Ci risiamo. Don Rugolo, accusato di violenza sessuale aggravata su minori, querela per la seconda volta una giornalista: “Prova a zittirmi”

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 30.08.2023 – Vik van Brantegem] – Sabato scorso, il 26 agosto 2023 nella Biblioteca privata del Palazzo Apostolico Vaticano in occasione dell’udienza della delegazione del Premio, è stato conferito a Papa Francesco il XXIII Premio “È giornalismo”. Scelta inedita per un riconoscimento che viene attribuito ogni anno in ambito giornalistico, che «si inquadra perfettamente in quello che era l’obiettivo che si erano posti Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e l’imprenditore Giancarlo Aneri, quando fondarono il Premio nel lontano 1995: aiutare il giornalismo a essere più consapevole del suo ruolo di libera espressione e di contributo alla costruzione della giustizia attraverso il servizio alla verità», si legge in una nota.

Conferimento a Papa Francesco del XXIII Premio “È giornalismo”.

Nel suo discorso [QUI] in occasione del conferimento del Premio “È giornalismo”, Papa Francesco ha espresso la speranza che «si torni a coltivare sempre più il principio di realtà – la realtà è superiore all’idea, sempre –: la realtà dei fatti, il dinamismo dei fatti (…) per non correre il rischio che la società dell’informazione si trasformi nella società della disinformazione. La disinformazione è uno dei peccati del giornalismo, (…) quando un giornalismo non informa o informa male».

«Mi piacerebbe saper se Papa Francesco sa che, i suoi preti, accusati in aule di Tribunali di pedofilia, provano a zittire i giornalisti denunciandoli ripetutamente con querele, chiaramente, temerarie, al solo fine di farli tacere», ha chiesto in una conversazione con il quotidiano catanese La Sicilia [QUI] Pierelisa Rizzo, la giornalista ennese, querelata per la seconda volta per diffamazione da Don Giuseppe Rugolo, il prete a processo davanti al Tribunale di Enna per violenza sessuale aggravata a danno di minori.

Don Rugolo aveva denunciato Rizzo nel 2022 per la pubblicazione di chat a sfondo sessuale, contenute nell’ordinanza di arresto del sacerdote, intercorse tra Rugolo e un giovane. La Procura di Enna aveva chiesto l’archiviazione di questa querela, ritenendola infondata, i legali di Don Rugolo hanno presentato opposizione e ottenuto dal GUP la definizione dell’udienza camerale, come abbiamo riferito il 21 agosto scorso: Caso Rugolo. I legali si oppongono all’archiviazione delle querele temerarie del sacerdote. I Gup di Enna e Savona fissano le udienze per la giornalista e il Presidente di Rete l’Abuso [QUI].

È veramente una storia infinita. Don Rugolo ha denunciato per la seconda volta per diffamazione e diffusione di atti procedurali la giornalista Pierelisa Rizzo, difesa dall’Avvocato Eleanna Parasiliti Molica del Foro di Enna e dall’Avvocato Giovanni Di Giovanni, del Foro di Caltanissetta. «Prova a zittirmi», ha dichiarato Rizzo a La Sicilia. Prova zittirla nel «suo ruolo di libera espressione e di contributo alla costruzione della giustizia attraverso il servizio alla verità».

L’articolo incriminato, questa volta, riguarda il resoconto della 13ª udienza del 27 giugno 2023. Nell’articolo Rizzo ha raccontato di un video proiettato in aula, nel quale si vede il sacerdote in atteggiamenti con un ragazzino, poco consoni ad un uomo di Chiesa. Sia nella prima che nella seconda denuncia, è stato chiesto il sequestro dei supporti informatici e dei cellulari della giornalista.

«Il problema di questo processo, secondo i legali del sacerdote imputato, è proprio la stampa. Trincerandosi dietro il fatto che il processo si celebra a porte chiuse, hanno provato in tutti i modi e varie volte, a farci tacere. Credo che la rilevanza pubblica di questi fatti, in una città nella quale Don Rugolo ha occupato un posto di rilievo per le sue attività, non può e non deve farci tacere», ha dichiarato Rizzo.

Continuiamo a domandarci cosa deve succedere ancora nella Diocesi di Piazza Armerina, prima che Papa Francesco interviene, memore che gli è stato conferito il Premio “È giornalismo” «per il suo impegno a favore del principio della realtà, con un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia». Cosa gli impedisce di ordinare una Visita apostolica per investigare chi copre, insabbia e ostacola il lavoro giornalistico nel caso Rugolo, come invece volentieri fa in altri casi, dove però non si tratta di abuso sessuale aggravato su minori? Lo chiediamo «a favore del principio della realtà», affinché il suo clero non ostacoli il «lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia» di Procura e giornalisti. Anche per noi «la speranza è questa: che oggi [(…) si torni a coltivare (…) il principio di realtà – la realtà è superiore all’idea, sempre –: la realtà dei fatti, il dinamismo dei fatti».

