“Il mondo al contrario”: esposizione del crollo dell’intelligenza dell’Occidente che sa fare tutto, tranne pensare, amare e pregare. Facciamo finta di niente?

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.08.2023 – Vik van Brantegem] – Dopo i nostri articoli sul libro Il mondo al contrario di Roberto Vannacci (auto-pubblicato il 10 agosto 2023, 373 pagine, 19,76 euro [QUI]) è al primo posto in tutte le categorie nella classifica Bestseller di Amazon (in Libri, Saggi, Libertà e sicurezza e Interviste) del 20 agosto 2023 È un “mondo al contrario”. E il libro del Generale Vannacci ce lo conferma (due volte) [QUI] e del 21 agosto 2023 No alla dittatura del pensiero unico. Libertà di espressione per il Generale Vannacci #Restiamoliberi [QUI], condividiamo tre contributi pubblicati oggi rispettivamente sui blog degli amici e colleghe Giuseppe Rusconi e Marco Tosatti. Inoltre, segue un Postscriptum con cinque recensioni di lettori pubblicati su Amazon.

Questo tre contribuiti e il postscriptum parlano dei temi trattati nel suo libro dal Generale Vannacci, anche se in modo indiretto nel terzo, ma in questo caso direttamente legato alla nostra fede, partendo dal “mondo al contrario” nella Chiesa Cattolica di oggi:

  • Roberto Vannacci: un generale che osa pensare in modo diverso dal pensiero unico mediatico (PUM)… e lo scrive. Lapidato da sinistra e dal Ministro della Difesa di Giuseppe Rusconi su Rossoporpora
  • Il capitolo che manca all’ottimo libro del Generale Vannacci su Stilum Curiae: «Il nostro Osservatore Marziano ha letto il libro del Generale Vannacci e offre alla vostra attenzione queste riflessioni» (Marco Tosatti).
  • Non piange più nessuno su Stilum Curiae: la sconsolata riflessione di un prete che Marco Tosatti ha ricevuto da Mons. Ics: «Caro Tosatti, ho ricevuto da un caro amico sacerdote che vuole comprensibilmente esser ignorato, questa sua riflessione. L’ho trovata talmente bella, talmente vera e scritta con adeguato sdegno che credo meriti di esser pubblicata».

Intanto, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha svelato che gli era stata chiesta ancora più durezza con Roberto Vannacci. Ma la censura si è rivelata un vero boomerang: le osservazioni del generale assai condivise, ne fanno una figura politica. E più l’attaccano più si rafforza.

Roberto Vannacci: un generale che osa pensare in modo diverso dal pensiero unico mediatico (PUM)… e lo scrive. Lapidato da sinistra e dal Ministro della Difesa
di Giuseppe Rusconi
Rossoporpora.org, 22 agosto 2023


Dal 10 agosto 2023 è disponibile presso Amazon Il mondo al contrario, una variegata e documentata riflessione di Roberto Vannacci sulla vera e propria sovversione antropologica da cui dovrebbe derivare la creazione dell’“uomo nuovo”, ligio agli ordini di chi può ciò che vuole.

La pubblicazione del libro (autoprodotto dall’autore), che in questi giorni ha scalato fulmineamente la classifica dei testi più venduti (e certo non a caso, perché indubbiamente è espressione di un disagio culturale e valoriale molto condiviso), ha suscitato e continua a suscitare polemiche furibonde. Sia per l’autore che per i contenuti.

