Francesco ai piedi della Madonna di Bonaria pensando a Buenos Aires
Il 22 settembre prossimo Papa Francesco si recherà a Cagliari, come annunciato nell’udienza generale del 15 maggio scorso quando affermò che fra la città di Buenos Aires e Cagliari “c’è una fratellanza per una storia antica. Proprio nel momento della fondazione della città di Buenos Aires, il suo fondatore voleva nominarla ‘Città della Santissima Trinità’, ma i marinai che lo avevano portato laggiù erano sardi e loro volevano che si chiamasse ‘Città della Madonna di Bonaria’. Vi fu una disputa fra di essi e alla fine hanno trovato un compromesso, così che il nome della Città risultò lungo: ‘Città della Santissima Trinità e Porto di Nostra Signora di Bonaria. Ma essendo tanto lungo, sono rimaste le due ultime parole: Bonaria, Buenos Aires, in ricordo della vostra icona della Madonna di Bonaria”.
L’aereo papale partirà dall’aeroporto di Ciampino alle 7:30 ed atterrerà all’aeroporto Mario Mameli di Cagliari Elmas alle 8:15. Alle 8:45, nella città di Cagliari, è previsto l’incontro del Papa con i rappresentanti del mondo del lavoro. Alle 9:45 è in programma il saluto delle Autorità e nel Santuario di Nostra Signora di Bonaria di Cagliari il saluto ai malati. Alle 10.30 il Papa celebrerà la Santa Messa nel Piazzale antistante il Santuario.
Alle 13:00 è in programma il pranzo con i Vescovi della Sardegna nel Pontificio Seminario Regionale di Cagliari. Alle 15:00 il Papa incontrerà i poveri e i detenuti nella Cattedrale di Cagliari e pronuncerà un discorso. Alle 16:00, presso l’Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna a Cagliari è previsto l’incontro con il mondo della cultura. Alle 17:00, al termine dell’evento “Getta le tue reti”, Papa Francesco incontrerà i giovani in Largo Carlo Felice. Il Papa ripartirà dalla Sardegna alle 18:30 e rientrerà in Vaticano alle 19:30.
Da Il Sismografo- Luis Badilla:
Il colle. Sul colle di Bonaria, a Cagliari, sorge un vero complesso religioso-architettonico il cui centro è la Basilica della Madonna di Bonaria, costruita accanto ai primi insediamenti religiosi: il Santuario, ove si conserva la statua originale della Vergine Santa, il Convento dei Mercedari e un Museo. Il Santuario sorge sul colle di Bonaria situato a sud-est di Cagliari. Nel 1324 il re Alfonso di Aragona vi pose il suo accampamento per conquistare la città di Cagliari e vi fece costruire un castello fortificato e una chiesa. Nel 1335 il re fece donazione della chiesa ai frati dell’Ordine di Nostra Signora della Mercede per costruirvi un convento, che ancora abitano. In seguito, l’apostolato dei mercedari si sviluppò secondo le esigenze dei tempi, ma sempre in linea col suo impegno di liberazione integrale dell’uomo dalle schiavitù fisiche e spirituali. Anche i religiosi di Bonaria, aiutati dai volontari e benefattori dell’epoca, effettuarono varie redenzioni di schiavi.
S. Pio X, il 13 settembre 1907, proclamò la Madonna di Bonaria “Patrona Massima della Sardegna”. Paolo VI onorò con la sua presenza le celebrazioni del sesto centenario, il 24 aprile 1970. Giovanni Paolo II si recò in pellegrinaggio a Bonaria il 20 ottobre 1985. Altri Pontefici hanno avuto speciali gesti verso il Santuario e verso le popolazioni del luogo. Tra loro Pio XII, nel 1958, si rivolse ai pellegrini presenti con un radiomessaggio diffuso dalla Radio Vaticana.
Esterni. La Basilica ha una facciata in calcare con ampio porticato, sopra il quale, in corrispondenza della navata centrale, vi è un timpano triangolare che racchiude lo stemma dell’Ordine della Mercede e, più in basso (sovrastata da un altro timpano triangolare) e inquadrata da colonnine classicheggianti, si apre la Loggia delle Benedizioni. Nell’atrio, sulla sinistra, si trova una scultura del prof. Enrico Manfrini di Milano, offerta dal comm. Orlando Onorato, raffigurante Papa Paolo VI, che visitò il santuario di Bonaria nel 1970. I portali in bronzo, di epoca contemporanea, sono stati realizzati da Ernesto Lamagna. Sul sagrato sono due sculture di Franco D’Aspro. L’ampia scalinata che conduce dal sagrato al sottostante viale Diaz ospita, specialmente nel periodo estivo, diversi eventi.
Interni. Il vasto e luminoso interno (pianta a croce latina) è diviso in tre navate, con ampio transetto sovrastato da un’alta cupola ottagonale (50 metri). Le navate sono separate da quattro arcate, che poggiano su delle colonne binate in calcare bianco. La navata centrale, lunga 54 metri, ha una copertura a volta a botte, mentre quelle laterali sono coperte rispettivamente da quattro cupolette. L’altare maggiore è sormontato da un baldacchino sorretto da quattro colonne di marmo verde decorato da figure di angeli in rame dorato, così come i capitelli e le arcate. Di fronte al presbiterio, all’altezza dell’ultima coppia di colonne a destra si trova una riproduzione della statua della Madonna di Bonaria (vedi fotografia sulla terza di copertina). Nelle navate laterali si aprono le Sette cappelle: quattro a destra e tre sulla sinistra, in cui si trovano grandi tele raffiguranti la Madonna, risalenti agli anni ’50 del XX secolo. Le tele raffiguranti Maria Ausiliatrice (prima cappella a destra), l’Assunta (seconda cappella a destra), la Madonna di Fatima (quarta cappella a destra), la Madonna del Rosario (prima cappella a sinistra), la Vergine Immacolata (terza cappella a sinistra) sono opera di Antonio Mura. Nella terza cappella della navata destra, un dipinto della Sacra Famiglia di Giuseppe Aprea, mentre la seconda cappella della navata sinistra racchiude la tela raffigurante la Madonna della Mercede, opera di Gina Baldracchini risalente al 1961. Il transetto, oltre a ospitare nelle due cantorie le 5000 canne del notevole organo costruito dalla ditta Tamburini di Crema (1960, tre manuali e pedaliera), custodisce la statua della Madonna del Combattente, opera di Francesco Ciusa, realizzata tra il 1936 e il 1938. Sempre nel transetto si aprono due cappelle nei rispettivi bracci, in quello destro la cappella della Madonna della Vittoria o dei Caduti, edificata nel 1930 per desiderio delle madri dei caduti in guerra, ornata da un altare marmoreo in stile barocco con un bassorilievo raffigurante La Pietà, nel braccio sinistro la cappella del Santissimo Sacramento, in cui si trova un’altra tela di Antonio Mura, raffigurante la Cena in Emmaus.