Esprimiamo profonda solidarietà alla giornalista Pierelisa Rizzo e la esortiamo a proseguire senza indugio o tentennamento il suo scrupoloso e impavido lavoro atto alla ricerca, alla scoperta e alla divulgazione della verità. Ricordiamo altresì alla collega Rizzo che non è sola in questa buona battaglia, noi siamo al suo fianco e la sosterremo sempre. A lei vanno la nostra stima, il nostro affetto e le nostre preghiere. Coraggio Pierelisa! Non mollare!

Combatteremo sempre duramente ogni forma di abuso sessuale in ogni luogo e in ogni parte del mondo. Sia esso il cortile di un oratorio, una classe scolastica o lo spogliatoio di una palestra. Continueremo a vigilare perché i predatori vanno a caccia delle loro prede su ogni terreno di gioco. Il nostro campo di battaglia sarà sempre la difesa dei più deboli. Chi ha responsabilità penali dovrà pagare per le proprie azioni criminali. Chi ha coperto e insabbiato la verità è complice del medesimo crimine. Questo vale anche per chi scrive comunicati stampa per una curia vescovile, a seguito di provvedimenti penali per abusi sessuali su minori, provando di insabbiare, depistare, autoassolvendosi. Chi è complice di un reato commette egli stesso reato.

Quindi, nessuno ci convincerà di tacere, perché “i panni sporchi vanno lavati in famiglia”, visto che il cambiamento non nasce dall’interno ma avviene solo con l’esposizione nei media, “il loro peggiore incubo”, con la definizione che venne usata il 23 febbraio 2019 da Valentina Alazraki – corrispondente a Roma dal 1974 dell’emittente messicano Televisa con cinque pontefici, un’autorità tra i vaticanisti e una star nel suo Paese (di tutto questo rendo testimonianza ex professo) – nel suo discorso ai 114 Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo, convocati dal Papa per l’incontro “La protezione dei minori nella Chiesa” dal 21 al 24 febbraio 2019 in Vaticano.

Ricordiamo ancora una volta quello che disse Alazraki allora in riferimenti agli abusi sessuali, per cui ricevette una standing ovation dai suoi colleghi in Sala Stampa della Santa Sede, : «Quante volte mi è toccato ascoltare che lo scandalo degli abusi è “colpa della stampa, che è un complotto di certi mass media per screditare la Chiesa, che dietro ci sono poteri occulti, per mettere fine a questa istituzione”». «Noi abbiamo scelto da quale parte stare. Voi, lo avete fatto davvero, o solo a parole?». «Se siete contro quanti commettono abusi o li coprono, allora stiamo dalla stessa parte». «Possiamo essere alleati, non nemici. Vi aiuteremo a trovare le mele marce e a vincere le resistenze per allontanarle da quelle sane. Ma se voi non vi decidete in modo radicale di stare dalla parte dei bambini, delle mamme, delle famiglie, della società civile, avete ragione ad avere paura di noi, perché noi giornalisti, che vogliamo il bene comune, saremo i vostri peggiori nemici».

Due anni dopo, il 13 novembre 2021, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha conferito le Insegne di Dama di Gran Croce dell’Ordine Piano a Valentina Alazraki, alla presenza dei Giornalisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede.

Articoli precedenti

Caso Rugolo. I legali si oppongono all’archiviazione delle querele temerarie del sacerdote. I Gup di Enna e Savona fissano le udienze per la giornalista e il Presidente di Rete l’Abuso – 21 agosto 2023
– Si allungano i tempi del processo al prete per abusi sessuali su minori ad Enna. Ascoltato in aula le parole del Vescovo di Piazza Armerina a Don Rugolo: «Per te ci sono i presupposti per diventare Santo» – 13 luglio 2023
– Sulla scia del Processo Rugolo ad Enna, nella Diocesi di Piazza Armerina si allarga lo scandalo dei preti abusanti sessuali di minori – 16 marzo 2023
– La Cassazione: no all’oscuramento nel diario Facebook della giornalista Pierelisa Rizzo delle chat a sfondo sessuale di Don Rugolo – 13 gennaio 2023
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– Don Rugolo, a processo per abusi sessuali aggravati a danni di minori con obbligo di dimora, querela giornalista ANSA. Agnus Dei: tre nonne raccontano le vittime di abusi sessuali del clero in Italia – 4 giugno 2022
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