L’autore è il Generale di divisione Roberto Vannacci, un ufficiale dalla carriera militare strepitosa (tre lauree, cinque lingue). È stato responsabile tra l’altro della Task Force 45 e successivamente è Capo di Stato Maggiore delle Forze NATO in Afghanistan. In Libia ha diretto l’evacuazione della sede diplomatica di Tripoli e dei cittadini italiani al tempo delle “Primavere arabe”. Comandante del Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”, lo diventa poi della Brigata paracadutisti “Folgore” e successivamente del contingente militare italiano in Iraq. Addetto militare presso l’Ambasciata italiana a Mosca, nel giugno 2023 è stato posto a capo dell’Istituto Geografico Militare di Firenze. Da notare i suoi esposti del 2017-18 alla Procura della Repubblica di Roma e alla Procura militare per denunciare i rischi cui erano esposti i soldati in Iraq a causa della presenza nelle zone di operazioni di uranio impoverito (esposti presentati cozzando frontalmente contro le tesi del Ministero della Difesa). Il Generale Vannacci è stato rimosso da Direttore dell’Istituto Geografico Militare il 18 agosto e trasferito al Comando forze operative terrestri senza una funzione particolare.

Il libro, di circa 370 pagine, comprende un’introduzione e 12 capitoli: Il buonsenso, L’ambientalismo, L’energia, La società multiculturale e multietnica, La sicurezza e la legittima difesa, La casa, La famiglia, La Patria, Il pianeta LGBTQ+++, Le tasse, La nuova città, L’animalismo.

Nella tarda mattinata del 18 agosto la nota Repubblica, specializzata in campagne di diffamazione, ne ha denunciato presunti contenuti “omofobi, razzisti, sessisti”. A stretto giro di posta Guido Crosetto, Ministro della Difesa (ma non è chiaro se della Repubblica o di la Repubblica) ha definito “farneticazioni” quanto scritto da Vannacci e poi ne ha disposto la rimozione da Direttore dell’Istituto Geografico Militare. Delle due l’una: o Crosetto è da Guinness dei primati per la velocità di lettura oppure si è dimostrato succube – ovvero afflitto da un grave complesso di subalternità culturale – di Repubblica e dei suoi satelliti, della sinistra salottiera più isterica e totalitaria. Fate voi, ma certo a Crosetto non farebbe male rileggersi con attenzione l’articolo 21 della Costituzione italiana (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”) e anche l’articolo 1472 del Codice di Ordinamento (“I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione. Essi possono, inoltre, trattenere presso di sé, nei luoghi di servizio, qualsiasi libro, giornale o altra pubblicazione periodica. Nei casi previsti dal presente articolo resta fermo il divieto di propaganda politica.”). Che ne dice il Ministro della Difesa? Una ripassatina della Costituzione non fa male a nessuno, anche a chi – con un passato da consulente dei produttori di armi – ha già dimostrato con diversi altri di violare spregiudicatamente nell’ultimo anno l’art. 11, quello del “ripudio della guerra”.

Abbiamo letto la maggior parte dei capitoli del libro (non quelli su energia, tasse, animalismo). Ne condividiamo una parte consistente dei contenuti (su altri restiamo perplessi). Quel che è certo che il Generale Vannacci ha esercitato il diritto alla libertà di pensiero garantita dalla Costituzione italiana. Non ha fornito informazioni riservate di carattere militare o di servizio, per cui anche l’art. 1472 del Codice di Ordinamento militare è rispettato. Perché rimuoverlo? O di mezzo – oltre alla violenza mediatica abituale di netto stampo totalitario di Repubblica e satelliti – c’è anche la vecchia storia dell’uranio impoverito?

A questo punto proponiamo al lettore ampi stralci tratti dall’Introduzione de Il mondo al contrario (disponibile su Amazon [QUI])

Dall’Introduzione de Il mondo al contrario

– Il titolo la dice lunga sul tenore e sui contenuti di questo libro. Il mondo al contrario vuole infatti provocatoriamente rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, come me, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità.

– Il conflitto generazionale è sempre esistito, sia ben chiaro, gli usi e i costumi evolvono, cambiano, si adattano, ma quello che percepisco non è assimilabile alla normale e diversa prospettiva che sussiste tra la vecchia e la nuova leva, ma consiste in un capovolgimento totale dei valori e delle certezze nelle quali siamo cresciuti e per le quali ci siamo impegnati assiduamente nel lavoro, nell’educazione, nella famiglia, nella società…nella vita! Ancora più stravagante e difficile da accettare è la constatazione che, spesso, il sovvertimento di quella che la moltitudine intende come normalità è prodotto da esigue e sparute minoranze che prevaricano il sentire comune e le opinioni dei più.

