La pagina Artsakh non può e non deve considerarsi chiusa. Gli organi costituzionali dell’Artsakh continuano ad esistere. Verrà un giorno…
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 11.11.2023 – Vik van Brantegem] – Gli Armeni dell’Artsakh hanno tenuto una marcia silenziosa a Yerevan (foto di copertina=, per affermare che «il mondo dovrebbe sapere che la pagina Artsakh non può e non deve considerarsi chiusa».

«Tutti gli organi costituzionali dell’Artsakh, insieme ai loro leader, continuano a ricoprire le loro posizioni», ha affermato il Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh, Artur Harutyunyan , in un’intervista alla televisione pubblica di Artsakh.
In Armenia è iniziato il processo di accettazione delle domande per ottenere la cittadinanza delle persone sfollate con la forza dal Nagorno-Karabakh, ha comunicato il Ministero della Migrazione armeno.
I residenti dell’Artsakh non saranno privati dei programmi di sostegno se ottengono la cittadinanza della Repubblica di Armenia o lo status di protezione temporanea di rifugiato, ha detto Harutyunyan nell’intervista alla televisione pubblica di Artsakh. «La protezione temporanea e lo status di cittadino della Repubblica di Armenia definiscono diversi diritti e responsabilità. Se diventano cittadini armeni, tutti i diritti e le responsabilità, compreso il servizio militare, si applicheranno anche ai nostri connazionali. Per quanto riguarda lo status di rifugiato, ci sono ancora questioni da risolvere e al riguardo verranno presentati chiarimenti ai nostri connazionali affinché conoscano i propri diritti e responsabilità. Pochi giorni fa, il Ministero degli Affari Sociali della Repubblica di Armenia ha presentato un chiarimento in merito ai benefici e alle pensioni, secondo cui non è necessario ottenere la cittadinanza della Repubblica di Armenia per essere considerato pensionato o beneficiario. È solo necessario avere la registrazione in Armenia e ricevere i pagamenti secondo la procedura stabilita in Armenia», ha detto il Ministro di Stato.
Il Ministro di Stato dell’Artsakh, Artur Harutyunyan, ha affermato che, secondo le discussioni preliminari, i cittadini che sono pensionati o beneficiari dal 1° ottobre non avranno bisogno di presentare ulteriori documenti per ricevere la pensione in Armenia. I pagamenti fino a settembre compreso verranno effettuati dal bilancio dell’Artsakh. «Si discute ancora se si procederà o meno al calcolo di ottobre, ma non appena il pensionato verrà conteggiato a partire dal 1° novembre, sarà considerato pensionato della Repubblica di Armenia. E coloro a cui non è stata assegnata una pensione dovrebbero rivolgersi ai servizi sociali unificati del loro luogo di residenza e il processo verrà svolto nello stesso modo in cui è stato effettuato prima nell’Artsakh. Stiamo anche implementando processi affinché l’esperienza lavorativa accumulata venga presa in considerazione anche nell’assegnazione della pensione», ha osservato il Ministro di Artsakh. Ha aggiunto che per quanto riguarda le pensioni accumulate, si sta discutendo per restituire il denaro accumulato ai beneficiari e ricominciare ad accumularlo in caso di un nuovo lavoro.
«Per ora il governo dell’Artsakh non può realizzare alcun progetto, in assenza di risorse finanziarie. I regolamenti sulle questioni educative, sociali e di altro tipo dei nostri compatrioti sono emanati dal governo della Repubblica di Armenia, che si è assunto tutta la responsabilità. Abbiamo un programma di cooperazione, incontri e discussioni in vari formati e siamo in grado di provvedere ai problemi della nostra gente, ai problemi dei residenti, e presentarli sotto forma di proposte al governo della Repubblica di Armenia, in modo da poter facilitare queste preoccupazioni o rendere i programmi più efficaci», ha affermato Harutyunyan.
Sul motivo perché gli stipendi dei dipendenti statali non sono stati pagati per intero, il Ministro di Stato ha chiarito che gli stipendi di settembre non sono stati pagati al 100%, perché i fondi sul conto di tesoreria al momento dello sfollamento costituivano l’85% del fondo salari. Gli stipendi venivano quindi pagati in proporzione ai fondi disponibili. A causa della mancanza di risorse finanziarie, il calcolo finale degli stipendi dei dipendenti degli enti statali dell’Artsakh e l’indennità di buonuscita sono considerati un obbligo del governo della Repubblica dell’Artsakh, ha dichiarato Harutyunyan.

