Cessate il fuoco!

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 04.11.2023 – Vik van Brantegem] – «Continuiamo a chiedere un immediato cessate il fuoco e la protezione di tutta la popolazione civile. Chiedi un immediato cessate il fuoco a tutte le parti in conflitto per porre fine alla sofferenza della popolazione civile. Firma l’appello [QUI]» (Amnesty International Italia).

Foto di Mahmud Hams/AFP/Amnesty International.

Cessate il fuoco!

L’escalation senza precedenti del conflitto tra Israele da un lato e Hamas e altri gruppi armati palestinesi dall’altro sta distruggendo innumerevoli vite.

Gli incessanti bombardamenti israeliani stanno facendo salire in modo impressionante il numero delle vittime civili a Gaza: al momento della pubblicazione di questo appello sono almeno 8.000, inclusi moltissimi minori. Questa è stata la risposta agli orribili attacchi compiuti in Israele da Hamas e altri gruppi armati palestinesi, che hanno causato circa 1.400 morti. Almeno 200 Israeliani presi in ostaggio da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi restano in pericolo. I razzi che continuano a essere lanciati contro Israele pongono a rischio la popolazione civile.

L’assedio rafforzato di Israele nei confronti di Gaza ha bloccato l’ingresso di beni fondamentali come acqua, cibo e carburante, costringendo oltre due milioni di abitanti a lottare per la sopravvivenza. La catastrofe umanitaria provocata da 16 anni di blocco illegale di Israele nei confronti della Striscia di Gaza occupata non potrà che peggiorare se i combattimenti non si fermeranno immediatamente.

Tutte le parti in conflitto continuano a commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi crimini di guerra.

Di fronte a questa devastazione e a questa sofferenza senza fine, deve prevalere l’umanità.

Firma la petizione [QUI] e sollecita i leader mondiali a chiedere un immediato cessate il fuoco a tutte le parti in conflitto e a porre fine alla catastrofe umanitaria in corso nella Striscia di Gaza.

Fonte: Amnesty International Italia.

Cessate il fuoco!

«Ringrazio tutti quanti – in tanti luoghi e in diversi modi – si sono uniti alla giornata di digiuno, preghiera e penitenza che abbiamo vissuto venerdì scorso implorando la pace nel mondo. Non desistiamo. Continuiamo a pregare per l’Ucraina e anche per la grave situazione in Palestina e in Israele e per le altre regioni in guerra. A Gaza, in particolare, si lascino spazi per garantire gli aiuti umanitari e siano liberati subito gli ostaggi. Che nessuno abbandoni la possibilità di fermare le armi. Cessi il fuoco! Padre Ibrahim Faltas – l’ho ascoltato poco fa nel programma “A Sua Immagine” – Padre Ibrahim diceva: “Cessate il fuoco! Cessate il fuoco!”. Lui è il Vicario di Terra Santa. Anche noi, con Padre Ibrahim, diciamo: cessate il fuoco! Fermatevi, fratelli e sorelle! La guerra sempre è una sconfitta, sempre!» (Papa Francesco – Angelus Domini, 1° novembre 2023).

Il Grande imam di al Azhar complica i già delicati rapporti tra Israele e Santa Sede: niente cessate il fuoco ma caccia a tutti gli Israeliani

A complicare i già delicati rapporti tra Israele la Santa Sede ci si mette pure al Azhar, l’università più prestigiosa del mondo musulmano con sede al Cairo, il principale interlocutore della Santa Sede nel mondo islamico sunnita, ha osservato oggi Matteo Matzuzzi su Il Foglio [QUI].

Infatti, come ha osservato Raymond Ibrahim (autore di Defenders of the West e Sword and Scimitar, Distinguished Senior Shillman Fellow presso il Gatestone Institute e Judith Rosen Friedman Fellow presso il Middle East Forum), il Grande Imam di al Azhar – lo Sceicco Ahmed al Tayyeb, lo stesso che invocò la moltiplicazione degli attacchi suicidi nei Territori palestinesi, con cui il Papa ha firmato il documento sulla fratellanza umana ad Abu Dhabi – chiede al mondo arabo di unirsi contro “l’usurpatore” israeliano. In sostanza, al Azhar ha dichiarato aperta la caccia a tutti gli Israeliani, di qualsiasi età.