– Basta aprire quella serratura di sicurezza a cinque mandate che una minoranza di delinquenti ci ha imposto di montare sul nostro portone di casa per inoltrarci in una città in cui un’altra minoranza di maleducati graffitari imbratta muri e monumenti, sperando poi di non incappare in una manifestazione di un’ulteriore minoranza che, per lottare contro una vaticinata apocalisse climatica e contro i provvedimenti già presi e stabiliti dalla maggioranza, blocca il traffico e crea disagio all’intera collettività. I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo; di chi non può biologicamente avere figli, ma li pretende; di chi non ha una casa, e allora la occupa abusivamente; di chi ruba nella metropolitana, ma rivendica il diritto alla privacy.

– Il valore aggiunto che posso attribuire a questo scritto è l’esperienza personale, quella insolita e affascinante maturata in luoghi lontani ed abbandonati e in circostanze dove i millisecondi per prendere decisioni, spesso drastiche, fanno la differenza. Al comando di uomini veramente speciali ho infatti girato il mondo, ma non quello delle capitali e del progresso, bensì quello più recondito e sconosciuto, quello povero, abbandonato, degradato e spesso pericoloso, ma reale. Quello vero, in sostanza, dove vive la maggioranza della popolazione del pianeta: circa sette miliardi di persone al netto di quel miliardo di fortunati che hanno visto la luce in quello che definiamo “Occidente”.

– Una prospettiva diversa, dunque, una differente sensibilità verso molte tematiche e dei valori di riferimento che si sono consolidati e corroborati resistendo agli impatti e all’attrito di una vita trascorsa al limite. (…)

– Ci hanno provato in molti a cancellare il passato per far nascere un mondo nuovo, spesso, con metodi cruenti e sanguinari. Pol Pot e la dittatura dei Khmer rossi rappresentano uno dei più moderni e ancora vivi tentativi di eradicazione della storia fortunatamente andato male.

– Quello a cui assistiamo oggi, tuttavia, cambia nei metodi ma poco nella finalità. Il lavaggio del cervello a cui siamo sottoposti giornalmente volto ad imporre l’estensione della normalità a ciò che è eccezionale ed a favorire l’eliminazione di ogni differenza tra uomo e donna, tra etnie (per non chiamarle razze), tra coppie eterosessuali e omosessuali, tra occupante abusivo e legittimo proprietario, tra il meritevole ed il lavativo non mira forse a mutare valori e principi che si perdono nella notte dei tempi? Il bombardamento mediatico che mette in discussione anche le fiabe e le storielle per ragazzi e le vorrebbe stupidamente rivisitare in chiave cosiddetta “inclusiva” o il maldestro esperimento di castrare il linguaggio e le espressioni della nostra millenaria lingua per renderle asessuate non è anch’esso un tentativo di riscrivere la storia?

– Ecco, questo è il Mondo al Contrario che ci presentano come una naturale, inevitabile e progressista evoluzione dell’universo alla quale non ci si può opporre pena l’emarginazione, la discriminazione e, per i più recidivi e tenaci, la galera. La libertà di parola e di opinione si applica secondo un principio a geometria variabile che permette di sostenere legittimamente il terrapiattismo ma demonizza espressioni di dissenso nei confronti del pensiero unico. L’atteggiamento critico nei confronti del nuovo che avanza non si inquadra più nell’ambito delle normali argomentazioni ma viene presentato come la conseguenza di paure irrazionali, insane e patologiche: come fobia! Quello che più allibisce è constatare che sono le stesse minoranze che sostengono questo abominevole trasformismo che prevaricano e sottomettono le masse con metodi cruenti e dittatoriali che spaziano dalla censura alla gogna mediatica, all’evaporazione dai canali informativi sino a pretendere che i pubblici poteri si occupino delle opinioni, dei pensieri, dei pareri, degli ammiccamenti o delle predilezioni.