Il 9 novembre, Sua Santità Aram I, Catholicos della Grande Casa di Cilicia della Chiesa Apostolica Armena, è stato Cappellano Ospite presso la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, pronunciando la preghiera di apertura prima della sessione. Riportiamo di seguito il testo della sua preghiera nella nostra traduzione italiana dall’inglese:
«Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen. Ti rendiamo grazie, caro Dio, per il dono della vita. Concedici saggezza, coraggio e visione. Affinché possiamo dedicarci pienamente al servizio del popolo e degli Stati Uniti d’America. Aiutaci, o Dio, a impegnarci attivamente in riflessioni e discussioni significative e fruttuose. Per il bene del nostro popolo e la prosperità del nostro Paese.
Aiutaci, Dio della Saggezza, come rappresentanti eletti del popolo, a riflettere e ad agire con un profondo senso di responsabilità.
Aiutaci, Dio compassionevole, a promuovere la comprensione reciproca, l’accettazione e la tolleranza, come un’unica nazione di diversità coerenti.
Aiutaci, Dio donatore di pace e di giustizia, a lavorare ardentemente per la pace con la giustizia, in un mondo dilaniato dalla violenza e dalle polarizzazioni.
Aiutaci, Dio di Misericordia, ricorda nelle nostre preghiere gli oltre 100.000 rifugiati Armeni che recentemente sono stati costretti a lasciare il loro Nagorno-Karabakh, la loro patria secolare, e ad affrontare enormi difficoltà e incertezze.
O Dio, proteggici dal male, rafforzaci e guidaci nella nostra comune responsabilità.
Amen».

Dal Canale Telegram Peacekeeper delle forze di mantenimento della pace russe in Artsakh [QUI]:
«Oggi (10 novembre 2023) sono esattamente tre anni da quando le forze di mantenimento della pace russe sono entrate nel Nagorno-Karabakh.
Durante questo periodo, le forze di mantenimento della pace hanno ripulito migliaia di ettari di territorio e più di 700 chilometri di strade, scoperto e distrutto circa 30mila oggetti esplosivi, effettuato più di 350 azioni umanitarie, effettuato più di 40 voli in ambulanza su elicotteri MI-8 per salvare più di 250 residenti del Karabakh dopo l’esplosione di una stazione di servizio.
In totale sono state distribuite alla popolazione locale circa 700 tonnellate di aiuti umanitari. 91.377 persone hanno ricevuto assistenza mirata. I medici dell’équipe medica hanno fornito assistenza qualificata a più di mille civili.
Tre anni per il contingente di mantenimento della pace russo.
Tre anni fa, il 10 novembre 2020, in conformità con la dichiarazione trilaterale dei Presidenti di Russia e Azerbajgian, nonché del Primo Ministro armeno, un contingente di mantenimento della pace russo è stato introdotto nel Nagorno-Karabakh. Fin dai primi giorni, le forze di mantenimento della pace russe hanno iniziato a lavorare per ripristinare la vita pacifica nella regione. Garantire la sicurezza dei civili, rimuovere le mine e gli oggetti esplosivi, partecipare ai Lavori di riparazione e agricoli, fornire aiuti umanitari a chi ne aveva bisogno e fornire assistenza medica alla popolazione locale.
Nonostante nella regione continuassero i giochi politici, che portavano a tentativi di denigrare le attività del contingente di mantenimento della pace, il personale militare russo ha continuato a prestare servizio per proteggere la pace.
Il 19-20 settembre di quest’anno si è verificata un’altra escalation della situazione che, sfortunatamente, ha portato nuovamente alle ostilità sulla terra sofferente e alla morte di persone da entrambe le parti. Va notato che non importa quanto duramente i propagandisti armeni cerchino di incolpare la Russia e le sue forze di pace per la “resa del Karabakh”, i fatti dicono il contrario. Il ritardo di Yerevan nell’adempimento dei propri obblighi (demarcazione dei confini, apertura dei corridoi di trasporto), nonché il riconoscimento pubblico da parte di Nikol Pashinyan del territorio del Karabakh come parte dell’Azerbajgian, hanno escluso la seconda parte del conflitto. In queste condizioni, le forze di mantenimento della pace russe non potevano più impedire a Baku di ristabilire l’ordine sul suo territorio. Dopotutto, l’Armenia, che rappresentava gli interessi del Nagorno-Karabakh nel processo negoziale, ha semplicemente abbandonato Stepanakert per il bene dei suoi interessi immediati.
Comunque sia, le forze di mantenimento della pace russe sono riuscite nella cosa principale: aiutare a stabilire rapidamente un cessate il fuoco e ridurre al minimo la morte dei civili.
