La Verità prosegue con il dossier «I denari della “banda dei buoni”» e il sito della CEI nella sezione “Notizie” reagisce con un articolo non firmato

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 08.12.2023 – Ivo Pincara] – Oggi, per il nono giorno consecutivo, La Verità è ritornato in prima pagina con il proseguimento del dossier I denari della “banda dei buoni”. La Verità scrive che la Taodue, che produsse il film Tolo Tolo, pagò per affittare la Mare Jonio, e che «i soldi finirono come al solito alla Idra social shipping di Beppe Caccia. Che ai suoi contatti raccomandava di non rivelare l’escamotage».

Titolone in prima pagina per l’articolo di Giacomo Amadori e Fabio Amendolara, con rimando a pagina 2 e 3: «Bonifici dai vescovi ma non solo. La banda Casarini recita nel film di Checco Zalone e incassa 200.000 euro.La nave Mare Jonio non è di proprietà della Ong bensì della socità Idra (“Ma è meglio non farlo sapere”, dice Caccia intercettato), che la usa per scopi commerciali. Tra questi il noleggio, profumatamente pagato, per “Tolo Tolo”. Il giro di soldi con Mediterranea. La Chiesa Cattolica, con il progetto Cum-finis, è da anni il più generoso sostenitore delle missioni del rimorchiatore Mare Jonio, quello dei Casarini boys. Ma quando i vescovi non avevano ancora iniziati a riempire le tasche di questo gruppo di no global attempati con gli oboli dei fedeli, la barca è rimasta a galla anche grazie alla generosità di personaggi come Checco Zalone» [QUI].

Nella stessa giornata di oggi, il sito delle Conferenza Episcopale Italiana reagisce a quanto pubblicato in questi giorni da Panorama e La Verità, senza nominare le due testate, con un articolo non firmato dal titolo Circa le accuse diffamatorie di questi giorni, inserito nella sezione “Notizie” (quindi, non si tratta di un comunicato ufficiale) [QUI]:
«In questi giorni la Conferenza Episcopale Italiana e alcune Diocesi, insieme ai loro Pastori, sono state pretestuosamente chiamate in causa da qualche organo di informazione. Nel contesto di un’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Ragusa a carico di “Mediterranea Saving Humans – APS” per presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e presunta violazione del codice della navigazione, sono state avanzate accuse diffamatorie nei confronti di persone e istituzioni ecclesiastiche, a partire da alcune chat usate in modo strumentale e improprio. Una pratica questa che, contro chiunque venga utilizzata, merita sdegno e disappunto.
Nel pieno rispetto della magistratura e nonostante non ci sia alcuna contestazione a carico della comunità ecclesiale, abbiamo volutamente atteso che l’iter giudiziario seguisse il suo corso prima di intervenire sulla vicenda.
La CEI non ha mai sostenuto in modo diretto “Mediterranea Saving Humans – APS”, ma ha accolto una richiesta presentata da due Diocesi in una cornice ampia che prevede, secondo il magistero di Papa Francesco, l’accoglienza, la protezione, la promozione, l’integrazione dei migranti e la cura e l’assistenza agli sfollati in zona di guerra in Ucraina. Tutto ciò con un sostegno nettamente inferiore rispetto a quello riportato sulla stampa: 100mila euro a ciascuna Diocesi nel 2022 e così pure nel 2023.
In questo solco, si muove e si muoverà l’azione ecclesiale con libertà e nel rispetto dei ruoli di ciascuno, schierandosi dalla parte di chiunque soffre fuggendo da guerre, violenze e povertà. L’impegno della Chiesa è combattere l’illegalità con la legalità, evitando che il Mediterraneo diventi sempre più un cimitero: ogni vita va salvata! La Chiesa è l’unica istituzione a finanziare attualmente con continuità e ingenti risorse progetti di sviluppo nei Paesi poveri o in situazioni di particolare difficoltà: circa 80 milioni di euro l’anno; a sostenere e promuovere insieme ad autorità di Governo e altre Istituzioni i corridoi umanitari – tre sono in arrivo proprio in questi giorni – unica alternativa legale e sicura ai viaggi della morte; a garantire l’accoglienza ai profughi: circa 50.000 nel solo primo semestre 2023 nel nostro Paese. Il tutto nella massima trasparenza e rintracciabilità.
Rinnoviamo l’invito ad affrontare il problema epocale delle migrazioni sfuggendo alla polarizzazione del “tutti dentro o tutti fuori”, attraverso un sistema che dia garanzie e che combatta l’illegalità».

