Dal Papa il Primo ministro della Lituania a 20 anni dalla visita di Giovanni Paolo II

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Quindici minuti di colloquio privato tra il Papa e il primo ministro della Lituania  che ha ricevuto nel Palazzo Apostolico Vaticano.  Algirdas Butkevičius ha incontrato anche  il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato,e l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Emozionatissimo il primo ministro con la moglie, entrambi cattolici praticanti, hanno portato al Papa una “banderuola” in legno con scolpiti gli eventi e i simboli più importanti della sotira della Lituania e della fede cristiana nel paese di cui si celebrano i 600 anni.

“Nei cordiali colloqui – si legge nel comunicato ufficiale-sono stati rilevati i buoni rapporti esistenti fra la Santa Sede e la Repubblica di Lituania. Ci si è soffermati, in particolare, sul contributo che da secoli la Chiesa cattolica offre alla società in campo educativo e sociale, come pure con il suo impegno in favore della famiglia e della formazione delle coscienze ai valori spirituali.

Alla luce dell’attuale Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea da parte della Repubblica di Lituania, sono stati passati in rassegna alcuni temi internazionali ed europei di mutuo interesse. Uno speciale cenno è stato riservato alla necessità di assicurare la pace in Medio Oriente e, in particolare, in Siria, privilegiando una soluzione politica della crisi attraverso il dialogo e il negoziato”

La Lituania ha una lunga tradizione cattolica e rapporti con la Santa Sede non si sono mai interrotti.

Pochi giorni fa si sono celebrati i 20 anni della storica visita di Giovanni Paolo II nel paese baltico, con quella meravigliosa e commovente preghiera alla Collina delle Croci, luogo simbolo del martirio dei cristiani.

Papa Francesco ha ascoltao con attenzione le spiegazione del Ministro e ha poi donato , oltre alle medaglie del ponificato, un penna ispirata al baldacchino del Bernini della basilica vaticana: “ avrà molti documenti da firmare” ha detto sorridendo.

Subito dopo l’arrivo del ministro il Papa, sedendosi alla scrivania in attesa che uscissero giornalisti e fotografi, aveva detto al suo ospite: “ questa si chiama tortura protocollare”.

Tutti hanno sorriso.

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