Il papa e il mistero del male: il peccato originale e la libertà abusata

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Il mistero del male e la salvezza che viene dal mistero della luce sono stati oggi i temi che il papa ha affrontato nella catechesi dell’ udienza del mercoledi. In aula Paolo VI circa 7000 i fedeli ai quali Benedetto XVI ha parlato del “ fiume sporco del male che avvelena la geografia della storia umana” frutto della “contraddizione nell’essere umano”.

Parlando della dottrina sul peccato originale, “E’ sostenibile ancora oggi questa dottrina?”, si è chiesto il Pontefice evidenziando come siano “molti coloro che pensano che, alla luce della storia dell’evoluzione, non ci sarebbe più spazio per questa dottrina” facendo di fatto “perdere di fondamento alla questione della redenzione e del redentore”. Il peccato originale, invece, è “una realtà visibile, toccabile da tutti. Ogni uomo sa che deve fare il bene e intimamente lo vuole anche fare, ma nello stesso tempo, sente l’impulso di fare il contrario, di seguire la strada dell’egoismo, della violenza, di fare ciò che gli piace sapendo di agire contro Dio e il prossimo”.

Una contraddizione che, per Benedetto XVI, “ognuno prova ogni giorno: vediamo intorno a noi la prevalenza di questa seconda volontà, basti pensare alle notizie di violenza, ingiustizia, lussuria, menzogna”. “Da questo potere del male si è sviluppato nelle nostre anime un fiume sporco che avvelena la geografia della storia umana”. Il male ”non viene da se stesso, non e’ originario ma viene dalla liberta’ abusata” e dalla ”menzogna”. E’ in mezzo a noi – avverte il papa – anche se ”il desiderio del bene” sembra presente dappertutto, ”anche in politica, dove tutti dicono di voler creare un mondo giusto”.

”La presenza del male nel cuore umano e nella storia e’ innegabile”, ha detto il papa, seppure la storia del pensiero, anche prescindendo dalla fede cristiana, ne ha fornito diverse visioni. Le piu’ antiche – ha ricordato – presupponevano la coesistenza dei due principi nella natura umana e nella sua trasposizione divina. Ma questa – ha osservato il pontefice – sarebbe una ”visione disperata”, perche’ ”se e’ cosi’, il male e’ invincibile, e alla fine conta solo il proprio interesse, e ogni progresso dovrebbe essere pagato con un fiume di male”. Chi crede in questa teoria lascia prevalere ”tristezza e cinismo”. ”Vediamo come e’ stata fatta politica con queste premesse – rimprovera Ratzinger – e ne vediamo gli effetti”.

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