In questo giorno vogliamo ricordarvi che durante l’operazione di mantenimento della pace hanno dato la vita sette militari russi, che fino alla fine hanno protetto la pace nella regione».
Qui abbiamo un classico pezzo di propaganda russo.
Innanzitutto, apprendiamo che il contingenti russo si è occupato di operazioni di sminamento, di distribuzioni di aiuti umanitari prima del blocco totale (resi necessari perché non hanno impedito all’Azerbajgian di prendere il controllo del Corridoio di Lachin in violazione della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020), di fornitura di servizi di pronto soccorso (reso necessario per il blocco del Corridoio di Lachin), di elisoccorso dopo l’esplosione della stazione di servizi (a causa del blocco del Corridoio di Lachin che non hanno impedito; durante il tempo del blocco totale hanno usato i loro elicotteri solo per fare rifornimento per se stesso).
Poi, i sette militari russi hanno perso la vita a tradimento per mano degli aggressori azeri, perché erano stati testimoni di crimini di guerra azeri.
Il contingente non ha fatto per cui era stato dispiegato in Artsakh: garantire la sicurezza della popolazione civile e garantire la pace nella regione. Non l’ha fatto, con il risultato dell’occupazione totale dell’Artsakh con la forza da parte dell’Azerbajgian e lo sfollamento sforzato dell’intera popolazione sotto la minaccia di morte.
I punti importanti della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 sono stati violati da Russia e Azerbajgian.
Secondo il punto 6, il contingente di mantenimento della pace russo avrebbe dovuto garantire la sicurezza dell’Artsakh e proteggere il Corridoio di Berdzor (Lachin), che collegava l’Artsakh all’Armenia. L’Azerbajgian ha posizionato illegalmente un posto di blocco nel corridoio e la Russia non ha adempiuto al proprio dovere, proteggere il corridoio. Di conseguenza, il corridoio passò sotto il controllo dell’Azerbajgian. L’Azerbajgian ha sottoposto l’Artsakh alla pulizia etnica, sfollando con la forza più di 100.000 Armeni, ma la Russia non ha impedito questo terribile crimine.
Il 9 novembre 2020, Vladimir Putin ha garantito personalmente alla popolazione armena la vita sotto le garanzie di sicurezza russe. Tuttavia, dal 10 novembre 2020 Putin ha mancato alla sua parola e alla sua firma e non ha impedito all’Azerbajgian di sottoporre l’Artsakh alla pulizia etnica, dando la colpa all’Armenia.
Intanto, il Ministero della Difesa russo continua a fornire rapporti giornalieri affermando che non sono state registrate violazioni del cessate il fuoco da parte delle forze di pace nel Nagorno Karabakh, nonostante il territorio sia ora completamente sotto il controllo dell’Azerbajgian. Esilarante.
Il capo della comunità ebraica armena, Rima Varzhapetyan, ha dichiarato: «Non c’è mai stato antisemitismo in Armenia; Gli Ebrei qui vivono pacificamente. La nostra comunità sta cercando di smussare gli angoli “acuti” per evitare complicazioni nelle nostre relazioni dovute al fatto che Israele non riconosce il genocidio armeno. Comprendiamo che il popolo armeno, a livello quotidiano, nutre rancore contro Israele dopo la guerra in Artsakh. Israele è stato uno dei fornitori di armi per l’Azerbajgian durante le ostilità! Non ci sono attacchi, minacce o inviti alla violenza contro gli Ebrei locali in Armenia. Il popolo armeno è molto rispettoso. Inoltre, la comunità ebraica in Armenia è diventata più grande a causa dei trasferimenti dalla Russia di persone che hanno radici e documenti ebraici».

L’Ambasciatore dell’Azerbajgian in Francia, Leyla Abdullayeva, ha diffuso su Twitter un video con il suo intervento al 6° Forum della pace di Parigi, da cui si apprende che nega all’Armenia il diritto di acquistare armi di difesa. Ha detto tra altro, ripetendo le solite narrazioni della propaganda azera: «I timori in Francia sulla cosiddetta minaccia dell’Azerbajgian contro l’Armenia sono assolutamente infondati. L’Azerbajgian ha preso il controllo dei suoi territori sovrani. Siamo per la pace, siamo per la normalizzazione».
Per qualche ragione, Abdullayeva ha dimenticato di pubblicare il resto del video, in cui viene ricordato al mondo il fatto che il suo governo si riferisce regolarmente all’intera Repubblica di Armenia come “Azerbajgian occidentale”, tra le altre cose.