Secondo Al Azhar, gli oltre 1.400 Israeliani brutalmente massacrati da Hamas il 7 ottobre 2023 hanno ottenuto ciò che meritavano. Una fatwa emesso il 19 ottobre 2023 da al Azhar afferma: «Il termine “civili” non si applica ai coloni sionisti dei territori occupati. Piuttosto, sono occupanti della terra, usurpatori di diritti, deviatori dalla retta via incarnata dai profeti e palesi disprezzatori della santità della storica città di Gerusalemme, che racchiude la rispettabile eredità islamica e cristiana della città».

Ovviamente, l’ultima parte sulla “rispettabile eredità cristiana” è stata inclusa per le pubbliche relazioni. Sul territorio dove ha sede al Azhar, l’Egitto, l’eredità dell’antica cristianità copta è lungi dall’essere rispettata, e spesso dovuto agli insegnamenti di al Azhar.

I punto cruciale della fatwa sembra abbastanza chiaro: poiché l’intera nazione di Israele è vista come un occupante illegale della terra “palestinese” – o, più precisamente, musulmana –, nessun Israeliano può, secondo gli esperti di diritto islamico di al Azhar, essere visto come un “civile”. Tutti loro – compresi i 1.400 Israeliani massacrati il 7 ottobre – devono essere visti come combattenti nemici e trattati di conseguenza.

Per dir il vero, la fatwa menziona solo i “coloni”, ma questo suona come tawriya (il gioco di parole in lingua araba come strumento semantic) per ingannare i kāfir (termine si riferisce ad una persona che rifiuta o non crede in Allah o nei dettami dell’Islam, negando il dominio e l’autorità di Allah, “infedele”, “chi rifiuta”, “miscredente”, “non credente”, “non musulmano”), visto che è opinione diffusa che Israele occupi la terra musulmana e, quindi, praticamente ogni musulmano comprenderà che questa sentenza si applica ad ogni singolo cittadino Israeliano, come all’intero Stato di Israele.

Questo potrebbe sembrare una fatwa sorprendente, perché al Azhar viene acclamata, anche in Occidente, come l’università musulmana più prestigiosa del mondo. Nel discorso al mondo musulmano, che tenne nel 2009 ad al Aznar, Barack Obama disse: «Per oltre mille anni, al Azhar è stata un faro della cultura islamica. Come studente di storia, conosco anche il debito della civiltà nei confronti dell’Islam. È stato l’Islam – in luoghi come l’Università di al Azhar – a portare la luce del sapere attraverso così tanti secoli, aprendo la strada al Rinascimento e all’Illuminismo europei».

Quindi, l’università musulmana che ha appena legittimato l’uccisione di ogni Israeliano come combattente nemico, è anche, secondo questo “studente di storia”, la stessa università che “aprirà la strada al Rinascimento e all’Illuminismo europeo”.

D’altra parte, nulla di tutto ciò è scioccante, comprese le assurde osservazioni di Obama sull’Istituzione musulmana sunnita che è come una Harvard e un Vaticano uniti in una cosa sola. Al Azhar è la scuola più prestigiosa del mondo musulmano, perché non insegna l’Islam politicamente corretto o “progressista”, ma l’Islam autentico. Pertanto, non pochi musulmani, compresi ex studenti, lo accusano di promuovere lo stesso tipo di Islam che fanno i gruppi terroristici come l’Isis. Quando gli è stato chiesto perché al Azhar, che ha l’abitudine di denunciare i pensatori laici come non islamici, si sia rifiutato di denunciare lo Stato Islamico come non islamico, Sheikh Nasr ha detto: «Non può [condannare lo Stato Islamico come non islamico]. Lo Stato Islamico è un sottoprodotto dei programmi di al Azhar. Può quindi al Azhar denunciarsi come non-islamica? Al Azhar dice che ci deve essere un califfato e che è un obbligo per il mondo musulmano [istituirlo]. Al Azhar insegna la legge dell’apostasia e dell’uccisione dell’apostata. Al Azhar è ostile verso le minoranze religiose e insegna cose come non costruire chiese, ecc. Al Azhar sostiene l’istituzione della jizya [estrarre tributi dalle minoranze religiose]. Al Azhar insegna a lapidare le persone. Può quindi Al Azhar denunciarsi come non-islamica?»

