8 settembre. Natività della Beata Vergine Maria
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 08.09.2023 – Vik van Brantegem] – Nella data odierna, le chiese di Oriente e di Occidente celebrano la nascita della madre del Signore, la Beata Vergine Maria, della discendenza di Abramo, della tribù di Giuda, della stirpe del Re Davide, dalla quale è nato il Figlio di Dio fatto uomo per opera dello Spirito Santo per liberare gli uomini dall’antica schiavitù del peccato.
La celebrazione della Natività della Beata Vergine Maria, che ricalca sul Cristo la discendenza della Madre, è stata introdotta da Papa Sergio I (secolo VII) nel solco della tradizione orientale. La natività della Vergine è strettamente legata alla venuta del Messia, come promessa, preparazione e frutto della salvezza. Aurora che precede il sole di giustizia, Maria preannunzia a tutto il mondo la gioia del Salvatore.
La fonte prima che racconta l’evento è il cosiddetto Protovangelo di Giacomo, secondo il quale Maria nacque a Gerusalemme nella casa di Gioacchino ed Anna. Qui, nel IV secolo venne edificata la basilica di Sant’Anna e nel giorno della sua dedicazione veniva celebrata la natività della Madre di Dio. La festa si estese poi a Costantinopoli e fu introdotta in occidente da Papa Sergio I, di origine siriana.
«Quelli che Dio da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati»: Dante sembra quasi parafrasare il versetto di San Paolo quando definisce Maria «termine fisso d’eterno consiglio». Dall’eternità, Il Padre opera per la preparazione della Tuttasanta, di Colei che doveva divenire la madre del Figlio suo, il tempio dello Spirito Santo. La geneaologia di Gesù proposta dal Vangelo di Matteo culmina nell’espressione «Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo». Con Maria, dunque, è venuta l’ora del Davide definitivo, della instaurazione piena del regno di Dio. Con la sua nascita inoltre prende forma il grembo offerto dall’umanità a Dio perché si compia l’incarnazione del Verbo nella storia degli uomini. Maria bambina infine è anche immagine dell’umanità nuova, quella da cui il Figlio suo toglierà il cuore di pietra per donarle un cuore di carne che accolga in docilità i precetti di Dio.
Onorando la natività della Madre di Dio si va al vero significato e il fine di questo evento che è l’incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio”. È questo del resto il motivo per cui di Maria soltanto (oltre che di San Giovanni Battista e naturalmente di Cristo) non si festeggia unicamente la “nascita al cielo”, come avviene per gli altri santi, ma anche la venuta in questo mondo. In realtà, il meraviglioso di questa nascita non è in ciò che narrano con dovizia di particolari e con ingenuità gli apocrifi, ma piuttosto nel significativo passo innanzi che Dio fa nell’attuazione del suo eterno disegno d’amore. Per questo la festa odierna è stata celebrata con lodi magnifiche da molti santi Padri, che hanno attinto alla loro conoscenza della Bibbia e alla loro sensibilità e ardore poetico.
Leggiamo qualche espressione del secondo Sermone sulla Natività di Maria di San Pier Damiani:
«Dio onnipotente, prima che l’uomo cadesse, previde la sua caduta e decise, prima dei secoli, l’umana redenzione. Decise dunque di incarnarsi in Maria».
«Oggi è il giorno in cui Dio comincia a mettere in pratica il suo piano eterno, poiché era necessario che si costruisse la casa, prima che il Re scendesse ad abitarla. Casa bella, poiché, se la Sapienza si costruì una casa con sette colonne lavorate, questo palazzo di Maria poggia sui sette doni dello Spirito Santo. Salomone celebrò in modo solennissimo l’inaugurazione di un tempio di pietra. Come celebreremo la nascita di Maria, tempio del Verbo incarnato? In quel giorno la gloria di Dio scese sul tempio di Gerusalemme sotto forma di nube, che lo oscurò. Il Signore che fa brillare il sole nei cieli, per la sua dimora tra noi ha scelto l’oscurità (1 Re 8,10-12), disse Salomone nella sua orazione a Dio. Questo nuovo tempio si vedrà riempito dallo stesso Dio, che viene per essere la luce delle genti».
«Alle tenebre del gentilesimo e alla mancanza di fede dei Giudei, rappresentate dal tempio di Salomone, succede il giorno luminoso nel tempio di Maria. È giusto, dunque, cantare questo giorno e Colei che nasce in esso».
Poi, il 12 settembre celebriamo la festa del Santissimo Nome della beata Vergine Maria, con cui si rievoca l’ineffabile amore della Madre di Dio verso il suo santissimo Figlio e viene proposta ai fedeli la figura della Madre del Redentore perché sia devotamente invocata.
Inno
tratto dal Nome di Maria
di Alessandro Manzoni
O Vergine, o Signora, o Tuttasanta,
che bei nomi ti serba ogni loquela!
Più d’un popolo superbo esser si vanta
in tua gentil tutela.
Te, quando sorge, e quando cade il dìe,
e quando il sole a mezzo córso il parte,
saluta il bronzo che le turbe pie
invita ad onorarte.
Tu pur, beata, un dì provasti il pianto,
né il dì verrà che d’oblianza il copra:
anco ogni giorno se ne parla; e tanto
secol vi córse sopra.
Anco ogni giorno se ne parla e plora
in mille parti; d’ogni tuo contento
teco la terra si rallegra ancora
come di fresco evento.
Salve, o degnata del secondo nome,
o Rosa, o Stella ai periglianti scampo
inclita come il sol, terribil come
oste schierata in campo.
Foto di copertina: Francesco Solimena Francesco detto Abate Ciccio, Nascita di Maria Vergine, 1700/49, olio su tela, Chiesa dell’Annunziata, Arienzo (CE). Al centro è una donna con la Vergine in grembo nell’atto di mostrarla a San Gioacchino, intorno giovani ancelle indaffarate; sullo sfondo verso destra è Sant’Anna con lo sguardo rivolto al cielo dove tra nubi appare un angelo con un cartiglio, circondato da cherubini.