– Un vero e proprio assalto alla normalità che, in nome delle minoranze che non vi si inquadrano, dev’essere distrutta, abolita, squalificata facendo in modo che il marginale prevalga sulla norma generale e sul consueto.

Il capitolo che manca all’ottimo libro del Generale Vannacci.
di Osservatore Marziano.
Stilum Curiae, 22 agosto 2023


Qui su Marte abbiamo apprezzato il libro del Generale Vannacci. Ce le ha mandate il nostro amico Generale Laporta. Le ragioni sono due (oltre naturalmente l’apprezzamento sulla qualità delle riflessioni fatte dal Generale):

– La prima è che si capisce che finalmente sta nascendo una reazione da qualche parte. Mai più un libro così potrebbe uscire spontaneamente, dal nulla e senza uno scopo. Il generale, diciamo, deve essere ben supportato per osare tanto. Perciò bene. Significa che un certo mondo (Americano? Repubblicano?) comincia a non poterne più e prepara le prossime riforme. Ben venga una reazione, che possa avere effetto snowball (letteralmente palla di neve, che diventa una valanga e travolge tutto).

– La seconda è che questo libro umilia e provoca tutti, anche noi osservatori marziani. In esso scopriamo quello che pensavamo da sempre ma non abbiamo mai osato dire. Perciò male. Soffriamo di indifferenza, assuefazione, e soprattutto di VILTÀ, che scusiamo con la giustificazione di “solita necessaria prudenza”.

L’autore, il Generale, non tocca un solo argomento forse più importante di tutti gli altri, perché origine della causa degli stessi e della citata VILTÀ: il tema morale. Legato alla fede, alla Chiesa bergogliana, al magistero negli ultimi 10 anni, ecc. Pertanto apprezziamo in questo libro il buonsenso, il coraggio e ci aspettiamo sia l’inizio di una reazione mondiale. Ma il libro non ci permette di capire il “perché”, il “percosa” è importante per l’umanità intera. In sé il libro è quasi perfetto, ma non ho inteso quel senso soprannaturale, indispensabile per attuare le implicite raccomandazioni ivi contenute. Perché tutto il libro spiega che l’uomo sta perdendo tutto, ma non lascia capire che si sta anche “perdendo l’anima”.

Vorrei aggiungere io pertanto una traccia per un ultimo capitolo che il Generale potrebbe aggiungere nella certa ristampa che farà per esaurimento copie vendute (sarei grato al Generale Laporta se potesse fargli avere questo articolo).

Titolo dell’ultimo capitolo: L’origine di tutto: il crollo della intelligenza dell’uomo occidentale.

Traccia – Il crollo della civiltà occidentale (che ho illustrato nei capitoli precedenti del libro) è stato originato dal crollo del quoziente intellettivo nel mondo occidentale. Il capitale umano di intelligenza che ha costruito la civiltà occidentale è finito, crollato irrimediabilmente. L’uomo occidentale sa fare tutto tranne che pensare e pregare. Infatti non sa altro che creare problemi senza saperli più risolvere. Io (Generale Vannacci) ho dimostrato con un libretto autoprodotto, che siamo diventati stupidi. Certo essendo la mia ansia (…del Generale Vannacci) quella di dimostrare gli effetti della nostra stupidità (fine buonsenso, ambientalismo, multiculturalismo, legittima difesa, famiglia e patria, sesso, tasse… ecc.) non sono risalito alle cause. Che sono poche, diciamo solo due importanti?

Primo – Sono state il rifiuto di fare figli in occidente. Cioè gli ex intelligentoni occidentali hanno smesso di far figli da 50anni, non si sono più riprodotti, così il livello medio di intelligenza dell’occidente è crollato. (come dimostro nei capitoli del libro).