Allo stesso modo, mentre discuteva di come lo Stato Islamico avesse bruciato vive alcune delle sue vittime – più notoriamente, un pilota Giordano – il giornalista Egiziano Yusuf al-Husayni ha osservato che «lo Stato Islamico sta facendo solo ciò che insegna al Azhar», indicando un testo di Ibn Kathir, utilizzato da al Azhar che esalta le imprese – o meglio le atrocità, compreso il rogo vivo degli kāfir – in cui si impegnarono i primi eroi dell’Islam.

Basta ascoltare il Gran Mufti di al Azhar, lo Sceicco Ahmed al Tayeb, definito il “musulmano più influente al mondo” – per capire di cosa tratta l’università. Dice una cosa nelle dichiarazioni in lingua inglese rivolte all’Occidente, parlando di “tolleranza” e “coesistenza”. Ma quando parla in arabo legittima tutta la pratica islamica “radicale”, compresa la punizione degli apostati e dei blasfemi, e lo status inferiore delle donne e delle minoranze religiose. Ha anche definito Cristiani ed Ebrei kāfir – una classificazione mortale nell’Islam.

Niente di tutto questo pare davvero aver importanza. Altri leader occidentali hanno elogiato al Azhar, come Obama, tra cui Papa Francesco, che prendono Ahmed al Tayeb come confidente e fidato consigliere. Ecco, ad esempio, una delle loro numerose dichiarazioni congiunte: «In nome di Dio e di tutto quanto fin qui affermato; Al-Azhar al-Sharif [il Nobile] e i musulmani dell’Est e dell’Ovest, insieme alla Chiesa Cattolica e ai cattolici dell’Est e dell’Ovest, dichiarano come via l’adozione di una cultura del dialogo; la cooperazione reciproca come codice di condotta; comprensione reciproca come metodo e norma».

Nel frattempo, la principale università musulmana del mondo ha decretato che praticamente nessun Israeliano – un “occupante” per definizione musulmana – è considerato un civile, che tutti sono combattenti nemici, da trattare esattamente come sono trattati erano il 7 ottobre scorso. Ma l’Occidente fa finta di non accorgersene.

I leader di Hamas usano le ambulanze per fuggire dalla Striscia di Gaza in Egitto

Concentriamoci su ciò che ha detto il 13 ottobre 2009 Maḥmūd Abbās, Presidente dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) e dello Stato di Palestina: «I leader di Hamas – e lo dico per la prima volta – sono fuggiti da Gaza verso il Sinai in ambulanze, lasciando indietro la loro gente».

Quanto Maḥmūd Abbās ha detto nel 2009, i leader di Hamas lo hanno fatto in ogni guerra e secondo il Open Source Intelligence Monitor lo stanno facendo anche oggi: «Alti funzionari statunitensi hanno dichiarato che Hamas ha tentato di utilizzare le ambulanze fornite dalla Croce Rossa e dalla Mezzaluna Rossa per fuggire da Gaza all’Egitto all’inizio di questa settimana insieme a 76 palestinesi che erano stati gravemente feriti e necessitavano di cure mediche in Egitto. Il complotto fu scoperto dagli Stati Uniti e dall’Egitto quando le autorità palestinesi hanno fornito loro un elenco di pazienti che dovevano essere trasferiti dalla Striscia di Gaza in Egitto, ma dopo il controllo ci si rese conto che oltre “un terzo” dei nomi erano noti terroristi di Hamas, tanto che la lista fu respinta e solo 76 furono accettati».

Alla luce di questi dati va letto la notizia del 3 novembre 2023 di Reuters da Gaza: «Venerdì un attacco aereo israeliano contro un’ambulanza utilizzata per evacuare i feriti dal nord assediato di Gaza ha ucciso 15 persone e ne ha ferite altre 60».

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