La Cei in difficoltà sullo scandalo Casarini
Dopo giorni di silenzio, la Cei interviene sul caso dei presunti finanziamenti a Mediterranea. “Mai un sostegno diretto”. Ma questa versione non sembra smentire le rivelazioni della stampa
di Marco Leardi
Il Giornale, 8 dicembre 2023


I vescovi parlano di “accuse diffamatorie” e si difendono. Lo fanno solo ora, dopo giorni di silenzi sul caso dei presunti finanziamenti a Mediterranea, l’Ong guidata dall’ex no-global Luca Casarini. A sollevare la polemica era stato il quotidiano La Verità, che aveva parlato di donazioni ecclesiastiche alla suddetta organizzazione umanitaria e – attraverso la pubblicazione di alcune chat – aveva ipotizzato un presunto uso improprio di quei soldi da parte dell’ex leader della sinistra antagonista. “Tutto falso”, aveva strillato lui, respingendo seccamente ogni accusa. E ora la Cei segue la stessa linea, con argomentazioni che tuttavia non convincono.

“La Cei non ha mai sostenuto in modo diretto Mediterranea Saving Humans – Aps, ma ha accolto una richiesta presentata da due diocesi in una cornice ampia che prevede, secondo il magistero di Papa Francesco, l’accoglienza, la protezione, la promozione, l’integrazione dei migranti e la cura e l’assistenza agli sfollati in zona di guerra in Ucraina”, hanno specificato i vescovi. E già questa spiegazione suscita qualche interrogativo. Vista la “ampia cornice” a cui si fa riferimento, la Cei sapeva o no che quelle donazioni sarebbero potute finire anche nelle casse della Ong di Casarini? Perché molti in ambito cattolico sono rimasti colpiti da quella generosità.

Entrando nel dettaglio (ma non troppo), la conferenza episcopale italiana ha poi quantificato il sostegno economico elargito: 100mila euro a ciascuna diocesi nel 2022 e così pure nel 2023. Pari dunque a un totale di 400mila euro. “In questo solco, si muove e si muoverà l’azione ecclesiale con libertà e nel rispetto dei ruoli di ciascuno, schierandosi dalla parte di chiunque soffre fuggendo da guerre, violenze e povertà. L’impegno della Chiesa è combattere l’illegalità con la legalità, evitando che il Mediterraneo diventi sempre più un cimitero: ogni vita va salvata!”, si legge ancora nel comunicato pubblicato nelle scorse ore dalla Cei. Seguono poi ulteriori valutazioni che sembrano tuttavia svicolare dal nocciolo della questione.

Negli articoli pubblicati da La Verità, infatti, si parlava anche di contatti tra Mediterranea e alcuni alti prelati. “Le trame di Zuppi per aggirare la Cei e dare soldi a Casarini”, titolava ad esempio nei giorni scorsi il quotidiano. In alcune conversazioni, l’attuale arcivescovo di Bologna e altri suoi illustri confratelli venivano menzionati come possibili punti di riferimento. “Loro hanno soldi e personalmente gli arcivescovi hanno sempre una dotazione di cui dispongono liberamente…”, si legge. Pur parlando di “accuse diffamatorie” e di “chat usate in modo strumentale e improprio”, la Cei ha preferito però non entrare nei dettagli. Peraltro, certe indiscrezioni di stampa non sembrano nemmeno in contrasto con quanto precisano ora i vescovi, ovvero che non c’è mai stato alcun sostegno diretto da parte della Cei alla Ong di Casarini. Sempre secondo quanto riportato da La Verità, infatti, i finanziamenti sarebbero arrivati sempre attraverso Curie, parrocchie, associazioni territoriali.

“La Chiesa è l’unica istituzione a finanziare attualmente con continuità e ingenti risorse progetti di sviluppo nei Paesi poveri o in situazioni di particolare difficoltà: circa 80 milioni di euro l’anno; a sostenere e promuovere insieme ad autorità di Governo e altre Istituzioni i corridoi umanitari – tre sono in arrivo proprio in questi giorni – unica alternativa legale e sicura ai viaggi della morte; a garantire l’accoglienza ai profughi: circa 50.000 nel solo primo semestre 2023 nel nostro Paese. Il tutto nella massima trasparenza e rintracciabilità”, recita infine il comunicato della Cei, nel quale i vescovi hanno anche rinnovato “l’invito ad affrontare il problema epocale delle migrazioni, sfuggendo alla polarizzazione del ‘tutti dentro o tutti fuori’, attraverso un sistema che dia garanzie e che combatta l’illegalità”.

Ma, pur non entrando in eventuali questioni di natura giuridica, viene spontaneo domandarsi se quella “massima trasparenza” tanto evocata abbia sempre caratterizzato anche i contatti tra Mediterranea e la Chiesa.

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