Il convegno “Francesco legislatore. Diritto canonico e diritto dello Stato della Città del Vaticano” presso Villa Bonaparte a Roma
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 25.10.2023 – Vik van Brantegem] – Si è svolto lunedì 23 ottobre 2023 a Roma un convegno, organizzato dall’Institut français-Centre culturel Saint-Louis nell’ambito della VI Giornata del diritto 2023 in Francia, sul tema Francesco legislatore. Diritto canonico e diritto dello Stato della Città del Vaticano. Alla tavola rotonda, condotta da Cyprien Viet, giornalista di I-Media, è intervenuto Mons. Patrick Valdrini sul tema Un metodo legislativo di Francesco? e Prof.ssa Maria d’Arienzo sul tema La legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano.
Patrick Valdrini è stato Rettore dell’Institut Catholique de Paris dal 1992 al 2004 e a Roma è stato Professore alla Pontificia Università Lateranense e all’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, e Direttore dell’Institut français-Centre culturel Saint-Louis. È Rettore della chiesa San Luigi dei Francesi a Roma e Consigliere culturale presso l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede. È stato nominato da Papa Francesco canonico della Basilica di San Giovanni in Laterano nel 2019. È autore di opere sul diritto canonico della Chiesa Cattolica ed è coautore della seconda edizione del manuale di diritto canonico edito da Dalloz.
Maria d’Arienzo è Professore Ordinario di Diritto Ecclesiastico, Diritto Canonico e Diritti Confessionali presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli. Tra i suoi innumerevoli incarichi, segnaliamo che è membro della Commissione interministeriale per le intese con le confessioni religiose, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana. Il suo curriculum completo [QUI].
L’incontro è stato ospitato nel Salone di Villa Bonaparte (foto di copertina), immersa nella cornice di un parco di 2 ettari, vicino Porta Pia, che contribuisce alla sua bellezza e la rende un luogo eccezionale. Qui, dal 1950 ha sede l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede.
L’edificio fu costruito nel 1749 per il Cardinale Silvio Valenti Gonzaga, Segretario di Stato di Papa Benedetto XIV. Senza dubbio, fu la vicinanza del Palazzo del Quirinale (ora sede della Presidenza della Repubblica), dove il prelato ricoprì la carica, che lo spinse a scegliere questo posto. Il cardinale trasformò i giardini in frutteti e fece alzare il padiglione al centro, le cui decorazioni e arredi divennero presto famosi: la raccolta di carte cinesi, il tavolo meccanico della sala da pranzo e le piante esotiche nel giardino erano tutte ricercatezza nella Roma del XVIII secolo.
Dopo la caduta dell’Impero, parte della famiglia Bonaparte, la madre Laetitia, il Cardinale Joseph Fesch, zio materno di Napoleone ed alcuni dei suoi fratelli si stabilirono qui sotto la protezione di Papa Pio VII (prigioniero di Fontainebleau che aveva incoronato Napoleone stesso). La sorella di Napoleone, la Principessa Paolina Borghese, che aveva seguito l’imperatore in esilio all’Isola d’Elba, si unì a loro nel 1815 e acquisì Villa Valenti. Intraprese importanti opere di trasformazione, mescolando così lo stile dell’impero con l’architettura romana del XVIII secolo. Alla morte di Paolina nel 1825, la villa passò ai suoi nipoti e ai loro discendenti fino al 1906, e nel 1908 fu venduta al governo prussiano che insediò la sua Legazione vicino alla Santa Sede. Divenne Ambasciata tedesca tra il 1920 e il 1944. Dopo la guerra, la proprietà del Reich fu confiscata dagli Alleati e la Francia la acquistò per stabilire la sua rappresentanza presso la Santa Sede.
Dagli anni ’80, un vasto programma di restauro ha riscoperto decorazioni create al tempo del Cardinale Fesch e Paolina, che nel tempo erano state coperte con imbiancature. Il Mobilier National francese ha scelto di mantenere la linea di gusto imperiale in armonia con la magnificenza di Villa Bonaparte. Questo ha fatto sì che la dimora conservi tuttora la sua originalità, caratterizzata dall’unione del senso di Bellezza italiano e dell’art de vivre francese.
Il primo relatore del convegno Francesco legislatore. Diritto canonico e diritto dello Stato della Città del Vaticano, Mons. Patrick Valdrini, ha cercato di delineare il metodo legislativo di Papa Francesco, basandosi sul processo innovativo che il Papa ha intrapreso per imprimere una cultura sinodale al modo ecclesiale di governare. Ha spiegato come il Sinodo potrebbe diventare legislativo se il Papa gli conferisse il potere deliberativo, come previsto dalla Costituzione Episcopalis communio. Le domande si sono concentrate anche sul ruolo del Consiglio dei Cardinali che il Papa ha creato nel 2013 per aiutarlo nel suo governo. Si tratta di un organo consultivo che il Papa utilizza in modo discrezionale, come nel caso della consultazione di istituzioni ed esperti prima di emanare una legge. È stato evocato il metodo legislativo del papa nella riforma della Curia romana, di cui sono stati analizzati i contributi.
Infine, Mons. Valdrini ha collegato l’enfasi sulla sinodalità alla concezione tomistica classica della legge come oggetto razionale, che la partecipazione alla sua elaborazione permette di rendere adeguato – ragionevole – al servizio del bene comune. Ma ha anche mostrato che la concezione della legge che appare nei testi e nel metodo di Francesco lo collega alla tradizione derivante dalla filosofia di Suarez, che enfatizza la volontà del legislatore che si impone a coloro che devono applicare la legge, controllando anche la sua interpretazione.
Sui principali snodi dell’azione riformatrice dispiegatasi nei dieci anni del Pontificato di Papa Francesco si è invece soffermata la Prof.ssa Maria d’Arienzo, a partire dallo specifico approfondimento delle principali novità introdotte dalla nuova Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, promulgata il 7 giugno 2023. Oltre alla distinzione tra il termine «poteri» – espressione della pienezza della potestà di governo e usato in riferimento soltanto al sommo pontefice – e il termine «funzioni» – legislativa, esecutiva e giudiziaria – esercitate dagli organi vaticani in attuazione dei poteri del sommo pontefice in quanto sovrano dello Stato della Città del Vaticano, la Prof.ssa d’Arienzo ha evidenziato la problematicità del nuovo riparto di competenze tra il Governatorato e la Segreteria di Stato rispetto allo svolgimento di quelle attività di natura internazionale che presuppongono l’attivazione di relazioni diplomatiche.
La Prof.ssa d’Arienzo ha poi illustrato gli elementi di continuità che possono individuarsi tra la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium e la nuova Legge Fondamentale, soprattutto rispetto al sempre maggiore coinvolgimento dei laici nella partecipazione delle attività degli organi della Curia Romana e dello Stato della Città del Vaticano.
Sono stati inoltre affrontati i principali interventi legislativi che si sono registrati, sempre in ambito vaticano, in materia finanziaria. Tutti questi interventi, come sottolineato dalla Prof.ssa d’Arienzo, hanno contribuito ad una sempre più evidente conformazione dell’ordinamento vaticano agli standards posti a livello internazionale per garantire la trasparenza finanziaria e per prevenire forme di riciclaggio di denaro di provenienza illecita.
La Prof.ssa d’Arienzo ha infine illustrato le più recenti riforme che hanno interessato il settore penale, a partire dalla Legge vaticana N. VIII del 2013, che ha significativamente innovato il sistema penale sostanziale e processuale vaticano, introducendo nuove fattispecie criminose e affermando, anche con riguardo alla giustizia vaticana, il fondamentale principio del giusto processo.