Uno dei principali insegnamenti tratti dai documenti del Forum della pace di Parigi è che 2 miliardi di persone nel mondo vivono in aree colpite da conflitti. Dal punto di vista della Repubblica di Armenia sarebbe più corretto formulare tale frase nel modo seguente: a causa della pulizia etnica, più di 500mila armeni non hanno più la possibilità di vivere nella propria patria. Il Primo Ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, ha espresso questo punto di vista durante la tavola rotonda del 6° Forum della pace di Parigi.
«500mila è il numero degli Armeni sfollati con la forza dall’Azerbajgian e diventati rifugiati a causa della pulizia etnica. Circa 360.000 di loro furono sfollati con la forza dall’Azerbajgian dall’inizio degli anni ’90, a causa dei pogrom di Sumgait e Baku e dell’odio armeno. Da allora, l’odio armeno è diventata una politica statale in Azerbajgian. E prima ancora, durante l’Unione Sovietica, a causa di pressioni amministrative e psicologiche, gli Armeni dovettero lasciare Nakhichevan e molte altre zone dell’Azerbajgian. Durante la guerra dei 44 giorni del 2020, circa 26.000 Armeni hanno lasciato il Nagorno-Karabakh. E come risultato dell’attacco su larga scala e della pulizia etnica portata avanti dall’Azerbaigian contro il Nagorno-Karabakh il 19 settembre, circa 105.000 armeni hanno dovuto lasciare il Nagorno-Karabakh entro una settimana», ha detto Pashinyan.
Il Primo Ministro della Repubblica di Armenia ha ricordato che la parte armena ha da tempo avvertito la comunità internazionale che tale prospettiva stava diventando sempre più realistica, soprattutto dopo il blocco illegale del Corridoio di Berdzor (Lachin) dal 12 dicembre 2022.
«Ma la comunità internazionale non ha adottato misure adeguate, e non possiamo incolpare chi sostiene che lo sfollamento forzato degli Armeni dal Nagorno-Karabakh sia avvenuto con l’accordo tacito o dietro le quinte di alcuni attori internazionali. Tuttavia, cari partecipanti, non sono venuto a parlare di guerra durante questo forum di pace. Sono venuto a parlare di pace, anche se l’Azerbajgian ha iniziato a chiamare la Repubblica di Armenia “Azerbajgian occidentale” dopo aver attuato il minimo del suo piano di pulizia etnica contro gli Armeni», ha sottolineato Pashinyan, aggiungendo che il cosiddetto “Azerbajgian occidentale” è propagato nelle scuole, nelle università e nei mass media in Azerbajgian. Il concetto di “Azerbaigian occidentale”, è un concetto di preparazione di una nuova guerra contro la Repubblica di Armenia, ha detto Pashinyan, sottolineando che tutto questo avviene nonostante il fatto che le parti sembrano vicine alla firma del trattato di pace, nonostante il fatto che i problemi sopra menzionati sollevino seri dubbi sulla sincerità dell’Azerbajgian.
Kamil Zeynalli, considerato una delle persone più eroiche dell’Azerbajgian, è stato registrato mentre puniva/decapitava un uomo Armeno ottantenne altamente pericoloso che stava complottando per fare del male al glorioso Azerbajgian. Kamil ha ricevuto una medaglia da eroe dal governo azerbajgiano.
Il 9 novembre il Portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato che il Servizio di Sicurezza Federale Russo (FSB) sarà responsabile del monitoraggio dei collegamenti di trasporto tra l’Azerbajgian e Nakhijevan in conformità con l’Accordo trilaterale del 10 novembre 2020.
Questa affermazione era stata smentita immediatamente dal Ministero degli Esteri armeno. In risposta a questa dichiarazione di Zakharova, il Ministero degli Esteri armeno ha dichiarato, che l’Armenia non ha mai accettato alcuna restrizione alla sua sovranità in alcun documento e che nessun Paese terzo può stabilire il controllo su qualsiasi parte del suo territorio sovrano.
Mehdi Sobhani, l’Ambasciatore iraniano in Armenia, ha espresso opposizione ai collegamenti non sotto la sovranità dell’Armenia, mettendo in discussione l’indipendenza del Paese. Ha affermato che, dal punto di vista dell’Iran, qualsiasi collegamento che non sia sotto il controllo e la sovranità dell’Armenia è ritenuto inaccettabile.
