Il messaggio del papa per la pace e la crisi finanziaria
Per costruire la pace bisogna combattere la povertà. Morale non solo materiale. E’ datato 8 dicembre il messaggio del papa per la Giornata Mondiale della Pace del 2009. Un testo che riassume la dottrina sociale della Chiesa cattolica a partire dalla Rerum Novarum fino ad oggi. Dal problema della difesa della vita, alla lotta all’ AIDS e alle pandemie, attraverso al crisi alimentare e la spese per gli armamenti e i rischi della globalizzazione. Ma l’ aspetto forse più originale del messaggio, definito dal cardinale Martino un “antipasto” della attesa enciclica sociale di Benedetto XVI, è quello finanziario.
“La funzione oggettivamente più importante della finanza, scrive il papa, quella cioè di sostenere nel lungo termine la possibilità di investimenti e quindi di sviluppo, si dimostra oggi quanto mai fragile: essa subisce i contraccolpi negativi di un sistema di scambi finanziari – a livello nazionale e globale – basati su una logica di brevissimo termine, che persegue l’incremento del valore delle attività finanziarie e si concentra nella gestione tecnica delle diverse forme di rischio.” Un concetto chiarito attraverso la cornaca della recente crisi, alla quale il papa si è già riferito in altre occasioni. “L’appiattimento degli obiettivi degli operatori finanziari globali sul brevissimo termine riduce la capacità della finanza di svolgere la sua funzione di ponte tra il presente e il futuro, a sostegno della creazione di nuove opportunità di produzione e di lavoro nel lungo periodo.” Da queste affermazioni il papa sviluppa la proposta di una nuova “cooperazione sia sul piano economico che su quello giuridico che permetta alla comunità internazionale e in particolare ai Paesi poveri di individuare ed attuare soluzioni coordinate per affrontare i suddetti problemi realizzando un efficace quadro giuridico per l’economia.” Insomma una nuoca etica economica.
Tesi che ricorrono spesso nei testi di molti economisti contemperanei che forse sono stati consultati dal papa e dal Vaticano. Da tempo si vocifera che tra loro ci sia l’ attuale ministro dell’ economia del governo Berlusconi Giulio Tremonti. Il cardinale Renato Raffaele Martino risponde con un “no comment” che sembrerebbe una conferma. Di fatto Tremonti da questa estate ha incontrato spesso il papa e il suo recente libro “La paura e la speranza. Europa: la crisi globale che si avvicina e la via per superarla” propone tesi di etica economica vicine alla dottrina sociale della Chiesa cattolica. Il Cardinale Martino ha comunque confermato che l’ enciclica dovrebbe essere presentata all’ inizio del nuovo anno. Solo allora, dalla lettura del testo, si riuscirà a capire di quali cosulenti economici si è avvalso Benedetto XVI. Il messaggio per la Giornata della Pace del 2009 richiama gli Stati ad “una seria riflessione sulle più profonde ragioni dei conflitti, spesso accesi dall’ingiustizia, e a provvedervi con una coraggiosa autocritica”. Un miglioramento dei rapporti “dovrebbe consentire una riduzione delle spese per gli armamenti” e quindi tradursi in “un impegno per la pace all’interno della famiglia umana” attraverso risorse da destinare a progetti di sviluppo. Sulla crisi alimentare, “caratterizzata non tanto da insufficienza di cibo, quanto da difficoltà di accesso ad esso e da fenomeni speculativi”, il Papa denuncia la “carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze”.
Più in generale Benedetto XVI sottolinea la necessità di “una forte solidarietà globale’ tra Paesi ricchi e Paesi poveri, nonché all’interno dei singoli Paesi”, e di “un codice etico comune” le cui norme “siano radicate nella legge naturale” inscritta “nella coscienza di ogni essere umano”. Con riferimento alle attuali regole del commercio internazionale che penalizzano ed emarginano “molti Paesi a basso reddito”, il Papa lancia un appello perché tutti “abbiano le stesse possibilità di accesso al mercato mondiale, evitando esclusioni e marginalizzazioni”. Nella conferenza stampa il Cardinale Martino, presidente di Iustitia et pax, ha anche espresso“pieno sostegno e prossimità” alla posizione del Granduca di Lussemburgo, “cattolico convinto che sente di non poter firmare la legge a favore dell’eutanasia” ed ha aggiunto:“c’è un impoverimento etico-culturale nelle società che negano il diritto alla vita”, ha ribadito Martino, riferendosi “ai tentativi di introdurre leggi che legalizzano l’eutanasia, come sta accadendo in Lussemburgo”.