Secondo – È stato il rifiuto di sentirsi creature di Dio, figli di Dio. Contentandosi di esser frutto di un bacillo evoluto e di avere conseguentemente la dignità di un bacillo evoluto. Come è stato infatti dimostrato. Curiosamente, poi oggi in Occidente, ovunque, il livello di intelligenza più basso si incontra nelle persone che contano, quelle che comandano, governano, decidono, impongono… Volete rifletterci su? Finché siete in tempo…

Caro Generale, suggerisco che lei aggiunga questo capitolo conclusivo, altrimenti qualcuno, anziché pensare che lei stia proponendo un “riarmo morale”, pensi ad altro…

Non piange più nessuno
Stilum Curiae, 22 agosto 2023


Se non ci sono più preti non piange quasi più nessuno. È questa la triste constatazione che ci tocca fare.

Assistiamo alla più grande crisi sacerdotale della storia della Chiesa, intere terre in Europa sono ormai senza sacerdote e tutto tace. Non sentirete nemmeno un vescovo gridare all’allarme, piangere con i suoi fedeli, domandare a tutti una grande preghiera per le vocazioni sacerdotali; intimare un digiuno e una grande supplica perché il Signore abbia pietà del suo popolo.

Sentirete, questo sì, vescovi e responsabili di curia descrivere i numeri di questo calo vertiginoso di presenza dei preti nella Chiesa, li sentirete elencare i dati pacatamente, troppo pacatamente, in modo distaccato, come se fosse una situazione da accettare così com’è, anzi la chance per una nuova Chiesa più di popolo.

Nella nostra terra italiana, terra di antica cristianità, assisteremo in questi prossimi anni alla scomparsa delle parrocchie, allo stravolgimento, impensabile fino a qualche anno fa, della struttura più semplice del Cattolicesimo, di quella trama di comunità parrocchiali dove la vita cristiana era naturale per tutti… ma l’assoluta maggioranza dei cattolici impegnati farà finta di niente, perché i pastori hanno già fatto così.

È un “cataclisma”, un “terremoto”… ma nessuno piange, si fa finta di niente.

Si fa finta di niente, perché bisogna che la favola della primavera del Concilio continui. Ci si sottrae a qualsiasi verifica storica, si nega l’evidenza di una crisi senza precedenti.

E si prepara un futuro che ci sembra poco cattolico.

Sì, perché si parla di “ristrutturare” l’assetto delle comunità cristiane, di fare spazio ai laici (come se in questi anni non ne avessero avuto a sufficienza), si inventa un nuovo genere di fedeli cristiani che diventeranno gli addetti delle parrocchie, che di fatto sostituiranno i preti. Fedeli laici “clericalizzati”, un nuovo genere di preti che terranno le chiese… e nell’attesa di una qualche messa predicheranno loro, come cristiani adulti, il Verbo di verità…
… ma nessuno piange, nessuno prega gridando a Dio.

Forse non gridano perché da anni qualcuno ha preparato questo terremoto nella Chiesa.

Hanno svilito il sacerdozio cattolico, trasformando i preti da uomini di Dio ad operatori sociali delle comunità. Hanno ridotto loro il breviario e la preghiera, gli hanno imposto un abito secolare per essere come tutti, gli hanno detto di aggiornarsi perché il mondo andava avanti… e gli hanno detto di non esagerare la propria importanza, ma di condividere il proprio compito con i fedeli, con tutti.

E come colpo di grazia gli hanno dato una messa che è diventata la prova generale del cataclisma nella Chiesa: non più preghiera profonda, non più adorazione di Dio presente, non più unione intima al sacrificio propiziatorio di Cristo in Croce, ma cena santa della comunità. Tutta incentrata sull’uomo e non su Dio, tutta un parlare estenuante per fare catechesi e comunità. Una messa che è tutto un andirivieni di laici sull’altare, prova generale di quell’andirivieni di signori e signore che saranno le nostre ex parrocchie senza prete.