Il Primo Ministro dell’Armenia ha detto, che nonostante la minaccia dell’Azerbajgian, «non vacilla il nostro impegno nell’agenda di pace, e speriamo di firmare un accordo di pace con l’Azerbajgian nei prossimi mesi». Pashinyan ha sottolineato che i tre principi concordati a Brussel dovrebbero costituire la base dell’accordo: riconoscimento della reciproca integrità territoriale in chilometri quadrati, lealtà incondizionata alla dichiarazione di Alma-Ata come quadro politico per la demarcazione e lo sblocco dei collegamenti di trasporto basati sui principi di sovranità, giurisdizione, reciprocità e uguaglianza. «E se l’Azerbajgian non rifiuterà questi principi, ciò significherà che la firma di un trattato di pace con l’Azerbaigian nei prossimi mesi diventerà molto realistica. Purtroppo, il Presidente dell’Azerbajgian ha rifiutato di partecipare all’incontro a cinque tenutosi a Granada lo scorso mese. L’incontro tripartito previsto a Brussel in ottobre non ha avuto luogo e non ho ricevuto un invito alla riunione successiva da parte di Charles Michel. Spero che i nostri partner dell’Unione Europea rispettino i loro obblighi», ha affermato Pashinyan.

In riferimento alla disinformazione dell’Azerbajgan, che regolarmente accusa gli Armeni dell’Artsakh di aver distrutto moschee o di averle convertite in stalle, l’immagine sopra ritratta è di una moschea persiana.
La foto sotto riferisce ai lavori di restauro della Moschea Alta (Yukhari Govhar Agha) di Sushi iniziati nel 2014, realizzato nell’ambito della Fondazione Iniziativa per lo Sviluppo di Armenia (IDeA) e completati nel 2019.

Della questione abbiamo parlato il 16 novembre 2022 nell’articolo Le bugie e la disinformazione del regime di Aliyev che accusa gli Armeni di distruggere le moschee in Artsakh [QUI].
La moschea Yukhari Govhar Agha nella città di Shushi in Artsakh, conquistata dalle Forze Armate azere alla fine della guerra dei 44 giorno, fu danneggiata il 1° novembre 2020 dai pesanti bombardamenti di razzi azeri, effettuati con lanciarazzi multipli Grad e Smerch contro Sushi e altre città dell’Artsakh, come Martuni, Martakert, diversi villaggi e anche Stepanakert, la capitale dell’Artsakh. Il Servizio statale per situazione di emergenza dell’Artsakh ha affermato che la moschea è stata deliberatamente presa di mira, ma il razzo ha colpito il muro laterale della moschea, danneggiando solo una parte del muro. Nello stesso modo fu presa di mira la cattedrale di San Salvatore Ghazanchetsots, uno dei più importanti valori culturali armeni, che con il pretesto del cosiddetto “restauro” gli Azeri stanno distorcendo.
Sostenendo l’iniziativa del Governo dell’Artsakh, la Fondazione Iniziativa per lo Sviluppo di Armenia (IDeA) ha avviato il restauro nel 2014, con il sostegno di donazioni private, con notevoli contributi della Fondazione Ripristino del Patrimonio Storico Orientale dell’uomo d’affari russo-armeno Ruben Vardanyan, fondatore di IDeA (che recentemente ha rinunciato alla cittadinanza russa, si è trasferito in Artsakh ed è stato nominato Ministro di Stato, una sorta di Primo Ministro di Artsakh) e dell’uomo d’affari kazako Kairat Boranbayev. La moschea Yukhari Govhar Agha, la vicina madrasa e il parco sono stati formalmente aperti per essere utilizzati come Centro Culturale Armeno-Iraniano, con una solenne cerimonia il 14 ottobre 2019, alla presenza del Presidente della Repubblica di Artsakh, Bako Sahakyan; del Presidente del Parlamento di Artsakh, Ashot Ghulyan; e di altri funzionari governativi.
L’FBI ha sequestrato i telefoni del sindaco di New York Eric Adams come parte di un’indagine sul finanziamento illegale della campagna da parte turca. Le organizzazioni azere con legami diretti con il governo dell’Azerbajgian hanno organizzato numerose raccolte fondi per Adams. Si augura che l’indagine non si limiti alla Turchia.
Il Ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov, irride l’Europa: «Gli USA hanno vietato ai loro zerbini dell’Unione Europea di commerciare con la Russia ma continuano ad acquistare da noi l’uranio e tutto ciò che gli serve mentre le imprese europee a causa del divieto imposto loro da Washington hanno perso 250 miliardi di Euro».



























