Il Papa: ogni bambino abortito ha il volto del Signore

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“Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo.”

Con queste parole il Papa si è rivolto ai medici e ginecologi cattolici ricevuti in udienza questa mattina.

Un discorso nel quale il Pontefice ha messo in evidenza il paradosso moderno della scienza medica che pur nel grande sviluppo tecnologico dimentica il vero servizio alla vita: “mentre si attribuiscono alla persona nuovi diritti, a volte anche presunti, non sempre si tutela la vita come valore primario e diritto primordiale di ogni uomo. Il fine ultimo dell’agire medico rimane sempre la difesa e la promozione della vita.”

I medici cattolici, spiega il Papa, devono rispondere all’appello della Chiesa per combattere la “diffusa mentalità dell’utile, la “cultura dello scarto”, che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un “sì” deciso e senza tentennamenti alla vita.”

L’uomo non è una cosa, vendibile, con un prezzo: “per questo l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, particolarmente a quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all’ammalato, al nascituro, al bambino, all’anziano.”

Il Papa pensa ai bambini e agli anziani, ai disabili : “ Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano, anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sè il volto di Cristo. Non si possono scartare!”

I medici cattolici quindi devono essere “testimoni e diffusori di questa “cultura della vita”.”

Ecco il mandato del Papa: “ Il vostro essere cattolici comporta una maggiore responsabilità: anzitutto verso voi stessi, per l’impegno di coerenza con la vocazione cristiana; e poi verso la cultura contemporanea, per contribuire a riconoscere nella vita umana la dimensione trascendente, l’impronta dell’opera creatrice di Dio, fin dal primo istante del suo concepimento. È questo un impegno di nuova evangelizzazione che richiede spesso di andare controcorrente, pagando di persona. Il Signore conta anche su di voi per diffondere il “vangelo della vita”.”

Un impegno che si svolge ogni giorno nelle corsie d’ospedale con la “consapevolezza che al centro dell’attività medica e assistenziale c’è la persona umana nella condizione di fragilità.”

E conclude il Papa: “ Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra. La credibilità di un sistema sanitario non si misura solo per l’efficienza, ma soprattutto per l’attenzione e l’amore verso le persone, la cui vita è sempre sacra e inviolabile.”

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