E con la messa “mondana”, hanno inculcato la dottrina del sacerdozio universale dei fedeli… stravolgendone il significato. I battezzati sono un popolo sacerdotale in quanto devono offrire se stessi in sacrificio, in unione con Cristo crocifisso, offrire tutta la loro vita con Gesù. I fedeli devono santificarsi: questo è il sacerdozio universale dei battezzati. Ma i fedeli non partecipano al sacerdozio ordinato che è di altra natura, che conforma a Cristo sacerdote. È attraverso il sacramento dell’Ordine che Cristo si rende presente nella grazia dei sacramenti. Se non ci fossero più preti sarebbero finite sia la Chiesa che la grazia dei sacramenti.

Martin Lutero e il Protestantesimo fecero proprio così: distrussero il sacerdozio cattolico dicendo che tutti sono sacerdoti: sottolineando appunto il sacerdozio universale, il laicato.

Nella pratica della ristrutturazione delle parrocchie forse si finirà così: diverso sarebbe stato affrontare questa crisi con nel cuore e nella mente un’alta stima del sacramento dell’ordine, sapendo che il prete è uno dei doni più grandi per la Chiesa e per il popolo tutto; ma così non è: si affronterà questa crisi dopo anni di protestantizzazione e di relativizzazione del compito dei preti. Si affronterà questa crisi dopo anni di confusione totale nella vita del clero; dopo anni di disabitudine alla messa quotidiana e alla dottrina cattolica: così i fedeli faranno senza il prete, anzi già fanno senza. E quando un prete arriverà, non sapranno più che farsene, abituati a credere che il Signore li salva senza di loro e i loro sacramenti.

A noi sembra ingiusto far finta di niente.

Postscriptum
Cinque recensioni da Amazon


1. Finalmente qualcuno che dice la verità, il politicaly correct si è già attivato ma è troppo tardi. Questo bel libro, si legge tutto di un fiato. Relaziona l’attualità senza fronzoli e senza giri di parole in modo ben argomentato. Nella sua semplicità e facilità di lettura, è sicuramente ricco di dati e fonti inoppugnabili. L’autore chiude le porte ad ogni possibile polemica dando continuamente al lettore spunti di “buonsenso”. In ogni capitolo esprime con chiarezza il punto di vista di chi non ha paraocchi ideologici ma vuole semplicemente il bene della nostra comunità e, per quanto possibile, la crescita del mondo intero in pace e prosperità. Lo consiglio come lettura supplementare nelle scuole secondarie di ogni ordine e grado per dimostrare che il libero pensiero è ancora esercitabile.

2. L’ho acquistato e l’ho letto tutto d’un fiato, complice sia la pausa estiva, che l’estrema scorrevolezza delle 353 pagine.
Il titolo del primo capitolo è: “Il Buonsenso”, quale incipit migliore per la lettura dei susseguenti 11 capitoli?
Do il massimo dei voti per varie ragioni:
– per la chiarezza espositiva;
– per la coerenza nella trattazione di tante tematiche sensibili;
– per il coraggio di un uomo che non si ritrae di fronte alla possibilità, purtroppo verificatasi, di essere chiamato a pagare un prezzo per la propria coerenza;
– per ver scelto di utilizzare il proprio prestigio e la propria visibilità sociale, per tentare, attraverso lo “scandalo” suscitato, di scuotere le coscienze e destare i connazionali dal torpore indotto da anni di comunicazione culturale inquinata.
Le idee del Generale potranno anche non piacere a molti, ciò è legittimo, ma il linciaggio mediatico al quale si è accodato l’imbarazzante ministro della difesa, le minuscole sono d’obbligo, è indice dell’imbarbarimento attuale del popolo italiano, del quale l’attuale imbarazzante classe politica è degnissima rappresentante al ribasso.
Sono gli Italiani tutti così?
No, assolutamente. Il Generale lancia un pesante sasso destinato a non sprofondare nello stagno della coscienza collettiva, ma a ridare forza e fiducia a quanti, sbagliandosi clamorosamente, stavano per lasciarsi sopraffare dai sensi di colpa nel sentirsi colpevolizzati dal martellamento mediatico di un regime, definibile del “politicamente corretto”, che pretende di ammutolire le maggioranze nel nome di presunti diritti di altrettanto presunte minoranze.
Ora spero che l’onda di reazioni generata da questo bel libro continui a crescere, il primo posto nelle vendite di Amazon fa ben sperare, e che possano nascere forme organizzative concrete, per ridare spessore alla democrazia nel nostro Paese, lasciandosi alle spalle l’ipocrisia manovrata del “politicamente corretto”, in favore di scelte e volontà che abbiano come cifra IL BUONSENSO, come ben spiegato al Capitolo 1..
P.S.
Ora comprerò alcune copie da regalare ad amici non utenti di Amazon. Consiglierei, però, anche di valutare l’acquisto su Amazon anche di un altro libro di un altro ufficiale del nostro Esercito, anche se ex, è il seguente: “Morire per la Nato?”, di Fabio Filomeni.

