Salgono a sei le denunce “temerarie” di Don Giuseppe Rugolo. Pierelisa Rizzo: “Accanimento ormai palese”
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 05.12.2023 – Vik van Brantegem] – Siamo alla terza denuncia per la giornalista di Enna Pierelisa Rizzo, sempre ad opera di Don Giuseppe Rugolo. Seguiamo dall’inizio – dal 3 maggio 2021 – il caso del processo penale di primo grado con rito abbreviato, iniziato il 7 ottobre 2021 al Tribunale di Enna, a carico di Don Giuseppe Rugolo, il prete di Enna arrestato il 27 aprile 2021, con l’accusa di violenza sessuale aggravata su tre minori, secondo gli articoli 81 e 609 del codice penale. Il prossimo 13 dicembre è prevista la requisitoria del pm Stefania Leonte.
Assieme a Rizzo, Rugolo ha denunciato anche un altro giornalista – il quarto dopo Federica Tourn, giornalista freelance di Torino e Manuela Acqua, giornalista di Enna – Filippo Occhino, Direttore della testata on line Ennalive.it. Anche in questo caso la Procura di Enna ha ritenuto infondata la denuncia ed ha chiesto l’archiviazione ma i legali di Rugolo hanno fatto opposizione. Quindi, Rizzo e Occhino compariranno davanti al Gup il 9 luglio 2024.
Dunque, salgono a sei i denunciati dal sacerdote. Negli scorsi mesi ha denunciato anche la vittima, dal quale è partita l’inchiesta a suo carico, Antonio Messina e Francesco Zanardi. Presidente di Rete l’Abuso, l’unica associazione italiana che si occupa di sopravvissuti agli abusi clericali. Tutti sono stati denunciati per diffamazione e diffusione di atti processuali. Poi, ambedue le Procure, quelle di Enna e Savona, hanno ritenuto infondate le querele.
«L’accanimento nei miei confronti è ormai palese – ha detto all’ANSA la Dott.ssa Pierelisa Rizzo, giornalista e corrispondente dell’ANSA per Enna e provincia, che segue fin dall’inizio l’inchiesta e poi il processo in corso -. A fronte delle richieste di archiviazione mi chiedo perché provare ancora a zittirmi o ad intimorirmi con querele, chiaramente, temerarie. Io ho fatto solo il mio lavoro nell’interesse pubblico e lo continuerò a fare fino alla fine del processo”.
In nove ore di interrogatorio, l’8 luglio 2022 il giovane Antonio Messina ha raccontato di aver subito violenze quando era minorenne. Al processo in cui è imputato Giuseppe Rugolo, il sacerdote arrestato il 27 aprile del 2021, con l’accusa di violenza sessuale aggravata a danno di minori, il ragazzo, ha ripercorso con i pm passo dopo passo gli abusi sessuali, che sostiene siano avvenuti anche nella sagrestia della chiesa di San Giovanni Battista di Enna, dal 2009 al 2013. Fatti raccontati davanti ai magistrati Stefania Leonte e Orazio Longo e al collegio giudicante, presieduto da Francesco Pitarresi e ribaditi davanti gli avvocati delle parti civili e dell’imputato, presente in aula, che poi lo ha querelato.
Fu un’udienza sofferta in cui Messina ha risposto alle innumerevoli domande, parlando anche della presunta trattativa tra il Vescovo di Piazza Armerina, Mons. Rosario Gisana e la famiglia del giovane circa l’elargizione di una somma di denaro 25 mila euro dai fondi Caritas a condizione di silenzio.
Pierelisa Rizzo – che è anche tutor dei corsi di formazione all’interno della Casa Circondariale “L. Bodenza” di Enna prima, poi volontaria – entra ed esce dal carcere da oltre 30 anni. I suoi figli, Samuele e Sara, sono cresciuti a pane e carcere. Per loro il mondo dei detenuti, con i loro affanni e le loro sofferenze, sono stati sempre familiari. Forse proprio per questo, quando appena bambina ha portato sua figlia Sara a vedere uno spettacolo, nella quale Pierelisa era protagonista insieme ai detenuti, e al quale partecipavano anche le famiglie dei protagonisti, figli compresi, la bimba, innocentemente, esclamò “Mamma, ma qua ci si diverte”.
Le piace cucinare, e da ultimo, ha aperto, insieme al suo compagno Tommaso, che invece è un esperto di vino, un’enoteca–osteria dove la sera si trasforma in cuoca, e tra un manicaretto e l’altro ha scritto i pensieri che ha affidato, insieme a Paolo Andolina, al libro Anche i Santi vivono in cella. Tasselli fotografici di vita carceraria (La Moderna Edizioni 2021, 148 pagine, con la Prefazione di Don Luigi Ciotti e la Postfazione di Maurizio Dipietro).
«“I santi, le Madonne e i Cristi che si affacciano da queste pagine sono ritratti sulle pareti e sui “corpi di poveri Cristi!”. Non creature sfolgoranti di gloria, ma gente a cui affidare le proprie miserie quotidiane, le proprie paure e le proprie speranze. Mi pare allora che le persone carcerate abbiano colto l’essenza della santità: quel mettersi completamente al servizio del prossimo, entrare in relazione profonda con lui, condividerne il destino spesso tragico, in quanto parte del più ampio destino umano. Dunque anche del proprio. È in fondo la stessa cosa che, con grande rispetto, hanno scelto di fare gli autori del libro, mettendo la propria arte, ma prima ancora la sensibilità del proprio sguardo, al servizio di un mondo che la maggior parte delle persone preferisce non guardare affatto. Si coglie, dalla qualità di questi scatti e dalla tenerezza dei testi che li accompagnano, la comunione sincera che si è creata fra autori e soggetti, la fiducia che gli uni hanno saputo conquistarsi giorno dopo giorno dagli altri, accettando di condividere e non soltanto di osservare, freddamente, dall’esterno, la quotidianità dei reclusi.
È in fondo la stessa cosa che, con grande rispetto, hanno scelto di fare gli autori del libro, mettendo la propria arte, ma prima ancora la sensibilità del proprio sguardo, al servizio di un mondo che la maggior parte delle persone preferisce non guardare affatto. Si coglie, dalla qualità di questi scatti e dalla tenerezza dei testi che li accompagnano, la comunione sincera che si è creata fra autori e soggetti, la fiducia che gli uni hanno saputo conquistarsi giorno dopo giorno dagli altri, accettando di condividere e non soltanto di osservare, freddamente, dall’esterno, la quotidianità dei reclusi» (Don Luigi Ciotti).
Caso Rugolo – Indice [QUI]