiera. Si vedono i migranti salire a bordo, e si vede il loro gommone poco prima pienamente gonfio e operativo, non sovraccarico e in normale navigazione.

Le foto scattate dalla Guardia costiera vengono pubblicate sul sito Migrant Rescue Watch, che accusa Mediterranea di «pianificare operazioni» di salvataggio. È lo stesso sito, gestito dal giornalista canadese Rob Gowans, che in queste ore è stato pesantemente attaccato da una dei principali sponsor politici di Casarini, l’ex deputata dem Giuditta Pini, che lo ha accusato di pubblicare foto riservate della Guardia costiera e soprattutto di essere «il sito ufficiale della mafia libica». È una accusa identica a quella lanciata contro il sito da un altro personaggio di cui in questi giorni si parla molto, Don Mattia Ferrari, modenese come la Pini, cappellano di bordo della Mar Jonio e uomo di collegamento tra Casarini e le gerarchie ecclesiastiche. Due anni fa Don Ferrari denunciò alla procura di Modena di essere stato «pesantemente minacciato» dal sito che «non è solo portavoce della mafia libica, ma è legato a servizi segreti deviati di diversi Paesi». Otto mesi dopo la Procura chiede la archiviazione del fascicolo, non vedendo traccia di minacce ma di una certa vocazione di Don Ferrari alla visibilità mediatica e ad uscire dagli ambiti tradizionali – riservati e silenziosi – del mandato pastorale». Ma il prete modenese si oppone alla archiviazione e ottiene nuove indagini.

Ora lo scontro riparte, con al centro le indagini su Mediterranea della procura di Ragusa, rilanciate anch’esse da Migrant Rescue Watch. E lo schema sembra ripetersi: l’accusa di essere al servizio di una imprecisata «mafia libica», l’utilizzo di materiale più o meno riservato. Ma senza mai affrontare il tema decisivo: è vero o non è vero quanto viene riportato? Sono vere le foto dei barconi, i soldi dalla Curia, le faide con le altre ong?

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