3. Art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Ma c’è di più: il Generale Vannacci – considerato fino al 16 agosto 2023 uno dei migliori ufficiali delle Forze Armate italiane con una competenza ed un’esperienza straordinaria in ambito Forze Speciali – era lui alla guida della famosa Task Force 45 che ha operato in Afghanistan – è stato oggetto di una vergognosa campagna mediatica partita da Repubblica. Che non è nuova a questo tipo di aggressione utilizzando titoli fuorvianti e che non rispecchiano affatto la verità oggettiva di quanto contenuto nel libro scritto dal Generale Vannacci.
Ed è sulla base dei titoli infamanti di Repubblica – e non certo sul contenuto del libro – che è stata presa una decisione grave, prima ancora di accertare i fatti, come la rimozione del Generale Vannacci dal suo incarico. Chiediamo al ministro Crosetto di attenersi all’articolo 21 della Costituzione. Che non esclude i militari dalla possibilità di esprimere liberamente le proprie idee e opinioni, senza censure né autorizzazioni.
Peraltro anche l’articolo 1472 del Codice militare dispone che “i militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione” pur restando “fermo il divieto di propaganda politica”.
In entrambi i casi, quindi, il Generale Vannacci ha esercitato un suo legittimo diritto previsto anche dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: “Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”.

4. Seppur con passaggi a volte forti esprime i sentimenti e il pensiero della maggior parte degli Italiani nei confronti di questa deriva sociale del pensiero unico fatta di illegalità diffusa giustificata attraverso pippe ideologiche, di capricci spacciati per diritti, di integrazione impossibile, di attacco alla famiglia tradizionale, di abominevole sfruttamento di donne e neonati da parte di una minoranza ideologizzata che odia la società che conosciamo.

5. C’è qualcosa di profondamente liberatorio nelle pagine di questo libro, un sollievo che ridà dignità al nostro buon senso e a tutto ciò che abbiamo percepito come giusto e buono sin dalla nostra infanzia. A differenza di quanto riportato in molte recensioni, goffe e superficiali, non vi è alcuna incitazione all’odio. Vi è piuttosto, e finalmente direi, una sorta di ostinazione a chiamare le cose con il proprio nome e a vedere la realtà per quello che è. Non mi stupisce che a condurre questa disamina analitica, dedicata a tanti ambiti che ci toccano quotidianamente, sia un ufficiale di alto grado. Ho sperimentato personalmente che, a dispetto di tanti luoghi comuni, chi deve operare in situazioni estreme e pericolose, ha necessariamente un grande rispetto per TUTTE le persone e ha inoltre una grande umanità. Consiglio caldamente la lettura di questo libro. Potremo forse dissentire su alcune analisi ma dovremo necessariamente mettere in moto “cuore e cervello”. Vi assicuro che in quest’epoca di slogan, luoghi comuni e pensieri omologati un tale esercizio non potrà che causarci un benefico sussulto. Proviamo a chiederci: se fossimo coinvolti in un naufragio in pieno oceano chi vorremmo al nostro fianco? Questo generale o gli illuminati e loquaci giornalisti della nostra TV?

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